Dal carcere di Spoleto una poesia di Sebastiano Milazzo


IL NULLA

Più nulla c’è in questo luogo

che arpiona l’avvenire.

Non l’abbraccio dei bambini

né il ponte fra gli ontani

né i respiri sussurrati

nel cuore della notte.

Questo è il luogo

per una razza inservibile

dove i brandelli di carne viva

sono appesi al filo spinato

dell’umiliazione.

Augusta: intervista all’assessore Nicky Paci


di Alessandro Mascia

Augusta Il ricambio generazionale in politica è lentissimo. Sembra sempre di trattare con le stesse facce. La mazzetta di figurine è più o meno quella di anni fa e non fa più piacere nemmeno giocarci a soffino o a lettera. Si proclama la necessità di nuove leve, di puntare sui giovani, ma alla fine per arrivare a certi livelli non ci sono né sconti né agevolazioni. Chi vuole amministrare la cosa pubblica mettendoci la propria faccia deve prepararsi a un impresa di tutto rispetto che richiede passione e tenacia. E tanto ha messo sul piatto l’ex Consigliere Provinciale Nicky Paci, dell’UDC, ora Assessore della Giunta Bono, per proseguire la sua avanzata verso mete prestigiose a noi ancora ignote. L’abbiamo intervistato appena appreso che il nodo sulla incompatibilità con Ciccio La Ferla, suo cugino primo, nominato anch’egli assessore nella stessa giunta, è stato sciolto in maniera definitiva.

Assessore Paci, dopo qualche giorno di suspense alla fine ce l’ha fatta?

Non è stato facile mantenere l’equilibrio in un momento così delicato. Ho ricevuto molto sostegno e solidarietà dal mio partito a tutti i livelli. Mi sento di esprimere particolare gratitudine all’onorevole Pippo Gianni che è riuscito a infondermi la serenità necessaria per superare quelle settimane di pura fibrillazione. Ora sono pronto a svolgere il ruolo per il quale sono stato chiamato dall’Udc, ringraziando anche il Presidente Nicola Bono per aver accettato il mio nome.

Rimane, a ogni modo, una vicenda dal sapore amaro.

Sì, soprattutto perché c’è stato chi ha voluto strumentalizzarla oltre misura probabilmente per un eccessivo senso di protagonismo.

Politiche del Lavoro, Formazione e Occupazione Giovanile, Politiche Giovanili, Attività Produttive, Sviluppo Economico, Pari Opportunità, queste le importanti rubriche che le hanno assegnato. La attendono tempi di duro impegno.

Sono orgoglioso di potermi occupare di settori così importanti. Sviluppo Economico e Attività Produttive rappresentano l’aspetto nevralgico dell’Amministrazione. Il fine primario sarà quello di contribuire a creare sviluppo al fine di poter tentare di invertire la marcia in questo trend che è tutto negativo. Sono felice, poi, di potermi occupare delle politiche giovanili; sarà mio preciso impegno poter creare strumenti atti a incentivare i giovani a un coinvolgimento sia diretto che indiretto nel campo pubblico e in quello privato.

La provincia di Siracusa è afflitta da una disoccupazione accresciuta anche dalla crisi economica in corso. Non c’è lavoro e se c’è, spesso, non si riesce a trovare le professionalità giuste. Manca la formazione professionale o è indirizzata male?

Per me questo è un settore strategico; il mio obiettivo è quello di tentare di attenuare la discrasia che c’è tra domanda e offerta di lavoro. La Regione, ogni anno, investe moltissimo in formazione ma è ormai chiaro che finora non è stata indirizzata per le reali esigenze del nostro territorio. La Provincia di Siracusa ha già iniziato a lavorare in questo senso. Cito, ad esempio, il corso di formazione che si è svolto al CIAPI (Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato), che ha visto un congruo contributo della Provincia, per formare elettricisti industriali, saldatori industriali e tubisti industriali.

