Francesca Schiavone cede a Venus Williams al torneo di Madrid


di Daniela Domenici

Ieri Flavia Pennetta è uscita dal torneo WTA di tennis a Madrid nel primo degli ottavi di finale, oggi abbandona anche Francesca Schiavone, 17esima nel ranking mondiale, che aveva un compito alquanto arduo, ai limiti dell’impossibile: battere la statunitense Venus Williams, terza nella stessa classifica. I sei incontri precedenti che hanno visto di fronte queste due atlete sono stati vinti tutti dalla Williams quindi i pronostici non sono a favore della nostra “numero due” che infatti ha perso.

Il primo set se lo aggiudica la Schiavone col punteggio di 6 a 3 nel tempo di 32’ 22”.

Nel secondo set risveglio e riscossa della “venere” statunitense che lo ottiene in 1h 00’ 50” col punteggio molto netto di 6 a 1.

Nel terzo set maggiore equilibrio iniziale ma poi Venus tira fuori la “carta vincente” e si aggiudica il set in 1h 48’ 29” col punteggio di 6 a 2 vincendo così anche il match.

Tutte e due le “primedonne” del nostro tennis hanno così lasciato i campi di terra rossa di Madrid agli ottavi di finale.

Musica: in Toscana Campanile Rock, il “talent show” formato parrocchia


Non solo “Amici”o X Factor: anche le parrocchie hanno il loro talent show. A Montevarchi (Arezzo) arriva, venerdi’ sera, Campanile rock, il concorso regionale per i gruppi musicali nati nelle parrocchie, negli oratori, nei circoli, nelle associazioni. La serata si svolgera’ venerdi’ 14 maggio nella sala musicale dell’oratorio di Sant’Andrea Corsini, in viale Matteotti: inizio alle 21. In gara sei gruppi, gia’ selezionati dalle gare eliminatorie: i migliori tre – secondo il giudizio di una giuria tecnica – avranno accesso alla finale regionale. Al gruppo piu’ applaudito, invece, andra’ il ”premio del pubblico”. Il concorso e’ organizzato, insieme al settimanale cattolico Toscana Oggi, dai donatori di sangue Fratres, da Radio Toscana e dall’Agesci. L’ingresso alla serata, come sempre, e’ gratuito. Ma chi sono i gruppi in gara? I Pikke vengono dall’oratorio di Bibbiena, hanno una lunga esperienza alle spalle, vantano una partecipazione a Sanremo Rock; presentano le loro composizioni a meta’ strada tra il rock ed il pop, con la voce di Alessandro Goretti e le tastiere del virtuoso Giovanni Gabrielli particolarmente in evidenza.

fonte Adnkronos

“La vestale”


di Tiziana Mignosa

Regale avanza la vestale

ha il mare negli occhi

e timidi raggi

di un sole introverso tra i capelli.

D’avorio e neve s’agghinda per la sera

mentre il cielo

strappando il respiro ai sognatori

si veste d’imbarazzo.

Con lo sguardo sorride

all’ idea di miele

e intanto insegue

nostalgici fogli di passato.

Parole erranti

novelle e conosciute

s’allacciano e poi si slegano

dal cuore all’orizzonte.

Ai lividi si mescola

la luce del presente

e dell’attimo ne fa

dono prezioso.

Biografia artistica della mia amica Anna Màlvica


Anna Màlvica, nome d’arte di Anna Maria Bolignari, attrice cantante, nasce e Roma il 28/12/1941.

Diploma magistrale nel 1958 e nel 1964 si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” (suoi compagni di corso in quegli anni Giancarlo Giannini, Gabriele Lavia, Roberto Herlitzka).

Negli anni dell’Accademia, per la regia del suo grande maestro Orazio Costa Giovangigli, prende parte agli spettacoli estivi di San Miniato dove recita con Tino Carraro, Gianni Santuccio, Evy Maltagliati, Fosco Giachetti, Anna Miserocchi, ecc.

–      Nel 1965 è al teatro di Palazzo Durini a Milano col regista Giovanni Poli, maestro della Commedia dell’Arte.

–      Nel 1966 è al teatro Stabile dell’Aquila, con Silvano Agosti come regista, in uno spettacolo di burattini della Maria Signorelli che vince un premio per l’Italia a Bucarest e poi in altri spettacoli diretti da Polo Giuranna e Giacomo Colli.

–      Nel 1966 e poi di nuovo nel 1968 e nel 1974 tragedie greche a Siracusa con attori come Sergio Fantoni, Elena Zareschi, Valentina Fortunato, regie di Davide Montemurri e Giuseppe Di Martino.

