Birmingham: Italbasket da favola: centrate le semifinali mondiali


E’ finita 63 a 47 Italia-Canada, match che valeva l’ingresso in semifinale, ai mondiali di basket in carrozzina di Birmingham. “Eravamo in 12 in campo. Ha vinto questo gruppo meraviglioso”, dice a corto di fiato e scosso dall’emozione Galliano Marchionni, tra i protagonisti di questo successo storico

la gioia degli azzurri

ROMA – L’Italbasket centra un risultato storico ai mondiali di Birmingham: conclusa da pochi minuti la partita dei quarti contro il Canada, siamo ora in semifinale, cioè tra le quattro compagini più forti al mondo. D’accordo, siamo i Campioni d’Europa in carica, ma segnare prima al Giappone 70 punti contro 60, poi al Canada, squadra di altissimo lignaggio e seconda del suo girone, 63 punti a 47, è roba da mostri del canestro.

Quest’ultima impresa è stata da incorniciare, perché i ragazzi di Coach Malik Abes hanno tenuto la partita in pugno per tutte le frazioni, chiuse sempre in vantaggio (15-10;15-12;14-13;19-12), con il capitano, Matteo Cavagnini, vero trascinatore del gruppo e autore di 20 punti, seguito da Andrea Pellegrini, con 11, e Fabio Riamondi, 10. Così commenta quest’ultimo, a corto di fiato e travolto dall’emozione: “Avrebbero dovuto essere 7 in campo, oggi, i canadesi per batterci. Abbiamo giocato bene tutti, chiudendo in vantaggio tutti e quattro i tempi. Eravamo motivati, carichi. Abbiamo perso tante semifinali per poco, pochissimi punti. Una buona volta doveva girare bene la sorte! Gli avversari? A un certo punto i canadesi avevano fretta, hanno tirato soprattutto da 3 per recuperare, ma più di tanto non hanno potuto”.

“Questa è una vittoria che parte dal gruppo, un gruppo meraviglioso- aggiunge Galliano Marchionni-. In campo, contro il Canada, eravamo in 12, con noi c’era tutta la panchina. Non siamo mai scesi d’intensità. Non so descrivertela questa emozione che provo…”. E chiude commosso il presidenteRemo Breda: “Grandissimi tutti, straordinari. Il risultato di oggi è storico, mai l’Italia del basket in carrozzina era arrivata così in alto. Far fare al Canada soli 47 punti non è da tutti. La difesa è stata fantastica: dura, tenace. Se mi avessero detto che avremmo fatto +16 al Canada non ci avrei mai creduto”.

da http://www.superabile.it

Bugie in tenera età? E’ sintomo di intelligenza


Sarà di magra consolazione per mamma e papà alle prese con le frottole dei figli, ma le bugie dei bambini sono segno di intelligenza, indice del fatto che lo sviluppo cognitivo dei piccoli sta andando a tutta birra. Più si è piccoli alla prima bugia, più l’intelligenza cresce veloce.

Lo rivela uno studio condotto presso la Toronto University da Kang Lee e riportato online dalla BBC. Per dire bugie e farle galoppare senza inciampi nella verità bisogna utilizzare processi cognitivi complessi, spiega Lee, quindi i piccoli bugiardi sono intelligentoni che crescono.

L’indagine ha coinvolto 1200 bimbi e ragazzini dai 2 ai 17 anni. I bambini avevano un giocattolo alle loro spalle e veniva detto loro di non voltarsi a guardarlo prima di uscire dalla propria stanza. Una videocamera nascosta riprendeva i bambini per vedere se si voltavano o meno.

Poi a ciascuno dei piccoli è stato chiesto di dire se si fossero voltati a guardare il gioco o meno, e la risposta è stata confrontata con le riprese video per vedere chi ha detto la verità, chi no. E’ emerso che, impavidi pinocchi, del tutto incuranti dei nasi che si allungano, i più furbetti iniziano a dire bugie già a due anni, circa uno su cinque a questa età tira fuori qualche frottola all’occorrenza. Ma a quattro anni dicono bugie anche i più ‘lenti’ a prendere questo ‘vizio’: a questa età è il 90% dei bambini, infatti, a dirle.

