Ricerca: comunicare e muoversi con il respiro


Un rivoluzionario dispositivo messo a punto dagli scienziati israeliani in Neurobiologia del Weizmann Institute può aiutare i disabili con sindrome di “locked-in”

Un dispositivo unico nel suo genere in grado di offrire alle persone con sindrome di ‘locked in’ la possibilità di comunicare con l’esterno e ai disabili di guidare con facilità la loro sedia a rotelle, senza nemmeno sfiorarla. È lo strumento messo a punto al dipartimento di Neurobiologia del Weizmann Institute (Israele), che funziona, a sorpresa, attraverso il respiro del paziente.

L’innovativo apparecchio identifica i cambiamenti della pressione dell’aria all’interno delle narici e li traduce in segnali elettrici. Con risultati sorprendenti: una paziente con sindrome di “locked-in”, cioè “imprigionata” nel proprio corpo a seguito di un ictus, senza possibilità di muoversi nè di comunicare, è riuscita a imparare come mettere in pratica il sistema in alcuni giorni e a mandare ai propri familiari il primo “messaggio” dopo sette mesi di oblio. Un altro paziente vittima di un incidente stradale ha persino affermato, utilizzando proprio il nuovo sistema, che esso è molto più facile da usare rispetto ad altri. Oltre alla comunicazione, il dispositivo potrà servire anche come meccanismo per il movimento delle sedie a rotelle: due inspirazioni significheranno “avanti”, mentre due espirazioni vorranno dire “indietro”, e così via. E dai test effettuati è emerso che una persona paralizzata dal collo in giù, in soli 10 minuti, diventa capace di guidare la sedia a rotelle tanto quanto una persona sana.

da http://www.vita.it

Per non dimenticare Rita che restò sola e si uccise


A 11 anni aveva perso il padre Vito, ucciso dalla cosca a cui era legato; a 16 le avevano assassinato il fratello Nicola che voleva vendicare il padre. A 17 anni, rimasta sola dopo la morte di Paolo Borsellino, a cui aveva legato le sue speranze, Rita Atria decideva di uccidersi, lanciandosi a Roma da un balcone di viale Amelia, nome assonante con via D’Amelio. Rita Atria moriva esattamente 18 anni fa, il 26 luglio ‘92, una settimana dopo la strage di Palermo. Abbandonata dalla famiglia, che non condivideva la sua scelta di collaborare con la giustizia, e sostenuta dalla cognata Piera Aiello, che aveva aperto uno squarcio e consentito a Borsellino – al tempo procuratore a Marsala – di scavare dentro i segreti dell’organizzazione criminale, Rita Atria era convinta che “la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”. Ma sapeva che dopo l’assassinio di Borsellino non ci sarebbe stato più nessuno a proteggerla. Rita Atria sarà ricordata oggi a Milazzo (Me), la città che per prima, nel ‘94, le dedico’ l’Associazione antimafie. L’incontro di oggi, che si terrà all’associazione Giglio di Capo Milazzo e prevede stasera la partecipazione di don Luigi Ciotti – chiude le iniziative cominciate due giorni fa a Partanna (Tp) – paese che ha dato i natali a Rita – e a Roma.

da http://www.livesicilia.it

I due gemelli siciliani


di Daniela Domenici

Un celebre testo, uno dei più rappresentati tuttora dopo 2200 anni, del grande autore latino Plauto tradotto in lingua siciliana mantenendone la struttura originaria e arricchendolo di “inserti” musicali: questo è “I due gemelli siciliani – I Menecmi” che ha debuttato ieri sera sul lungomare di Priolo (SR) nell’ambito della rassegna “Teatro sotto le stelle” e che sarà portato in tournèe nei prossimi giorni in varie località della Sicilia orientale.

Autore di questa “operazione”, un’altra delle sue “sfide” vinte è Angelo Tosto, autore, attore e regista che si  è avvalso delle musiche de I Lautari, composte per l’occasione, della perfetta scenografia di Salvo Manciagli e dei bellissimi costumi di Rosi Bellomia.

La trama de “I Menecmi” è tutta giocata, per chi non la conoscesse, su di una serie di equivoci nati dal fatto che uno dei due gemelli che si era perso viene creduto morto e quindi all’altro, per onorarne la memoria, viene dato lo stesso nome fino all’incontro dei due che scioglie tutti i dubbi e chiarisce tutti gli accadimenti.

I due fratelli protagonisti sono stati interpretati in modo assolutamente esilarante e perfetto da Giampaolo Romania e Rosario Petix mentre a Giuseppe Castiglia vengono affidati ben tre ruoli, il narratore Prologus, il parassita Spazzola e il suocero di uno dei due Menecmi, che riesce a caratterizzare con vera bravura arricchendoli anche con gli inserti musicali creati ad hoc dal regista Tosto: complimenti e applausi meritati a tutti e tre.

E i nostri applausi vanno anche alle protagoniste femminili, Luana Toscano che sia nei gesti che con l’abbigliamento interpreta davvero bene l’amante molto appariscente e poco raffinata, Claudia Bazzano perfetta nel ruolo della moglie sempre arrabbiata e manesca, Amalia Contarini che impersona la vecchia e comicissima serva con battute e gesti che strappano applausi.

Del cast fanno parte anche Laura Tornambene che interpreta l’amica dell’amante e Marco Fontanarosa e Luciano Leotta nel ruolo di due servi.

Nonostante il tempo atmosferico di ieri improvvisamente inclemente che stava per compromettere il debutto di questa commedia un folto pubblico partecipe e attento ha applaudito “I due gemelli” a cui auguriamo di avere, nelle prossime piazze siciliane, tutto il successo che merita.

pur se in ritardo ci sembra doveroso ammettere una nostra svista: del cast fa parte anche Alberto Bonavia nel ruolo del servo di uno dei gemelli, le nostre scuse all’attore…