Branduardi, PFM e Modena City Ramblers di scena a Mascalucia (CT)


Angelo Branduardi, PFM e Modena City Ramblers saranno i protagonisti del Mascalucia Summer Festival. La manifestazione, organizzata da Francesco Amantia Management con il patrocinio del Comune di Mascalucia si terrà l’8, il 9 ed il 12 luglio all’Anfiteatro Parco Manenti. L’apertura della prima edizione del Festival etneo è affidata ad un grande della musica d’autore, Angelo Branduardi. Il “menestrello” sarà protagonista l’8 luglio con un live che raccoglie i brani più famosi ed amati, scelti tra la sua produzione trentennale. Il giorno dopo, l’Anfiteatro Parco Manenti aprirà le sue porte ad una delle band più importanti del panorama musicale italiano e non solo. La Premiata Forneria Marconi porterà a Mascalucia lo show-live “La Buona Novella-PFM Antology”. A un altro gruppo storico, i Modena City Ramblers, è affidata la chiusura (12 luglio) della prima edizione del Mascalucia Summer Festival. I “Modena” festeggiano i tre lustri dall’uscita del loro storico primo disco, “Riportando tutto a casa”, con una celebrazione on stage di quell’esordio tanto amato da tutti i fan della band. I biglietti per i tre concerti del Mascalucia Summer Festival sono già in prevendita, anche su internet all’indirizzo www.ctbox.it. Prezzi a partire da 13 euro. Per tutte le informazioni su prevendite, biglietti e disponibilità di posti www.amantiarts.it oppure 095.7225340.

da www.livesicilia.it

“La tribù dei lettori” a Roma


Conto alla rovescia per la prima edizione di ‘La tribu’ dei Lettori – Festa della lettura con i Ragazzi’, a Roma dal 2 al 6 giugno. Gli appuntamenti in programma, che prenderanno il via mercoledi’ prossimo alle 14.30, saranno piu’ di 150 tra mostre, letture animate, laboratori e incontri con scrittori e personaggi del mondo della cultura come Moni Ovadia, Margaret Mazzantini, Dacia Maraini, Paolo Giordano e Ugo Riccarelli.

La manifestazione si svolgera’ a largo San Rocco, largo Lombardi, piazza Mignanelli e alla Casina di Raffaello a Villa Borghese, dove saranno allestite quindici tende all’interno delle quali saranno consultabili gratuitamente oltre 700 testi di trenta editori italiani e stranieri.

”E’ un’idea straordinaria- ha detto nel corso della presentazione il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti- che abbiamo sposato con grande gioia perche’ i bambini sono la cosa piu’ importante che abbiamo e quindi dobbiamo favorire dei consumi intelligenti come la lettura, la criticita’ e la scoperta. Sara’ una grande festa che ha al centro la cultura e i bambini -ha concluso- e questo lo rende un evento rivoluzionario”

fonte Adnkronos

Primo posto per i giovani tennisti augustani


di Daniela Domenici

Alla fase provinciale dei Giochi Sportivi Studenteschi che si sono svolti a Siracusa presso i campi del Tennis Club primo posto per la rappresentativa della sezione scientifica del liceo “Mègara” di Augusta.

I tre “moschettieri” che hanno fatto onore al loro liceo e alla loro città sono Ettore Caramagno, Marco Failla e Luca Palazzo che hanno conquistato la medaglia d’oro. I tre giovani ma promettenti atleti erano guidati dalla loro docente, la prof. Masotti.

Nel primo match il liceo megarese ha affrontato il “collega” Corbino di Siracusa ed è stato un netto e secco 3 a 0 per la squadra di Augusta: Palazzo ha vinto contro Greco per 6 a 0, Failla ha battuto Bellofiore ancora col punteggio di 6 a 0 e, come ciliegina sulla torta, anche il doppio megarese formato da Palazzo e Caramagno ha vinto per 6 a 2.

Il secondo liceo da affrontare è stato il Gargallo, sempre di Siracusa; anche questa compagine si è dovuta arrendere alla preparazione dei liceali megaresi che hanno vinto per 2 a 0: Palazzo contro Elia nel primo singolare e Failla contro Schiavo nel secondo.