–      Sempre nel 1966 è nel “Manfredi” di Byron con Enrico Maria Salerno e la regia di Mauro Bolognini al teatro dell’Opera di Roma.

–      Nel 1967 “Amo così la vita”, recital di poesie e canzoni al teatro del Leopardo di Roma per la regia di Claudio Remondi.

–      Sempre nel 1967 “La dodicesima notte” di W. Shakespeare a Portovenere con Luigi Vannucchi e Giuliana Lojodice dove interpreta il ruolo di Maria, la regia è di F. Torriero .

–      Nel 1968 “Lutero” di Osborne per la regia di Beppe Menegatti, nel ruolo della moglie di Lutero, con Virginio Gazzolo.

–      Sempre nel 1968 con la compagnia Morelli-Stoppa in “Vita col padre” al teatro Eliseo di Roma per la regia di Sandro Bolchi.

–      Nel 1969 il “Peer Gynt” di Ibsen con Elena Zareschi e Carlo D’Angelo nel ruolo di Kari.

–      Nel 1970 al teatro Sangenesio di Roma fonda con R. Campese e L.Tani la Compagnia dell’Atto (“Il vento e i giorni” di Balducci) con Roberto Herlitzka e Carmen Scarpitta.

–      Sempre nel 1970 al Piccolo Teatro di Milano “Santa Giovanna dei Macelli” con Valentina Cortese e Glauco Mauri per la regia di Giorgio Strehler (nel ruolo di una corifea dei Cappelli Neri).

–      Nel 1971 con la compagnia di Arnaldo Ninchi “Jacques o le sottomissioni” di E. Ionesco e “Gli innamorati” di Goldoni (co-protagonista).

–      Nel 1971 con la compagnia E. Aldini – M.Piave – Del Prete in “Nozze di sangue” per la regia di Beppe Menegatti.

–      Nel 1972 col teatro Stabile di Catania “Morte di Danton” con Leo Gullotta; “L’eredità dello zio canonico” con Turi Ferro (co-protagonista: la cugina Maddalena)

–      1973/1974 due stagioni teatrali con lo Stabile dell’Aquila: “La pazza di Chaillot” (nel ruolo di Giuseppina) per la regia di G. Cobelli; “La figlia di Jorio” (nel ruolo di Favetta) sempre per la regia di Cobelli con Piera degli Esposti e Tino Schirinzi.

–      Dal 1974 resta al teatro Stabile di Catania dove recita da 36 anni.

–      Regie di : Lamberto Puggelli, Armando Pugliese, Giuseppe Di Martino, Filippo Crivelli, Roberto Guicciardini, Jean Claude Penchenant (sempre in ruoli da protagonista).

–      Nel 1978 c’è l’incontro tra Tony Cucchiara e lo Stabile catanese e nasce “Pipino il Breve”, uno dei musicals più amati nel mondo che la vede protagonista storica in veste di cantante attrice da 30 anni nel ruolo della regina Belisenda d’Ungheria.

–      Anna Màlvica ha interpretato ben 9 musicals di Cucchiara: Pipino il Breve, Barunissa di Carini, Caino e Abele, Storie di periferia, Stasera musical 1 e 2, Stracci, La fanciulla che campava di vento, Don Chisciotte di Girgenti (con Lando Buzzanca) e il più recente (2009) Troglostory che si spera venga ripreso a breve.

–      Nel gennaio del 2000 ottiene un grande successo nel musical “Lisistrata” di Prosperi – Verdinelli nel ruolo della protagonista al teatro Greco di Roma.

–      Nel 2002/2003 teatro Biondo di Palermo “San Giovanni Decollato” e “L’aria del continente” la vedono protagonista con Tuccio Musumeci.

–      Nel 2008 si trasferisce per due mesi a Roma e nasce il progetto “Mamma Randagia”, spettacolo teatrale di Thomas Otto Zinzi con Piero Nicosia, regia dell’autore che è stato rappresentato in tre teatri e da cui, nel 2009, è stato tratto un corto cinematografico con lo stesso titolo.

–      Ha interpretato per il cinema il ruolo della protagonista nel film “Kaos” dei fratelli Taviani nell’episodio “Male di luna”.

–      Nel film “Popcorn e patatine” con Nino D’Angelo interpreta una delle protagoniste.

–      Per la TV “Il bell’Antonio” nel ruolo di Rosaria, protagonista, la madre di Antonio, Daniele Liotti) per la regia di M. Zaccaro.

–      Sempre per la TV tra i protagonisti di “I siciliani” per la regia di Vittorio Sindoni e Giuseppe Fava.

