“Settembre sulla pelle”


di Tiziana Mignosa

Senza sapere come

ti ritrovo lungo la traiettoria del mio sguardo

visione che carezzo

mentre sto guardando

dove invece dovrei vedere.

.

Nessuno percepisce il gusto pieno

quello che furtivo m’assaporo

voglia d’assecondar la voglia

e mentre si diffonde il desiderio

gocciolo miele sulla tua preziosa essenza.

.

D’audacia sussurro allora dolci note al tuo orecchio

parole in sintonia coi fatti

flussi intensi di piacere

a intreccio sui bisbigli accalorati

che in verità dicono ben altro.

.

Ghirigori a lunghe onde

vanno e poi ritornano

invisibili gli intrecci

sul gioco inconfessato

che informa senza parlare.

.

E adesso che anche il tempo

pesa di più dietro alle spalle

mi chiedo perché non t’ho mai incontrato prima

e poi chissà

come sarebbe stato.

.

Ma quando i passi avevano

la vista tutta davanti

c’era ben altro a cui pensare

e mentre io tramavo l’oggi

chissà tu dove orbitavi.

.

E pure gli occhi

di piacere mi si colmano anche adesso

ora che il tuo fascino col tempo

t’ha reso il viso un po’ sgualcito

e bello, forse, pure più di prima.

.

E mica serve che io mi dica

che anche se ne avessi avuti venti

pure così saresti stato al centro

perché quello che di te vedo

è quello che da sempre avrei voluto avere.

.

Le cellule staminali ridanno la vista


di Matteo Clerici

Le cellule staminali per ridare la vista, a persone che l’avevano perso, parzialmente e totalmente. Questo il nucleo di una ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dell’Istituto Scientifico San Raffaele (di Milano) e del Centro di Medicina Rigenerativa Stefano Ferrari (di Modena), diretta dalla dottoressa Graziella Pellegrini e pubblicata dal “New England Journal of Medicine”. La squadra della dottoressa Pellegrini ha preso in esame 107 pazienti, tutti con un occhio danneggiato (parzialmente o totalmente) da bruciature, causa di prodotti chimici. Gli scienziati hanno prelevato le cellule staminali dal limbo, la regione al limite della cornea, dell’occhio sano e le hanno fatto moltiplicare in laboratorio, su una pellicola sottile. Successivamente, sono state inserite nell’occhio lesionato: il tutto ha richiesto solo un millimetro quadrato di limbo. L’osservazione ha mostrato come, su 107 occhi trattati, 82 sono tornati alla vista totalmente e 14 hanno recuperato parzialmente la visione. Inoltre, i miglioramenti dei malati sono stabili, tanto che alcune persone sono state trattate oltre 10 anni fa e la loro “nuova” corneasi è dimostrata in grado di reggere nel tempo. In generale, la tecnica ha avuto pieno successo nel 75% dei casi, tra cui quello di un uomo che aveva perso la vista 60 anni fa. Gli esperti fanno notare che i trapianti di cellule staminali sono conosciuti da anni (ad es: contro la leucemia) ma in oculistica sono relativamente poco usati. Inoltre, la tecnica appena usata presenta due grandi vantaggi rispetto alla procedura standard, cioè il prelievo di tessuti da cadavere. Infatti, il metodo degli scienziati modenesi usa cellule dello stesso paziente, perfettamente compatibili e che rendono superfluo l’utilizzo di farmaci immunosoppressori. Conclude la dottoressa Pellegrini: “Questo tipo di terapia si utilizza quando sono irrimediabilmente compromesse le staminali dell’occhio, ed è ipotizzabile impiegarla anche in altri tipi di malattie che hanno questa caratteristica. Quando le staminali dell’occhio non sono danneggiate ci sono alternative terapeutiche, come i trapianti di cornea, ma questi falliscono se l’occhio ha perso la sua capacità rigenerativa”. Infatti, i soggetti presi in esame avevano alle spalle 4-6 trapianti di cornea, fallimenti che avevano anzi peggiorato la situazione. Al momento, la scienziata con la sua squadra è ancora al lavoro, esplorando nuove possibilità perchè “Una volta che abbiamo imparato come manipolare le cellule è sorta naturalmente la voglia di iniziare a lavorare su altri epiteli”.

da www.newsfood.com

“Non farmi male”


di Tiziana Mignosa

Tienimi compagnia
in questa notte dove la luna
il sipario ha abbassato sulla memoria
e dove il mare
una culla nuova ordisce
per lasciarmi riposare.
 
Tienimi compagnia
in questo buio che non fa più paura
adesso che la zampata
sull’alba che gentile avanza
è sofferta eco
che lentamente s’allontana.
 
Tienimi la mano
non farmi male
ora che la vista
non è più appannata goccia sulla lastra
dove la delusione
s’è lasciata scivolare.
 
Raccontami di te
mentre raccatto e temo
frammenti di fiducia andati a male
adesso che l’acerba luce
mi ricorda il giorno frettoloso
che s’è impiccato prima che arrivasse sera.
 
Lividi
senza cerotti né dottore
sfumano sul roseo profumato della pelle
e mi rammentano
che sul bocciolo calpestato
è fiorita un’intera piantagione.
 

“Scene replicanti”


di Tiziana Mignosa

Gli eventi

non amano gli specchi

anche quando copione e attori

rimangono gli stessi.

Minuti scompagnati

su scene replicanti

vista uguale

e gusto differente.

Bianco e nero

livido contrasto col pensiero

tracce di domande che al cielo arrivano

emozioni a pioggia sopra il capo.

“Imago”


di Angela Ragusa

Specchio di un lago
che di tumulti
increspi la quiete,
quando l’ immagine mia
rifletto sui tuoi occhi…

…e nulla ritorna alla vista
se non sembiante
di fantasma che sfuma,
tanto, dentro te,
impalpabile essenza
io sprofondo.