Davanti alla stasi del settore occupazionale, diversi giovani tentano la strada dell’attività autonoma, salvo, poi, imbattersi in una disavventura costellata di carte bollate, uffici pubblici e cose del genere che portano spesso a desistere dall’impresa. Senza semplificazione non c’è sviluppo. È d’accordo?

Ho incontrato, nei giorni scorsi, il comitato tecnico del SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive). Si è trattato di un incontro al vertice, alla presenza del dirigente del VI settore Salvatore Mancarella. È stata affrontata la questione della operatività dello sportello nei 21 comuni della provincia. Sembra che in molti di questi l’attività del SUAP sia rallentata, se non, addirittura, inesistente, poiché allo strumento non è stata affidata la centralità che invece dovrebbe avere. La Provincia deve, tecnicamente e politicamente, sollecitare i comuni e gli enti terzi (Asp, Sovrintendenza, Inps, ecc…) affinché si possa rendere efficiente uno strumento fondamentale per lo sviluppo delle attività produttive del territorio provinciale. Se sarà necessario andrò di comune in comune e sensibilizzerò gli amministratori, sindaci in testa, sulla importanza strategica del SUAP in un periodo di crisi strisciante come quella che ci sta attanagliando, ormai, da troppo tempo.

Il precedente Assessore, Paola Consiglio, è stata al centro di polemiche per quanto riguarda la riapertura della casa rifugio. Questa struttura vedrà mai la luce?

Fino adesso abbiamo assistito a prese di posizione giuste ma ingenerose nei confronti di questa Amministrazione. Condivido quanto affermato dal presidente Bono in sede di presentazione del Bilancio in Consiglio Provinciale. In passato è stato possibile aprire la struttura perché finanziata dalla Regione grazie a un accordo di programma quadro. Quando i fondi di questo progetto finirono, già la precedente Amministrazione fu costretta a chiudere la casa in quanto impossibilitata a gestirla con le proprie risorse. A tal fine ritengo che per la riapertura della casa rifugio sia indispensabile il coinvolgimento dei 21 comuni della provincia ai cui sindaci si è rivolta l’amica Paola Consiglio che ha gestito questo assessorato prima di me. In bilancio la Provincia predisporrà una cifra di 25 mila euro che, se aggiunti ai fondi che destineranno i comuni, potranno fare in modo che la struttura venga riaperta.

Spostiamoci ad Augusta: l’economia è al collasso, il porto non decolla. Quali prospettive di sviluppo seguiranno la sua nomina?

Ho già chiesto un incontro urgente con il Presidente dell’Autorità Portuale di Augusta, Aldo Garozzo, con cui mi farò portavoce delle numerose istanze del comparto economico provinciale, al fine di chiedere l’avvio immediato dei lavori di qualificazione della struttura portuale che vedono quasi tutti una progettazione definitiva e immediatamente cantierabile. Si tratta di investimenti per circa 80 milioni di euro che riguardano il Pontile S. Andrea, che ha il progetto in fase di approvazione; i servizi annessi alla ristrutturazione della vecchia darsena il cui progetto è pronto e attende solo la sua approvazione; il primo stralcio del terminal containers, per il quale nel primo trimestre del 2010 si doveva espletare la gara con la relativa assegnazione dei lavori; e infine l’aggiornamento del piano regolatore del porto, strumento indispensabile per il rilancio della struttura. Questi investimenti non solo serviranno a rilanciare la struttura portuale, ma immetteranno nel tessuto economico risorse che daranno una boccata di ossigeno al mondo dell’impresa che sta soffrendo gli effetti della crisi. Stessa cosa per l’occupazione, nella speranza che le maestranze che saranno chiamate a svolgere i lavori siano espressione del territorio provinciale aretuseo. Alessandro Mascia

Congedo di paternità: Italia verso l’allineamento Ue su quello obbligatorio


di Valentina Marsella

Dopo la sentenza di Firenze, che concede 5 mesi ai neo-papà con determinati requisiti, presentate due proposte di legge, ora in discussione alla Camera, che puntano a introdurre i 4 giorni di congedo obbligatorio presente in altre realtà europee.

