Il piacere maschile italiano passa anche dal turismo sessuale


di Loretta Dalola

L’Italia è al primo posto, tra i Paesi europei, nel praticare quella ignobile attività chiamata «turismo sessuale». Sono circa 80mila ogni anno i maschi italiani che si recano all’estero per soddisfare i loro bassi istinti

 

Nell’affrontare questo fenomeno in continua aumento e che dipende da molti fattori sociali, culturali e politici e che coinvolge direttamente il comportamento sessuale, è bene premettere la distinzione tra concetti  quali : scelta libera fra adulti consenzienti e violenza e sfruttamento, di condizioni di disagio psico-economici. 

Il fenomeno del turismo sessuale solitamente praticato da individui di sesso maschile che  attratti da certe destinazioni turistiche considerate  “paradisiache” sfruttano quelle risorse del “piacere” di tipo ambientale, integrandole perfettamente con altre legate al piacere erotico e sessuale. 

Il turismo sessuale “promosso” da quei paesi dove la prostituzione è legalmente riconosciuta e considerata un’attività di tipo professionale  ha a che fare con un sistema “adulto” dove l’aspetto sessuale può rispecchiare una cultura e dove questa, tramite le sue regole, valorizza l’importanza del rispetto reciproco tra i partner coinvolti nell’attività ludico-sessuale. 

Ne sono un esempio alcuni paesi come l’Olanda, la Germania, la Svizzera, il Belgio e la Spagna dove l’attività legata alla prostituzione non è solo tollerata, ma anche regolamentata legalmente. 

Ben diverso è il caso di quel  turismo sessuale praticato in  paesi, dove la prostituzione, non è regolata da una legge specifica, ma da un sistema illecito e a volte anche para-legale e dove  lo sfruttamento è strettamente collegato con la violenza, ovvero il non rispetto dell’altro che sfrutta i più deboli rendendoli schiavi. 

I luoghi in cui viene consentito questo secondo aspetto. più deplorevole del turismo sessuale sono rintracciabili in quei paesi che, ancora oggi, vivono particolari situazioni socio-culturali e politiche invalidanti: Asia, Sud America, Est Europeo, ma anche Africa. 

La povertà e il clima di indigenza in cui vivono gli abitanti di questi paesi aiutano il mercato verso i commerci che offrono bambine e bambini come merce fresca, schiavi del piacere di qualche maschio inappagato 

In questi luoghi il “turista” può attuare comportamenti criminali ( perché solo di questo si può parlare) senza correre il rischio di essere punito in quanto affiancato da strutture apparentemente legali, come agenzie di viaggio che sono invece copertura di attività illecite nelle quali i minori possono essere venduti anche  dalle famiglie stesse, convinte di avviarli ad una vita migliore. 

Quindi il turismo sessuale non può solo essere  rappresentato dal turista straniero che si concede il “lusso” di una esperienza sessuale di tipo mercenario con una donna consenziente e libera di scegliere come utilizzare il proprio corpo, bensì un sistema illegale che mira allo sfruttamento delle donne e di minori con l’utilizzo della violenza. 

Fare un viaggio significa concedersi la possibilità di vivere uno spazio diverso del quotidiano, ricco di stimoli nuovi e caratterizzato soprattutto da esperienze entusiasmanti, rilassanti e comunque piacevoli. 

Il turismo sessuale non può essere considerato una risorsa economica al pari  del turismo in generale. È una piaga  devastante soprattutto se associata alle forme di violenza e sfruttamento già citate. 

L’individuo in generale, può concedersi forme di divertimento anche strettamente correlate al sesso, tenendo ben presente che solo quando il sesso è vissuto in armonia e piacere tra individui consenzienti e adulti può, nella rappresentazione anche più goliardica di un viaggio, definirsi sano. 

Si deve altresì chiarire  che nella libertà di ognuno, non devono sussistere eventuali forme di dipendenza e soprattutto d’ignoranza. Compito dei Governi far sì che i diritti delle persone siano sempre anteposti al profitto e che sia accessibile a tutti fruire dei beni della natura, della cultura, dell’arte, e perché no, dell’avventura sessual-emotiva. 

Visualizza altro: 

http://it.wikipedia.org/wiki/Turismo_sessuale 

http://www.zenit.org/article-21786?l=italian 

http://it.peacereporter.net/articolo/8317/Nessun+rispetto 

http://www.touristime.it/index.php?method=section&action=zoom&id=616 

http://www.benessere.com/sessuologia/arg00/turismo_sessuale.htm 

http://www.bulgaria-italia.com/bg/news/news/00528.asp da http://lorettadalola.wordpress.com

Olimpo Village a Catania


Stasera al Teatro del TRE in vial Africa a Catania “Olimpo Village”, scritta e diretta da Gaetano Lembo con gli allievi del 2° e 3° anno dell’Accademia di Recitazione del Teatro del Tre: è una commedia in due atti già rappresentata nelle stagioni 2004/05/06 nei teatri Orologio e Dei Cocci di Roma con grande successo di pubblico.

