Noa: la Bibbia nel bene e nel male


di Sara De Carli

La cantante al Festival biblico, che apre oggi a Vicenza 

Con la sua musica internazionale e multietnica, che intreccia jazz, pop,  rock e sapori mediorientali, la cantante israeliana Noa diffonde un messaggio  di pace e di dialogo fra i popoli. Tanto da farne quasi un timbro musicale.  Sarà lei – domenica 30 maggio – a chiudere la sesta edizione del Festival Biblico, che si apre oggi a Vicenza: tema della sesta edizione «L’ospitalità delle Scritture». 

Il fitto programma di incontri e spettacoli  prende il via con una lectio magistralis di Enzo Bianchi, che ci ricorderà  come l’ospite «non è colui che scegliamo di invitare in casa nostra», ma  «colui che emerge, non scelto, davanti a noi: è colui che giunge a noi  portato semplicemente dall’accadere degli eventi e dalla trama intessuta  dal nostro vivere, perché l’ospitalità è crocevia di cammini». Per questo  per il Priore della Comunità di Bose «ospitare è uscire dalla logica dell’inimicizia,  è fare del potenziale nemico un ospite». Un concetto che condivide anche  Noa, come spiega in questa intervista raccolta per Vita

VITA: Il Festival  sostiene che dalla Bibbia possiamo imparare una forma di ospitalità che  guarda allo straniero non come minaccia ma come messaggero di Dio, irruzione  dell’altro. Sicuramente un tema attuale, ma pensa che davvero sia possibile  per una società laica trovare esempi praticabili nella Bibbia?
NOA:
Non  c’è dubbio che viviamo in un mondo che potrebbe avere un senso di ospitalità  più profondo, soprattutto verso gli immigrati. Credo che una persona che  ha sofferto o è stata perseguitata meriti di avere una chance per migliorare  la sua vita. Se quella persona è accolta a braccia aperte, sono certa che  lavorerà duro e si impegnerà al massimo per tentare di essere all’altezza  della possibilità che ha ricevuto e per diventare parte integrante e produttiva  quella società che gli ha aperto le porte. 

VITA:Cos’è per lei l’ospitalità?  Nella sua vita quotidiana e in senso sociale…
NOA:
Ospitalità significa  accettare coloro che sono diversi da noi, gli sconosciuti, specialmente  quelli che hanno bisogno di aiuto. Significa accogliere nelle nostre case  e nella nostra vita tutte le persone, indipendentemente dalla loro razza,  religione, status sociale, nel segno dell’arricchimento reciproco. Personalmente,  oltre a collaborare con musicisti con background culturali vari, che è  già di per sé una forma di ospitalità, mi piace invitare a casa mia persone  dalle più varie estrazioni, come nostri ospiti. È una lezione importante  per i miei figli: dopo tutto non c’è miglior lezione che un’esperienza  personale. 

VITA:Lei ha detto che «la religione apre i cuori ma non le  menti»: qual è il suo rapporto con la religione in generale e in particolare  con la Bibbia?
NOA:
Non sono una persona religiosa. Credo solo nell’amore,  nella compassione, nella gentilezza e nella generosità. Credo che nessuna  religione possa vantare il monopolio su questi valori, che sono le cose  più importanti nella nostra vita. La religione ha dimostrato troppo spesso  di essere una fonte di conflitto, odio e miseria e la maggioranza dei leader  religiosi tradiscono costantemente il loro ruolo: invece di offrire conforto  e guida spirituale, promuovono sempre di più l’odio. Quanto alla Bibbia,  trovo che sia un’interessante documentazione di tutti gli aspetti dell’umano,  con tutta la sua complessità. C’è molto da imparare nella Bibbia, sia nel  bene che nel maleda www.vita.it

Vicenza: serve midollo osseo, si presentano 300 donatori


San Bassano San Bassano Giovanni ha bisogno di un trapianto di midollo, all’appello rispondono 300 giovani. Si sono presentati al centro trasfusionale di in risposta ad un appello lanciato attraverso i media e la rete internet da un 22enne colpito da una malattia rara che rende necessario il trapianto di midollo.

 «Potete salvarmi, forse non sapete quale potere abbiate» aveva scritto Giovanni, originario di (), in una lettera aperta inviata ai quotidiani. Ma è stato soprattutto il tam tam sulla posta elettronica e sul social network – riporta stasera il sito de ‘Il Gazzettinò – a smuovere tantissimi coetanei di Giovanni, molti dei quali, senza conoscerlo, si sono messi in fila davanti al centro prelievi del San Bassiano al fine di sottoporsi alle analisi per la tipizzazione del midollo.

 Un numero così elevato che le prenotazioni per le 90 analisi disponibili nella prima giornata si sono chiuse quasi subito, costringendo altri ragazzi a tornare nei giorni successivi. Tra quanti si sono fatti avanti per aiutare il giovane vicentino anche un 28enne che ha già donato il proprio midollo ed una giovane studentessa che vive proprio grazie ad un trapianto

 da www.blitzquotidiano.it

Vicenza: suicida un detenuto 60enne


“Un detenuto 60enne,di origine vicentina e ristretto nella Casa Circondariale di Vicenza, per reati contro minori, si è tolto la vita, intorno alle ore 16.30 di ieri, impiccandosi con il lenzuoloin dotazione. A nulla sono valsi i tentativi di rianimazione posti in essere dal personale di polizia penitenziaria e dei sanitari del 118 accorsi sul posto. ”Ne da notizia il Segretario Generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio SARNO che sottolinea come il suicidio di Vicenza porti a 70 il numero complessivo dei suicidi dall’inizio del 2009

“ Continua la strage nell’indifferenza e nel silenzio. Nemmeno questa incredibile pila di cadaveri sembra scuotere l’Amministrazione Penitenziaria e il Ministero della Giustizia. Siperpetua una intollerabile indifferenza verso il dramma penitenziario, che investe e seppellisce chi nelle galere sconta il supplizio di Stato e la tortura di un lavoro difficile, duro, sottovalutato ed ignorato. “

La UIL PA Penitenziari, attraverso il proprio Segretario Generale si appella alla Presidenza della Repubblica perché si possano dare quelle risposte necessarie ad evitare il disastro “ Rivolgo un appello al Capo dello Stato perché autorevolmente richiami ognuno alle proprie responsabilità. Quelle del Ministro Alfano, per dire, sono quelle di provvedere in chiave politica a questa emergenza; fornendo risposte e attivando politiche deflazionatorie dell’incredibile sovrappopolamento e porre rimedio alla grave carenza organica della polizia penitenziaria.

Quelle del DAP, Ionta in testa, sono di gestire le criticità e di assicurare una presenza (che ora non si vede e non si sente). Una Amministrazione efficiente sarebbe in grado quanto meno diguidare, orientare, sostenere, comunicare, ascoltare il personale . Purtroppo- chiude SARNO – tutto ciò risponde solo ai nostri pii desideri, mentre la macabra conta dei cadaveri continua.

Proprio a Vicenza i detenuti da circa venti giorni battono ogni tre ore contro i cancelli e le grate per protestare contro le condizioni di vita e la gestione dell’istituto. E’ comprensibile, quindi,come il personale subisca da un lato gli effetti della protesta dall’altro l’indifferenza dell’Amministrazione.

Da www.popenuil.it