Archeologia: studioso scopre gli ingredienti dei preziosi profumi greci


Incenso, mirra, nardo, rosa, zafferano, maggiorana, cardamomo, cinnamomo, cassia, alloro, radice di iris: furono questi gli ingredienti principali di fragranze preziose come l’Aegyption, il Megalleion, il Panathenaicum e il Kypros, create dall’arte dei profumieri dell’antica Grecia (e poi diffuse anche nel mondo latino) e impiegate, in funzione dei costi, soprattutto da famiglie benestanti.

A svelare i segreti delle sostanze aromatiche nella vita quotidiana ad Atene e Roma e’ il libro ”Il profumo nel mondo antico” (Olschki editore) di Giuseppe Squillace, ricercatore in storia greca del Dipartimento di storia dell’Universita’ della Calabria. Il volume contiene anche la prima traduzione italiana del trattato ”Sugli odori” del filosofo e botanico greco Teofrasto (IV-III secolo).

Il grecista Giuseppe Squillace ha raccolto sistematicamente brani significativi dalle opere di autori antichi che sulla tematica del profumo hanno riportato notizie curiose e aneddoti, vicende mitologiche poste all’origine di alcune sostanze aromatiche, informazioni di carattere geografico sulle rotte commerciali e sulla provenienza delle spezie, dati sulla preparazione artificiale delle fragranze e sulle loro proprieta’ cosmetiche e medicinali. Grazie agli straordinari risultati della ricerca, Squillace ha preparato per la prima volta l’elenco degli ingredienti-base di 21 fragranze antiche ed ha ricostruito i metodi di estrazione delle essenze e i segreti del mestiere del profumiere greco.

fonte Adnkronos

Italia in top five mete turismo gay


Gay e lesbiche preferiscono viaggiare nei paesi in cui i loro diritti sono tutelati. In questo ambito l’Italia rappresenta però un paradosso “perché nonostante l’assenza dei diritti è nella top five delle destinazioni gay grazie a Torre del Lago e al suo ‘chilometro gay‘”: è quanto rileva un sondaggio di Gay.it realizzato in vista del convegno ‘Nuovi turismi:Versilia destinazione gay‘, che si terrà domani a Viareggio (organizzato dal Consorzio Friendly Versilia) con rappresentanti dell’imprenditoria e della politica.

Secondo la rilevazione l’Italia è dunque entrata nelle prime cinque posizioni tra le destinazioni Ue estive grazie al flusso turistico di Torre del Lago che dal sondaggio si conferma “prima meta turistica italiana, sia nel weekend (scelta dal 27% del campione, seguita dalla Riviera Romagnola col 10%) che nella vacanza di oltre 5 giorni (scelta dal 21%, seguita da Gallipoli e dal Salento col 16%)”.

Nella scelta delle destinazioni europee, l’isola greca di Mikonos risale la classifica e torna prima dopo un periodo in cui è stata surclassata dalle destinazioni spagnole. Il fascino di Zapatero sembra dunque sfumare: dal 39% delle preferenze di solo 12 mesi fa, la Spagna oggi è poco sopra il 31%, cifra ottenuta sommando i dati di ben 4 destinazioni (Ibiza, Barcellona/Sitges, Gran Canaria e Madrid).

Cresce invece la Costa Azzurra che arriva inaspettatamente ad un 5%. Bene anche i paesi Sudamericani, in primis Brasile e Argentina, “sempre più all’avanguardia nel riconoscimento dei diritti lgbt”. Rispetto alla fascia eterosessuale, gay e lesbiche viaggiano mediamente il doppio col treno e il triplo con l’aereo e continuano a spendere molto in vacanze, nonostante la crisi economica: quasi il doppio dei loro coetanei eterosessuali. Inoltre, viene sottolineato, “ormai non si deve più parlare di ‘turismo gay’, ma di ‘turismi gay’: viaggi di coppia, viaggi coi propri figli, viaggi di gruppo, viaggiatori gay con mille altri interessi, dall’enogastronomico allo sportivo”.

