“Non si muore solamente”


di Tiziana Mignosa

Le persone non muoiono soltanto

quando smettono di contare giorni

a volte semplicemente vanno via

e altre il corpo lasciano a pascolare

mentre il canto della follia

la loro mente intona.

.

Quando della morte

uno dei suoi aspetti incontri

che sia quello ufficiale

o uno dei due non riconosciuto tale

è sempre uno strappo al cuore

che non può non fare male.

.

Tutti abbiamo sempre dato credito

al fatto che morire

come qui s’intende

sia il male più pesante

che mai possa capitare

a noi ancora uomini di così poca fede.

.

Eppure anche gli altri due

non posseggono buchi nelle tasche del tormento

quando nel secondo sai che c’è

ma è passo altrove e negazione di presenza

nel terzo invece gli occhi si colmano d’aspetto

ma il singhiozzo si fa pozza nel dolore dell’assenza.

.

“Canta per me”


di Tiziana Mignosa

Sui dodici rintocchi

canta per me

la gioia che d’arancio esplode

e il sogno custodisce

riflessi d’acqua scintillanti

che negli occhi si specchiano festosi.

Nell’esotica calura

al piacere intenso

palpebre

si cercano e si sfiorano

mentre il calabrone

tratteggia cuori senza nomi tra la terra e il sole.

Canta per me

l’estate colle sue frizzanti voglie

quando la cicala intona

il canto caldo della siesta

e i bimbi

al sonno preferiscono giocare.

Estate

stagione mia diletta

dea indiscussa dell’Amore

sulla trasparenza dell’azzurro

cubetti a gocce

frescura seducente sul bollore.

Lo sguardo è a cerchio

mentre s’accumula tra la pelle e i sensi

il desiderio

che di fumo e buchi

le tasche dei viandanti colma

ti penso … e non ti trovo.

Canta per me

il caldo soffio

quando l’anima

passeggia nuda

tra i pensieri e il mare

e la notte si concede alla magia

quando in silenzio

la luna coglie

i sospiri caduti dalle stelle

sogni e fantasie

che gli uomini

non hanno preso al volo.

“Teatro” da “Il colore de giorni di un ergastolano” di Sebastiano Milazzo dal carcere di Spoleto


Nessuno più parla

Si chiudono le porte.

Non sento più niente

Si son chiuse le porte.

In questo teatro

Che senso di morte!

Noi cosa siamo

Uomini o numeri?

E quelli in platea

Chi sono, spettatori?

In questo teatro

Che senso di morte

Chi non recita e canta

Finisce che muore.

Sesso: le donne sono attratte dagli uomini in rosso


E’ il simbolo del coraggio e del sacrificio, del peccato e del sesso, del potere e della passione: sarà per questo che le donne si sentono più attratte dagli uomini in rosso. A sostenerlo è uno studio pubblicato sul Journal of experimental psychology, secondo cui le donne trovano più attraenti gli uomini vestiti di rosso o anche solo circondati di rosso, rispetto a quanto succede con altri colori.

“Il rosso è pensato generalmente con un colore sexy solo per le donne – spiega Andrew Elliot, dell’università di Rochester – I nostri risultati suggeriscono invece che il legame tra rosso e sesso valga anche per gli uomini”. Per dimostrarlo i ricercatori hanno mostrato a 25 uomini e 32 donne una foto in bianco e nero di un uomo con una maglietta, circondato da una cornice rossa o bianca. Usando una scala da 1 a 9, dovevano rispondere a tre domande: quanto trovi attraente questa persona? quanto piacevole è a guardarla? se la dovessi incontrare faccia a faccia, la troverei attraente?

Il rosso ha entusiasmato solo le donne. Quelle che guardavano gli uomini circondati da una cornice rossa o bianca davano punti più alti a quelli in rosso perché più attraenti. In un altro esperimento, un gruppo di 55 donne ha guardato le foto di uomini vestiti con una maglietta rossa o verde, e anche in questo caso gli uomini in rosso hanno ottenuto il miglior punteggio. Le donne li ritenevano anche più desiderabili ed erano più propense ad avere rapporti sessuali con loro.

