Lettera aperta alla mia città, AUGUSTA, di Enzo TOSCANO


E’stata scritta tutta in maiuscolo per omaggiare la nostra isola grande nei fatti e troppo grande per le piccole persone che la popolano.

E’ SOLO UNO SFOGO, UN’AMARA FOTOGRAFIA DEL PASSATO E DEL PRESENTE, DI CIO’ CHE ERA E DELL’ORRORE CHE E’ DIVENTATA. L’ESTREMO TENTATIVO DI SMUOVERE LE COSCIENZE, IL GRIDO DISPERATO DI CHI AMA LA PROPRIA CITTA’ E NON PUO’ VEDERLA IN BALIA DI MERCENARI SENZA SCRUPOLI, UCCISA GIORNO PER GIORNO, AVVELENATA DAI MIASMI INDUSTRIALI, LACERATA NEL PROPRIO FUTURO, MADRE DI INNUMEREVOLI FIGLI INFELICI.

L’ISOLA SENZA MARE E SENZA AMORE

DA QUASI MEZZO SECOLO ORMAI, VIVO IN QUESTO LEMBO DI TERRA, ADAGIATO SILENTE SUL MARE, SONNECCHIOSO E AL TEMPO STESSO VIGILE SULL’ORIZZONTE.

DIO CI  DONO’ QUESTA TERRA, UN’OASI SU CUI FAR NASCERE I NOSTRI FIGLI, COCCOLATI DAL CALORE DEL SOLE, DISSETATI DALL’ACQUA CRISTALLINA CHE SGORGAVA DALLE VISCERE DI MADRE TERRA, SFAMATI DALLE GREGGI CHE PASCOLAVANO SUI NOSTRI MONTI E DAI PESCI CHE, NUMEROSI E FRESCHISSIMI, POPOLAVANO I NOSTRI MARI.

ERA UN COPIONE PERFETTO, SCRITTO DAL RE DEGLI SCENEGGIATORI IL QUALE PERO’, COMMISE L’ERRORE DI AGGIUNGERE UN ELEMENTO A QUESTO QUADRETTO IDILLIACO; L’UOMO, CON TUTTO IL SUO CARICO DI DIFETTI, DI INVIDIE, GELOSIE, DI NONCURANZA PER IL BENE COMUNE.

MOLTO PRESTO, IL PARADISO CHE AVEVAMO AVUTO IN DONO, LASCIO’ SPAZIO ALL’INFERNO DEGLI UOMINI I QUALI, PER POTER SODDISFARE LE PROPRIE VOGLIE ,DI APPARIRE PIU’ CHE DI SOPRAVVIVERE, PERMISERO AGLI SQUALI DI POPOLARE I NOSTRI MARI, E CON ESSI ARRIVARONO LE CATTEDRALI DELLA MORTE CHE INVASERO LE NOSTRE MAGNIFICHE COSTE, DETURPANDOLE IRRIMEDIABILMENTE, AMMORBANDO L’ARIA, DISTRUGGENDO I VERDI  PASCOLI, PROSCIUGANDO E/O CONTAMINANDO LE MERAVIGLIOSE FALDE ACQUIFERE.

LA RICCHEZZA , SPESSO L’OPULENZA, AVEVA INVASO MOLTE CASE, TRASFORMANDO I BIFOLCHI E I PESCATORI IN GENTE AGIATA,SICURA, PIENA DI SE’. I CARRETTI VENNERO ABBANDONATI E LE STRADE, FINO AD ALLORA PESANTEMENTE SOLCATE DAGLI ZOCCOLI DELLE BESTIE DA SOMA, DOVETTERO FARE I CONTI CON LO STRIDIO DELLE GOMME E CON IL ROMBO DEI MOTORI CHE, BEN PRESTO, INVASERO LA CITTA’. LE RETI DEI PESCATORI, FINO AD ALLORA PIENE DI PESCE CHE ODORAVA DI MARE, SI RIEMPIRONO DI VELENI E DI NAUSEABONDI OLEZZI DI IDROCARBURI.

ERA L’INIZIO DELLA FINE.

COME SPESSO ACCADE, BISOGNA TOCCARE CON MANO I PROBLEMI PRIMA DI POTERSENE RENDERE CONTO. PURTROPPO, ASSIEME ALL’AGIATEZZA ARRIVARONO LE MALATTIE, LE GRAVI PATOLOGIE CORRELATE ALL’INQUINAMENTO, LA DISPERAZIONE E LA MORTE CHE OGGI NON RISPARMIA NESSUNA FAMIGLIA, NEPPURE LA PIU’ AGIATA.

