“Parole e pioggia”


di Angela Ragusa

…in quel viaggio tra nuvole,
dove forme cambiano e mutano
orizzonti di plumbeo bagliore
inspiegabili arcani,
segreti mai svelati
tratteggiano immagini
e assistono all’ignoto…

Parole risuonano
nel cuore di ogni goccia

Un brusio intona e si perde
tra corde striate
di immenso arcobaleno
apparso d’incanto
a pittare il grigiore
di tela bagnata
che attende il suo sole.

Volare insieme oltre la disabilità


di Daniela Domenici

“Icaro si bruciò le ali per tentare di volare verso il sole, noi del Progetto Icaro non vogliamo bruciarci ma andare verso il sole per assorbirne il calore e riportarlo qui per illuminare la nostra vita quotidiana con i disabili, i nostri angeli”: così ha concluso il suo ringraziamento al vescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, che è venuto oggi pomeriggio, per la prima volta, in visita alla sede della onlus “Progetto Icaro” ad Augusta in via Orfanatrofio, il presidente di questa associazione Enzo Toscano.

Mons. Pappalardo in questi pochi mesi da quando, nel novembre scorso, ha preso il posto del suo predecessore, mons. Costanzo, ha già preso contatto con molte delle realtà, soprattutto di quelle fasce meno fortunate della popolazione tra cui detenuti e disabili, della sua vasta diocesi, visitandole di persona per conoscerne meglio i problemi e, quando possibile, aiutare a trovare una soluzione. E oggi ha fatto visita ai bambini e agli adolescenti con disabilità di vario grado e tipo, sia fisica che mentale, che vengono seguiti con dedizione, preparazione e immenso affetto dai volontari e dagli psicologi che fanno capo al Progetto Icaro fortemente voluto e creato, come dicevamo, da Enzo Toscano.

Dopo le parole di saluto del vescovo e quelle, in risposta, del presidente della onlus due giovani augustani hanno voluto rendere omaggio al prelato: Antonio Caramagno ha letto una poesia di papa Woytila e Vincenzo Donato ha cantato, senza accompagnamento musicale, una commovente Ave Maria.

Giacinto Pannella detto Marco


di Loretta Dalola

Matrix dedica l’intera serata a quest’uomo che rappresenta un pezzo d’Italia, l’uomo delle innumerevoli battaglie civili, un uomo che alla soglia dei nuovi 80 anni non ha perso il vigore tenace e combattivo che lo ha caratterizzato fino ad ora.

Il debutto della serata è stato sinuosamente provocatorio, soffermando l’attenzione dello spettatore su una delle ultime affermazioni di Marco: “Nella mia vita ho amato 3/4 uomini…di cui non rivelerò i nomi” –  soprattutto (accalorandosi) ha voluto puntualizzare di non aver mai detto “posseduto”. Quando in un dialogo d’amore si inserisce la parola possesso, ovvero il verbo avere, sento puzza di bruciato…ha detto – amore e amicizia sono sinonimi e la loro durata è la durata dell’attenzione… Pannella rappresenta, nel bene o nel male, il prototipo del politico, a cui da parecchio il modo della politica ci ha disabituati. Colui che mette la propria vita in gioco per delle idee senza direttamente coinvolgere la vita di altri, colui che usa se stesso come ariete contro l’apatia, contro le lentezze, contro gli attacchi mascherati alla democrazia, è la vera figura del vero politico.

 Indipendentemente dal proprio partito di appartenenza ideologica, in questa sede non si vuol fare un elogio a Pannella, vorrei, come del resto lo spirito della trasmissione ha evidenziato riconoscergli il merito di ben 50 anni di militanza politica, come leader di un partito al quale è rimasto sempre fedele. (anche questo mi sembra un particolare non irrilevante, viste le continue volta e rivolta gabbane di altri membri di partiti…)

 La sua collocazione è ardua, egli rivendica orgogliosamente il suo essere liberale,  politico, anticlericale, nonviolento, e gandhiano. Ha costantemente ricorso ai metodi della lotta politica nonviolenta (quali scioperi della fame e della sete, disobbedienze civili, sti-in).

 In quest’ottica, ha praticato decine di scioperi della sete e della fame, con l’intenzione di affermare la legalità o, secondo le sue parole, il “diritto alla vita e la vita del diritto“. Celebri la battaglia per la legge sul divorzio, sull’aborto, sulla depenalizzazione  dell’uso delle droghe e la sua legalizzazione, contro il finanziamento pubblico dei partiti, ha organizzato, con altre forze politiche, i referendum anti-caccia e anti-nucleari.