“Gli uomini dovrebbero essere consapevoli che il colore rosso – concludono – può aiutarli in camera da letto così come in sala riunioni. Un uomo che si veste in rosso si sente dominante, quindi più sicuro di sé e si comporta in modo da tale da impressionare le donne”.

da http://www.blitzquotidiano.it

I cani, gli uomini e le donne


PERCHE’ I CANI SONO MIGLIORI DELLE DONNE – 1) Il padre di un cane non verrà mai a cercarti 2) Un cane apprezza che tu lasci i vestiti sul pavimento 3) Il cane limita il suo tempo in bagno ad una veloce bevutina 4) Un cane non si aspetta che gli telefoni 5) Un cane non impazzisce se ti dimentichi il suo compleanno 6) Un cane non si preoccupa dei cani che hai avuto in precedenza 7) Un cane non si aspetta mai fiori 8) Più fai tardi, più e’ felice di vederti 9) Un cane non fa shopping

PERCHE’ I CANI SONO MIGLIORI DEGLI UOMINI – 1) I cani non hanno problemi a mostrare i loro sentimenti in pubblico 2) I cani sentono la tua mancanza quando sei partita 3) I cani si sentono in colpa quando hanno fatto qualcosa di sbagliato 4) I cani ammettono di essere gelosi 5) I cani sono molto espliciti nel chiedere di uscire 6) I cani non giocano con te criticandoti e ridendo su come lanci la palla 7) Puoi addestrare un cane 8) I cani sono facili da comprare 9) La peggiore malattia che ti può attaccare sono le pulci 10) I cani capiscono cosa significa la parola NO! 11) I cani non mentono quando ti baciano

PERCHE’ I CANI SONO COME GLI UOMINI: 1) Entrambi prendono troppo spazio nel letto 2) Entrambi hanno una paura irrazionale delle pulizie con l’aspirapolvere 3) Entrambi segnano il proprio territorio 4) Nessuno dei due ti dice cosa gli passa per la testa 5) Più sono piccoli più tendono ad essere nervosi 6) Entrambi hanno una particolare avversione per le pattine 7) Nessuno dei due lava i piatti. Escluso qualche caso (non per i cani!) 8) Entrambi “scorreggiano” sfacciatamente 9) Nessuno dei due nota quando ti tagli i capelli 10) Entrambi apprezzano i giochi di lotta 11) Entrambi guardano con sospetto il postino ed il lattaio 12) Nessuno dei due capisce che cosa ci trovi nei gatti.

da www.dolusiadas.org

 

Gesti inutili? Alle donne non sfuggono


Il cervello femminile risponde più rapidamente di quello maschile alle azioni prive di senso. Ad accorgersi dell’errore, rivela uno studio italiano, sono in entrambi i neuroni specchio

 Bastano circa 200 millisecondi al cervello per accorgersi che un’azione è stupida, inutile o semplicemente un errore. A quello delle donne però basta anche qualcosa di meno. A compiere questa opera di identificazione, come spiega Alice Mado Proverbio dell’Università di Milano-Bicocca (inseme a Federica Riva e Alberto Zani dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr di Milano) sulle pagine di Neuropsychologia, sono i neuroni specchio.

Queste cellule nervose si attivano quando un soggetto ne vede un altro compiere un’azione e sono alla base dell’empatia e delle relazioni sociale (Vedi Galileo). La loro attività è maggiore quando si osserva un’azione con uno scopo (afferrare un oggetto per usarlo) rispetto a quando se ne guarda una non finalizzata (prendere un frutto e buttarlo invece di mangiarlo); sono quindi in grado di attivare un circuito neuronale capace di distinguere tra azioni sensate e azioni inutili.

Per esaminare questa capacità, i ricercatori milanesi hanno coinvolto 23 studenti universitari, sia maschi sia femmine, e hanno chiesto loro di osservare 260 immagini. Contemporaneamente gli scienziati registravano da 128 sensori l’attività cerebrale stimolata dalla visione. Le immagini utilizzate ritraevano persone nell’atto di compiere azioni di diverso tipo: in alcune i soggetti si dedicavano a normali attività quotidiane come lavarsi o brindare; in altre, invece, compivano azioni completamente prive di scopo. Ai partecipanti tuttavia non era chiesto di distinguere esplicitamente tra un’azione appropriata e una non appropriata.

Le analisi dei dati ottenuti con i sensori hanno mostrato tuttavia un riconoscimento automatico delle azioni insensate, immediatamente successivo alla visione dell’immagine: a partire dai 170 ai 200 millisecondi con un picco di attività (riconoscimento di un errore) tra i 450 e i 600 millisecondi. Il cervello femminile è quello che ha mostrato un’elaborazione più rapida rispetto a quello maschile, e un’attivazione dei neuroni specchio presenti nelle aree cerebrale più legate all’affettività (corteccia cingolata e del sistema limbico). Negli uomini invece ad attivarsi era l’area più “razionale”(corteccia orbitofrontale).
 
“Questi risultati sembrano suggerire una maggiore suscettibilità femminile alle azioni incongruenti”, ha spiegato Alice Mado Proverbio “e forniscono nuove prove dell’esistenza dei neuroni specchio anche negli esseri umani, e del loro ruolo nei comportamentali sociali complessi di imitazione, apprendimento e valutazione dell’appropriatezza”. (c.v.)

