Un anno insieme…tutto da raccontare…a rivederci, a bientot, hasta luego, auf wiedersehn, see you soon, do zvidania


Finisce qui…finisce qui…fare un bilancio non è facile…quasi 3.000 posts miei e di altri amici pubblicati…quasi 700 commenti…quasi 15.000 tags…:-)

Quasi un anno fa, il 13 ottobre 2009, scrivevo le seguenti parole per darvi il benvenuto in questo mio sito:

Benvenuti nel mio sito che apre oggi i battenti…

se fossi stata superstiziosa avrei aspettato a domani, invece…

spero che vi troverete bene a navigare tra le mie pagine…

per chi mi conoscesse già sappia che questo sito è la naturale continuazione del mio blog con lo stesso nome, per chi avesse voglia di dargli un’occhiata l’indirizzo è

http://nutrimente.tk

per chi, invece, mi legge per la prima volta, sappia che qui troverà materiale vario per arricchire il suo cuore e la sua mente, tutta farina del mio sacco ma, spesso, mi farò “aiutare” da amiche e amici che mi regaleranno loro creazioni, naturalmente col loro nome

che altro dirvi…what else to tell you…

Buona navigazione tra le pagine di http://www.nutrimente.org

Have a nice surfing among the pages of http://www.nutrimente.org

Oggi vi voglio salutare perchè sento di aver concluso questa pagina della mia vita, voglio fare nuove esperienze di scrittura, accedere a nuovi luoghi della mente, ritrovarvi comunque nel mondo variegato e vasto del web, per chi avesse ancora voglia di leggermi sappia che sono su Facebook e collaboro ancora al quotidiano online http://www.italianotizie.it

Rimango a disposizione per qualunque tipo di articolo, recensione, correzione di bozze, la mia mail è

danidamavi@virgilio.it

GRAZIE PER ESSERI STATI TUTTI COSI VICINI DURANTE QUESTO ANNO COL VOSTRO AFFETTO E LA VOSTRA ATTENZIONE

Demopolis, in Sicilia la tv è la prima fonte d’informazione


La televisione si conferma in Sicilia la fonte primaria di informazione. Per oltre un quarto dei cittadini è l’unico strumento impiegato: una percentuale ben superiore rispetto a quelle riscontrabili, in media, negli altri Paesi dell’Unione Europea. Sono i dati che emergono dal Monitor continuativo sull’opinione pubblica, diretto da Pietro Vento e realizzato a giugno dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis. Ampia parte della popolazione siciliana entra dunque in rapporto con l’attualità, con il mondo, il Paese, la Regione solo attraverso il filtro della televisione. Il 40% legge o sfoglia un quotidiano (per lo più siciliano) o un settimanale, il 27% ascolta la radio. Accanto alla stampa tradizionale ed alla radio, altri “canali” hanno assunto negli ultimi anni un’importanza crescente, come fonti di informazione. La fruizione di Internet, per aggiornarsi sull’attualità, rimane in Sicilia sotto il 35%, con nette differenze generazionali: il 57% dei giovani tra i 18 ed i 34 anni, per informarsi, si affida alla Rete, ma la percentuale degli utenti si abbassa drasticamente sotto il 10% tra quanti hanno più di 60 anni. Così i telegiornali restano, ad oggi, secondo la ricerca dell’Istituto Demopolis, la principale fonte informativa per il 91% dei siciliani. L’unica per più di 1 siciliano su 4.

da www.livesicilia.it

Youtube festeggia il quinto compleanno


di Loretta Dalola

Youtube, ad oggi è la piattaforma di video sharing più famosa al mondo e per celebrare i primi 5 anni di video online, sono stati aggiornati anche i dati relativi al traffico utenti, ogni giorno vengono visti 2 miliardi di filmati.

Il popolare portale video fu l’apripista per il cosiddetto “web 2.0”,  il 17 maggio del 2005 veniva messo in rete la versione beta di Youtube. In poche parole introdusse una vera e propria rivoluzione cambiando radicalmente anche il mondo dei blog. Il blog infatti consente di  creare facilmente un sito in cui pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia.

