“Ti penso”


di Tiziana Mignosa

Chiudo gli occhi
e sulle labbra tue ritorno
e intanto slaccio attimi accaldati
avvinghiati alla gabbia dei non si fa.

E’ di te
che con le mani in tasca gli occhi sazio
mentre le paure serrano
legacci stretti intorno al collo delle voglie.

Ti penso
e intanto scorro sul percorso
girando gli occhi altrove
mentre ammiccando scorrono i cartelli della tentazione.

Inutilmente
innaffio d’altro i miei pensieri
che d’avidità accrescono la sete
e a te s’allacciano in queste ore.

“Il Dyskolos di Menandro” al teatro Brancati di Catania


Mercoledì 12 Maggio 2010 alle ore 21 al Teatro Vitaliano Brancati di Catania andrà in scena la “prime” della commedia “Il Dyskolos di Menandro”, ovvero le tragicomiche peripezie del servo Pirria.

Il testo di Menandro (Atene 342 a.C. circa – 291 a.C. circa ), uno tra i maggiori poeti greci della commedia nuova, si presenta con una veste diversa grazie all’adattamento di Romano Bernardi che, per l’occasione, dirigerà sul palcoscenico del Brancati un cast d’eccellenza: Tuccio Musumeci vestirà i panni del servo Pirria; accanto a lui Agostino Zumbo, Salvo Piro, Olivia Spigarelli, Debora Bernardi, Plinio Milazzo, Maria Rita Sgarlato e Giovanni Santangelo.

L’opera di Menandro, conosciuta solo per fama e per la rielaborazione dei comici latini, è venuta alla luce nel 1957 grazie al rinvenimento di alcuni frammenti riguardanti soltanto quindici delle cento e più commedie composte in trent’anni di attività febbrile. L’unica rinvenuta pressoché intatta è proprio il Dyskolos del 317 a. C.

Vi si narra la vicenda di Cnemone, vecchio scontroso e misantropo che, abituato a cacciare a bastonate chi aspira alla mano della figlia, dovrà ricredersi sulla bontà dell’essere umano e del prossimo proprio quando, caduto dentro un pozzo, verrà salvato da Sostrato, giovane e ricco ateniese innamorato della figlia. Nello spettacolo, prodotto dal Teatro della Città, Romano Bernardi si è divertito a mescolare situazioni e personaggi tanto che, pur rispettando la vicenda raccontata da Menandro, ne è scaturita una commedia del tutto nuova che ha come scopo quello di esaltare gli elementi comici del testo originale offrendo al pubblico uno spettacolo brillante e pieno di ritmo.

Le musiche sono di Mikis Theodorakis, le scene e i costumi sono firmati da Giuseppe Andolfo e realizzati a cura del laboratorio di scenografia del Teatro della Città.

Lena Horne sings “Stormy weather”


Lena Horne, one of the greatest jazz singers of the 20th century, a very smart woman, has died; her most famous performance is “Stormy weather”, here it is…

E’ morta Lena Horne, una delle più grandi cantanti jazz del ‘900,una donna molto elegante;  la sua interpretazione più celebre è “Stormy weather”, eccola 🙂

http://www.youtube.com/watch?v=EMf0Z7EPdLo

Schiavone e Pennetta vincono a Madrid al torneo WTA di tennis


di Daniela Domenici

Hanno appena finito di giocare le nostre due “primedonne” del tennis: Flavia Pennetta e Francesca Schiavone che hanno entrambe vinto approdando così agli ottavi di finale.

E’ scesa in campo per prima la Schiavone, n°17 del ranking mondiale, contro l’austriaca Sybille Bammer, 55esima, che l’azzurra ha sconfitto in poco più di un’ora, 1h 8’, in soli due set col risultato finale di 6-2, 6-1, un match quasi senza storia, solo 3 games concessi dalla Schiavone all’avversaria che ha commesso pure 4 double faults contro 1 dell’azzurra e nessun ace.

Compito meno facile per la nostra “numero uno” Flavia Pennetta che ha incontrato la rumena Sorana Cirstea; primo set appannaggio dell’azzurra con un secco 6 a 1 ma nel secondo set  rimonta della rumena che se lo aggiudica con lo stesso risultato di 6 a 1 in 1h 03’; terzo set fotocopia del primo, Flavia Pennetta lo ottiene, ancora una volta, per 6 a 1 vincendo così anche il match in 1h 30’ 29”.

Dal carcere di Spoleto: malasanità in carcere


  di  Carmelo Musumeci – Carcere di Spoleto

Lettera aperta a Francesco Ceraudo,  Presidente Associazione Nazionale Medici Penitenziari.

 In carcere per non affogare devi lottare, devi lottare per qualsiasi cosa … e scrivere per far sentire la tua voce.

Nell’Ordinamento Penitenziario, all’articolo 11,  si legge:

“L’assistenza sanitaria è prestata, nel corso della permanenza nell’istituto, con periodici e frequenti riscontri, indipendentemente dalle richieste degli interessati.”

Invece, la sanità in carcere è cattiva, mostruosa e sadica.

Sono un ergastolano, un uomo ombra con l’ergastolo ostativo a qualsiasi beneficio, di cinquantaquattro anni e da quasi venti in carcere.

Passavo le mie giornate in carcere studiando, leggendo, scrivendo e facendo tutte le mattine, nell’orario dell’aria, una corsa di un’ora intorno al cortile del passeggio.

Correvo tutti i giorni, con il sole, il vento, la pioggia e a volte con la neve in faccia.

In questi anni, per almeno un’ora al mattino, mi sono sempre sentito un uomo libero perché i miei pensieri hanno sempre corso insieme alle mie gambe scavalcando il muro di cinta.

