“A mia figlia Serena” di Claudio Crastus


Appena ricevuta, copiata e pubblicata

Avrei voluto cullarti in eterno

e mi danno l’anima

con il rimorso d’aver rincorso

una polverina sporca

lasciandoti sola.

Quanti anni ho bruciato, figlia adorata!

Brandelli di carne

ho venduto ai mercanti.

Quindici anni

e il cervello bruciato

da quell’oscena mercanzia.

Ti chiedo perdono, giglio immacolato!

Tenero germoglio del tuo papà.

…………………………………………………

Mi sei apparsa in sogno:

un interminabile abbraccio

che ha spezzato la realtà.

Perché non mi parli

nemmeno ne sogni?

Mi appari in sogno,

lo sguardo triste,

l’aria smarrita.

Forse è questa

disperata angoscia

il conto

che ho in sospeso

con la vita.

“Accarezzando le mie malinconie”


di Tiziana Mignosa

Danzano i tratti morbidi

sui passi lenti

e intanto a te giungono

i miei sorrisi zuppi.

Realtà stagnanti

in questo pieno vuoto dove conto

i sì che di me ne fanno

il suo balocco.

E’ a passi nudi che sugli aguzzi cocci

si sgretola la personalità mondana

mentre raccolgo perle rosse e trasparenti

per farne collane saldaconto.

Frammenti di materia diventano fulgide fantasie

particelle colorate d’arcobaleno

aquiloni svolazzanti levitano festosi

sopra tutti i crucci.

E’ la tua mano che io cerco

invisibile conforto in questo tempo duro

mentre ancora a denti stretti

sorvolo il sottobosco della vita.

A te rivolgo la leggerezza del pensiero

quando controvento piango

imboccando la via che i piccoli

dedicano alla follia

quando nella notte del giorno pieno

mi accoccolo dentro il caldo abbraccio tuo

e chiudendo gli occhi stanchi

scivolo nel sogno che non conosce inganno.

“Rosa tatuata”


di Angela Ragusa

Immobile,fiato su fiato,
rosa da spogliare, da imprigionare
respirerò…senza fine….

Sguardo su sguardo,
imbrigliata, abbraccio serrante segno d’amore
i tuoi graffi disegneranno patimento di cuore….
In te regnerò ,minuto incessante,
covo di ragni che tessono tele…
appiccicata ,invischiata, alla tua pelle
combaceranno le mie carni .

E tu mi resterai
sigillo indelebile, marchio invisibile
che scostate le vesti rivedrò
tatuato come fiore di rosa.

“Di quanto amore”


di Maria Grazia Vai

Come dal mare l’odore del vento
Arriverai
E con te, il mio tempo.

Del mio domani, di ieri, il mio dono
sarà l’attesa

Dei tramonti la goccia, dell’alba
i profili

Arriverai,
come la pioggia sui fiordalisi

Dorato frastuono, sarai nel mio abbraccio
sotto voce
– sotto la pelle,

dove canta l’Amore e solo tu puoi sentirlo

E ti voglio e ti penso,
dolce sogno increspato. Cuore mio
Mio tormento

Tu, del mio sogno cometa. Io,
bianca vela t’inseguo

E ti spingo
ai confini del cielo

Ma ti penso e ti voglio nel fiato,
nel mio sorriso,
nelle braccia e negli occhi

Arriverai

– ma sei già – Qui, dove ti sento

Sei l’Amore che inazzurra
ogni pagliuzza del cuore
Ed io , qui seduta – in silenzio

ti aspetto

E scoprirai di quanto amore
sono pieni i miei occhi.

La forma dell’acqua….la forma del tempo


 Goccie di rugiada…scendono giu’ freneticamente…e si condensano in unico abbraccio.
…creando cosi un sasso biancastro di acqua pietrificata…
…ed il tempo ne sorvola la superficie..levigandone  ogni attimo  il  suo  sorriso..trasformandolo in pianto….trasformandolo in pietra.
 
E’…la forma dell’acqua…e’ la forma del tempo che ci fa capire cosa diventiamo…nel secondo in cui scegliamo di diventare
                        …….sorriso…pianto ….pietra……
                             ..sorriso…pianto ….pietra……
                               .sorriso…pianto ….pietra……
                                 sorriso…pianto…pietra…
                                         sorriso.
                                       ..pianto
                                     ….pietra……
 
Il tempo..percorre la nostra pelle…e si insinua dentro il corpo trasformandone i tessuti…destinati a diventare  pilastri stanchi della nostra esistenza.
 
……Quel sasso bianco pietrificato…si scioglie  in  Acqua…di rugiada…che si diffonde in ognuno di noi..come in quel grande abbraccio….oramai diventato liquido.
 
 
———–Cosi e’  forma dell’acqua…in quel tempo che e’….. e che….e’… gia’ passato……di gia’
—————tra granelli di rugiada  in attimi nascosti….dalla forma dell’acqua ….dalla forma del tempo.

(delirio di notte anonimo)

Di un lungo giorno ancora…


di Angela Ragusa

.

 

..e resterà solo il poeta
ad inebriarsi 
del profumo delle viole,
a contar le stelle 
ad una ad una…
a passeggiar tra nuvole
come tappeti d’ovatta…
Attirerà sorrisi e maldicenze,
consolerà d’amore 
cuori delusi…

Nel silenzio
di cupe cattedrali,
le sue parole 
innalzeranno preghiere…
…risuoneranno di un’eco
che tornerà in abbraccio
ad avvolgere 
perduti tramonti
nell’ultimo riposo…
Tingerà di follia 
le sue ore,
in mano il calice
di solitudine…

…tra ossimori e metafore
consumerà il suo tempo
ma rimanderà anche la morte
di un lungo giorno ancora.