Flavia Pennetta e Francesca Schiavone agli ottavi di finale al Roland-Garros di Parigi


di Daniela Domenici

Si sono svolti i due matches in cui erano di scena le nostre due “primedonne del tennis”, prima il match tra la nostra “numero uno”, Flavia pennetta, 14esima nel ranking mondiale, e la slovena Polona Hercog, 52esima nella stessa classifica; compito abbastanza agevole per la nostra tennista dato l’enorme gap tra le due rispettive posizioni.

Il primo set è stato facile appannaggio dell’azzurra che se lo è aggiudicato col punteggio di 6 a 3; nel secondo set la Pennetta non concede neanche un game all’avversaria e chiude con il punteggio di 6 a 0 vincendo il match in 1h 11’.

La Pennetta conquista così gli ottavi di finale in cui dovrà vedersela contro la n°3, la danese Caroline Wozniacki, sarà un bel match “all’ultima palla”.

Subito a seguire l’altra nostra “top”, Francesca Schiavone, 17esima nel ranking, ha avuto un compito molto meno agevole della collega Pennetta perché l’avversaria era la cinese Na Li, 12esima ma ha giocato una partita da super Francesca vincendola cntro ogni previsione.

Un primo set molto equilibrato, com’era prevedibile, in cui le due atlete hanno sempre mantenuto il proprio servizio fino al 10 games quando la Schiavone con una palla break conquista il punto-set e l’ottiene in 48 minuti col punteggio di 6 a 4.

Nel secondo dopo un’iniziale 2 a 1 a suo svantaggio la Schiavone si porta sul 3 a 2 e poi con una serie di altro 5 giochi games consecutivi si porta sul 6 a 2 aggiudicandosi anche il secondo set e il match in 1h 26’ e approdando anche lei, dopo la Pennetta, agli ottavi di finale.

Due gay aggrediti a Palermo, scatta il divieto di avvicinamento


Alla loro vista li ha aggrediti, provocando a uno dei due ferite con prognosi di cinque giorni. Il motivo? Si trattava di una coppia gay. La vicenda accade a Palermo lo scorso novembre quando due giovani si trovavano all’interno di un internet point. F.F., entrando e intuendo che si trattava di una coppia di omosessuali, ha cominciato a offenderli pesantemente e a prendere a pugni e calci nel basso ventre uno dei due. La polizia è intervenuta chiamando un’ambulanza e appurando un diverbio e un’aggressione. Poi, visionando il filmato, i poliziotti hanno verificato che si trattava di un’aggressione totalmente ingiustificata, se non da motivazioni omofobiche.

Ad aggravare la sua situazione c’è stato un ulteriore episodio. Pochi giorni dopo l’aggressione, F.F. ha incontrato nuovamente i due e li ha minacciati mostrando un coltello: “Se non ritiri la denuncia t’incaprietto”.

Così è scattata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dai due, decretata dal gip del tribunale di Palermo per  violenza privata, porto e detenzione di armi, lesioni personali, ingiuria e minacce. F.F., inoltre, deve stare a 50 metri dalle persone offese in qualunque luogo essi si trovino e di non comunicare con loro attraverso qualsiasi mezzo.

da www.livesicilia.it

Quando la musica unisce: OSLO chiama AUGUSTA


di Daniela Domenici 

Una corale proveniente dalla lontana Norvegia ha chiesto a una “collega” di Augusta di cantare insieme per la prima volta unendo le rispettive esperienze artistiche.

La corale “Alle kan synge” (che significa “tutti possono cantare”) di Oslo terrà due concerti nei giorni 10 e 17 giugno prossimi alle ore 21 presso l’hotel Venus Sea Garden di Augusta durante una tournèe dei propri coristi in Sicilia e ha invitato la corale augustana Euterpe a partecipare a questi due “momenti musicali”.

 I repertori saranno prettamente “profani”, naturalmente, di musica popolare ma sentite cosa scrivono in una loro mail di presentazione “…Come sai canteremo tra l’altro; O sole mio, Funiculi Funicula, Calabresella e Commu si li chuggieru li beddi pira”: siamo sicuri che siano davvero scandinavi questi coristi?

Scherziamo naturalmente: sarà un bel momento di crescita comune e di scambio di esperienze reciproche nel confronto costruttivo tra due realtà musicali così distanti geograficamente ma così vicine, unite dalla MUSICA.

 Il direttore della corale Euterpe, Rosy Messina, che dirige anche la corale di voci bianche “Fabio Blandino” da lei creata, unica realtà di questo genere ad Augusta, si dichiara onorata dall’invito rivoltole dai colleghi norvegesi e spera che le autorità cittadine comprendano appieno l’importanza, in termini di ritorno d’immagine turistica, che riveste questo incontro e che facciano sentire la loro presenza sia nelle due serate-evento che proponendo, per esempio, un gemellaggio tra le rispettive città.

La favola del detenuto e del mare


di Daniela Domenici

C’era una volta…

un uomo che parla come Totò perchè viene dalla sua stessa terra e si chiama pure come lui, che casualità.

Un giorno di tanti anni fa quest’uomo ha commesso  un reato ed è stato arrestato.

Gli è stata data la pena più lunga che esista, l’ergastolo, quella che si chiama anche “fine pena mai” perché non si esce mai più dal carcere se non dentro la bara.