fo9nte ANSA

Teatri Riflessi – Festival Nazionale di Corti Teatrali Città di Catania


II edizione 5-11 luglio 2010 – Palazzo della Cultura – Cortile Platamone (CT)

E’ iniziato oggi “Teatri Riflessi”, il primo festival nazionale di corti teatrali realizzato a Catania. Fulcro dell’evento i quattordici brevi spettacoli teatrali – durata massima 15 minuti – selezionati tra i numerosi lavori pervenuti da tutta Italia, che si contenderanno il titolo di miglior corto sul palcoscenico del Cortile Platamone durante le tre serate dell’8, 9 e 10 luglio, presentate dalla giornalista Simona Pulvirenti, direttore artistico della kermesse insieme con Dario D’Agata e Tiziana Giletto.

Presentato questa mattina nei saloni del Cortile Platamone il programma dell’evento alla presenza dell’ass. alla Cultura e Grandi Eventi del Comune di Catania Marella Ferrera, della presidente della Catania Film Commission Giusy Balsamo, del prof. Ezio Donato, responsabile dei rapporti tra Facoltà e Teatro Stabile, della prof.ssa Sarah Zappulla Muscarà, del Maestro Renato Messina docente dell’Istituto Musicale Bellini, e del direttivo dell’ass. IterCulture, coordinati dalla giornalista Giovanna Russo che ha moderato la conferenza.

Dario D’Agata, Tiziana Giletto e Simona Pulvirenti, oltre a ringraziare i diversi partner della manifestazione, hanno sottolineato la risposta positiva ricevuta dalle compagnie teatrali provenienti da tutta Italia. “Saranno anche presenti – ha aggiunto Simona Pulvirenti –  alcune compagnie già concorrenti della prima edizione a confermare, coi fatti, l’entusiasmo col quale è stato accolto e vissuto questo Festival”.

Assolutamente unico nel suo genere, Teatri Riflessi ha portato a Catania i corti teatrali e fatto conoscere un modo nuovo di fare teatro e soprattutto di avvicinarsi al teatro.

L’ ass. alla Cultura Marella Ferrera ha evidenziato l’impegno dimostrato dall’associazione culturale IterCulture e dagli organizzatori, ribadendo l’importanza di questo tipo di eventi per Catania e lodando l’operato di D’Agata, Giletto e Pulvirenti.

Dichiarati ufficialmente anche i premiati del Festival: riconoscimento Riflessi d’Arte a Daniele Gangemi, Narciso Record – Due Parole, Istituto Nazionale del Dramma Antico e Scenario Pubblico, premiate come realtà siciliane che si sono distinte in ambito nazionale ed internazionale.

Illustrati questa mattina anche i workshop, le mostre d’arte, le degustazioni e gli spettacoli di StuzzicaMente.

Il Festival ideato, progettato e realizzato dall’associazione culturale senza scopo di lucro IterCulture, è stato organizzato con il Teatro Stabile di Catania e l’Assessorato alla Cultura e Grandi Eventi del Comune di Catania, in collaborazione con la Catania Film Commission, Assessorato alla Famiglia e Politiche Sociali del Comune, E.R.S.U. (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario), Istituto Musicale Vincenzo Bellini, con il contributo della Provincia Regionale di Catania e della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Catania, ed altresì patrocinato gratuitamente dal Fai, dal C.O.F. (Centro Orientamento e Formazione), e dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.

Il Festival è anche inserito nella manifestazione “Estate 2010. Tutti insieme per Catania”,  serie di iniziative promosse dal Comune, che si svolgeranno in città durante il periodo estivo, realizzate in collaborazione con il Teatro Stabile e il Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” e la compartecipazione dell’Associazione Musicale Etnea, Scenario Pubblico e l’Istituto Musicale Vincenzo Bellini.