Ambientata sull’Olimpo, come si evince dal titolo, la storia ci racconta del progetto di matrimonio di due giovani divinità –Stagno e Ninfea- e di come tutti i loro amici, in primis Apollo e Dioniso, siano impegnati nei preparativi dell’evento.

Ma un inatteso divieto, quello di Giunone al matrimonio dei due, porta lo scompiglio e ne impedisce l’unione. Mercurio, il messaggero degli Dei e l’unico che potrebbe intercedere, in qualità della sua diretta discendenza con Zeus, è scomparso e Destino, l’unica esente dalle leggi imposte da Era-Giunone e Giove-Zeus, sembra disinteressarsi della vicenda.

Tutto sembra giocare contro l’amore dei due giovani ma…

Arricchita dalla presenza di altri personaggi grotteschi come le Erinni, le Parche e i Satiri la commedia viaggia sulla falsariga del genere comico lasciando però spazio a riflessioni e considerazioni serie e drammatiche. In realtà la metafora la fa da padrona: chi sono gli Dei se non la rappresentazione allegorica degli uomini, dei loro vizi e dello loro poche virtù?

Il ritmo incalzante, il montaggio quasi cinematografico fatto di continui cambi scena, l’irriverenza cinica dei personaggi fanno di Olimpo Village una commedia moderna e di gran presa sullo spettatore. Spettatore che di volta in volta può affezionarsi e interessarsi ad uno o più dei piani di lettura che lo spettacolo propone: l’amore, disinteressato e non, l’invidia, motivata o gratuita, l’eterno contrasto tra Apollineo e Dionisiaco, tra il rispetto o lo sconvolgimento delle regole, tra il serio e il faceto, tra l’ineluttabilità del Fato o la possibilità di essere padroni del proprio Destino.

“Veli fruscianti”


di Angela Ragusa

Non c’è buio ,
non c’è silenzio
dove io non possa
vedere o sentire
i miei pensieri scorrermi addosso.
E ne faccio musica,
ne faccio luce ,
ne faccio compagnia a me stessa…

Piccoli inesauribili semi
del giardino della mia anima,
chiusi nell’universo di un pugno
pronti a sbocciare alle carezze
di veli fruscianti
e divenire creature
tra pieghe dispiegate
di vesti di fata

IMMAGINARSI


Lettera che mi è arrivata da Sebastiano M., un ergastolano con l’ostativo dal carcere di Spoleto, copiata e pubblicata qui

 “Nel carcere quando la pena da scontare è l’ergastolo ostativo la violenza è spesso impalpabile e per riuscire a coglierla tutta bisognerebbe immaginarsi in un’esperienza che le parole faticano a descrivere.

 BISOGNEREBBE IMMAGINARSI

– Chiusi per un’intera vita in un piccolo spazio dove quel niente ceh capita oggi si ripeterà domani

– Di non avere diritto a nulla se non a ciò che è concesso

– Che tra i diritti persi c’è anche quello di non lasciarsi andareal sorriso o al pianto che possono essere ritenuti sospetti, provocatori, irrispettosi

– Privati dell’indipendenza, dekk’intimità, dell’autonomia, condotti alla spersonalizzazione

 – Il proprio sguardo che si pianta sul muro come un chiodo: sguardo da smorzare, sguardo declassato, sguardo inferiore e lo sguardo altrui che ti si può infilare addosso come una seconda pelle

 – L’onda delle richieste che si infrange contro gli scogli di una barriera corallinadi una serie di presiosissimi e di taglienti “ma” anche se il regno del “se”, anche quello abitato dal più disgraziato, è il regno della speranza mentre il regno del “ma” è il regno dell’impotenza

 – Il tempo a disposizione per coltivare i rimorsi mentre hai cose più impellenti da fare che interpertare i “ma” che appestano l’esistenza

 – Ogni sentimento come un risvolto cartaceo e burocratico dove il desiderio rimane confinato o inespresso nella coscienza oppure si tyrasforma in una domanda senza risposta

– L’autoreferenzialità di un sistema che, con logica della separazione del mondo dei carcerieri dal mondo dei carcerati, garantisce gli arbitrii di non emergere all’esterno

– Il carcere una terra di nessuno dove le primavere sono senza fiori, le estati senza mari e senza rumore le chiavi dentro i cancelli

– Immaginarsi di stare in una cella per una vita intera senza alcuna speranza di aver donata ancora un po’ di vita da interlocutori travolti e oppressi dalla miseria delle loro idee, dalla miseria delle loro vite, da una forza misteriosa e oscura anche per loro

 – Immaginarsi tutto questo per capire cos’è veramente il carcere in questo sistema per un individuo che ha scritto sulla propria scheda “fine pena MAI”

Gli occhi del mondo fissati sull’operazione “top kill” intentata dalla BP


di Loretta Dalola

Ore cruciali per la lotta contro il tempo nel tentativo  di arginare il disastro ecologico causato dalla British Petroleum ai danni del  Golfo del Messico e  dell’umanità.