Fonte: immagine dal web

Una sentenza del Tribunale di Firenze, mesi

fa, aveva rivoluzionato la vita di alcuni fortunati neo-papà, concedendo loro cinque mesi di congedo. Fino ad allora l’Inps riconosceva al padre la possibilità di restare a casa con l’80 per cento dello stipendio per i tre mesi successivi al parto della compagna. Ma il giudice fiorentino, giudicando quel tempo troppo stretto, perché la legge dota quel genitore di un diritto autonomo e speculare a quello della madre, aveva prolungato i termini. E allora se la lavoratrice può astenersi dal suo impiego per cinque mesi, avrà diritto a farlo anche il padre, solo quando sussistono determinate condizioni.

Da allora una valanga di richieste ha invaso gli uffici dell’Inps, e molti papà

desiderosi di stare a casa con il proprio bimbo hanno preso alla lettera la sentenza. Eppure quella pronuncia non è da considerarsi la panacea di tutti i mali, perchè ci vogliono dei requisiti per poter richiedere il beneficio. L’interessato può ottenere tutto il periodo stabilito, solo se la madre è casalinga, è in malattia oppure è una lavoratrice autonoma che non usufruisce del diritto all’astensione. Altrimenti potrà prendere un congedo che sommato a quello della compagna non può superare i cinque mesi. E infatti protagonisti della sentenza erano stati due coniugi, in cui la donna, lavoratrice autonoma e vicepresidente della Cna fiorentina, aveva avuto una malattia importante.

Un tempo il periodo di maternità era

pensato per salvaguardare la salute della madre. Adesso si intende anche come tutela di quella del bambino, e il ruolo del padre diventa fondamentale, anche per aiutare la compagna incinta nell’ultimo periodo della gravidanza. E dalla pronuncia di quella sentenza, la legislazione a favore dei ‘mammi’ ha cercato di fare un ulteriore balzo in avanti. Dopo mesi, in questi giorni si è tornato a parlare di congedo di paternità e stavolta è la parola ‘obbligatorio’ a metterci lo zampino e a rendere tutto più interessante per i papà che finalmente non saranno costretti a ferie e permessi per star vicino alla compagna in sala parto o durante le prime ore dopo la nascita.

Come avviene nella maggior parte dei Paesi europei, anche i papà italiani

potrebbero godere di un congedo di paternità obbligatorio, si legge sulla prima pagina dei disegni di legge che la Camera ha iniziato a discutere a metà giugno. Se arriveranno al traguardo finale i papà, subito dopo la nascita del bambino, dovrebbero prendere quattro giorni di congedo obbligatoriamente, come è obbligatorio il congedo che impone alla mamma (purtroppo non a tutte ma a chi ha determinati contratti di lavoro) di non lavorare per cinque mesi. Il tutto a carico delle aziende per i lavoratori dipendenti e del sistema previdenziale per gli autonomi.

Due le proposte di legge all’esame della commissione Lavoro di

Montecitorio, molto simili tra loro. Per prima è arrivata quella del Pd scritta da Alessia Mosca e firmata da 25 deputati, seguita da quella depositata dal Pdl, autore Barbara Saltamartini, sottoscritta da 36 colleghi. “L’Europa ci impone di portare a 65 anni l’età pensionabile per le donne – spiega Mosca, la firmataria della proposta Pd – ma è opportuno riequilibrare anche un altro pezzo della vita, e cioè la cura dei figli che non può essere a carico solo delle mamme”. Quei quattro giorni, dunque, avrebbero un valore simbolico. E sarebbero il primo passo di un lunghissimo percorso.