La squadra di Augusta ha così vinto il titolo di campione provinciale.

“Vendesi ergastolano” di Giovanni Zito


Giovanni Zito immagina questo testo mentre le televendite scorrono in televisione. E quindi..

PERCHE’ NON MI METTO IN VENDITA ANCHE IO?

L’ironia apparente e immediata, rivela una amarezza profondissima… e carica di significati. Come il sentirsi cose. Trattati come cose. Pensati come cose. E quindi.. anche comprabili e vendibili come cose.. a questo punto.

Naturalmente questi esseri umani non sono cose, ma Persone, nel senso più alto del termine. Ma questi testi servono. Essi sono le teste d’ariete di ogni denuncia che voglia lasciare il segno.

Prima vi sono due righe introduttive di Giovanni Zito, che ho tratto dalla lettera che mi ha inviato. Dopo tutte le caratteristiche dell’ ergastolano “in vendita”.

Fatele leggere queste cose a chi dice che i detenuti sono in vacanza al Grand Hotel. E ricordate che Giovanni Zito non è sottoposto al 41bis o ad altre carcerazioni speciali di simile tenore. Altrimenti gli oggetti che potrebbe detenere (già molto pochi) sarebbero molto.. molto di meno.

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Amico mio, pochi giorni fa, guardanvo la tv, dove ci sono spesso e volentieri spot di vendite di ogni specie. Così ho pensato di mettermi in vendita anche io, descrivendo sia la mia persona, e sia tutto quello che connota la mia via carceraria. Così magari la gente può capire meglio il “lusso” della mia vita in carcere. Ho fatto tutta la descrizione di ogni cosa che posso detenere nella mia cella oggi. Quando ero sottoposto al regime del 41 bis era ancora di meno, molto meno..

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Chi leggerà tutto questo magari lo potrà trovare ridicolo, ma io non lo trovo ridicolo, visto che la mia esistenza è basata su queste necessità di cui vivo.

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                                                                       VENDESI

–ERGASTOLANO OSTATIVO

Si vende un corpo umano, usato poche volte. Ottima conservazione. Ottima forma fisica. Nessuna tipologia di malattia. Alto circa 1:90, peso sui 110 kg, capelli lisci, neri, sbrizzolati. Occhi castano scuro. Carnagione  olivastra. Di scarpe calza numero 45.

 

– COMPRESO NEL PREZZO

Si offre anche il posto in cui è depositato, ovviamente anche l’arredamento consistente di:

Un fornello piccolo da campeggio.

Un tegame con coperchio cm. 24.

Una pentola con coperchio cm. 24.

Uno scaldalatte cm. 18.

Una caffettiera e una tazza.

Una branda comprensiva di materassino. in gomma piuma ed analogo cuscino.

Una bilancetta dove mettere il vestiario.

Un frigo tipo plastica, da spiaggia.

 

– VESTIARIO COMPLETO CONSISTENTE IN:

Due tute da ginnastica.

Due pantaloni.

Due camice.

Tre pantaloncini uso sport.

Sei magliette maniche lunghe e corte.

Due pigiami.

Sei boxer.

Sei paia di calze.

Un accappatoio di colore blu.

Tre paia di scarpe.

Due ciabatte uso doccia.

Una spazzola per capelli.

Un pettine tascabile.

Uno spazzolino per pulizia denti.

Una forbicina chicco.

Un taglia unghie.

Una pinzetta.

 

– COSA SI CHIEDE IN CAMBIO? NULLA!

Mi vendo così nudo e crudo, nella mia povertà d’animo. Prima che il mio corpo ancora sano nel fisico e nell’anima possa un giorno essere rottamato.

 

– ATTUALMENTE HO 40 ANNI, DI CUI 18 PASSATI IN CARCERE.

Ho fatto tanti viaggi in tutto questo tempo di detenzione. Il trasporto avviene tramite furgoni blindati o corazzati, scortati con due mcchine, anch’esse blindate.

 

– I POSTI IN CUI SONO STATO

1) L’isola dell’Asinara.