 Ha concentrato la sua azione politica anche per l’ abolizione della pena di morte in tutto il mondo, dell’affermazione universale di alcuni diritti umani e della democrazia, dell’istituzione di un tribunale internazionale, in ambito ONU, in grado di sanzionare i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità. Ultimamente si sta occupando della situazione della giustizia e delle carceri italiane perché un terzo dei cittadini è vittima della giustizia e il nostro Paese si sta abituando a vedere bestemmiata la Costituzione e i diritti civili. – “Se urlo è per dire, che c’è un orizzonte di morte e di ingiustizia che diventa un orizzonte interiore a cui ci abituiamo”.

Le battaglie e le provocazioni di Pannella rappresentano un modo di far politica tese verso il rinnovamento,  la grande forza di un uomo e di un movimento che fa delle idee immerse nella praticità della vita, l’unica strada per un effettivo progresso dell’umanità. 

Il sentimento nei confronti di Marco Pannella è sempre stato vario per il suo linguaggio, per le sue iniziative, per il suo “estremismo”, ma la verità del grande radicale vive dentro la passione dell’amore per la sua patria, per la sua nazione, per il suo mondo, testimonianze innegabili di ideali spesi per cambiare l’Italia

Auguri per i prossimi 80 anni! da http://lorettadalola.wordpress.com

Amore, semplicemente amore


di Loretta Dalola

Sappiamo che l’amore, per sua natura, sfugge ad ogni pretesa di definizione, non può essere definito, ma solo descritto, tramite l’analisi delle sue manifestazioni, che si evidenziano soprattutto nel sentimento. 

Il concetto di amore nelle teorie filosofiche dell’antica Grecia si estende, dal suo significato primo di sentimento di affezione ad una altra persona e che implica una scelta che tende alla reciprocità e all’unione, ad una vasta gamma di sentimenti, dal desiderio di possesso di un qualsiasi oggetto che ci procura piacere, all’amore verso enti ed oggetti ideali, fino all’amore considerato come principio cosmico. 

L’amore e l’unione sessuale sono – secondo Buddha – le forme più primordiali in cui si manifesta la sete di vita. 

Per Tagore, non è solo sentimento, ma Persona, è Dio stesso e a lui, l’amante eterno, che incessantemente chiama a sé gli uomini e donne da ogni sconfinata solitudine, è non solo possibile, ma giusto chiedere sollievo, è naturale ricevere conforto, è infinita e assoluta realtà senza la quale la vita non avrebbe senso. 

Quando si entra in rapporto con la persona amata, il sentimento vibra, commuove, coinvolge, magnetizza verso un solo polo, indica la linea da seguire e si traduce in atteggiamenti comportamentali tipici dell’amore. 

In preda all’amore l’uomo dovrebbe liberarsi da ogni pensiero, passione, interesse, desiderio particolare per ritornare alla semplicità dell’essere bambino puro –  dovrebbe fare solo ciò che è necessario e naturale. 

Amare, semplicemente, amare – vivere una vita in cui è ignorato il profitto, lasciata da parte la scaltrezza, minimizzato l’egoismo. Non bisogna cioè agire con artifici e deformazioni ma lasciare che le cose si compiano in modo spontaneo e naturale. 

Il sentimento è l’ispiratore di tutti i progetti, ma  ha bisogno dell’intelligenza e della volontà, coinvolgendole le fa funzionare nel loro specifico per porre le basi di valide progettazioni. 

L’ amore  si percepisce come bisognoso di conoscere e di essere conosciuto, amare  e di essere amato dall’altro, che però non è sentito come l’oggetto di soddisfacimento del proprio bisogno, ma come  l’unica possibilità di una reciproca, vitale, corrispondenza.

Sei la nube della sera che vaghi nel cielo dei
miei sogni.
Io ti dipingo e ti plasmo col mio
desiderio amoroso.
Sei mia, tutta mia, Abitatrice dei miei sogni infiniti!”
TAGORE

 

Oh invadimi con la tua bocca bruciante,
indagami, se vuoi, coi tuoi occhi notturni,
ma lasciami nel tuo nome navigare e dormire.”
PABLO NERUDA 

  

…e da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,
e per amore sarò, sarai, saremo.”
PABLO NERUDA  Oh, sospirami qualche parola di fuoco!
E sorridimi come se dovessero bruciarmi!
Stringiti a me come si stringe un’amante …
Baciami, e nel tuo cuore seppelliscimi!
Oh, amami davvero!”
JOHN KEATS

da http://lorettadalola.wordpress.com

Primavera


di Loretta Dalola

Ogni 21 Marzo comincia la primavera. La stagione più attesa forse, che ci riscalda dopo il lungo grigiore invernale e ci proietta verso la calda estate e le sospirate vacanze. Quella in cui rifiorisce la vita e si risveglia un po’ tutto dal letargo, anche la nostra voglia di uscire e di stare in giro all’aria aperta.