“Il vero obiettivo – spiega Saltamartini, autrice del testo Pdl – è passare

dalle pari opportunità alle pari responsabilità. E quindi pensare non alla tutela delle donne, ma ad un sistema che consenta alla famiglia di organizzarsi”. In attesa del congedo obbligatorio, in Italia esiste comunque quello facoltativo, ma è una rarità: lo chiede meno del 4 per cento dei padri. “Quattro giorni per lavoratore con un tasso di natalità dell’1,24 per cento – dice Saltamartini – sono davvero poca cosa. E poi vogliamo aiutare le famiglie a fare figli e le donne a rimanere nel mondo del lavoro. Anche questo è sviluppo”. Esistono esempi positivi in Europa: il Portogallo ha introdotto il congedo obbligatorio per i papà nel 2002. Prima aveva solo quello facoltativo, ma non lo chiedeva nessuno, meno del 2 per cento dei papà. Adesso sono arrivati al 22 per cento.

“Questo vuol dire che l’obbligo di restare a casa – spiega Mosca – può

insegnare che prendersi cura dei bambini è bello. Può rompere un tabù, avviare una rivoluzione”. L’iniziativa bipartisan, dunque, affronta una questione che in molti paesi europei è già da tempo acquisita e regolarizzata. Di fatto, un padre svedese deve trascorrere 30 giorni a casa col bebè, uno francese 12 giorni, e norme simili esistono in Spagna, Gran Bretagna, Germania, e appunto Portogallo.

Ma l’esempio di quello che viene considerato il paese modello in questo

campo, la Svezia, mostra che la diffusione del congedo tra i papà dipende sicuramente da fattori culturali, ma anche da un sistema di incentivi che lo rendano sostenibile per la famiglia: e questo può essere ottenuto solo con una piena retribuzione di parte del periodo e con l’obbligo di un’equa suddivisione tra i genitori. L’introduzione nel paese scandinavo del congedo per i padri nel 1995 ebbe un impatto immediato grazie ad una forma di coercizione indiretta: se il papà non ne fruiva, la famiglia perdeva un mese di indennità. Di lì a poco, otto uomini su dieci usufruivano del congedo. L’aggiunta di un ulteriore mese di congedo paterno non trasferibile nel 2002 ha aumentato solo marginalmente il numero di uomini che vanno in ‘paternità’, ma ha più che raddoppiato la durata.

La Germania, con quasi 82 milioni di abitanti, nel 2007 ha imitato il

modello svedese, destinando due dei 14 mesi di congedo retribuito ai papà. In due anni, il numero di padri che hanno richiesto il congedo è balzato da tre a oltre il 20 per cento. Le due proposte prevedono inoltre, per tutte le donne, l’innalzamento dell’indennità spettante durante l’astensione obbligatoria dall’80 per cento al 100 per cento della retribuzione, e una serie di altri miglioramenti alle tutele per maternità e paternità, che dovranno ora passare alla verifica di compatibilità con i conti dello stato.

PROPOSTE DI LEGGE ATTUALMENTE IN FASE DI STUDIO:

Proposta di legge di Alessia Mosca (Pd)
Proposta di legge di Barbara Saltamartini (Pdl)

da http://www.nannimagazine.it

Festival: domenica anteprima di folklore e cultura horror


Un tuffo nell’antica Etruria, tra miti, mostri e divinazione, accompagnati da Nortia, la ‘dea della Fortuna’. Comincia cosi’ l’appassionante viaggio di Autunnonero, il Festival Internazionale di Folklore e Cultura Horror, organizzato dall’Associazione Culturale Autunnonero con la direzione artistica di Andrea Scibilia e il contributo della Regione Liguria, che ogni anno coinvolge i partecipanti nel mondo del fantastico alla ri-scoperta di leggende, storie misteriose e luoghi suggestivi.Tante le curiosita’ legate a questa anteprima di Autunnonero 2010, che con i suoi appuntamenti entrera’ nel vivo ad ottobre per proseguire fino a novembre con tante importanti novita’.