Con l’avvento del Web 2.0 Internet è cambiato, si è  consolidata una maggiore conoscenza della rete, delle sue potenzialità e dei nuovi strumenti di tipo “sociale” che sono liberamente utilizzabili da tutti. Questo aumento della cultura è stato possibile anche grazie ai media tradizionali (stampa e tv) che si sono accorti dei fenomeni di massa nati attorno all’uso del  web 2.0: da Facebook a YouTube, da Twitter a Flickr.

La differenza, sta nell’approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, che passa fondamentalmente dalla semplice consultazione (seppure supportata da efficienti strumenti di ricerca, selezione e aggregazione) alla possibilità di contribuire popolando e alimentando il Web con propri contenuti.

Chad Hurley(amministratore delegato e co-fondatore di Youtube insieme a Steve Chen e Jawed Karim) ha ringraziato la community per aver contribuito a plasmare il sito e si augura che gli utenti continuino a guardare, caricare, condividere, informare, divertirsi e scoprire il mondo attraverso il video.

      Per celebrare i cinque anni è stata aggiunta una candelina accesa con il numero 5 al logo del portale video. Inoltre è stato aperto un canale dedicato che racconta l’evoluzione di Youtube attraverso i video che ne hanno fatto la storia.

Auguri anche per il nostro futuro di blogger, dove  la metamorfosi rapida e profonda  lascia il campo all’immaginazione…

Visualizza altro: http://maxsomagazine.blogspot.com/2010/05/youtube-festeggia-i-5-anni.html

 http://news.tecnozoom.it/internet-e-reti/youtube-festeggia-5-anni-di-video-online-post-17335.html

http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-812341/youtube-quinto-compleanno-2/#ixzz0oGjGK43A 

da http://lorettadalola.wordpress.com

Web. E’ online Dig-it, piattaforma per il giornalismo 2.0


Grazie a questa nuova piattaforma i lettori decidono se un articolo merita di essere scritto e pagato

Nasce Dig-it, il primo sito di giornalismo su richiesta. Gli utenti suggeriscono le inchieste, le finanziano, i giornalisti le scrivono, e il pubblico le legge. Per il momento, la redazione di Dig-it accetta e vaglia sia le proposte dei giornalisti che i suggerimenti dei lettori, prima di metterli online. In futuro – promettono sul sito – verranno sviluppati sistemi automatici di assegnazione.

Il progetto trae ispirazione da un fenomeno in atto da qualche tempo negli Stati Uniti, di cui il sito Spot.Us è forse il più noto. Si tratta di citizen journalism, di voglia di raccontare quello che i media tradizionali non raccontano, proprio come tenta di fare – pur non essendo una piattaforma aperta come Spot.Us o Dig-it – il sito ProPublica che quest’anno si è aggiudicato il premio Pulitzer.

da www.vita.it

Attrazione Internet, anziani alla riscossa


di Manuela Correra

Andare a fare la spesa, e il disagio maggiore sono le pesanti confezioni d’acqua da trasportare fino a casa … a meno che le si ordini al supermercato via Internet. Leggere i giornali, ma i caratteri sono spesso troppi piccoli … no, se si legge il quotidiano collegandosi alla rete. Telefonare ai figli, ma il telefono costa … è però gratis se si usa Skype, e ci si può anche vedere. Motivazioni di vita quotidiana, e tanto basta per spiegare un colpo di fulmine inaspettato: quello tra gli over-60 e le nuove tecnologie, pc e internet in testa. Una vera e propria ‘riscossa’ che vede protagonisti i ‘capelli bianchi’ della penisola : in quattro anni, dal 2005 al 2009, proprio la fascia di età 60-74 anni e oltre ha infatti fatto registrare la percentuale maggiore di incremento nell’utilizzo di nuove tecnologie e pc rispetto al resto della popolazione, con una media del +80% circa di utilizzatori. Il dato, in verità un po’ in sordina, è stato portato a galla dall’Istat, ma le aziende sembrano aver già fiutato il nuovo, promettente Business ed è cominciata la corsa per la messa a punto di sistemi e pc sempre più ‘a misura d’anzianò. Certo, rispetto alla fasce d’età più giovani, gli anziani restano tra i minori utilizzatori e possessori di nuove tecnologie ma, considerando il sempre crescente invecchiamento della popolazione, il trend di aumento per uso di pc e internet tra gli over-60 è sicuramente un dato da non sottovalutare.