Dal mese di luglio 2009 non posso più correre: un problema al ginocchio mi sta impedendo di svolgere qualsiasi attività fisica.

Dal mese di luglio 2009 ho chiesto una risonanza magnetica o una semplice visita ortopedica,  senza mai aver avuto nessun riscontro dall’attuale Dirigente Sanitario dell’Istituto.

Mi dicono che c’è d’attendere, che anche fuori i liberi cittadini attendono. Probabilmente è la verità, ma in carcere si campa con poco, con niente si muore: quella corsa che facevo al mattino mi teneva in vita.

Per almeno un’ora, quella corsa mi faceva sognare di correre nei campi pieni d’erba o nella sabbia delle spiagge del mare di dove sono nato.

Quella corsa mi aiutava a fuggire dalla mia pena che non avrà mai fine.

Ora le mie giornate sono ancora più tristi e vuote e la notte non riesco a dormire bene.

In tutti questi mesi ho chiesto a tutti e ho sollecitato a medici e a direttori, ma ancora nulla!

Chiedo solo, dopo oltre dieci mesi, una visita ortopedica e una risonanza magnetica per sapere che cosa ha il mio ginocchio  e se ho la speranza di essere curato per ritornare un giorno a correre!

Brunella Li Rosi al Castello di Leucatia a Catania


di Daniela Domenici

Quarta tappa del tour: continuano le presentazioni del romanzo di questa gentile signora lentinese e questa volta è stato il centro culturale “Rosario Livatino” presso il castello di Leucatìa a ospitare la particolare protagonista di “In viaggio con me”, pubblicato dalla casa editrice catanese Greco: una valigia.

Moderatore dell’incontro è stato il giornalista e poeta catanese Santo Privitera, relatrici le prof.sse Concetta Greco Lanza e Marisa Cardillo.

La sala delle conferenze è stata gremita da un pubblico attento e interessato al dibattito che è scaturito dalle numerose domande; infatti i temi di discussione che possono nascere da questa opera prima di Brunella Li Rosi sono davvero tanti.

Le prossime tappe di questo tour della valigia bordeaux di “In viaggio con me” saranno il 15 maggio a Francofonte e il 29 a Palazzolo, la sosta ad Augusta non è stata ancora perfettamente definita.

Vivere come se ogni giorno fosse l’ultimo


“Soltanto quando sapremo e capiremo veramente che i nostri giorni sulla terra sono limitati – e che non c’è modo di sapere quando finiranno – cominceremo a vivere appieno ogni giorno come se fosse l’ultimo che ci rimane”.

Elisabeth Kubler-Ross

(citazione tratta dal libro “Vita”, ancora inedito, di Micaela Toti)

Il papa accetta le dimissioni del vescovo accusato di pedofilia


di Loretta Dalola

Benedetto XVI (bontà sua) ha accettato le dimissioni di Monsignor Mixa coinvolto nella vicenda degli abusi sessuali sui minori, su di lui pendono anche accuse sulla sottrazione di fondi destinati all’istituto per l’accoglienza dei bambini per comprarsi preziose stampe antiche, bottiglie di vino costose e anche un solarium.

Mixa ammette: “Ero e sono ben consapevole delle mie proprie debolezze”. “Compio questo passo con fiducia irremovibile nei confronti della grazia di Dio e sono fiducioso che il Padre in cielo conduca la Chiesa di Augusta verso un buon futuro”

Fatemi capire, cosa dovrebbero fare le vittime?  Esaltarsi e gioire per questa sua timorata assunzione di responsabilità?  E magari, essere pure  grati  al Papa per questa gentile concessione?

Mi sembra il minimo, visto che il pedofilo, sia esso prete o no, è una persona con gravi problemi, che in modo irrazionale, deviante e purtroppo molto dannoso per gli altri, cerca sé stesso e la sua perduta identità sessuale.  Nel caso in cui il pedofilo sia un prete, la situazione è  ancora più complessa perché si scontra con l’influenza psichica di quella teologia che è stata oggetto dei suoi studi, della sua formazione e della sua vita.

L’omertà della chiesa, e le sue solite negazioni dell’evidenza, oltretutto, impediscono a questi preti di essere curati, supportati da specialisti della psicologia, magari portati in psicoterapia. Evidentemente la chiesa preferisce tenersi dei preti pedofili, che continueranno a fare vittime innocenti, piuttosto che correre il rischio di confrontarsi con delle menti liberate.

Chiedere perdono e soprattutto essere fiduciosi nel Padre Eterno – non basta,  occorre assolutamente evitare che i casi si ripetano. Una posizione chiara, precisa e forte, da parte della Chiesa potrebbe essere un  segnale concreto per  non favorire o tollerare la tragedia della pedofilia.

Anche perchè quando Gesù diceva :”Lasciate che i pargoli vengano a me”…credo avesse ben altre intenzioni…

da http://lorettadalola.wordpress.com

Santi Alfio, Filadelfo e Cirino – 10 maggio


di Daniela Domenici

(dedicata alla mia amica Brunella:-)

Oggi a Lentini, città della Sicilia orientale

è grande festa patronale:

Alfio, Filadelfo e Cirino vengono celebrati

che nel 253 sotto Valeriano furono martirizzati;

la loro missione a Roma cominciò

e a Lentini, dopo una sosta a Catania, terminò

molti supplizi e torture, per la loro fede, subirono

e molti miracoli e guarigioni operarono.

Come ogni anno molti fedeli, in loro nome,

anche ieri notte sono andati in processione

che per grazia ricevuta, chi per chiederne una

la fede è l’elemento che li accomuna.