Albertazzi nei panni del padre di una kamikaze: ”Un ruolo che fa male”


”L’uomo è un animale terribile. Ma forse, se così non fosse, non sarebbe sopravvissuto tanti anni”. Sono amare le considerazioni che Giorgio Albertazzi, uno dei massimi maestri della scena teatrale italiana, decide di condividere con AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL. Questa sera, al Teatro India di Roma, andrà in scena la prima dell’attualissimo e inquietante ‘La casa di Ramallah’. Una scrittura teatrale di Antonio Tarantino con la regia di Antonio Calenda che Albertazzi definisce un ”testo sconvolgente”, un ”testo che fa male”

Lui (che ammette: ”Non avevo intenzione di fare questo spettacolo, ma quando l’ho letto mi sono convinto”) ha un tono di voce affranto mentre tiene tra le mani il copione che lo vede nei panni del padre di una giovane kamikaze palestinese. ”Una bambina che i genitori vestono da sposa” e che ”accompagnano in treno fino al luogo in cui si farà esplodere”, lo stesso luogo ”dove hanno già perso altri quattro figli”. E dove ”parlando del passato, dei pomodori che coltivavano, della casa che non hanno più” non vedono che stanno portando a morire inutilmente la loro ultima figlia, ”ispezionata dal padre in ognuna delle parti più intime” per garantire la sua verginità con ”una descrizione degna di de Sade”, lo scrittore francese noto per la sua morbosità letteraria. Una figlia alla quale ”è stato tolto tutto, l’infanzia, l’amore, l’adolescenza”, così privata e violentata da arrivare a ”chiamare ‘amore’ il suo stupratore” abituale.

Persi in una guerra dove nessuno ha ragione, come recita il testo teatrale, ”perché israeliani e palestinesi dicono le stesse cose”, ritiene Albertazzi, e ”le religioni rappresentano la fonte maggiore di violenza”. Perché ”affermare che il nostro Dio è più grande del loro, il mio Dio è il più vero del tuo”, secondo il maestro ”provoca una catastrofe morale” che appare senza fine. Una visione rassegnata che sconcerta e che necessita una domanda su una possibile speranza. ”La speranza è che nel 2012 venga la fine del mondo – risponde provocatorio Albertazzi – Perché se la speranza è un barlume che assomiglia alla vita, con la fine del mondo si può bonificare quello che siamo”.

Un mondo violento, insiste Albertazzi, proiettato con la massima normalità dalle emittenti televisive. Il risultato è un ”fenomeno di aberrazione”, quando rientra nella normalità ”sentire che qualcuno si è fatto saltare in aria in un supermercato o che voleva farlo a Times Square”. Un ”meccanismo perverso” che non risparmia nessuno. Nemmeno chi è direttamente coinvolto nel conflitto israelo-palestinese. ”Tutti ne sono condizionati – dice Albertazzi -. I palestinesi sanno tutto di carri armati, checkpoints, elicotteri. E le persone vengono ridotte a macchine”, strumentalizzate da ”personalità corrotte”.

E’ il caso della giovane kamikaze de ‘La Casa di Ramallah’, ”una bambina che dovrebbe essere vergine, ma che viene violentata dai suoi”, ovvero dai palestinesi e non dal nemico israeliano. Una bambina ”ridotta a macchina”, imbottita di esplosivo per una causa non sua. ”Alla fine lei si pente – anticipa il maestro – prova a tornare indietro, ma ormai è troppo tardi ed esplode. Ma nel posto sbagliato”.