2) Il carcere di Viterbo.

3) Il carcere dell’Aquila.

4) Il carcere di Novara.

5) Il carcere di Cuneo.

6) Attualmente a Voghera.

 

– CHIUNQUE FOSSE INTERESSATO PUO’ RIVOLGERSI ALLA C.C. DI VOGHERA O SCRIVERE ALL’ISTITUTO.

FATE PRESTO, PERCHE’ TRA QUALCHE DECENNIO NON POTRO’ PIU’ DARE GARANZIA DELLA MIA SALUTE, NE’ DEL MIO ASPETTO FISICO. O FORSE, MEGLIO ANCORA, NON SO NEANCHE SE SARO’ ANCORA VIVO, PER TUTTO QUESTO TEMPO. SPERO DI SI’.

 

– LA MIA SCADENZA E’: 99-99-9999

Voghera – maggio 2010

da http://urladalsilenzio.wordpress.com

Il libertino a Catania


di Daniela Domenici

Il patron Gianni Salvo ha confermato, ancora una volta, la sua scelta di testi sempre di ottima qualità che caratterizzano il “suo” teatro, il Piccolo Teatro di Catania: stavolta ha scelto di portare sul palcoscenico un testo di un autore francese, Eric-Emmanuel Schmitt, tradotto da Luca Barcellona, “Il libertino”, una commedia piena di ironia e leggerezza che qualcuno ha definito un “vaudeville filosofico”.

I primi complimenti vanno al giovane regista Nicola Alberto Orofino, che avevamo applaudito come attore nello stesso teatro, che ha saputo raccogliere questa sfida secondo noi non facile soprattutto per l’argomento che ne è alla base: una giornata della vita di Diderot, uno dei massimi filosofi francesi. Abbiamo molto apprezzato, e il pubblico presente ha condiviso il nostro plauso, la sua scelta di non fare una pausa tra gli atti per non far perdere il pathos creatosi.

Prima di parlare dei protagonisti vogliamo complimentarci ancora una volta, perché abbiamo già avuto altre occasioni per farlo, con la scenografa Oriana Sessa che ha immaginato un ambiente con oggetti tutti giocati sui toni del bianco e nero molto funzionali ai vari momenti della recitazione, ottima l’attenzione ai minimi particolari.

Ora vogliamo tributare una standing ovation prolungata al protagonista assoluto della piece, Fiorenzo Fiorito, nel ruolo di Diderot costretto a confrontarsi con quattro donne diverse che incarnano quattro stereotipi dell’universo femminile e che lo mettono in crisi facendolo riflettere sul concetto di morale e di libertinaggio: assolutamente formidabile in questo ruolo impegnativo sia dal punto di vista recitativo che gestuale.

E insieme a Fiorito i nostri complimenti vanno alla protagonista femminile, Anna Passanisi, che interpreta una sedicente pittrice che poi si rivelerà una formidabile e scaltra truffatrice la quale farà leva sul suo fascino per ingannare Diderot che, però, non la denuncerà: brava davvero.

Un applauso anche alle altre protagoniste femminili: Tiziana Bellassai nel ruolo della moglie che prima fa una scenata di gelosia e poi instilla, con sapiente astuzia, nel marito il dubbio su un suo tradimento; Luana Toscano che interpreta la parte della giovane figlia del padrone di casa che è ancora un po’ immatura nelle sue scelte in campo amoroso ed Egle Doria, nel ruolo della figlia di Diderot, che prima vorrebbe fare una scelta di vita un po’ provocatoria che lascia stravolto il celebre padre ma che poi, accettando i suoi consigli, si rende conto dell’errore che stava per compiere. Bravo anche Giuseppe Carbone, con la sua aria ingenua, nella parte del segretario un po’ rompiscatole del filosofo.

Più di due ore di spettacolo ininterrotto tra riflessioni filosofiche, sorrisi e risate a scena aperta,  lo spettacolo di oggi ha dato, secondo il nostro modesto parere, un esempio della funzione che dovrebbe avere il teatro: educare col sorriso. Grazie.