La società petrolifera britannica ha infatti dato inizio all’operazione “top kill”, che consiste nell’iniezione di tonnellate di fango e materiale chimico densissimo all’interno del pozzo, con l’obiettivo di sigillare definitivamente la falla che ormai da oltre un mese sta riversando nel Golfo del Messico milioni di barili di greggio.

Il tentativo avrà  una durata prevista minima di una decina di ore visto che le operazioni, sorvegliate da robot, si svolgono ad una profondità di 1.500 metri circa. Un’operazione mai condotta prima alla profondità in cui si trova il pozzo. L’ennesimo tentativo per chiudere definitivamente la falla al pozzo petrolifero che continua a causare la catastrofe ambientale nel Golfo del Messico.

La BP tenterà inoltre di mettere un tappo di cemento sul foro di uscita dal quale dalle ultime osservazioni, sembrerebbe ora sgorgare  solo fango e non più petrolio, ma la stessa Bp rimane ancora cauta sull’esito dell’operazione che  comporta seri rischi.

Secondo la Bp la possibilità di farcela è intorno al 60-70% ma in caso di fallimento le quantità di petrolio che uscirebbero potrebbero essere superiori a quelle attuali, aggravando la marea nera.

Oggi il presidente americano Barack Obama annuncerà misure di sicurezza più severe per le trivellazioni in mare, mentre domani sarà di nuovo sul luogo del disastro: “Non ci fermeremo a riposare finché la falla non sarà tappata, l’ambiente ristabilito e le operazioni di pulitura completate”, ha detto Obama,  tenendo  la Bp sotto forte  pressione e chiedendo  che la perdita, che si protrae da cinque settimane e che  ha scatenato una tempesta politica, sia fermata in tempi brevi.

Il mercato sembra aver dato fiducia alla British Petroleum, con il titolo che sta guadagnando a Londra il 2,83% dopo giorni di passione economica e questo dato rende sicuramente felici tutti gli animali  morti in questi giorni e sereni noi umani che ne subiremo le conseguenze in un imminente futuro…

/News_Dettaglio.aspx?del=20100527&fonte=TLB&codnews=653

http://www.ecologiae.com/marea-nera-stime-danno/15498/

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/05/26/visualizza_new.html_1816143061.html

http://it.notizie.yahoo.com/4/20100526/tso-oitlr-petrolio-leak-89ec962_1.html

http://finanza.repub

da http://lorettadalola.wordpress.com

“Il respiro dell’adesso”


di Tiziana Mignosa

  E’ acqua limpida
sulla pelle accaldata
mentre ad occhi chiusi
mi lascio scivolare
dentro parole rosa.

 
Annodo affetti
all’albero della letizia
e di sapone sciolgo
i passeggeri.
 
Con gli occhi verso il sole
nuovo
è il giorno da viaggiare

 

Zelig: risate al femminile


di Loretta Dalola

Il carrozzone della risata di Zelig “Svisti e Mai Visti”, con la  regia di Riccardo Recchia torna  con tutte le gag tagliate, le quinte del programma, le nuove battute dei comici più famosi di Zelig 2010. 

Teresa Mannino, la comica che ha costruito la sua fortuna sulle  differenze tra nord e sud, tra Milano e Palermo, diventando una dei comici di punta di Zelig ieri sera è entrata in scena chiedendo se qualcuno del pubblico poteva imprestarle la macchina, perché il suo fidanzato non si fida…eh si che sono anche diventata brava a guidare, metto pure le marce e sto per prendere pure la patente! 

Non capisco queste differenze, a Palermo me l’hanno regalata, qua a Milano devi andare anche a scuola guida! – è diverso, poi qua ti insegnano a mettere le mani sul volante, pignoli stì milanesi! – Una cosa che mi da fastidio che ti insegnano cose come: non si passa con l’arancione, delle cose che non servono a niente, tipo, fermarsi quando vedi un pedone sulle strisce, il pedone a Palermo sulle strisce ci resta, stà cosa di fermarsi l’ho vista solo in Svizzera. 