E le statistiche Istat più recenti lo dicono chiaramente: l’uso del pc tra gli anziani tra 60 e 64 anni è passato dal 13,8% del 2005 al 25% nel 2009 e dal 5,5% al 9,9% per la fascia 65-74 anni. E nello stesso arco temporale l’uso di internet è ‘schizzato’ dal 10,8% al 22,8% per i 60-64enni e dal 3,9% all’8,5% per i 65-74enni. Proprio tra gli anziani, in soli quattro anni, cioé, si è registrato il maggiore incremento per uso di nuove tecnologie: “Per la fascia 60-64 anni – precisa la ricercatrice Istat Miria Savioli – gli utilizzatori del pc hanno infatti segnato un aumento di ben l’81%, ovvero l’incremento maggiore tra tutte le fasce d’età”. Le ragioni sono varie: esigenze pratiche legate alla quotidianità, appunto, ma anche, commenta Savioli, “il fatto che si avvicina all’età anziana una quota sempre maggiore di soggetti a più elevato grado di istruzione”.

E poi a pesare è anche la diffusione stessa delle nuove tecnologie nelle famiglie: il 79% delle famiglie italiane con almeno un minore possiede un pc ed i nonni, il più delle volte, imparano con i nipoti. Ma non mancano gli ‘studenti’ veri e propri: nel 2009 ha partecipato a corsi per l’uso del pc il 43,4% dei 60-64enni e il 32,7% dei 65-74enni (la percentuale maggiore, 47,2%, si registra invece nella fascia 20-24 anni) e sono numerosi i corsi avviati da Regioni e Comuni e rivolti proprio ai più anziani. Che ‘l’amoré sia scoppiato, insomma, non c’é dubbio. Ma cosa fanno gli anziani al computer? Inviano e ricevono mail (78% tra 60-64enni; 75% tra 65-74enni; 69,5% tra over 75); cercano informazioni su merci e servizi (per le tre fasce d’età rispettivamente il 66%, il 62% e il 54%); consultano internet per apprendere (64,8%, 64,4%, 65,9%). Ma il colpo di fulmine per il web è scattato anche per leggere o scaricare giornali (51,2%, 47,9%, 50,8%), per cercare informazioni sanitarie (47,5%, 42,1%, 44,5%) e per telefonare via internet (13,1%, 16,4%) o effettuare video-chiamate (11%, 11,6%). Ed i ‘capelli bianchi’ sempre più all’avanguardia usano internet pure per ordinare o comprare merci e servizi: il 22,2% dei 60-64enni e il 15,4% dei 65-74eni. E , vista la ‘riscossa’, non c’é da meravigliarsi se gli acquisti riguardano soprattutto viaggi e vacanze (43,3% per i 60-64enni e 30,7% per i 65-74enni) e attrezzature elettroniche come macchine fotografiche e videocamere (18,7% e 17,5%).

ANZIANI NUOVO MERCATO, DA AZIENDE PC AD HOC
– Sempre più anziani over-60 si avvicinano alle nuove tecnologie e le aziende iniziano a ‘fiutare’ le potenzialità di un mercato inedito: nascono software e sistemi semplificati e arrivano in commercio i primi pc a ‘misura di anziano’.

– PC SEMPLICE CON PROGRAMMA ELDY, GIA’ 200MILA INSTALLAZIONI: Il programma Eldy è stato messo a punto dall’associazione onlus Eldy ed è indirizzato agli utenti anziani: è un software applicabile a tutti i tipi di pc che permette di utilizzare il computer in maniera facilitata ed intuitiva. Il desktop, spiega la presidente della onlus Anna Maria Bianco, viene semplificato in sei bottoni e tutte le indicazioni sono in italiano: i bottoni portano in modo intuitivo all’uso di mail, internet, chat, documenti, videochiamate, vide-collegamento a tv e foto. Il software è scaricabile gratuitamente dal sito http://www.eldy.org ed ha ricevuto un riconoscimento europeo. Ad oggi, dal 2008, rileva Bianco, sono state effettuate 200.000 installazioni. L’associazione ha stretto delle collaborazioni anche con alcune Regioni: la Regione Lombardia ad esempio, ha affermato Bianco, “distribuirà un milione di cd con il programma Eldy ed un primo lotto è stato già distribuito in allegato ad alcuni quotidiani”.