Il picco massimo dei nasi lunghi si registra invece a 12 anni. Ma niente paura, sostiene Lee, dire bugie da piccoli è normale e non significa che questi bambini cresceranno come bugiardi patologici. Anzi la bugia è segno di sviluppo cognitivo perché per ideare una frottola e tenerla in piedi serve il ragionamento. Anzi, chiosa Lee in conclusione, i piccoli bugiardi potrebbero anche finire per fare i banchieri da grandi.

fonte ANSA

L’affettività e la sessualità nelle persone con sindrome di Asperger


Sarà questo il tema del seminario promosso per il 20 maggio a Roma da Gruppo Asperger ONLUS, che potrà contare sulla partecipazione di un’autorevole esperta del settore, la psicologa e sessuologa Isabelle Hénault dell’Università Pubblica di Montreal in Canada. Iscrivendosi entro il 30 aprile, i soci delle principali associazioni italiane che si occupano di autismo (e anche i loro figli) potranno avvalersi di alcune agevolazioni

Isabelle HénaultSarà Isabelle Hénault, psicologa e sessuologa dell’Università Pubblica di Montreal in Canada, l’autorevole ospite che condurrà il seminario promosso da Gruppo Asperger ONLUS per giovedì 20 maggio a Roma (Auditorium Unicef, Via Palestro, 68, ore 8.30-18), con il titolo Affettività e sessualità nelle persone con Sindrome di Asperger e Autismo ad Alto Funzionamento.

Collaboratrice di Tony Attwood (autore di The Complete Guide to Asperger’s Syndrome), Hénault ha focalizzato la sua pratica clinica e i suoi studi sull’educazione alle relazioni interpersonali e alla sessualità delle persone con sindrome di Asperger. Nel 2005 ha pubblicato il volume Asperger’s Syndrome and Sexuality: From Adolescence through Adulthood (Jessica Kingsley Publisher, UK).
Il 20 maggio a Roma la studiosa presenterà (in francese, con traduzione consecutiva in italiano) due successive relazioni, dedicate rispettivamente allo Sviluppo affettivo e sessuale delle persone con Sindrome di Asperger e Autismo ad Alto Funzionamento e ai Programmi di educazione alla sessualità: materiali e strumenti adeguati.
Seguirà un ampio dibattitto, moderato dalla psicologa clinica Flavia Caretto, che trarrà anche le conclusioni del seminario.

Entro il 30 aprile ci si può iscrivere all’evento godendo di agevolazioni sul contributo da versare alla ONLUS organizzatrice (le agevolazioni sono riservate a soci o figli dei soci di Gruppo Asperger, ANGSA ONLUS – Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici e Autismo Italia ONLUS). Le iscrizioni resteranno in ogni caso aperte anche dopo il 30 aprile, ma va ricordato che il numero massimo dei partecipanti sarà di centoventi persone. (S.B.)

da www.superando.it

Il piede è la chiave dell’evoluzione della mano


Come ha fatto l’uomo  a imparare a manipolare gli utensili di pietra? Il mistero potrebbe essere stato svelato da un gruppo di scienziati britannici che hanno scoperto le relazioni tra l’evoluzione dell’uso della mano e la capacità di camminare in .

Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista “” i cambiamenti nelle nostre mani sono un effetto collaterale dei cambiamenti nella forma dei nostri piedi. Questo, dicono, dimostra che la capacità di alzarsi e camminare su due piedi è intrinsecamente legata alla comparsa degli utensili in pietra.

, che ha guidato lo studio dell’Università di in , ha dichiarato: «Questo risale a : è stato tra i primi a considerare il rapporto tra tecnologia e bipedismo. La sua idea era che fossero eventi separati e poi fra loro consequenziali. Quello che abbiamo dimostrato è che i cambiamenti in mani e piedi hanno un processo di sviluppo analogo: ciò che cambia da una parte muta anche dall’altra».

«Quindi, se si dispone di un dito del piede lungo, si tende ad avere un pollice lungo», ha spiegato il dottor Rolian. Studiando gli scimpanzè gli scienziati si sono avvalsi di tecniche speciali e calcoli matematici per simulare l’evoluzione di mani e piedi.

da www.blitzquotidiano.it

Depressione: combattila con un abbraccio


di Matteo Clerici

Depressione: combattila con un abbraccio
» Coccole carezze e gentilezze varie contro i disturbi dell’umore, come la depressione.

E’ il consiglio di una ricerca, opera di studiosi canadesi e pubblicata dal quotidiano “The Globe and Mail”.

Gli scienziati hanno revisionato i dati raccolti dal Canadian Community Health Survey, indagine sulla salute dei cittadini condotta nel 2007. Essi hanno così scoperto come i soggetti che ricevevano con più frequenza manifestazioni fisiche d’affetto avevano, con più probabilità, una salute mentale migliore dei “trascurati”.

Come spiega il dottor Jack Jedwad, direttore direttore della sede di Montreal dell’Association of Canadians Studies: “Tra le persone che ricevono attenzioni e dimostrazioni di affetto e coloro che invece non ne ricevono, ci sono differenze sostanziali ed evidenti. Ecco perché raccomando di ricevere molti abbracci”.

Gli scienziati canadesi, infatti, mostrano come il 60% dei soggetti che si dichiaravano felici e sereni erano quelli che godevano di maggior affetto da parte di altre persone e che ricevevano molti abbracci.

da www.newsfood.com