A questo punto, l’autore ha voluto che i ”miliardi di particelle” del corpo della giovane continuino a vivere e ”vagando, vedo tutto e di tutto posso dar conto – recita il testo – e cioè che Dio non esiste, che pace e guerra sono destinate a inseguirsi nel cerchio rovente del tempo, come s’inseguono amore e odio, salute e malattia, giorno e notte, sole e pioggia, padri e figli, noi e loro, la loro storia e la nostra: e nessuno ha ragione, completamente ragione, né completamente torto”

fonte Adnkronos

Due aforismi


 tratti dal libro, ancora inedito, di Giuseppe Galatà “Apoftègmata kai anèkdotoi” – ricostituente encefalico

–      Le parole sono la penna del cuore ma la musica è la penna dell’anima” di Schneuer Zalman

–      La pittura deve essere una poesia silenziosa e la poesia una pittura parlante” di Plutarco

Pedofilia. Le vittime si riuniscono in movimento


Si incontreranno a Bergamo l’8 e il 9 maggio

 Nella giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, l’Associazione Prometeo onlus da più di 10 anni impegnata sul fronte della lotta al crimine degli abusi a danno di bambini, annuncia per i prossimi 8 e 9 maggio una due giorni che si terrà a Bergamo, presso il centro d’ascolto della associazione, dove si riuniranno un centinaio di vittime provenienti da ogni parte d’Italia.

 «Saranno adulti che da piccoli hanno subito abusi o genitori di bambini vittima di abusi, la cui età media è drasticamente abbassata negli ultimi anni (0 – 4 anni)» ha dichiarato Massimiliano Frassi presidente di Prometeo. «È questo il momento giusto per le vittime di riunirsi ed uscire allo scoperto, per poter ottenere quella dignità che adulti malvagi hanno sottratto ai loro figli».

 Alla due giorni, promossa col nome di “progetto nazionale vittime della pedofilia”, si uniranno anche alcune vittime di sacerdoti provenienti dall’America e che collaborano con la Prometeo

 da www.vita.it

“La tua prima volta a Torino” diventa accessibile


La volontà dell’Agenzia Turismo Torino e Provincia, la verifica di Turismabile (il progetto della Regione Piemonte gestito dalla Consulta per le Persone in Difficoltà), la disponibilità a fare da “sperimentatore” di Fabrizio Marta, in arte “Rotex”, il “blogger giramondo” in carrozzina: tutto ciò ha prodotto un prezioso risultato, vale a dire l’accessibilità dell’itinerario denominato “La tua prima volta a Torino”, praticabile ogni sabato mattina a partire dall’8 maggio, il «miglior benvenuto che la nostra città potesse offrire a tutti coloro che vengono a visitarla», come ha commentato Paolo Osiride Ferrero, presidente della Consulta

Un turismo senza barriere, accessibile e fruibile da tutti, proprio da tutti. È con questo desiderio e aspettativa che Turismo Torino e Provincia ha fatto in modo che l’itinerario cittadino denominato La tua prima volta a Torino diventasse accessibile. Proposto infatti come servizio di visita guidata nel centro storico a chi giunge per la prima volta nel capoluogo piemontese, oggi è finalmente fruibile anche da parte delle persone con difficoltà motorie.
«Si tratta di un prestigioso traguardo – sottolinea Livio Besso Cordero, presidente di Turismo Torino e Provincia – che abbiamo raggiunto e a cui la città guardava da molto per renderla una vera e propria case history* a livello italiano. Siamo quindi orgogliosi di permettere a tutti di conoscere la nostra storia e di scoprire i nostri luoghi, considerando che il “turismo per tutti” è poco sfruttato e quasi sconosciuto, ma con un potenziale davvero elevato; basti pensare ai circa 900 milioni di potenziali clienti in tutto il mondo. Ma soprattutto ci piace sottolineare che ancora una volta la nostra città ci permette di fare una scelta che è segno e simbolo di rispetto e di civiltà».