– DA AZIENDE PRIMI PC PER ‘CAPELLI BIANCHI’ SUL MERCATO: Anche le aziende cominciano ad interessarsi alla fascia di mercato della popolazione anziana, producendo e mettendo sul mercato pc ad hoc. L’azienda italiana Vegan Solutions, ad esempio, spiega Bianco, “ha già messo sul mercato un pc con il programma Eldy in versione semplificata per gli anziani, e lo stesso ha fatto l’azienda informatica britannica Simplicity, ma si tratta di un mercato in crescita”.

fonte ANSA

Morgana, dalla crisalide alle ali di farfalla


di Roberto Puglisi

Chi la conosce, ha suggerito: “Se scrivi di Morgana, non trattarla come una parentesi originale. Non offrirle un’occhiata morbosa. E’ una persona normale, caparbia, dolce e vera. Guarda oltre, non solo in superficie”. Bè, la superficie è solcata da un paio di occhi che si ricordano, tanto per cominciare. E poi perché dovremmo considerare Morgana Gargiulo un’eccezione alla regola? Perché è un trans? Perché ci sono operazioni di mezzo, a costellare la mutazione avvertita come necessità? Perché è stata scelta per partecipare in un ruolo importante a “Panelle e Crocché”, la prima sit-com sul web? Cè pure quello che non si vede. C’è una strada in salita, la volontà di superare gli le tagliole, fino a raggiungere la propria identità come un premio finale. Un lungo viaggio. Da fuori a dentro. Infine, di nuovo fuori per lasciar emergere il tesoro sepolto da qualche parte nella zona d’ombra, nella conca scandagliata da un cuore speleologo. Uno scherzo della natura? Morgana, casomai, è l’elogio di quel percorso a ostacoli che ci ostiniamo a chiamare normalità

Non la incontro oggi  per la prima volta. Anni fa la intervistai. Era stata appena vittima di una oltraggiosa aggressione razzista, a Palermo, in pieno centro. Morgana aveva i capelli biondi e ricci, allora. Sospirava a fiato grosso accanto a un muro. Il respiro si condensava in piccole nuvole che trattenevano a stento parole rabbiose. “Questa città fa schifo”, disse. Era una sentenza. L’ho riconosciuta dagli occhi.

Morgana, ricorda il nostro primo colloquio?
“Sì”.

Come sta?
“Bene. Sono un po’ influenzata”.

Come sta dentro?
“Benissimo, sono cresciuta”.

Questa città è sempre intollerante?
“No, è cambiata in meglio. Capisco un po’ di più la gente”.

In che senso?
“Sono andata a passeggiare con le mie nipotine in via Lincoln. Gente seminuda già alle sette di sera. Per fortuna, è da tanto che quel mondo non mi appartiene più. Comprendo chi si indigna”.

Lei a chi appartiene?
“A me stessa, finalmente. Ho affrontato il cammino, il mio percorso di trasformazione. Grazie ai miei genitori”.

Che genitori sono stati? Che genitori sono?
“Splendidi. Mio papà faceva il macellaio. Ha saputo. Ha detto: ‘Se ti servono soldi per realizzare il tuo sogno, andiamo in banca subito. Non c’è problema”.

Lei chi è, Morgana?
“Io? La più bella, no? (ride)”.

Aveva i capelli biondi. Ora sono rossi.
“Si cresce”.

Perché ha scelto di partecipare a “Panelle e Crocchè, affrontando il casting e vincendo?
“Per voglia di misurarmi”

Si vuole bene?
“Sì. Però ho un brutto carattere”.

