Sinceri vs perfetti bugiardi, la sfida non solo a parole. Tutti i segreti in un libro


Il linguaggio segreto della bugia in un libro. Esce il 29 aprile “Il manuale del perfetto bugiardo” (Manifestolibri, 160 pp, distribuito da Messaggerie). Autore Flavio Pagano . In un mondo ipermediatico dominato dall’immagine, quale è quello in cui viviamo, riuscire a capire chi mente, osservandolo e ascoltandolo, è fondamentale. Toccarsi il naso, tossire, fare “linguini”, accavallare le gambe, e innumerevoli altri segni costituiscono infatti l’alfabeto del corpo, e conoscerlo consente di smascherare anche il bugiardo più esperto.

Scoprire chi tra D’Alema, Fini o Berlusconi mente di più (se lo fa…) semplicemente osservandoli in tv, oppure scoprire se il nostro partner è fedele o ci riempie di corna, o se un collega o una persona con cui siamo in affari è affidabile o ci vuol prendere in giro, non sarà più un problema. Con questo nuovo libro interattivo Pagano ci conduce oltre i confini della verità, all’insegna di un fondamentale principio guida: il vero bugiardo mente agli altri, ma mai a se stesso.

Un test preliminare ci indicherà il nostro livello di partenza, e uno finale ci diplomerà “maestro bugiardo”. A quel punto vorrà dire che avremo imparato a mentire senza che nessuno se ne accorga, neanche noi stessi.

“Mentire”, scrive l’autore, “vuol dire fare l’amore con la verità”. La bugia ha dunque in sé qualcosa di positivo? A volte sì, quando serve ad ampliare ed arricchire la realtà, e non a soffocarla.

Tre le categorie: il “tipo Pinocchio”, il “tipo Munchausen”, e il “tipo Ulisse”, con precisi caratteri fisici e psicologici, e nella quali potremo incasellare inesorabilmente le persone che ci circondano. Comprese quelle che incontriamo nell’universo virtuale, perché non bisogna dimenticare che anche community come Facebook (cui è dedicato un capitolo) possono rivelarsi paradisi per i bugiardi e inferni per gli ingenui.

fonte Adnkronos

La Mostra su De André sbarca a Roma. All’Ara Pacis viaggio nella vita e la musica di Faber


Una settimana dopo il 70° anniversario della nascita di Fabrizio De André, arriva a Roma l’esposizione multimediale e interattiva ideata da Studio Azzurro che racconta la vita, la musica, le esperienze e le passioni che hanno reso “Faber” unico e universale. Anche Roma, dopo Genova e Nuoro, rende omaggio a De André ospitando negli spazi espositivi del Museo dell’Ara Pacis, dal 24 febbraio al 30 maggio, “Fabrizio De Andre’. La mostra”. Attraverso la narrazione virtuale, multimediale e interattiva viene proposta al pubblico un’esperienza emozionale, attraverso cui ognuno potrà mettersi in relazione con l’universo di “Faber”. 

Il racconto e la rappresentazione visiva, testuale e musicale si offrono dense di suggestioni ed emozioni e il pubblico, potrà di volta in volta scegliere quale immagine di “Faber” sviluppare per sé, in relazione con il proprio vissuto.

La mostra affronta i grandi temi della poetica di De André: la società del benessere e il boom economico degli anni ’60, gli emarginati e i vinti, la libertà, l’anarchia e l’etica, gli scrittori e gli chansonniers, le donne e l’amore, la ricerca musicale e linguistica, l’attualita’ nella cronaca, i luoghi rappresentativi della sua vita.

“Questo omaggio a Fabrizio De André – afferma in una nota Umberto Croppi, assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma – rappresenta un vero e proprio atto di riconoscenza che Roma dedica a un poeta sinceramente amato. Il pubblico della nostra città lo adorava, i suoi pochi concerti erano sempre gremiti di spettatori di ogni età, come se la memoria e l’utopia, che magicamente coabitavano nelle sue canzoni, riuscissero a restituire a nostri luoghi la loro simbolica perennità”.

“Come tutti gli artisti che, per loro stessa natura, erano incapaci di aderire pienamente a un’idea e men che meno di riconoscere forme di potere e di autorità – prosegue Croppi – il postumo destino di Fabrizio De André è stato quello di appartenere, senza distinzioni, alla gente comune. Ma se proprio volessimo discernere da essa un ristretto gruppo di privilegiati, ebbene senz’altro penseremmo a quel mondo degli esclusi, dei diversi e dei diseredati che egli, quant’altri mai, seppe raccontare con la potenza dei suoi versi”.