Ma a quest’uomo, almeno, non è stata data l’aggravante dell’ostatività perché il reato che aveva commesso non era così grave da meritarlo.

E questo detenuto ha girato tante carceri prima di approdare definitivamente in uno sulla costa orientale dell’isola più grande del Mediterraneo.

Qui lui, che mentalmente è un buono, ingenuo come un bambino mai cresciuto,  si comporta tanto bene che un giorno, insieme ad altri compagni di pena, riceve il permesso di partecipare a un progetto lavorativo: uscire ogni mattina per lavorare all’esterno per poi rientrare ogni pomeriggio in carcere.

Per mesi tutto sembra andare per il meglio quando un giorno…

…un giorno a questo detenuto-bambino che non si ricorda più come sia fatto il mare, cosa si provi a immergersi e nuotare, che profumo abbia, che sensazione dia la libertà di stare in acqua senza confini, senza sbarre, senza controllori, senza orari, un giorno, dicevamo, gli viene voglia di provare questa emozione, questa libertà e come un bambino ignaro di tutto, inconsapevole del divieto, entra nel mare durante l’orario di lavoro e…

…ma come si spiega a un detenuto-bambino che è proibito fare il bagno?

Questa favola del detenuto-bambino e del mare purtroppo non ha un lieto fine perché, scopertolo, viene rinchiuso nuovamente nei nove-metri-quadri di una cella da cui potrà solo ricordare, chissà per quanti anni ancora finchè il ricordo non sbiadirà, “com’è profondo il mar…”

Noa: la Bibbia nel bene e nel male


di Sara De Carli

La cantante al Festival biblico, che apre oggi a Vicenza 

Con la sua musica internazionale e multietnica, che intreccia jazz, pop,  rock e sapori mediorientali, la cantante israeliana Noa diffonde un messaggio  di pace e di dialogo fra i popoli. Tanto da farne quasi un timbro musicale.  Sarà lei – domenica 30 maggio – a chiudere la sesta edizione del Festival Biblico, che si apre oggi a Vicenza: tema della sesta edizione «L’ospitalità delle Scritture». 

Il fitto programma di incontri e spettacoli  prende il via con una lectio magistralis di Enzo Bianchi, che ci ricorderà  come l’ospite «non è colui che scegliamo di invitare in casa nostra», ma  «colui che emerge, non scelto, davanti a noi: è colui che giunge a noi  portato semplicemente dall’accadere degli eventi e dalla trama intessuta  dal nostro vivere, perché l’ospitalità è crocevia di cammini». Per questo  per il Priore della Comunità di Bose «ospitare è uscire dalla logica dell’inimicizia,  è fare del potenziale nemico un ospite». Un concetto che condivide anche  Noa, come spiega in questa intervista raccolta per Vita

VITA: Il Festival  sostiene che dalla Bibbia possiamo imparare una forma di ospitalità che  guarda allo straniero non come minaccia ma come messaggero di Dio, irruzione  dell’altro. Sicuramente un tema attuale, ma pensa che davvero sia possibile  per una società laica trovare esempi praticabili nella Bibbia?
NOA:
Non  c’è dubbio che viviamo in un mondo che potrebbe avere un senso di ospitalità  più profondo, soprattutto verso gli immigrati. Credo che una persona che  ha sofferto o è stata perseguitata meriti di avere una chance per migliorare  la sua vita. Se quella persona è accolta a braccia aperte, sono certa che  lavorerà duro e si impegnerà al massimo per tentare di essere all’altezza  della possibilità che ha ricevuto e per diventare parte integrante e produttiva  quella società che gli ha aperto le porte. 

VITA:Cos’è per lei l’ospitalità?  Nella sua vita quotidiana e in senso sociale…
NOA:
Ospitalità significa  accettare coloro che sono diversi da noi, gli sconosciuti, specialmente  quelli che hanno bisogno di aiuto. Significa accogliere nelle nostre case  e nella nostra vita tutte le persone, indipendentemente dalla loro razza,  religione, status sociale, nel segno dell’arricchimento reciproco. Personalmente,  oltre a collaborare con musicisti con background culturali vari, che è  già di per sé una forma di ospitalità, mi piace invitare a casa mia persone  dalle più varie estrazioni, come nostri ospiti. È una lezione importante  per i miei figli: dopo tutto non c’è miglior lezione che un’esperienza  personale. 

VITA:Lei ha detto che «la religione apre i cuori ma non le  menti»: qual è il suo rapporto con la religione in generale e in particolare  con la Bibbia?
NOA:
Non sono una persona religiosa. Credo solo nell’amore,  nella compassione, nella gentilezza e nella generosità. Credo che nessuna  religione possa vantare il monopolio su questi valori, che sono le cose  più importanti nella nostra vita. La religione ha dimostrato troppo spesso  di essere una fonte di conflitto, odio e miseria e la maggioranza dei leader  religiosi tradiscono costantemente il loro ruolo: invece di offrire conforto  e guida spirituale, promuovono sempre di più l’odio. Quanto alla Bibbia,  trovo che sia un’interessante documentazione di tutti gli aspetti dell’umano,  con tutta la sua complessità. C’è molto da imparare nella Bibbia, sia nel  bene che nel maleda www.vita.it