Rugby, Gareth Thomas fa outing: “Sono gay”


thomas, leggenda del britannico, ex capitano del , entrato nella storia della palla ovale dei ‘’ per essere stato il primo giocatore a tagliare il traguardo delle 100 caps, in un’intervista al ‘Daily Mail’ confessa di essere .

“Il è lo sport più duro. Io sono un giocatore di . E sono . Non voglio essere identificato come un giocatore omosessuale. Prima di tutto sono un giocatore di . Sono un uomo”.

“Il è lo sport più ‘macho tra quelli maschili. Questo regala un’immagine ai giocatori – afferma Thomas -. Il per molti versi è barbarico. Non avrei potuto fare senza prima essermi affermato come giocatore e senza essermi guadagnato il rispetto sul campo – continua l’ex ala gallese, che ritiene di aver scelto “il momento giusto” per uscire allo scoperto -. Il era la mia passione, la mia intera vita e non ero pronto a rischiare di perdere tutto ciò che ho amato. Capita di essere : quello che faccio quando chiudo la porta di casa mia non ha nulla a che fare con ciò che ho conquistato in campo”.

“E’ diffcile essere l’unico giocatore di livello internazionale pronto a rompere il tabù – confessa -. Guardando i numeri, non posso essere l’unico. Ma non ho notizia di altri omosessuali ancora in attività. Sarei felicissimo se, nell’arco di 10 anni, questo non fosse più un argomento da affrontare nello sport. Sarei felice se la gente dicesse: ‘E allora?’ – aggiunge Thomas che proprio in Nazionale ha fatto il primo parziale.

Merito del tecnico . “In qualche modo – racconta il giocatore – se ne era accorto. Mi ha portato in infermeria, ha chiuso la porta e io gli ho detto tutto. Dopo aver tenuto tutto segreto per tanto tempo, mi sono sentito sollevato”. Johnson ha suggerito di rivelare la notizia ai compagni più fidati. “L’ho detto a Stephen Jones e a Martyn Williams. Ricordo che, mentre li aspettavo in un locale, ero terrorizzato e mi chiedevo cosa mi avrebbero detto. Poi sono arrivati, mi hanno dato una pacca sulla spalla e mi hanno detto: ‘Non ci importa. Perché non ce l’hai detto prima?’”.

Thomas ha dovuto fare i conti con problemi ben più gravi a casa. Il matrimonio con la sua ex moglie, Jemma, è ovviamente naufragato. “Mi sentivo solo e depresso. La mia vita stava andando in pezzi. Io e Jemma ci stavamo separando, avevo paura del futuro e di essere un single. Andavo a vedere la spiaggia dalle scogliere vicino al nostro cottage. Pensavo solo a saltare e a farla finita”.

Thomas, 35 anni, soprannominato dai suoi tifosi “The Ayatollah”, è entrato nella storia del della propria nazione il 26 maggio del 2007 quando con le sue 93 presenze in nazionale ha superato l’idolo di casa, Gareth Llewellyn. Durante la Coppa del Mondo del 2007 ha poi raggiunto quota 100 con i ‘’. Ha giocato 3 anni in Francia con il Tolosa e nel 2007 è rientrato in patria.

da www.blitzquotidiano.it

Gran Bretagna: a 12 anni studierà matematica all’università


A soli 12 anni, , originario del , comincerà gli studi universitari in e alla per conseguire la laurea a 16 anni: ha dichiarato di voler fare l’astronauta e se continua di questo passo ci riuscirà sicuramente. Il bimbo, malgrado sia un  prodigio probabilmente è affetto da una forma di autismo, la sindrome di Asperger.

 Cameron fa fatica a giocare con i compagni della di , un villaggio del settentrionale, ma fin dall’infanzia ha stupito i suoi familiari con le evoluzioni aritmetiche più impressionanti. I suoi genitori Roderick, 35 anni, e Alison, 32 notarono per la prima volta la sua bravura con i numeri quando aveva solo 4 anni e si mise a parlare con la sua maestra d’asilo di numeri negativi. Alle scuole medie il suo genio brillava sui test di quantistica. Laddove il punteggio più alto era 140, lui prendeva 141.

 Insomma, Cameron è apparso subito essere un prodigio. Lo scorso maggio i suoi insegnanti hanno stabilito che l’intelligenza del bambino era sacrificata per i programmi di studio delle medie e hanno chiesto alla di concedergli  di accedere ai corsi di , nonostante la tenera età: ora, malgrado, la scuola non sia ancora finita, Cameron ci potrà andare.

 Orgoglioso del piccolo, il padre racconta: «Si trova già al secondo anno e alla fine dello scorso modulo di studi ha raggiunto un punteggio altissimo, l’89%. E mentre tutti finiscono i corsi e danno gli esami a giugno, Cameron ha terminato il primo anno due settimane fa». Così Cameron potrà ambire ad una seconda laurea, dopo i 16 anni.

Ma il papà di Cameron, informatico, teme comunque per la sua crescita relazionale: «Le sue abilità matematiche sono strabilianti, ma noi da tempo sospettiamo che abbia la sindrome di Asperger. Spesso fa fatica a relazionarsi con gli altri bambini e tende a chiudersi in se stesso per giorni». I genitori non hanno dubbi anche perché tra gli altri due figli, c’è Bethany, 8 anni, che mostra la stessa genialità di Cameron. Nessun medico però ha ancora firmato una diagnosi di questo genere.

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