“Anarchico senza cedimenti – aggiunge Croppi – solidale e mai ipocrita (‘I veri sequestrati sono loro!’ disse dei suoi stessi rapitori sardi il giorno dopo la liberazione), eterogeneo e irriducibile, mai omologato ad alcun sistema di pensiero, De André ha saputo illustrare la nostra letteratura novecentesca perche’ la sua voce seppe cantare la liberta’ intesa come eterno desiderio, come rivolta interiore, come voglia di credere in altre idee, ancora da concepire”.

“In un periodo in cui la famiglia e la comunità conoscevano una crisi senza precedenti, Fabrizio – sottolinea Croppi – riuscì non soltanto a conciliare la sua generosa umanità con la filosofia dell’oro di un padre importante ma anche a formare con Dori Ghezzi un sodalizio sentimentale e artistico di solida dolcezza, al quale noi estimatori siamo riconoscenti, visto che ci permette tuttora di godere della creatività di questo protagonista della poesie e della canzone italiane. Anche grazie a questo lascito, così amorevolmente custodito, nell’animo di ciascuno di noi almeno una strofa di una sua canzone resta impressa come il segno incancellabile di un’affezione, di una vicinanza reale, di uno scatto emotivo che gli dobbiamo. Ed è conseguenza – conclude – che ci manchi e che non lo dimenticheremo mai”.

L’esposizione, a cura di Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia, è promossa da Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Sovraintendenza ai Beni Culturali, Fondazione Fabrizio De André onlus, Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Zétema Progetto Cultura.

fonte Adnkronos

Salute: pediatri, è web-boom, su Facebook si fa a gara di amicizie


Continua la crescita dell’utilizzo di Internet da parte degli adolescenti italiani che diventa prevalentemente femminile. E’ facebook il fenomeno dell’anno, attraverso cui si ricercano amici anche sconosciuti ”purche’ siano fighi”. E’ quanto emerge dall’edizione 2009 dell’indagine ”Abitudini e stili di vita degli adolescenti” che la Societa’ Italiana di Pediatria presentera’ domani a Pisa nell’ambito del Convegno ”La Societa’ degli adolescenti”.

Dall’indagine – che ha il Patrocinio del Ministero della Gioventu’ e che viene svolta annualmente dal 1997 su un campione nazionale di 1300 studenti delle scuole medie di eta’ compresa tra i 12 e i 14 anni – emerge che l’utilizzo tra gli adolescenti del pc, e in particolare di internet, dal 2000 a oggi e’ cresciuto in modo costante e netto. Nel 2000 solo il 37% aveva in casa un computer (nella grande maggioranza dei casi senza collegamento web) e ad aver navigato in internet almeno una volta era poco piu’ del 5%.

Oggi il 97% ha un computer in casa (il 16% ne ha addirittura piu’ di due) il 51% va online tutti i giorni (55% delle femmine) e il 16,7% lo fa per piu’ di 3 ore al giorno.

Chat e messenger sono utilizzati da oltre il 75% degli adolescenti e circa l’80% e’ abituale frequentatore di You Tube (il 22% ha gia’ inviato un suo filmato). Il 41% ha un suo blog, nel quale inserisce prevalentemente foto e musica (e le femmine, molto piu’ dei maschi, inseriscono anche proprie riflessioni sulla famiglia, le amicizie, l’amore).

Su facebook, fenomeno dell’anno, ha gia’ la propria scheda oltre il 50% degli adolescenti (53% delle femmine) e un ulteriore 17% dichiara di essere in procinto di iscriversi.

La gara e’ avere piu’ amici possibile e’ quindi ci si propone a sconosciuti, a condizione – come ha raccontato una tredicenne coinvolta in uno dei focus group realizzati per l’indagine – ”che siano fighi”.

Il computer e’ diventato sempre piu’ ”personal”, nel senso che oltre il 54% lo ha nella propria camera e il 21,7% naviga in Internet la sera tardi prima di addormentarsi. ”Un aspetto – sottolinea Giorgio Rondini dell’Universita’ di Pavia, gia’ Presidente della Societa’ Italiana di Pediatria e ideatore dell’indagine SIP sugli adolescenti – che evidenzia come i ragazzi siano sempre piu’ autonomi, e probabilmente poco controllati, nella navigazione in internet”

fonte ASCA