Riferimenti: Neuropsychologia doi:10.1016/j.neuropsychologia.2010.01.015

da www.galileonet.it

Se tu credi…


Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma

se tu credi alla potenza di una mano tesa,

se tu credi che ciò che accomuna gli uomini

è più importante di ciò che divide.

Se tu credi che essere diversi

è una ricchezza e non un pericolo.

Se tu sai preferire la speranza al sospetto,

e se tu ritieni che spetti a te il primo passo

piuttosto che all’altro.

Se lo sguardo di un bambino

arriva ancora a disarmare il tuo cuore,

e se tu puoi rallegrarti della gioia del tuo vicino.

Se tu sai cantare la felicità degli altri

e danzare la loro allegria,

se l’ingiustizia che colpisce gli altri

ti irrita quanto quella che tu subisci.

Se tu sai accettare la critica  farne tesoro

senza respingerla e difenderti,

se sai accogliere e adottare un parere diverso dal tuo…

se la collera è per te una debolezza non una prova di forza,

se tu credi che un perdono va più lontano di una vendetta,

se tu credi che l’amore è la sola forza di dissuasione,

se tu credi che la pace è possibile

ALLORA LA PACE VERRA’ !

(da una poesia di Pierre Guilbert)

Donne in politica, l’oligarchia degli uomini


di Pippo Giordano

Ieri mattina ho ricevuto una mail da un’ amica, Irene, che mi ha fatto riflettere molto sul ruolo delle donne in seno alla politica italiana. La lamentala di Irene, condita da comprensibili timori, traeva origine dalla notizia di due giorni fa, secondo la quale esiste la reale possibilità che numerosi uomini d’onore potrebbero essere scarcerati da una sentenza emessa dalla Cassazione.

Qual è il motivo che ha scatenato le giuste preoccupazioni di Irene, ma credo della maggior parte dei cittadini ed anche del ministro Alfano? È quello che, i nostri Legislatori, promulgando la ex Cirielli, intendevano inasprire le pene dei mafiosi in presenza di tre aggravanti specifici e che purtroppo la Cassazione ha rilevato la non competenza dei Tribunali ad emettere condanne di specifica competenza delle Corte d’Appello.

La lodevole iniziativa della legge ex Cirielli era nata dall’esigenza di colpire duramente, con condanne adeguate, gli associati mafiosi. Tuttavia, il legislatore nel promulgare la legge evidentemente non si è reso conto dei danni che essa avrebbe potuto causare, come poi ha rilevato dalla Cassazione. Ma l’intento di questo post non è evidenziare macroscopici errori o ritornare su talune modifiche di sapore pro mafiosi o ad uso e consumo di pochi. L’intento è un altro.

Il ruolo delle donne nei gangli vitali di questo nostro bel Paese a cominciare dalla politica. Ma perché ancora oggi la società femminile deve essere così maltrattata con la presunzione maschilista che le donne non possono occupare posti di rilievo all’interno delle vita pubblica e non solo?

Già qualche tempo fa al solo pensiero che una norma doveva prevedere o che prevede, la cosiddetta “quota rosa” nelle liste di candidati a qualsiasi plesso elettorale, mi faceva rabbrividire.

Non concepisco, su quali prerogative, su quali premesse la classe politica maschile deve arroccarsi il privilegio escludente di far partecipare liberamente alla libera eleggibilità le donne. Non sarebbe ora di ragionare in termini paritarie senza dover far cadere dall’alto la concessione di includere in percentuali nelle liste elettive, le donne?

È un loro diritto e fin quanto questa omologazione di pensiero, alligna sia nella destra che nella sinistra, non verrà sradicata da questi soloni maschili da una politica ostentatamente prosaica, la donna non avrà spazio.

Qui voglio citare per intero il pensiero di Irene:

Credo che bisognerebbe dare più spazio alle donne in politica ma, finché avremo figli e non saremo ricchissime, quasi nessuna donna potrà farlo a meno di rinunciare ad un aspetto importante della propria femminilità: i figli”. Parole condivisibili ed aggiungo quello che qualche giorno fa ho scritto su internet:

“Il rispetto e l’amore per una donna non devono essere corrisposti per l’esteriore bellezza femminile, ma dalla consapevolezza che la DONNA è fucina d’ intelligenza e d’amore ai quali noi uomini dovremmo attingere la linfa per alimentare i nostri cuori….”