NON BASTASSERO TALI PENSIERI, LA NOSTRA MERAVIGLIOSA  CITTADINA SOPPORTA LA BEFFA DI ESSERE POPOLATA DA UOMINI E DONNE CHE VIVONO PERENNEMENTE IN SPREGIO DELLA STESSA,NONCURANTI DELLA SUA RESIDUA BELLEZZA, DEI SUOI REPERTI STORICI, DELL’INCANTO DELLE ALBE E DEI TRAMONTI, DELLA BREZZA MARINA CHE ACCAREZZA I LORO VOLTI, DELL’ARCHITETTURA BAROCCA DI CUI RIDONDA IL CENTRO STORICO , DELLE MAGNIFICHE CHIESE RICOLME DI STORIA, DELLA PIETRA LAVICA CHE ATTRAVERSA  VIA PRINCIPE UMBERTO,LA QUALE, ANCORA OGGI, RISUONA DEI COLPI INFERTI DAGLI SCALPELLINI RICURVI SULLE NERIGNE LASTRE.

LE MERAVIGLIE DEL CASTELLO SVEVO ABBANDONATE ALLA MERCE’ DEL TEMPO, INCOMMENSURABILI  REPERTI STORICI, DI INESTIMABILE VALORE, OFFERTI IN PASTO AI RATTI, LASCIATI MARCIRE , CORROSI DALL’ACQUA SALMASTRA; IL MAGNIFICO PARCO  A CORREDO DEL CASTELLO, UN TEMPO VANTO DELLA NOSTRA COMUNITA’, ALLA MERCE’ DEI VANDALI E DEI TEPPISTI CHE, IN GRAN NUMERO, LO POPOLANO.  IN  QUEI GIARDINI DI SVEVA MEMORIA RISUONANO ANCORA LE GRIDA DEI TANTI BAMBINI CHE SONO CRESCIUTI ALL’OMBRA DEGLI ALBERI SECOLARI, CHE HANNO GUARDATO STUPITI LA STATUA DI DANTE, L’ELICA  DI UN MOTORE D’ALTRI TEMPI, IL FIERO MONUMENTO AI CADUTI, LA BELLEZZA SENZA TEMPO DEL PALCO DELLA MUSICA, SPESSO DELIZIA PER LE ORECCHIE DEGLI INDIGENI.

TUTTO ANDATO, TUTTO SVANITO, DISSOLTO COME L’ILLUSIONE DI VIVERE IN UN’ISOLA, DI POTERSI BAGNARE NELLE SUE ACQUE, DI OFFRIRSI AI CALDI RAGGI DEL SOLE, DI FARSI CAREZZARE  DALLA BREZZA MARINA.

OGGI IL MARE E’ NEGATO A TUTTI, IN SPECIAL MODO AI PIU’ DEBOLI, AGLI INDIFESI, AGLI OFFESI DALLA VITA, AI VERI ANGELI DELLA TERRA.

IN TANTI POSSONO SOLO GUARDARLO E MALEDIRLO, IMPOSSIBILITATI A OLTREPPASARE I CANCELLI ERETTI DAGLI UOMINI E DALLE ISTITUZIONI, LINEE DI DEMARCAZIONE DEL PENITENZIARIO MEGARESE.

NON PIU’ LIBERI CITTADINI, BENSI’ FORZATI IN ATTESA DEL GIUDIZIO DIVINO.

CI PRESENTEREMO SENZA ALIBI AL COSPETTO DELL’ALTISSIMO, REI DI AVER TRASFORMATO L’EDEN DONATOCI IN UNA IMMENSA CLOACA A CIELO E MARE APERTO.

NESSUN PERDONO SARA’ POSSIBILE, ALMENO SIN QUANDO LE NOSTRE COSCIENZE NON SARANNO CAPACI DI RIBELLARSI AL GIOGO DELL’APATIA E DEL DISPREZZO DEL BENE COMUNE.

SIN QUANDO NESSUNO GRIDERA’ GIUSTIZIA, TUTTI (ED IN SPECIAL MODO CHI HA ED HA AVUTO LA RESPONSABILITA’ DI AMMINISTRARE IL “MALE” COMUNE ) SAREMO COSTRETTI A CONSUMARE LE FIAMME DEL DANTESCO INFERNO.

ADDI’ 31/08/2010

IN PERPETUA MEMORIA

Disastro BP, emergenza a 360°: ci dite la verità?


di Loretta Dalola

Senza voler sminuire l’importanza di vicende come la bancarotta greca e la mobilitazione sociale che l’accompagna, le dimissioni del ministro Scajola o il congresso della Cgil, mi sono resa conto che  i media, i governi e le multinazionali stanno omettendo le informazioni.