D’anemone mirtillo e rose rosse


di Maria Grazia Vai

Sulle note di “ Summer Sun “ Chill Out Music by Blank & Jones

Del mare che mi scorre,
delle rincorse,
il fiato sull’inciampo
spostati i desideri
sull’intreccio di corallo

Di nudità segrete
dischiude i polsi
di cera e spighe d’oro
mano germoglia

Di calda pietra e inchiostro,
dei verbi dell’amore
i lacci stringe
un dondolio nell’inguine
gli occhi ricuce

D’anemone mirtillo
e rose rosse
Sulle mie gambe

Profumo
– che riluce –

Teatro: maratona comica de ‘All’Ombra del Colosseo’, incassi in beneficenza


Quando ridere fa bene al cuore! La settimana de ‘All’Ombra del Colosseo’ inizia oggi con una serata di beneficenza organizzata per l’Onlus ‘Insieme per un cuore piu’ sano’, in cui i migliori nomi del cabaret nostrano si lanceranno in una ‘maratona comica’ in favore della prevenzione delle malattie cardiache.

L’Arena del villaggio del Parco del Celio vedra’ alternarsi senza sosta Antonio Giuliani, Pablo e Pedro, Lillo e Greg, Carmine Faraco, Dario Cassini, Alberto Alivernini, Luciano Lembo, I Sequestrattori, Massimo Bagnato, Oscar Biglia, Andrea Perroni, Burty in un happening in cui proporranno chicche dai loro repertori. Presenta Rossella Brescia.

Le finalita’ dell’Associazione ‘Insieme per uncuore piu’ sano’ sono la prevenzione, la cura e la ricerca delle piu’ gravi malattie cardiache, oltre al sostegno morale ed economico a malati cardiopatici gravi con difficolta’ finanziarie. Attraverso la ricerca finanziata dalle attivita’ dell’associazione, il dottor Leonardo Calo’ e i suoi collaboratori del Policlinico Casilino di Roma, che saranno presenti alla serata, hanno migliorato la terapia di queste patologie che ad oggi causano il 50% della mortalita’ totale. Il ricavato della serata sara’ completamente devoluto all’associazione.

fonte Adnkronos

Segreti, falsi e rivelazioni alla National Gallery di Londra


di Francesco Amorosino

Il museo londinese apre una mostra sul lavoro dei ‘detective dell’arte’ svelando falsi, attribuzioni erronee, scoperte incredibili e alterazioni delle opere della sua splendida collezione.

‘Donna alla finestra’ (1510-1539)
Fonte: National Gallery

Quanti segreti può rivelare uno sguardo più

attento alle cose, senza preconcetti e senza la paura di rischiare? Se poi in nostro aiuto arrivano le nuove tecnologie, ecco che i misteri del mondo dell’arte non hanno più scampo. È proprio dedicata ai ‘detective dei quadri’ la mostra in corso fino al 12 settembre alla National Gallery di Londra, un dietro le quinte del lavoro di restauratori e storici che può portare a cambiare attribuzione ad un’opera, a trovare falsi, scoprire ripensamenti dei pittori o addirittura correzioni di altre mani. ‘Close examination: fakes, mistakes and discoviers’ è il titolo dell’esposizione che invita a ‘esaminare da vicino’ le opere della vasta e interessante collezione del museo, alla ricerca di ‘falsi, errori e scoperte’.

Realizzata grazie al fondamentale contributo del Dipartimento scientifico

della National Gallery, fondato nel 1934, la mostra ha anche il merito di mostrare come i metodi moderni di ricerca, insieme a tecnologie come infrarossi, raggi x, esami al microscopio elettronico e spettrometria, possono rendere visibile tutto quel mondo nascosto sotto il velo della pittura, rendendo nota la storia di ogni singola tela.

'Ritratto di Alexander  Moranuer' modificato nel '700Sei le stanze che ospitano i quaranta

dipinti sotto esame. La prima porta il titolo ‘Inganni e falsi’ e vi sono esposte opere di cui la paternità non è certa e altre che si sono rivelati falsi, come un ritratto acquistato nel 1923 dalla National Gallery reputandolo un quadro rinascimentale, ma che si è dimostrato essere nei primi del Novecento, a causa dei colori utilizzati, pigmenti non esistenti prima del Diciannovesimo secolo, e all’utilizzo di una resina per simulare il trascorrere del tempo.