Il clima diventa più mite e più caldo, la neve (dove c’è) si scioglie, c’è più acqua a disposizione, e tutto questo crea un ambiente favorevole per lo sbocciare dei fiori. E’ il momento per la nuova vita, e anche gli animali (uomo compreso) sentono lo stimolo di darsi un po’ da fare…

Quest’anno, le piogge si danno da fare, soprattutto in questo inizio di stagione, continuano a regalarci precipitazioni, anche estreme e improvvise, accompagnate da quel grigiore che intristisce l’animo.

Allora per dare il giusto tocco primaverile, quello che ravviva gli occhi aprendoci alla vita, ho chiesto aiuto a Lui – colui che ha trasformato il colore reale per renderlo suggestivo, per far sì che riesca a suscitare emozioni.

Il pittore del colore: Vincent Van Gogh, con la pittura vigorosa dalle gamme cromatiche brillanti e dai caratteristici accostamenti di colore complementari.

Vincent Van Gogh ha concentrato nei pochi decenni della sua vita un’esperienza artistica ed esistenziale irripetibile, attraversando le principali correnti del suo tempo senza appartenere in realtà a nessuna di esse. La sua pittura, infatti, manifesta una visione esclusivamente personale dell’arte come “segno” dell’anima, come ricerca incessante di qualcosa di irraggiungibile.

Questo quadro, “Ramo di mandorlo in fiore”,  rappresenta un contributo, un modo per rivivere Van Gogh nella Provenza del periodo più fertile della sua creatività, nell’esperienza della follia e forse l’ultimo momento felice della sua vita.

Attraverso la natura ci dice cosa è la vita – colore spremuto dal tubetto, rami tormentati, colore puro, petali bianchi, quasi perlacei, che si stagliano in un cielo blu, dalle sfumature turchesi.

Come simbolo di vita, Van Gogh scelse i rami del mandorlo, uno dei primi alberi in fiore che, nel soleggiato sud, in quel febbraio annunciava l’imminente primavera.

Autore Vincent Van Gogh

Data 1890 Tecnica olio su tela

Dimensioni 73,5 cm × 92 cm

Ubicazione Van Gogh Museum, Amsterdam

da http://lorettadalola.wordpress.com

Musica: “Le lingue d’Europa” unite in nome della solidarietà


Tanti linguaggi, un solo scopo. Il concerto ”Le lingue d’Europa”, che si terra’ il 29 maggio alle 21 presso il Museo Diocesano di Napoli, proporra’ un variegato panorama internazionale di parole e musiche diverse. Famosi brani corali d’opera saranno introdotti da letture in lingua originale per poi passare al momento del canto. Si potra’ quindi assaporare prima il suono ‘nudo’ di una lingua, la sua piu’ intima musicalita’, e subito dopo l’unione della stessa lingua con la musica di grandi autori. Un concerto che avra’ come protagonista assoluto il Coro del Teatro di San Carlo diretto dal maestro Salvatore Caputo.

Ecco il programma. L’italiano e’ affidato prima al ”Va’ pensiero” di Verdi e poi ad una elegante e intensa pagina di Alfieri, che introduce ”La clemenza di Tito” di Mozart. Quindi, sempre in lingua originale, si passa al tedesco con la lettura de ”Wolf uf, tanzen ueberal”, che apre le porte a uno dei piu’ famosi momenti corali del ”Tannhauser” di Wagner. L”’Alexander Nevsky” di Prokofiev e’ presentato da un brano in russo sulla storia del principe Alessandro, mentre dall’America arriva il suggestivo e caldo coro dal ”Porgy and Bess” di Gershwin, introdotto da un passo in inglese da ”Jazz” di Toni Morrison. Dall’est europeo ecco poi il coro della ”Rusalka” di Dvorak, introdotto dalla lingua ceca di un brano di Jaroslav Seifert. Il grande fascino dell’originale persiano de ”Le sette principesse” prepara all’ascolto di ”Gira la cote” dalla ‘Turandot’ di Puccini. Le parole poetiche e leggere di Garci’a Lorca preparano infine all’ascolto dell”’Habanera” dalla ‘Carmen’ di Bizet e de ”La taberna del puerto” di Soroza’bal.