Domenica 18 luglio, nel borgo medievale diIsolabona nell’entroterra di Ventimiglia, in provincia di Imperia, verra’ inaugurato il ricco calendario di incontri, concerti e spettacoli della V edizione del festival, dedicato quest’anno altema ‘Metamorphosis. Miti, ibridi e mostri’. Appuntamento, dunque, nella splendida cornice dell’Antico Frantoio di Isolabona, a partire dalle 18.30, per immergersi nell’atmosfera dell’antica Etruria, la moderna Tuscia, e riscoprire il sapore dei piatti dell’antica cultura etrusca.

fonte Adnkronos

Birmingham: Italbasket da favola: centrate le semifinali mondiali


E’ finita 63 a 47 Italia-Canada, match che valeva l’ingresso in semifinale, ai mondiali di basket in carrozzina di Birmingham. “Eravamo in 12 in campo. Ha vinto questo gruppo meraviglioso”, dice a corto di fiato e scosso dall’emozione Galliano Marchionni, tra i protagonisti di questo successo storico

la gioia degli azzurri

ROMA – L’Italbasket centra un risultato storico ai mondiali di Birmingham: conclusa da pochi minuti la partita dei quarti contro il Canada, siamo ora in semifinale, cioè tra le quattro compagini più forti al mondo. D’accordo, siamo i Campioni d’Europa in carica, ma segnare prima al Giappone 70 punti contro 60, poi al Canada, squadra di altissimo lignaggio e seconda del suo girone, 63 punti a 47, è roba da mostri del canestro.

Quest’ultima impresa è stata da incorniciare, perché i ragazzi di Coach Malik Abes hanno tenuto la partita in pugno per tutte le frazioni, chiuse sempre in vantaggio (15-10;15-12;14-13;19-12), con il capitano, Matteo Cavagnini, vero trascinatore del gruppo e autore di 20 punti, seguito da Andrea Pellegrini, con 11, e Fabio Riamondi, 10. Così commenta quest’ultimo, a corto di fiato e travolto dall’emozione: “Avrebbero dovuto essere 7 in campo, oggi, i canadesi per batterci. Abbiamo giocato bene tutti, chiudendo in vantaggio tutti e quattro i tempi. Eravamo motivati, carichi. Abbiamo perso tante semifinali per poco, pochissimi punti. Una buona volta doveva girare bene la sorte! Gli avversari? A un certo punto i canadesi avevano fretta, hanno tirato soprattutto da 3 per recuperare, ma più di tanto non hanno potuto”.

“Questa è una vittoria che parte dal gruppo, un gruppo meraviglioso- aggiunge Galliano Marchionni-. In campo, contro il Canada, eravamo in 12, con noi c’era tutta la panchina. Non siamo mai scesi d’intensità. Non so descrivertela questa emozione che provo…”. E chiude commosso il presidenteRemo Breda: “Grandissimi tutti, straordinari. Il risultato di oggi è storico, mai l’Italia del basket in carrozzina era arrivata così in alto. Far fare al Canada soli 47 punti non è da tutti. La difesa è stata fantastica: dura, tenace. Se mi avessero detto che avremmo fatto +16 al Canada non ci avrei mai creduto”.

da http://www.superabile.it

Re do mi do re


di Angela Ragusa

Salta,tintinna ,invoca
il suono del vento
che aleggia tra i salici.

Turbina,echeggia, ritorna .
gira,accerchia, si appresta.

E ruba il mio cuore
e sveste le membra
che bianche cedono
a carezze di sale
residuo di onde
dimenticate dal mare.

Guizza ,saltella,intona passione
da forza e stringo tua mano.
Agita ,cerca, mi sfiora
e resto sospesa, vorticando
tra spire di sensi e
voluttuosi tuoi abbracci.