La seconda sala parla di ‘Trasformazioni

e modifiche’, mostrando un elemento che oggi può sembrare sconcertante: spesso i quadri venivano alterati nel tempo per soddisfare maggiormente i gusti dell’epoca. È il caso di ‘Donna alla finestra’, opera probabilmente dipinta tra il 1510 e il 1539, alterata nell’Ottocento per adattarla ai gusti vittoriani: ecco che i capelli della ragazza sono passati dal biondo al bruno, l’espressione è divenuta più innocente e i vestiti meno rivelatori. Altro caso è quello di ‘Ritratto di  Alexander Mornauer’, quadro di un pittore sconosciuto del 1464-88, che nel 1700 è stato alterato per farlo somigliare al più famoso e richiesto Hans Holbein, modificando il cappello e cambiando lo sfondo da marrone ad azzurro. Nel 1990, quando la Gallery acquistò il quadro, fu possibile rimuovere questi interventi successivi per restituire all’opera la sua forma originale.

'Ritratto  di Alexander Mornauer' (1464-88)La terza sala si focalizza sugli errori,

come quello dell’attribuzione erronea, sempre a Holbein, di ‘Uomo con il teschio’, acquistato nel 1845 dalla Gallery e ora con una nuova attribuzione. La quarta sala è dedicata a ‘segreti ed enigmi’ e a quelle opere che conservano ancora misteri da svelare. Un caso è quello della ‘Vergine con il bambino e due angeli’ del 1475, acquistato come opera di  Domenico Ghirlandaio, poi attribuito alla bottega di Andrea del Verrocchio. Soltanto esaminando il sotto strato del quadro con gli infrarossi è stato chiaro che lo stesso Verrocchio aveva dipinto la Vergine, l’angelo a sinistra e lo sfondo, mentre il suo assistente, Lorenzo di Credi, aveva dipinto l’altro angelo e il bambino.

La sala numero cinque è dedicata

interamente a Sandro Botticelli, mostrando due opere acquistate nel 1874 come lavori del grande maestro. La prima, ‘Venere e Marte’, dipinta intorno al 1485, è di sua mano ed è uno dei pezzi più amati della collezione, la seconda, ‘Allegoria’, dipinta tra il 1490 e il 1550, si pensava andasse in coppia con l’altro dipinto, mentre è opera di un ammiratore del pittore. La sesta e ultima sala si intitola ‘riabilitazione e recupero’, mostrando opere di grandi pittori riscoperte attraverso un mix di analisi scientifiche e storiografiche. È il caso della ‘Madonna delle Rose’ di Raffaello, dipinta intorno al 1506, di cui fino al 1991 erano conosciute soltanto delle copie.

Durante una visita all’Alnwick Castle di Northumberland, il dottor

Nicholas Penny vide un quadro che meritava un’ispezione più accurata. Gli infrarossi mostrarono uno splendido disegno sotto la superficie, rivelando la mano di Raffaello stesso, e mostrando le differenze e i ripensamenti rispetto alla tela finita, cosa che solo il maestro avrebbe potuto eseguire. Le analisi chimiche hanno poi confermato che i colori erano proprio quelli utilizzati da Raffaello, portando all’attribuzione dell’opera. Di sicuro un’emozione incredibile, capace di raccontare quanto l’arte non sia solo bella da vedere, ma anche da scoprire e riscoprire ancora.

INFORMAZIONI:

Titolo:

Close examination: fakes, mistakes and discoveries

Dove:

National Gallery, Trafalgar Square, Londra

Quando:

dal 30 giugno al 12 settembre 2010

Orari:

tutti i giorni dalle 10 alle 18, venerdì fino alle 21

Ingresso:

libero

Web:

www.nationalgallery.org.uk/close-examination

da http://www.nannimagazine.it

Panico al villaggio: la fantasia che batte il 3D


di Laura Croce

Semplice, folle e geniale l’animazione in stop-motion made in Belgio e firmata da Stéphane Aubier e Vincent Patar.