La vedremo nella sit-com Morgana. La prima volta che ci incontrammo, mi capitò di scrivere che la crisalide stava lottando per diventare una farfalla. Questo, forse, è il momento delle ali.

da www.live.it

La storia di Selene, volontaria 2.0


Tutto il mondo la chiama, non l’Italia

A soli 26 anni lavora da tempo nel sociale con Nazioni Unite e Banca Mondiale in quattro continenti. Un mese fa ha visto tre talebani far saltare in aria una foresteria Onu a Kabul, uccidendo sei osservatori. E a febbraio sarà la più giovane relatrice a Davos per il World Economic Forum, pare su segnalazione diretta di un pezzo grosso svizzero. Eppure il nome di Selene Biffi in Italia non dice ancora nulla. E pensare che su questa ragazza milanese ma ormai cittadina del mondo cose da dire ce ne sarebbero molte, lei che lunedì tornerà in Afghanistan per pubblicare manuali in lingua dari e pashtun e insegnare alla popolazione come sopravvivere tra stenti e incuria.

Una laurea in Bocconi, un master in vista, una famiglia di piccoli imprenditori brianzoli alle spalle che le ha trasmesso la passione per il prossimo. Selene ha fondato sei anni fa Youth Action for Change, associazione nata per collegare i giovani italiani impegnati verso chi ne ha bisogno. Poi il progetto prende tutt’altra direzione e oggi è il primo programma internazionale che indirizza nell’impegno sociale centinaia di giovani tra i 15 e i 30 anni in tutto il mondo.

Selene e il suo gruppo di lavoro (ragazzi da El Salvador all’Ucraina, ndr) sfruttano al massimo ogni declinazione della Rete. Online volontari di 130 Paesi prendono parte a corsi di formazione gratuiti per ricostruire quelle fette di mondo dove uomo o natura hanno dato il peggio di sé. Tramite Facebook avviene il passaparola e il reclutamento. Tramite i blog si racconta la vita quotidiana di chi non conosce altro che la guerra.

Domanda di conoscenza e offerta di know how sono pressochè gratuiti. Ma mantenere progetti sul campo e siti Web costa lo stesso.  “Abbiamo chiesto aiuto a istituzioni e privati italiani. Qualcuno mi ha risposto: ‘Se lei avesse 50 anni i finanziamenti glieli darei subito ma così giovane non posso…’ ”. Oggi Yac vive di borse di studio e di contratti con Onu, Amnesty, Oxfam ed enti locali. “I nostri interventi hanno premi e attestazioni in tutto il mondo, addirittura ci sostiene economicamente una fondazione di Singapore ma dall’Italia solo inviti a convegni e il patrocinio gratuito del Ministero della Gioventù. Stop. Niente fondi” ammette Selene che comunque guarda in faccia disillusa la realtà : “Il nostro volontariato è apolitico e aconfessionale. Una scelta di principio e di correttezza. Ci muoviamo in libertà, superiamo il concetto tradizionale di cooperazione di sinistra o nell’ambito cattolico”. La domanda sorge spontanea: in Italia serve una denominazione di origine controllata per tendere la mano al prossimo?

Guai a guardarsi indietro: la 26enne di Mezzago (Mi) ha appena chiuso il ventesimo corso online di formazione. I corsi durano tre mesi: da un lato, ad esempio, un esperto peruviano racconta come far fruttare un terreno, dall’altro giovani dell’Uganda smaniosi di trasformare teoria in pratica sotto casa.