A noi donne non interessa se si rompe una macchina e direi che è un  atteggiamento più onesto degli uomini, che quando si rompe l’auto, scendono subito e aprono il cofano, si piazzano lì davanti e impazziscono – AAAHHH che bello! – Il mio fidanzato è uno di quelli, che poi mi dice pure  : ”Il motore parla, te lo dice lui quando cambiare! Io l’altra volta ho aspettato un’ora ma non  mi ha detto niente e allora ho messo la seconda! – Poi, il mio fidanzato è pure paranoico, se c’è un graffietto sull’auto ci mette subito la pasta abrasiva, una volta siamo andati al supermercato, dal finestrino ho visto una vetrina con dei vestiti bellissimi, ho aperto la portiera e trac una macchina se lè portata via…lui mi ha guardato e io: “Amore non mi dire che hai finito la pasta abrasiva!” 

La comica e conduttrice tv Geppi Cucciari, il cui vero nome è Maria Giuseppina Cucciari da sempre detta Geppi ha esordito affermando: io in quanto donna, vagina munita, come tutte le donne dico sempre e solo la verità, mbhè …a volte anche solo parte, le famose bugie bianche, come quando sarà capitato a tutte, lui fa cilecca, gli dici: “a tutti può capitare, non lo dico ai tuoi amici o alle mie amiche!” – oppure le bugie sui prezzi reali che so una borsa a lui gli dici 50€ e 150 al banKomat! 

Comunque la nostra  avversione per la verità è confermata anche dalle statistiche, cerco un uomo, bello, simpatico, intelligente, sensibile, buono d’animo ma…ricco mai! – mai sentito che ha una piacesse uno vestito di merda e con una Simca 1000! 

Ma dove non ci batte nessuno, dove siamo leader nel settore della menzogna è quello dei gioielli .” bello, mi piace, anche se ci vorrebbe un microscopio per vederlo! Bello ha carattere!” 

Ecco quando una donna dice che ha carattere vuol dire che è piccolo! 

http://www.siciliaonline.it/index.php?option=com_content&task=view&id=124430&Itemid=2 

http://www.cinetivu.com/varie-televisione/personaggi-tv/geppi-cucciari-alla-scoperta-dei-talenti-italiani/ 

da http://lorettadalola.wordpress.com

“Un avvocato in guepiere” a Catania


di Daniela Domenici

Chiusura del cartellone del teatro del TRE in viale Africa a Catania con uno spettacolo scoppiettante, divertente che ieri sera ha regalato un anteprima per la stampa e gli amici: “Un avvocato in guepiere” scritto da Giovanna Criscuolo e da lei stessa interpretato insieme a Giampaolo Romania e a Riccardo Maria Tarci che ne ha anche firmato la regia. Lo spettacolo sarà in scena da stasera fino a domenica pomeriggio.

Prima di iniziare a parlarvi del testo e della sua storia un po’ rocambolesca vogliamo fare i nostri complimenti al tecnico del suono e della luce, Daniele Sapio, che ieri sera non aveva un compito facile ma a cui ha saputo egregiamente ottemperare.

E il nostro “bravissimo” va all’autore della scenografia, Totò Calì, un rinomato vignettista, che ha dato libero sfogo alla sua incredibile fantasia creando un ambiente-fumetto, luogo ideale per la vicenda, tutta giocata sui toni del nero e del bianco che ha contribuito al clima di allegria della storia.

Questo testo, narrano le cronache, pare sia stato rinvenuto in un cassetto, in cui era stato dimenticato da tempo, “sommerso da strati di polvere”, dal-autrice, Giovanna Criscuolo, che ha voluto portarlo in scena e per questo ha chiesto l’aiuto dell-amico Riccardo Maria Tarci il quale si è prestato al gioco chiamando a ricoprire l’altro ruolo maschile l’amico Giampaolo Romania. E la sfida di Giovanna Criscuolo è stata, secondo noi, vincente e in questo siamo confortati dalla risposta del pubblico presente che ha “condito” l’intera vicenda di risate sincere e di applausi prolungati al momento dei saluti.

In breve la vicenda per non togliervi il piacere di andare a vederlo: due uomini, Nico, un ragioniere molto pignolo, e Pino, uno scrittore che non riesce a scrivere il suo primo libro e che si rivelerà il “deus ex machina” dell-intera storia, decidono un giorno di mettere un annuncio sul giornale per cercare un terzo coinquilino con cui dividere le spese; si presenta una donna, Andrea, e, grazie a una serie divertentissima di equivoci concatenati, si dipanerà una vicenda che avrà un epilogo inimmaginabile all’inizio ma che soddisferà, in modi diversi, tutti e tre i protagonisti che il regista ha voluto caratterizzare ulteriormente con un tic diverso e specifico, elemento questo che ha contribuito a scatenare l’ilarità del pubblico.