Una scena del film
Fonte: immagine dal web

Mentre nel mondo impazza la mania per

l’ultimo capitolo in 3D di ‘Toy Story’ – la saga animata che ha lanciato la Disney Pixar – nella vecchia Europa c’è chi continua a credere negli effetti speciali tipici della mente umana, ovvero la fantasia. È senz’altro questo il concetto più adatto a riassumere il senso di un film come ‘Panico al villaggio’, basato su una serie televisiva belga e così apprezzato a livello internazionale da aver partecipato al festival di Cannes (cosa che non succede spesso per i prodotti di animazione) ed essere stato nominato all’Oscar.

In Italia era già arrivato grazie all’ultimo

Future Film Festival di Bologna, che gli aveva riservato il primo premio. Ora, la nuovissima casa di distribuzione Nomad Film (nata soprattutto per portare nel nostro Paese il cinema francese, o francofono, esordiente e d’autore), azzarda un’uscita nel difficile periodo delle prime afe estive, che sicuramente non premieranno un’opera degna di ben altro pubblico e ben altra attenzione.

‘Panico al villaggio’ è una sorta  di cimelio,

un prodotto d’artigianato che piega al surreale e al non-sense la sempre meravigliosa tecnica della stop-motion, capace di dare vita a mondi immaginari davvero incredibili, forse più limitati ma anche più veri e palpabili di quelli ricreabili attraverso il disegno o la computer grafica. Per quanto le animazioni fatte con i pupazzetti di plastilina siano per forza di cose meno fluide e ‘libere’ di quelle tradizionali, questa pratica, consacrata al cinema da Tim Burton con l’idea di ‘Nightmare before Christmas’ (e più recentemente da ‘Fantastic Mr Fox’ di Wes Anderson) tende a suscitare di per sé  grande ammirazione per l’enorme pazienza, mole di lavoro e abilità richiesta da ogni singola scena sullo schermo.

La plastilina, inoltre, contribuisce a rendere più concreti i personaggi e le

ambientazioni: è come un microcosmo in cui l’immaginazione pura – tipica dei cartoni animati – si unisce a una fisicità che sembra avere un suo peso materiale. Tutti questi pregi innati della stop-motion, in ‘Panico al villaggio’ sono esaltati all’ennesima potenza attraverso un continuo gioco tra il possibile e l’impossibile, l’assurdo e il verosimile, che si intrecciano imprevedibilmente dando vita a momenti di ilarità incontrollabile, ancestrale e allo stato brado.

L’idea di partenza è già abbastanza folle: il villaggio del titolo è una

comunità formata da tanti tipi di giocattoli. A differenza di ciò che avviene usualmente, i personaggi in plastilina non tentano di riprodurre un contesto ‘reale’, ma mirano senza fronzoli all’artificialità più assoluta. Ogni protagonista del film ha le fattezze dei pupazzetti di plastica che tutti abbiamo avuto da piccoli, andando a solleticare da subito il lato bambino e regressivo anche dello spettatore adulto.

Questi giocattoli non si comportano però come tali (vedi ‘Toy Story’) ma

come normali esseri umani; un po’ svitati, ma pur sempre esseri umani. Tutti gli omini, come il contadino, l’indiano e il cow-boy, si muovono in piena libertà, ignorando spesso la caratteristica base di colore verdolino che hanno sotto i piedi in quanto pupazzetti, e perfino il protagonista assoluto, il cavallo, assume con tranquillità pose antropomorfe del tutto inconcepibili. Un’originalità a dir poco essenziale, che permette di creare un universo ancora più surreale di un racconto di Lewis Carroll, sospeso al confine tra diverse categorie mentali da sradicare, completamente proiettato verso l’infanzia e il suo potere creativo.