fonte tgcom

Facebook non è la luna, bensì il dito che la indica


di Franco Bolelli
Ogni volta che un fenomeno facciamo fatica a definirlo, ogni volta che non ne vuole sapere di stare nella gabbia delle nostre categorie mentali, è dannatamente probabile che quel fenomeno abbia qualcosa in più, che sia più ricco, più complesso, più vivo.
Prendiamo – no, non sbuffate, vi prego – Facebook. Non ricordo che gli umani abbiano mai congegnato prima un prodotto meno unilaterale, tanto capace di essere tranquillamente una cosa e anche il suo opposto. Facebook è una moda fatua e un esperimento antropologico senza precedenti. E’ un passatempo se non una perdita di tempo e un’esposizione universale di biografie individuali. E’ sostanzioso confronto di idee e futile cazzeggio, è un diluvio di informazioni in diretta e voyeurismo da buco della serratura. E’ illusorio, consolatorio tentativo di colmare i propri vuoti cercando qualcosa che manca nella propria esistenza ed è straordinaria espansione delle proprie relazioni. Se di questa bipolarità – comunque energetica – vedete soltanto una delle due anime, è perchè quella è la vostra appartenenza, il vostro mondo di riferimento.
Nassim Taleb, autore del Cigno Nero, oggi celebrato per aver previsto la crisi economica, ha elaborato questa tesi: nel nostro mondo ci sono due mondi, che potremmo chiamare Mediocristan ed Estremistan. Il primo è generalista e dentro gli schemi, il secondo portato ad avventurarsi dove gli schemi si dissolvono e si aprono nuove possibilità. Ecco, Taleb non fa riferimento a Facebook, ma la connessione è evidente.
Perchè Facebook non è la luna, è il dito che la indica: la luna è la qualità degli esseri umani che usano il più pop dei social network. Facebook rispecchia chi sei, lo evidenzia, lo amplifica. E’ questo il suo grandioso valore, ed è per questo che trovo Facebook assolutamente appassionante, è perchè crea opportunità e le estende sempre di più. Se tu sei una zucca, non è che Facebook ti trasforma in carrozza con i cavalli: ma genera opzioni che poi tocca a ciascuno di noi giocarsi da sè. Ad esempio, sta a noi decidere se i contatti generati lì resteranno confinati in rete o si estenderanno ai corpi: Facebook ce ne offre comunque la possibilità, anzi di più, ci svela che web e corpo, biologico e tecnologico, non sono affatto in opposizione, stanno benissimo mano nella mano. Una più ampia possibilità di scelta: non credo che a un fenomeno, a uno strumento, si possa chiedere più di così.

Messin.it: 70 redattori e 5000 visitatori al giorno


di Alessio Testa

Sono i numeri di Messin.it , un ponte ideale tra la Sicilia ed il continente. Il web accorcia le distanze.
Messina: 70 redattori  e 5000 visitatori al giorno
Da marzo 2009 un nuovo portale appaga la voglia di informazione dei giovani messinesi, e di tutti gli italiani che navighino – in ogni senso – tra i 13 e i 35 anni.
Grazie al costante impegno di settanta studenti del corso di laurea in “Editoria e Giornalismo” dell’Università di Messina, MessIN  raccoglie quotidianamente approfondimenti e recensioni di ogni genere nelle sue tante sezioni.
Lo staff è fortemente aiutato, nel trattare gli ambiti più “di nicchia” dagli utenti dello stesso portale 2.0, che sono liberi di autopromuovere le loro iniziative, le loro idee, le loro realtà professionali o studentesche.
Nella città dello Stretto si forma dunque una nuova piazza, un luogo che rappresenta tutte le sue declinazioni, che le fa incontrare e migliorarsi tra loro in un caleidoscopico meltin’pot virtuale.

Nato dall’iniziativa di due giovani 22enni,  Gaetano Biondo ed Antonio Catalano, MessIN è cresciuto fino ad oggi, in regime di “editoria pura”, cioè di autofinanziamento, grazie alle capacità creativo-coordinative del primo, alla vena manageriale del secondo, ma soprattutto grazie alla tenacia e al talento dei suoi redattori, che tentano, con un proprio prodotto e con le proprie idee, di farsi strada nel mondo del giornalismo.
Sì, perché MessIN è un “social magazine” aperto ad ogni orientamento politico, culturale e religioso.
Questo anticonformismo è connaturato, ed equilibrato, dall’eterogeneità della redazione e dalla possibilità offerta a tutti i movimenti ed a tutte le associazioni (anche di tipo commerciale, ma previa concessione di una “donazione”) di esprimersi gratuitamente, 24h su 24, in una propria sezione personalizzata e visibile in home page.
Si tratta di MEspace, una spazio per chi vuole mettersi in gioco e in vetrina, sotto l’attenta moderazione dello staff di MessIN.
Il sito web www.messin.it ha una media di circa 5000 visite uniche al giorno.
 