Il corto “Dolls” di Arimantea sarà presentato a Messina


Verrà presentato il 30 maggio, nel Palazzo della cultura di Messina, il cortometraggio dal titolo ‘Dolls’, realizzato dal regista messinese Salvatore Arimatea ed inserito nella IV edizione della Mostra del cinema dello Stretto. La pellicola si avvale di un cast di attori fra cui spiccano Valeria Marini, Tony Sperandeo, Daniela Martani e Francesca Ferro, oltre che di una colonna sonora d’eccezione firmata da Rita Pavone, dal duo Paola e Chiara, dal sassofonista Nat Minutoli e dalla cantante messinese Roberta Marchese. Rita Pavone è anche l’autrice del brano portante del film, ‘Donne ferme, donne che camminano’. Cavalcando l’idea di ‘Dolls’, che ha come tema centrale la donna, il brano musicale parla di contraddizioni, incoerenze e fragilità del mondo femminile, ma anche di forza, coraggio e capacità d’amare. Il regista messinese Arimantea ha voluto ulteriormente arricchire la colonna sonora con la musica di Paola e Chiara, attraverso l’inserimento di alcuni brani tratti dal loro ultimo album ‘Win the game’. Il corto del regista è stato prodotto da Nucciarte produzioni del regista e produttore messinese Francesco Lama, con la collaborazione di ‘Seduzioni Diamonds’ di Valeria Marini e con il patrocinio di Confcommercio Italia, Federmoda Italia, del Comune di Alcara Li Fusi, la collaborazione di ‘Samuela B.’ di Maria Teresa Sessa di Messina e del Centro commerciale Milazzo. La sceneggiatura parte da un evento reale, una sfilata di moda nell’ambito della Fashion Week Milano Moda Donna, per il lancio della nuova collezione di lingerie e abiti di Valeria Marini. In una delle scene-clou del film la modella-attrice Francesca Duca esce in passerella sanguinante per poi cadere ai piedi dei fotografi presenti alla sfilata milanese offerta dalla Marini.

da www.livesicilia.it

Il mistero della morte del “piccolo drago”


di Loretta Dalola

La morte di Bruce Lee e del figlio Brandon tra leggenda e realtà. Quando si parla di arti marziali è impossibile non nominare Bruce Lee perchè il suo primo merito è proprio quello di aver aperto al pubblico occidentale i segreti delle  arti orientali per mezzo delle sue produzioni cinematografiche Hollywoodiane.

Fiumi di parole, articoli, libri, film hanno alimentato discussioni destinate, forse a non trovare mai una risposta,  compreso il servizio  all’interno del  programma dedicato proprio a  Bruce Lee, un uomo fermamente convinto  delle sue possibilità, disposto a dare tutto se stesso per raggiungere i suoi obiettivi.

Sulle cause della sua morte avvenuta in circostanze poco chiare si sono succedute le più svariate teorie, (ma nessuna certezza), che hanno fatto si che il mito Bruce Lee divenisse leggenda a tutti gli effetti.

La prima teoria parte dal presupposto che Bruce Lee cominciava a non essere molto ben visto dal popolo marziale orientale, per il fatto di aver “venduto” le loro arti segrete all’occidente. La seconda teoria ha invece, a che fare con il giro di soldi che il fenomeno Bruce Lee stava creando, si pensi che al momento del decesso egli era il divo più pagato di Holliwood e sembra che ricevesse spesso minacce da parte delle organizzazioni criminali cinesi (le Triadi) alle quali, si attribuirebbe la causa della sua morte, ipotizzandone l’omicidio per estorsione. La terza teoria imputa il decesso del piccolo Drago,  a una morte dovuta ad un edema cerebrale per molteplici cause.

Ma quello che senza ombra di dubbio incuriosisce, sono le stranissime coincidenze che hanno legato la morte di Bruce Lee e di suo figlio Brandon. Entrambi stavano partecipando alla realizzazione del loro quinto film.  Brandon  muore nella stessa maniera in cui il padre nella finzione scenica viene assassinato, ovvero, con un colpo di pistola  sparato da un killer, che sostituisce la pallottola di scena con  una vera.  Brandon recita nel  film “Il Corvo” (per la prima volta, con un ruolo non legato alle arti marziali) come da copione,  ma, allo stop del regista, non si rialza più.

Il proiettile da scena, risulta vero.

Il mistero si infittisce ulteriormente, perché se è vero che le armi utilizzate nelle scene dei film sono vere,  hanno però, la canna ostruita ed è impossibile confondere una pallottola vera con una a salve. Quindi, il proiettile non può essere partito da una pistola di scena. Ma, chi può aver sparato simultaneamente sul set e perchè, è ancora un enigma.

La storia di due sfortunati attori ricalca la trama di un film ed entrambe le morti sembrano essere condannate dalla storia a ipotesi oscure.