Fabrizio Marta, «Rotex», in Piazza San Carlo a TorinoTutti clienti, dunque, che d’ora in poi potranno tranquillamente partecipare al giro per la città di Torino che si effettua ogni sabato mattina. La valutazione dell’accessibilità è stata infatti condotta considerando le esigenze di mobilità di una persona con disabilità motoria da parte della CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà), attraverso il Progetto Turismabile voluto dalla Regione Piemonte, il cui obiettivo principale è quello di migliorare la vita di chi ama viaggiare, facilitando l’accesso ai luoghi d’interesse e permettendo un completo utilizzo dei servizi turistici offerti da un territorio.
Come evidenzia Paolo Osiride Ferrero, presidente della CPD, «integrare i servizi offerti ai turisti con l’attenzione necessaria a permetterne la fruibilità da parte delle persone con esigenze particolari è l’obiettivo che Turismabile persegue fin dalla sua istituzione, nel 2007. In questo senso intendiamo andare oltre al tradizionale concetto di “turismo sociale” per realizzare pienamente un turismo per tutti che consideri finalmente anche i turisti con esigenze particolari come clienti a tutti gli effetti. Abbiamo trovato in Turismo Torino e Provincia identità di vedute e fini e questo ci ha permesso, grazie al lavoro dello staff dell’Agenzia Turistica e dei nostri tecnici, di realizzare un itinerario per tutti alla scoperta del capoluogo, fiore all’occhiello del turismo piemontese. Si tratta, mi sia permesso dirlo, del migliore benvenuto che la nostra città potesse offrire a tutti coloro che vengono a visitarla. Un obiettivo che siamo certi sarà un punto di partenza per altre iniziative realizzate congiuntamente».

Ecco quindi che La tua prima volta a Torino può essere percorso in modo autonomo da una persona in carrozzina, prestando comunque attenzione ad alcuni elementi di disagio, quali i risalti e la scabrosità delle superfici degli elementi di pavimentazione, i giunti di congiunzione di larghezza (e spesso anche di profondità) eccessiva o talune irregolarità, come gli avvallamenti, le buche o i lastricati sconnessi.
Per la descrizione dell’itinerario, lasciamo la parola a chi ha trasformato la sua passione in mestiere, al “blogger giramondo” Fabrizio Marta, in arte “Rotex”, il “viaggiatore rotante”: «È stato un vero piacere essere invitato dalla CPD ad intraprendere l’Eductour che mi ha dato la possibilità di sperimentare l’effettiva accessibilità di Torino, così da bearmi della sua bellezza. Il tour parte da Piazza Castello e per circa due ore si scoprono i principali monumenti della città (Palazzo Madama, Palazzo Reale e il Duomo, solo per citarne alcuni), con visita finale al Museo Egizio. Mi piace “srotellare” per le vie di Torino, il centro storico è totalmente accessibile. Nei miei ricordi avevo in mente una Torino grigia e anonima, ma ora non ritrovo nulla di quel grigiore, anzi trovo molta luminosità e palazzi bianchi, grandi piazze, che ti fanno venire voglia di stare all’aperto e passeggiare per ore. È una città bella e confortevole e noto che molti negozi sono privi di scalini, che nella zona porticata la pavimentazione è di marmo. Come vorrei che tutto il mondo avesse passaggi pedonali di marmo! Forse è eccessivo, però sogno per un attimo!».
«Durante tutto il percorso – continua “Rotex” – non ho bisogno di alcun aiuto e questo significa che Torino ha un’ottima accessibilità. Molte chiese hanno la pedana e spero che non si tratti di installazioni provvisorie in occasione dell’Ostensione della Sindone. L’intinerario si conclude al Museo Egizio, orgoglio della città (basti pensare alla sfinge che dà il benvenuto all’ingresso di Torino, arrivando dall’A4), totalmente accessibile, con la possibilità, inoltre, di effettuare dei percorsi tattili per i non vedenti. Che cosa ci si può aspettare di più da una città?».