A questa intuizione di partenza si aggiunge una storia semplice e senza

senso, che vede i giocattoli impegnati in situazioni in equilibrio tra il demenziale e il dannatamente geniale. Assistiamo così a trovate fuori di testa, come un gigante pinguino meccanico guidato da tre scienziati pazzi per lanciare enormi palle di neve a lunghissima distanza, mostri sottomarini che emergono in superficie per rubare i muri delle case, battaglie a suon di mucche volanti e sferzate di pesce spada. Il tutto bilanciato da gag più tradizionali, come un telefonino che squilla ovunque – perfino al centro della terra – due comprimari tonti che fanno da spalla al più serio protagonista e altri elementi comici classici. Non mancano neanche piccole denuncie, come il personaggio del poliziotto pronto a sbattere chiunque in una prigione di massima sicurezza pur di chiudere in fretta un caso difficile.

È innegabile che il calderone sia complesso e spesso confusionario. Ma si

tratta di un caos creativo così fecondo che sarebbe davvero un crimine  ghettizzare il film nella categoria ‘per bambini’. Anzi, forse la visione di ‘Panico al Villaggio’ non è tanto essenziale per i più piccoli – che sono ancora capaci di inventare storie lontane da formule  narrative e soluzioni precostituite – quanto per i più grandi, che hanno perso per strada la facoltà di fantasticare e di evitare gli stereotipi.

SCHEDA:

Titolo originale:

Panique au village

Produzione:

Belgio, Lussemburgo, Francia 2009

Regia:

Stéphane Aubier, Vincent Patar

Cast (voci originali):

Stéphane Aubier, Jeanne Balibar, Nicolas Buysse, Véronique Dumont, Bruce Ellison.

Durata:

75′

Genere:

animazione

Distribuzione:

Nomad Film

da http://www.nannimagazine.it

Lettera di un maialino disoccupato


di Anonimo

Salve, non mi firmo perché non è importante. Sono un maialino disoccupato.
La mia vita è cambiata in meglio qualche giorno fa. Mi hanno tolto dal grufolare collettivo con quei porci dei miei colleghi. Un tizio mi ha fatto un discorso: “Senti, c’è una pantera in giro. Ci dai una mano ad acchiapparla?”. Mi tremò la cotenna e chiesi: “Devo tramortirla, cafuddandoci un colpo di karate (uà taaa)  o mi date una pistola e ci sparo direttamente nelle gengive?”. Niente di tutto questo – mi rassicurarono – devi solo stare in una gabbietta e aspettare un po’. Sarà lei a trovare te. Bene.
Ora, come si sa, la nostra porca vita è un’attesa infamante: della mannaia del macellaio o di una vecchiezza appassita in un putridume di fango e ghiande. Cosa c’è di meglio per un maialino di un sogno di gloria? Solo nella gabbietta, con la pantera. E se la gabbietta cede, mi sono chiesto col tremito della cotenna? Bè, sempre meglio che finire sulle tavole di cani e porci. Carni suine anonime (CSA) che non passeranno alla memoria, ma resteranno sospese sol per qualche minuto tra il palato e lo stomaco di un orrido gozzovigliare. Dunque accettai, pregando in cuor mio: “Santa Rosalia…” (sono un devoto maialino palermitano).
Il viaggio è stato breve. Mi hanno messo nella gabbietta dentro un bosco, guardato e sorvegliato, manco fossi Buscetta. Dopo tre ore non si era visto nessuno, della pantera nemmeno l’orma. Così per le due sere successive. A un certo punto mi siddiò.  Mi stavo perdendo Spagna-Paraguay e senza motivo. Il quarto giorno la tremenda notizia. Il maialino ha fallito, si sono detti. Proviamo con la carne di bestie morte. Siccome ho il diritto di prelazione, mi hanno chiesto: non è che vuoi fare tu da carne morta? Ho risposto col famoso gesto della zampetta a ombrello. Insomma, sono disoccupato ora. La paga da esca era buona: tre ghiande e la visione registrata di Brasile-Olanda. Sono tornato nel recinto dei miei colleghi che mi sfottono e vi scrivo per protestare e per chiedere (allego curriculum). Ho maturato una certa esperienza di caccia ai fantasmi, mi sembra di essere perciò adatto al ruolo di capo dell’opposizione a Palermo, o di sindaco, tanto è lo stesso, o di politico purchessia. Perché che differenza c’è? E poi la politica è una questione da porci, sì o no?

da http://www.livesicilia.it