“L’amante segreta”


di Tiziana Mignosa

Inchiostro
che l’Amore fa col foglio
è voce interpretata
dall’essenza più vicina
a quella più lontana.
Delicata
a volte m’accarezza
foglia che dolcemente plana
o lucida follia
saetta che trapassa.
Delirio acuto
è grido che spacca il buio del silenzio
è Lei la padrona
Amante raffinata
che in mano ha preso la mia vita.
Vestita
di stracci e di mistero
o fluttuanti sete ricercate
l’impeto e la sua foga
mi tolgono il respiro
e nulla assai le importa
della mia stanchezza umana
quando anche nel cuore della notte
mi scuote
e presto mi fa sua.
Col fuoco dentro al bacio Lei mi desta
e Amore si fa Amore
fin quando poi
appagata
mi lascia finalmente riposare.
nota: sono al servizio della Poesia, la mia amante segreta, che anche nel cuore della notte mi viene a trovare.
Io solo un umile canale attraverso il quale Lei s’esprime.

“Rendimi altare”


di Angela Ragusa

Rendimi altare,rilucente di ori…

…giaciglio che nutre la mia fame di te,

prepara , in un anfratto nascosto del tuo cuore.

Cura le ferite che mancanza procura

quando assenza preclude ai miei occhi

rifugio nei tuoi…

Proteggi il paradiso che siamo

se pur anime dannate

si specchiano in noi.

Inspira il mio respiro

e nutrirà il tuo giardino:

ogni fiore sbocciato, di devota carezza,

lusingherà la mia preghiera….

“Incrocio di pensieri”


di Tiziana Mignosa

All’ombra del tuo veloce fare

è dita tra i capelli

questo pensiero mio che ti va a cercare

ore in cui il tempo

è essenza al piombo di dovere.

Eppure … ti sento

tu mi pensi

sazia allora il desiderio mio errante

che in te ha visto il fuoco

e in me falena svolazzante.

Ascolta

il sussurro e il respiro sul tuo collo

tanto lo so che mi stai pensando

anche adesso che la penna

sorvola sulla tua sostanza.

E’ piuma che mi stuzzica

questo mio intuirti confuso e un po’ turbato

nascosto tra il da fare accalorato

e intanto col pensiero

vieni da me a cercare il mare.

“Lungo il soffio dell’estate”


di Tiziana Mignosa

Sei l’estate che mi stuzzica

il pensiero che accompagna le ore deste

poesia

che di rosso si lascia scivolare

dolce miele alle pareti.

Sei il respiro

delicato sulle palpebre socchiuse

dita affusolate

brivido

sopra l’arco della schiena.

Voglio trovarti

lungo il soffio dell’estate

quando la cicala alla calura canta

e la goccia scende

gusto e voglia sulle labbra.

Sei l’assaggio

che dal ghiaccio del cubetto

sul calore della pelle goccia

contrasto e desiderio

centuplicano il piacere.

Come vento che m’afferra nella notte

sui leggeri polpastrelli

amo raccattare

il fremito tuo nello sfiorarmi

e la luna guarda.

Sei il sorriso

che sul viso mi si specchia

quando mi spalmi gli occhi lungo il corpo

o quando

silenzioso attraversi la mia mente.

“Alba sui canneti”


di Maria Grazia Vai

Respiri d’alba e nebbia sugli specchi
Soffoca la voce sopra il fiume
che s’ascolta nei pensieri
in trasparenza, scorre lenta
tra la riva e i sassi

E trascinano le alghe
impigliate tra i canneti – e il cuore
Fiocchi di nuvole a dipingere il cielo
impresso lo sguardo di traverso,
cieco al tuo sentire

Occhi che s’asciugano i silenzi
rimasti appesi a un ramo.
Galleggiano senza meta
volteggiando tra le foglie
e il vento.

– Sussurri nel fiato grigio di novembre –

E una lacrima si fonde
tra le risate e le colline
Tra i funghi e l’edera attorcigliata
sopra le rose

Non c’è più di lei – il sorriso
a profumarti l’aria.
Solo un respiro

– e l’odore del caffè nella veranda –

Ricerca: comunicare e muoversi con il respiro


Un rivoluzionario dispositivo messo a punto dagli scienziati israeliani in Neurobiologia del Weizmann Institute può aiutare i disabili con sindrome di “locked-in”

Un dispositivo unico nel suo genere in grado di offrire alle persone con sindrome di ‘locked in’ la possibilità di comunicare con l’esterno e ai disabili di guidare con facilità la loro sedia a rotelle, senza nemmeno sfiorarla. È lo strumento messo a punto al dipartimento di Neurobiologia del Weizmann Institute (Israele), che funziona, a sorpresa, attraverso il respiro del paziente.