L’incasso della serata, organizzata nell’ambito del progetto ”Il San Carlo per il Sociale”, con la collaborazione dell’Universita’ L’Orientale di Napoli, verra’ devoluto a favore della fondazione ”In nome della vita onlus” voluta dal cardinale della citta’ partenopea Crescenzio Sepe per offrire assistenza sociale e sanitaria a bambini e madri in difficolta’ economica.

fonte Adnkronos

Il Gabibbo ad Augusta e l’intervista a Giorgio Càsole


di Giorgio Càsole

l decreto n. 753, del 12 marzo 2010, firmato dall’assessore regionale alla Sanità, Russo (medico, come lo è l’attuale presidente della nostra Regione, Lombardo) prevede il drastico ridimensionamento dell’ospedale civico “Muscatello”, che serve un bacino di utenza che abbraccia tre comuni: Augusta, Priolo e Melilli.

Si tratta di quei tre comuni costituenti l’area definita, già nel 1990 dal Ministero dell’Ambiente, ad alto rischio di crisi ambientale.

Questi i rischi:

 –               rischio industriale, per la  presenza di un polo petrolchimico di altissima densità, fra i più inquinanti i Europa;

–               rischio militare, per la presenza di una base strategica nel Mediterraneo e non solo,tanto che ad Augusta è stata trasferita, nel 2002, da Messina,  la sede di Marisicilia;

–               rischio sismico, per la presenza di un territorio soggetto a terremoti: l’ultimo il 13 dicembre del 1990 (cosiddetto terremoto di S.Lucia, ch’ebbe come epicentro il golfo di Augusta).

Drastico ridimensionamento dell’ospedale significa sostanzialmente la cancellazione di un presidio che è di vitalissima importanza, non solo per la popolazione civile, ma anche per tutti i dipendenti della base militare, compreso ovviamente  il personale imbarcato.

Della paventata sostanziale chiusura del “Muscatello” si parla da anni, ma finora nulla è stato atto tranne qualche corteo di protesta, composto più di studenti dei vari istituti scolastici che di cittadini.

Si è arrivati alla firma del decreto, ma, nonostante il ran parlare, non è stata presa la decisione che, nel dicembre di   cinquant’anni fa, ebbe il coraggio di prendere l’allora vicesindaco Giovanni Saraceno  (l’allora sindaco Bordonaro era o si finse ammalato) per scongiurare l’applicazione di un decreto governativo che, di fatto, sottraeva il porto di Augusta al controllo degli augustani.

Il 28 dicembre 1960 ci furono la serrata di ogni attività produttiva e la mobilitazione generale di tutta la popolazione. La mobilitazione era guidata da Giovanni Saraceno.  Furono bloccati  porto e ferrovie  e l’ingresso nell’isola, attraverso la Porta Spagnola. Soprattutto il blocco dell’attività portuale fece temere Roma, giacché in diritti erariali il porto di Augusta dava circa mille miliardi di dire l’anno allo Stato.

Dopo un’intera giornata di protesta, il decreto fu revocato,il porto salvo.

Ora, per evitare un’altra gravissima perdita per un’area con altissima incidenza di malattie tumorali,, cioè per evitare di perdere l’ospedale

Civico, che, invece, andrebbe potenziato, tanto che è stato costruito un nuovo plesso, costato circa 5 milioni di euro e fermo da sei anni, molti cittadini di Augusta hanno indirizzato una richiesta d’intervento a Strisciala notizia”, il popolare programma che va in onda ogni sera su

Canale 5. Chi  scrive , non solo si è associato agli altri cittadini, ma ha realizzato un quarto video sulla cancellazione del “Muscatello”, messo in rete, nei giorni scorsi,  nel canale you tube, come gli altri altre realizzati nel corso di due anni.

La redazione milanese di “Striscia”ha raccolto l’appello, lanciato il 24 aprile, e già il 12 maggio una troupe si è recato sui luoghi per intervistare  chi scrive e altri, attraverso il medium del Gabibbo, cioè il pupazzo dal costume rosso animato da un ometto che indossa sul viso una calza nera. Chi scrive è stato immediatamente applaudito per l’energia dell’intervento dal pubblico presente durante la ripresa.  Servizio e intervista andranno in onda nei prossimi  giorni,

da http://augustanews.tk