Come hanno potuto due giovanissimi concepire e realizzare, in così breve tempo, un progetto grande e multiforme come questo?
Secondo Gaetano Biondo, «lo spirito di sacrificio, unito ad un pizzico di bravura, fa ottenere risultati inaspettati.
In soli otto mesi, grazie ad un’idea unica sul territorio in cui viviamo, siamo riusciti a collaborare con moltissimi media adulti, a stimolare i ragazzi creativamente con la produzione di format, a diventare vero e proprio snodo tra i giovani ed il mondo dell’informazione…oltre che, con il sito, tra l’informazione, riproposta in modo fresco, e i giovani».
Della stessa opinione è il suo “compagno di avventura”, Antonio Catalano.
Per il responsabile dell’amministrazione progettuale, i progressi di MessIN non possono affatto attribuirsi solo a due persone.
«La nostra unica intuizione è stata quella di lasciare spazio – continua Catalano – alle idee di tutti, dirigendole e trovando ad ognuna la propria collocazione.
Così son saltati fuori splendidi progetti universitari, scolastici, conferenze sul mondo della comunicazione e anche un’opera di bene: un calendario, da noi co-prodotto, con l’associazione “Flawless”, il concorso di Miss Mondo Italia e il fotografo Dino Sturiale, i cui proventi (dilazionati in 60.000 copie distribuite dalla “Gazzetta del Sud“) andranno ad alleviare le sofferenze degli alluvionati della zona sud della nostra città».
Effettivamente MessIN non è oggi solo un social magazine, ma qualcosa di molto più vasto: un modo di aggregarsi ed aggregare, di contare qualcosa, di adattare ai giovani il reale grazie alle possibilità concesse dal virtuale.
«Il programma di ‘MessINsieme’ e ‘MessINateneo’, le due entità a cui legalmente si ascrive MessIN – spiegano alcuni ragazzi dello staff -, mira infatti alla realizzazione concreta di progetti ed eventi che coinvolgano attivamente l’università, la scuola (studenti ed insegnanti) ed il mondo del lavoro; che portino magari chiunque abbia idee, speranze, volontà, ad unirsi a noi».

da www.newsfood.com

Fine vita. Olanda: on line lista di farmaci per togliersi la vita


di Sara De Carli

Una pagina web, accessibile pagando 17 euro di quota associativa. «Ma diamo informazioni, non istruzioni», si difende l’associazione

 Da noi ha destato scalpore un romanzo, quel “Vi perdono” di Angela Del Fabbro, pseudonimo che nasconde (pare) la storia vera di Miele, che fa la spola con il Messico per comprare sedativi per cavalli con cui poi garantire una morte dolce e insospettabile a quanti, in Italia, sono stanchi di vivere.

 In Olanda hanno fatto molto di più: l’olandese NVVE-Associazione per la fine volontaria della vita ha messo su Internet un sito di istruzioni al suicidio. La notizia è ripresa in Italia da Audc. L’associazione ha messo on line una guida al suicidio con farmaci: ci può accedere, in due ore, chiunque abbia compiuto sedici anni e si registri all’associazione NVVE, pagando la quota annuale di 17,50 euro. “Sappiamo che molte persone cercano questo tipo d’informazione. E vogliamo impedire che si uccidano nei modi più brutali, gettandosi sotto il treno o impiccandosi”, ha spiegato la direttrice Petra de Jong al giornale De Volkskrant. «Questi metodi non danno rischi per la gente che sta attorno o per eventuali “salvatori”. Crediamo che la gente debba poter morire con dignità».

La de Jong non crede che la sua associazione possa essere perseguita per quest’iniziativa, sebbene in Olanda l’aiuto al suicidio sia vietato. “Noi diamo informazioni, non istruzioni. Non agiamo in proprio, non prescriviamo farmaci, non abbiamo medici che aiutano i pazienti a morire. Forniamo solo informazioni”. I farmaci proposti sono indolori, hanno obbligo di ricetta e portano alla morte entro due-dodici ore

 da www.vita.it