Fabrizio Marta, come detto, è un blogger giramondo, che ha fatto della propria passione per il viaggio un mestiere. Viaggiare lo mette alla prova, facendogli scoprire i limiti e le possibilità. Negli ultimi anni, poi, ha scoperto il fascino del viaggiare da solo, scegliendo quasi sempre mete molto distanti geograficamente, come gli Stati Uniti o l’Australia, che però gli hanno dato l’opportunità e la sicurezza di essere visitate, in quanto assai accessibili, mentre visitare luoghi più vicini – proprio come l’Italia – può diventare un'”impresa estrema”, in quanto assai inaccessibili!
“Rotex” ha deciso di iniziare a scrivere dei suoi viaggi da “rotellato”, prima di tutto per sensibilizzare sull’abbattimento delle barriere architetoniche, ma anche per incentivare al viaggio coloro che hanno problemi di mobilità. (Silvia Lanza e Davide Prette)

*Una case history è letteralmente la “storia di un caso”, ovvero il racconto di un’esperienza specifica realmente accaduta, che in genere esemplifica e spiega una teoria precedentemente enunciata.

La visita guidata La tua prima volta a Torino è praticabile ogni sabato mattina (ore 10-11.30), da sabato 8 maggio, con partenza dall’Ufficio del Turismo in Piazza Castello, angolo Via Garibaldi (costo 8 euro a persona). Per ulteriori informazioni: stampa@turismotorino.org, uffstampa@cpdconsulta.it.

“Dai il meglio di te”


di madre Teresa di Calcutta

Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
non importa, fa’ il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani
dimenticato.
Non importa fa’ il bene
L’onestà e la sincerità ti
rendono vulnerabile
non importa, sii franco
e onesto.
Dà al mondo il meglio di te, e ti
prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te.

Bologna, fotografo partecipa al suo funerale messo in scena in centro


Questa notizia mi ha colpito perchè questo fotografo l’ha messo in atto io, invece,  sto preparando il mio scrivendo, nei minimi dettagli, un testamento spirituale che lascio sul desktop del mio computer a disposizione di chiunque si troverà nei miei…paraggi quando lascerò questo pianeta per tornare alla Casa.
Un fotografo  bolognese ha messo in scena il suo funerale, sebbene sia ancora in vita. Il protagonista di queste singolari esequie per le vie di Bologna si chiama Anthony De Luca, 29 anni.

«E’ l’unico evento che non potrò mai godermi»: così ha scelto di anticipare da vivo il carro funebre, le fiaccole, la banda e la bara sorretta da sei portantini.

«Partecipare al mio funerale – ha detto – è stata un’emozione fortissima. Non si è trattato di una provocazione: fa parte della mia personalità ricercare performance originali».

da www.blitzquotidiano.it

Nomi, cose, animali


dalla Redazione di www.livesicilia.it

Dopo il proclama a reti unificate lanciato dal Presidente della regione Raffaele Lombardo dal suo blog, folgorati sulla via di Grammichele, siamo lieti di proporre da oggi la cronaca politica così come piace al nostro amato governatore.

Contro le trame dei vili che nell’ombra infidi s’annidano, il Presidente della Regione Raffaele Lombardo è riuscito con pervicacia nella titanica impresa di strappare all’Assemblea regionale siciliana, mefitico covo di ascari, pupi e pupari, il voto su una finanziaria rivoluzionaria e innovativa che garantirà all’Isola tutta lo splendore del sol dell’avvenire. L’esultanza dei lavoratori precari, preziosa risorsa e simbolo della produttività di una Regione operosa e tenace, assiepati in piazza del Parlamento, che cantavano a squarciagola “Il presidente, c’è solo il presidente”, dimostra come il popolo siciliano abbia voglia di rompere con un recente passato fatto di clientele e prebende, malgrado le “sottili” insinuazioni che dalla “foresta” nera di una stampa asservita piovono contro gli alfieri della rinascita del Sud. Sopportando con stoico eroismo ottocento minuti di interventi di Cateno De Luca, supplizio che chiaramente rappresenta una violazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, della Convenzione di Ginevra e del Catechismo della Chiesa cattolica, governo e maggioranza hanno garantito ai siciliani una manovra a prova di sicari e bizantinismi. Questo è un governo che ha fatto nomi, cose, animali (battezzando la cavalla siculo-araba con un nitrito d’orgoglio). Ci mancano solo città, fiori e frutta. Malgrado ascari, gattopardi e sciacalli dicano che alla frutta ci siamo già. Ma il presidente non si farà intimidire.