L’innovativo apparecchio identifica i cambiamenti della pressione dell’aria all’interno delle narici e li traduce in segnali elettrici. Con risultati sorprendenti: una paziente con sindrome di “locked-in”, cioè “imprigionata” nel proprio corpo a seguito di un ictus, senza possibilità di muoversi nè di comunicare, è riuscita a imparare come mettere in pratica il sistema in alcuni giorni e a mandare ai propri familiari il primo “messaggio” dopo sette mesi di oblio. Un altro paziente vittima di un incidente stradale ha persino affermato, utilizzando proprio il nuovo sistema, che esso è molto più facile da usare rispetto ad altri. Oltre alla comunicazione, il dispositivo potrà servire anche come meccanismo per il movimento delle sedie a rotelle: due inspirazioni significheranno “avanti”, mentre due espirazioni vorranno dire “indietro”, e così via. E dai test effettuati è emerso che una persona paralizzata dal collo in giù, in soli 10 minuti, diventa capace di guidare la sedia a rotelle tanto quanto una persona sana.

da http://www.vita.it

“E in te”


di Italo Zingoni

In te che a piedi nudi tracci un segno
sulle spiagge che si bagnano di mare
in questa notte che si accende piano
di desideri accennati e di sorrisi lievi

In te che sai di essere e in te che sei
luna che all’alba si smarrisce e svuota
questo mio cielo di solitudine struggente
per aprirti come un fiore al primo sole

In te che svuoti il tutto con un niente
per colmarne il senso con un gesto
e che d’amore attendi ogni respiro
a farsi luce nella luce dei tuoi occhi

In te che sei mia terra e mio rifugio
resto appeso come lama a un filo
e del tuo corpo ogni brivido assaporo
che di te mi nutre e mi condanna …

e in te malinconia di vivere perduta
adesso io sono e tu lieve mi possiedi …

“Diamante”


di Maria Grazia Vai

Di te,
che sei respiro, il mio respiro
è pieno

Di te, caduto a pioggia
Nudo
sui miei sensi

ritrovato sei, la chiave nel mio scrigno

Di te
delle tue mani,
piene
dei miei seni

sul ventre morbido, resina indugia

Effimero frutto,
perlato sentiero
di te
colma è la bocca

Di te
Dentro te, distesa
aspetto penetrante il passo

Arriverà da oriente

Di rosea goccia,
sarai diamante.

“Identico”


di Tiziana Mignosa

Sugli inattesi passi
il battito s’affretta
cristalli di respiro a statua
che la mano
agli occhi tengono.

Compagni d’avventura
sguardo e fiato
di marmo rosa a schegge
rapiti e immobili
s’incollano alla scia della sorpresa.

Vermiglio
e seducente
è il cielo della sera
che in tinta con le gote
esplode insieme al mio piacere.

Fluttuanti filamenti
di miele e fiele
tratteggiano delicate filigrane
boccioli profumati
sulla pelle e il seno.

A te
io parlo
a te che a me ritorni
spettatore inconsapevole
sul mondo che lentamente
ci sbiadisce intorno.

Apparizione
da fare male agli occhi
tu che a lui somigli
identico
ancora più di lui.

Calda
diviene la marea
che a onde
nelle vene
senza fretta scorre.

Paure
e pensieri riesumati
accerchiano la mente
che più non può mentire.

Sorriso e confusione
mi rammentano
di quanto fantasioso e non compreso
a volte sia il copione
che tutti noi viviamo.

D’una conchiglia il canto


di Maria Grazia Vai

” 28 maggio 1988
dedicata all’amore mio più grande
a Gianluca
l’Amore Grande “

ulle note di GIOVANNI MARRADI “ Garden of dreams and Poeme “

Ti aspettavo così

Bianca rosa di maggio
tra le stelle e la neve
Germoglio,
radice, corteccia del cielo
Diamante di luce
nel sorriso
degli angeli

Arrivasti

come mi arriva – adesso,
la brezza
e la furia del mare
Il cantico delle conchiglie
il volo azzurro degli aironi

Attraversandomi

in ogni dove, e ancora oltre,
Astro, cometa, universo
-senza confini

Mescolando il mio respiro
al tuo

Così nascesti
e nacqui anch’io, figlio mio