Il disastro petrolifero nel Golfo del Messico è di tali proporzioni che se lo si mostrasse per quel che è, molti dei parametri che abbiamo di raccontarci il mondo e il suo futuro, crollerebbero. Non si tratta soltanto del numero di barili che fuoriescono quotidianamente, e  nemmeno della “campana sottomarina” che la BP, rea confessa della catastrofe, pensa di collocare sopra il buco subacqueo per tentare di arginare il disastro.

Il problema è la certezza che la Corrente del Golfo trascinerà blocchi e fiumane di petrolio greggio fino al Polo Nord, sulle coste del Nord Europa e quelle dell’Africa, ossia in tutto l’Atlantico, è questo che diventa  davvero terrorizzante.

Smettiamo di pensare che l’oceano è talmente grande da assorbire tutto. Dobbiamo renderci conto che è una  realtà spaventosa e che non lascia scampo. La  quantità di petrolio, e le conseguenze del disastro sono irreversibili.

La BP promette di pagare tutti i danni, come se il denaro potesse sostituire i gamberetti e le tartarughe le migliaia di delfini e innumerevoli altri pesci, la flora e gli equilibri delle zone umide del sud della Louisiana e i fondi sottomarini avvelenati per chissà quanto tempo e l’inquinamento subdolo e permanente della catena alimentare, quella cosa per cui tu, io e i nostri nipotini mangeremo pesci o verdure che contengono tracce di quel petrolio sparso in mare.

Lo stile di vita che ci si prospetta è quella di uscire di case e respirare inquinamento,  lavorare con automobili  che scaricano gas,  andare al supermercato e comperare prodotti agricoli tirati su a petrolio, chiacchierare con amici di un prossimo viaggetto in aereo, che va a cherosene, (vulcano islandese permettendo)… d’altra parte la faccenda è talmente ingestibile, ed enorme, che sembra non ci sia null’altro da fare.  

Quello che almeno sarebbe giusto aspettarsi è un’informazione veritiera che spieghi finalmente quanto epocale, sia il disastro nel Golfo del Messico.

da http://lorettadalola.wordpress.com

Marea nera, disastro senza tregua


di Loretta Dalola

I responsabili della BP continuano la lotta per contenere il flusso di petrolio, l’amministratore della compagnia petrolifera ha dichiarato che per cercare di arginare la perdita e limitare i danni ambientali, si tenterà di posizionare nei prossimi giorni, una cupola di contenimento, sopra la falla in un pozzo petrolifero da cui fuoriesce greggio nel Golfo Messico.

Nei giorni scorsi il tentativo di arginare la fuoriuscita di petrolio con una grande cupola di contenimento è fallito.

Dalla falla si riversano in acqua almeno 5.000 barili di greggio al giorno, da quando il 21 aprile scorso l’impianto petrolifero Deepwater Horizon è esploso, provocando la morte di 11 dipendenti. La perdita di petrolio, la peggiore della storia Usa, minaccia l’economia dell’area e rappresenta un disastro ecologico.

Nel frattempo, a terra, in Louisiana, gli elicotteri stanno volando sulle coste per sistemare barriere di sacchi di sabbia in grado di bloccare la marea inquinante. Si stanno creando anche degli enormi blocchi, anche questi composti da sabbia, da buttare al largo, sempre allo scopo di contrastare il flusso del petrolio. Appena saranno pronti, gli aerei della Guardia Nazionale li lanceranno sul mare in punti stabiliti, dove si spera possano frenare al meglio le onde intrise di petrolio.

I costi sostenuti dalla British Petroleum per le operazioni di pulitura nel Golfo del Messico, ammontano a circa 270 milioni di euro. Si tratta comunque di una cifra irrisoria rispetto al danno gravissimo causato alle coste meridionali degli Stati Uniti e alle tasche dei suoi abitanti.

 I possibili rischi per la salute umana derivanti dalla ‘marea nera’ ancora non arginata nelle acque del Golfo del Messico vanno da un banale mal di testa ad una nausea difficilmente controllabile, sino a piu’ serie complicazioni respiratorie.

Nella parte sud-ovest della Louisiana i cittadini si sono lamentati di un terribile odore che ha causato ”nausee fortissime e bruciori agli occhi”

 La qualita’ dell’aria e i suoi effetti sulla salute umana in seguito alla fuoriscita di petrolio dipenderanno da una varieta’ di fattori tra cui la velocita’ e la direzione dei venti, e la quantita’ di esalazioni tossiche.

 da http://lorettadalola.wordpress.com