“Settembre”


di Angela Ragusa

Ridotta  la calura,

si mitiga la mia ansia di sete.

Riflettono i raggi e bianca la pietra

assorbe dai pori senza vita

il sudore di piedi che nudi

oltrepassano la via…

Occhi bruciano al vento

che solleva di spuma biancastra,

color dell’inverno,

il mare alla battigia.

Settembre leggero ritrova dimora

nella spiaggia deserta

e abbraccia il giorno che accorcia le ombre

rincorrendo tremule foglie

che a terra si apprestano a giacere.

“Carezza”


di Angela Ragusa

Forza  virile emana la mano

che sgorga in carezza  su corpo fremente

suadente attorciglia ,spire  di sensi ,

come se chicco di grano

smuovesse da solo macina in pietra.

E sboccia fiore al valzer d’estate

estasiato si offre alla gioia di un tocco

d’aratro rombante, trucco inventato

a stupire l’istinto del perdersi , persi,

sui solchi  graffianti d’amore e passione.

D’anemone mirtillo e rose rosse


di Maria Grazia Vai

Sulle note di “ Summer Sun “ Chill Out Music by Blank & Jones

Del mare che mi scorre,
delle rincorse,
il fiato sull’inciampo
spostati i desideri
sull’intreccio di corallo

Di nudità segrete
dischiude i polsi
di cera e spighe d’oro
mano germoglia

Di calda pietra e inchiostro,
dei verbi dell’amore
i lacci stringe
un dondolio nell’inguine
gli occhi ricuce

D’anemone mirtillo
e rose rosse
Sulle mie gambe

Profumo
– che riluce –

“In bianco e nero”


di Angela Ragusa

Sapore di vita
tra odori di maggio…

essenze annusate
di ricordi fugaci
scompigliano al vento
agitati risvegli.

stesi quei panni
che specchiano al sole
ombre distorte,
biancore di pietra
aspetta il ritorno
di mani sapienti
che belle un di
le avevan volute.

“Una pietra”


di Francesco Sabatino

Ho amato una pietra.

Non so come è stato.

Ho creduto avesse un’anima,

un cuore,

dei sentimenti,

un po’ d’amore.

Invece, era solo una pietra

Immobile e silente.

Ed io un povero deficiente.

Ho creduto di poterla amare

e invece sono qui solo.

Solo che annego in questo nero mare.

La vita è divenire,

un dolce fluire

di gioia e di dolore.

Ma tu, mia cara,

non sei riuscita

a strappare la felicità

dal mio cuore,

poiché vivo sospinto

dall’amore,

che mi conduce

verso la pace,

la quiete

e la beatitudine.

La forma dell’acqua….la forma del tempo


 Goccie di rugiada…scendono giu’ freneticamente…e si condensano in unico abbraccio.
…creando cosi un sasso biancastro di acqua pietrificata…
…ed il tempo ne sorvola la superficie..levigandone  ogni attimo  il  suo  sorriso..trasformandolo in pianto….trasformandolo in pietra.
 
E’…la forma dell’acqua…e’ la forma del tempo che ci fa capire cosa diventiamo…nel secondo in cui scegliamo di diventare
                        …….sorriso…pianto ….pietra……
                             ..sorriso…pianto ….pietra……
                               .sorriso…pianto ….pietra……
                                 sorriso…pianto…pietra…
                                         sorriso.
                                       ..pianto
                                     ….pietra……
 
Il tempo..percorre la nostra pelle…e si insinua dentro il corpo trasformandone i tessuti…destinati a diventare  pilastri stanchi della nostra esistenza.
 
……Quel sasso bianco pietrificato…si scioglie  in  Acqua…di rugiada…che si diffonde in ognuno di noi..come in quel grande abbraccio….oramai diventato liquido.
 
 
———–Cosi e’  forma dell’acqua…in quel tempo che e’….. e che….e’… gia’ passato……di gia’
—————tra granelli di rugiada  in attimi nascosti….dalla forma dell’acqua ….dalla forma del tempo.

(delirio di notte anonimo)

Il piede è la chiave dell’evoluzione della mano


Come ha fatto l’uomo  a imparare a manipolare gli utensili di pietra? Il mistero potrebbe essere stato svelato da un gruppo di scienziati britannici che hanno scoperto le relazioni tra l’evoluzione dell’uso della mano e la capacità di camminare in .

Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista “” i cambiamenti nelle nostre mani sono un effetto collaterale dei cambiamenti nella forma dei nostri piedi. Questo, dicono, dimostra che la capacità di alzarsi e camminare su due piedi è intrinsecamente legata alla comparsa degli utensili in pietra.

, che ha guidato lo studio dell’Università di in , ha dichiarato: «Questo risale a : è stato tra i primi a considerare il rapporto tra tecnologia e bipedismo. La sua idea era che fossero eventi separati e poi fra loro consequenziali. Quello che abbiamo dimostrato è che i cambiamenti in mani e piedi hanno un processo di sviluppo analogo: ciò che cambia da una parte muta anche dall’altra».

«Quindi, se si dispone di un dito del piede lungo, si tende ad avere un pollice lungo», ha spiegato il dottor Rolian. Studiando gli scimpanzè gli scienziati si sono avvalsi di tecniche speciali e calcoli matematici per simulare l’evoluzione di mani e piedi.

da www.blitzquotidiano.it