“Da me a te”


di Angela Ragusa

…e scivola lenta quella mano sul collo,

carezzevole tocco che svela pudore

e lascia sgorgare desiderio d’amplesso.

Muovo i miei sensi in transito spinto,

apro i miei antri al sole che giunge.

Nuovo calore infondo di me

sublime,profondo…

Smarrisco la rotta

e cerco il mio faro.

Il Sole


“In generale, si crede che solo l’uomo adulto possieda veramente l’intelligenza. Certo, egli la possiede in modo particolarmente evidente, ma in realtà l’intelligenza esiste già nei neonati, e anche negli animali, pur se in un modo che resta ancora misterioso per la scienza. Sotto forme assai diverse, l’intelligenza esiste ovunque nell’Universo. La terra è intelligente, e anche il sole lo è, anzi, è l’essere più intelligente… Sì, perché è il più vivo. Direte: “Più vivo di noi?”… In un certo modo sì, più vivo di noi. Ovviamente, se andate a raccontare in giro che il sole è la creatura più intelligente sarete derisi. Eppure, la prova esiste: dato che è il sole a vivificare gli umani, significa che è più vivo di loro. Se non ci fosse il sole a distribuire il suo calore e la sua luce, non ci sarebbe nessuna vita sulla Terra, quindi nessuna intelligenza e nessun amore. ”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

“Il brusio dell’assenza”


di Tiziana Mignosa

Urla sottovoce

il vuoto

anche quando sotto la cesta colma delle ore

gioca a nascondino.

Coi divertimenti vani

di nulla si disseta

e d’attese innaffia

gli appassiti fiori senza sole.

Risa menzognere

camuffano

la bruna spina

amarezza che forte grida.

Per non sentire altro male ancora

d’appassionate note

ubriaca l’esistenza

ma in agguato ama rimanere.

E tormento di nuovo dà

anche quando

accendendo di stupore il tuo sorriso

sostiene d’essere tuo amico.

“Assorta”


di Tiziana Mignosa

Sfuma il presente

quando s’aggancia ai fumi del passato

e di sospiri vivi

afferrando gli accartocciati lembi.

Vano è quel nutrimento

che la porta serra sull’avere

e lacci stretti annoda

intorno alla sacca colma degli eventi.

Ma come puoi pensare

che il calore scaldi le tue stanze

se le finestre sbarri al sole

e l’odore ancora temi dell’amata primavera

quando al nuovo il passo non concedi

liberando dall’inganno

palloncini colorati di nostalgia

gonfi d’inutile speranza?

Svuota il sacco

e poi ci metterai dell’altro

e col coraggio cancella la lavagna

prima di vedere la linea che attende d’essere tracciata.

“Figlie del cielo d’agosto”


di Tiziana Mignosa

Ci sono pagine

scritte con inchiostro di sole

giornate figlie del cielo d’agosto

attimi come raggi di splendore

capaci di scaldare il cuore dell’inverno.

Inattesi

destano la notte

ma dopo poco

e quando ancora addosso vivi il morbido tepore

ritorna tutto come prima

ma basta solo lanciare indietro l’Amo della mente

per riafferrarle e riviverle intensamente

sorsi di chiarore che ti lasciano sul viso

la luminosa scia

di un dolcissimo sorriso.

“Sognando l’infinito”


di Tiziana Mignosa

Ti canto a me in quelle notti in cui

il sonno è morfina sulla vita

quando del giorno il passo

è inciampo umido

e ruvido è il percorso.

Fragilità che affiorano

come cristalli dal sole troppo lontani

è danza a rischio

sul bordo sdrucciolevole della materia

paura di finire in fondo alla scarpata.

Ritorno allora

col cuore e colla mente

a quando girasole imbrigliato dentro al tempo

sognando l’infinito

sulle lancette sospiravo.

Tu … il mio sole

adesso come allora

quando i confini erano mucchio

sui detriti da scartare

e noi eravamo uno e l’infinito intero.

E d’infinito

raccolgo attimi di vita andata

riflessi spezzati della tua bellezza senza fiato

piccoli, meravigliosi assaggi

giusto per non morire della tua assenza.

Tu

il sole mio

non dimenticarlo.

“La casa dello zio”


di Tiziana Mignosa

Con tenerezza oggi ho accarezzato

l’amato tempo in cui

la speranza si schiudeva

al candore dell’età del miele

quando l’attesa

nella casa dello zio

d’antico e la sua bellezza respiravo.

E così

mentre i gradini delle scale accarezzava

s’apriva al vento la seta del vestito ai piedi

petali di quel fiore azzurro

tratteggi adolescenti

sui delicati battiti

d’amori acerbi ancora da gustare.

Soffi di magia

nei saloni d’altri tempi

che di grandiosità ormai vissute

al mio sentire sussurravano

emozioni raffinate di zagara e limoni

e cicale canterine

tra il vermiglio dei gerani

e i fichi d’india al sole.

Campagna seducente

posseduta da un’estate

d’infuocati pomeriggi

al fresco di odorose fronde

e notti al chiar di luna

stagione ormai vissuta

ma mai dimenticata.

“Canta per me”


di Tiziana Mignosa

Sui dodici rintocchi

canta per me

la gioia che d’arancio esplode

e il sogno custodisce

riflessi d’acqua scintillanti

che negli occhi si specchiano festosi.

Nell’esotica calura

al piacere intenso

palpebre

si cercano e si sfiorano

mentre il calabrone

tratteggia cuori senza nomi tra la terra e il sole.

Canta per me

l’estate colle sue frizzanti voglie

quando la cicala intona

il canto caldo della siesta

e i bimbi

al sonno preferiscono giocare.

Estate

stagione mia diletta

dea indiscussa dell’Amore

sulla trasparenza dell’azzurro

cubetti a gocce

frescura seducente sul bollore.

Lo sguardo è a cerchio

mentre s’accumula tra la pelle e i sensi

il desiderio

che di fumo e buchi

le tasche dei viandanti colma

ti penso … e non ti trovo.

Canta per me

il caldo soffio

quando l’anima

passeggia nuda

tra i pensieri e il mare

e la notte si concede alla magia

quando in silenzio

la luna coglie

i sospiri caduti dalle stelle

sogni e fantasie

che gli uomini

non hanno preso al volo.

“Il gioco dei sensi”


di Tiziana Mignosa

Incurante di chi le sta intorno

inanella i riccioli con le dita

assorta lei è riflessa

sullo scorrere del mondo che le passa accanto.

E’ gioco all’ombra della voglia

dita contro dita

a occhi chiusi il doppio afferra

polpastrelli a sfioro sulle labbra.

Avida col desidero annusa

l’odore del suo corpo sulle braccia
complice dell’estate

si fa presto amante del piacere.

Obliquo arriva il sole per l’incontro

carezza sulla pelle al di là del vetro
ma l’occhio scivola dentro il raggio

zuccherina catena è per lo sguardo.

Pulviscolo e controluce

iniziano la danza dell’incanto

languido stupore

è diletto sopraffino.

Gambe accavallate

inarca il piede e poi sorride
è entrata nel suo mondo

nessuno più la può trovare.

“Libero è il cuore”


di Angela Ragusa

Libero è il mio cuore che va

come vascello trascinato dalle correnti

mentre bianche vele rendono specchio al sole

il loro splendore sventolante al cielo….

E raminghi gabbiani accompagnano magiche note

che il rumore del mare offre al silenzio

dello sterminato palpitare di battiti.