Dopo la mail di Irene. Mi sento di aggiungere che noi uomini potremmo giovarci non solo della loro intelligenza ma anche dall’ indiscussa capacità della donna di essere razionale e cosciente delle proprie azioni.

I cari maschietti politici non si offendano, sono convinto che per la loro determinazione di soppesare ogni loro pensiero, le donne non avrebbero commesso gli errori della ex Cirielli, perché hanno una visuale della vita a 360 gradi e non guardano ai loro interessi privati, come spesso sta accadendo in questo Paese.

Per esperienza diretta ho visto donne manager, ho visto donne dipendenti della Stato, ho visto donne in politica, che le avevano davvero quadrate. Altro che balle.

Quindi, invito le donne a non accettare che i signori della politica continuino negli antri delle sacrestie dei partiti o nelle hall di hotel a cinque stelle a decidere la vostra esclusione della politica.

Vi suggerisco uno slogan e adottatelo: “NON VOTO UN UOMO”. Solo così potete costringerli a farli scendere dal torpedone pieno di solo uomini e lasciare spazio anche a voi.

da www.palermo.blogsicilia.it

Medici, suore e infermiere: il bello dell’Italia


Arrivare sul posto e scoprire che quell’ammasso di lamiere e di vetri infranti era la vettura sulla quale viaggiava mio figlio rende evidenza che l’imperfetto potrebbe essere il tempo più adatto alla circostanza. La strada è bloccata, in lontananza le luci dell’ambulanza, ferma, e mentre mi avvicino, vaste chiazze di sangue sull’asfalto, mia moglie davanti a me sviene, sorretta da alcune persone, i soccorritori m’invitano a essere forte mentre mi rassicurano e mi accompagnano definiscono il contesto nel quale, mai come allora, ho avvertito la vita allontanarsi da me, un rapidissimo esaurirsi di tutti i significati contemporaneamente. Tutti tranne Uno. Steso sulla barella mio figlio è vigile, lucido, risponde, anche se trema dal freddo e dalla paura. Qui si chiude la parte di storia che non appartiene agli uomini. Riconducibile al nome che ciascuno di noi porta nel cuore come il più prezioso dei doni. Al più presto un’icona del Divino Amore, sul luogo, ricorderà l’accaduto.
E qui comincia una bellissima storia di uomini. La solidarietà delle persone accorse per prime sul luogo dell’incidente mi conforta mentre l’ambulanza si allontana sollecitamente verso il Sant’Eugenio, seguita da mia moglie. Sull’ambulanza 631 del presidio di Spinaceto presta servizio Santina Carchidi. È madre di due figli, dell’età del mio e possiede, insieme con una sicura professionalità, quella sensibilità e quell’attenzione verso le realtà superiori che rendono completa la vita di un essere umano. Si è resa conto che, escluse conseguenze più gravi, la possibilità di Rodolfo, così si chiama mio figlio, di conservare la mano sinistra, spappolata nell’incidente, può essere affidata solo ad un immediato intervento presso il Cto. Santina Carchidi sa, come madre prima ancora che come addetta ai lavori, quanto sia importante per un ragazzo affrontare la vita con entrambe le mani e come ogni istante sia prezioso. Il suo compito si sarebbe concluso consegnando il ferito al più vicino pronto soccorso. Il resto non la riguarderebbe. Firmato un foglio, tutto finito. Ma non ci sta. Combatte per mio figlio come se fosse il proprio e lo trasferisce immediatamente all’ospedale della Garbatella dove è già pronta la sala operatoria. Così veniamo catapultati in una realtà la cui efficienza associavamo solo alle rappresentazioni patinate dei film d’oltre oceano: Il Reparto di Chirurgia della Mano dell’ospedale Alesini nel quale opera il Dr. Dante Palombi. È qui che l’impossibile diventa possibile. Anzi certo. Mi ha promesso di farmi vedere una foto della mano prima dell’intervento ed io spero che se ne dimentichi. So che in tre ore d’intervento il Dr. Palombi ha trasformato carne, ossa e tendini in mano e dita. Detta così sembra una descrizione che concede troppo all’effetto ma so di non essere troppo distante dalla realtà. Non tutto sarà a posto e nulla sarà più come prima. Occorrerà tempo. E altri interventi. Siamo consapevoli, oggi, di essere capitati in una divisione chirurgica che il mondo c’invidia. Una delle pochissime in grado di ricostruire la mano a una persona. C’è la volontà umana che indirizza gli eventi ma non solo. La lunga degenza nel reparto dove tutto parla di efficienza e di cortesia a partire dalla Caposala suor Jancy è l’attuale percorso per il recupero. C’è anche Francesco Vero, in questa storia. È un medico di base che svolge la sua professione come la svolgerebbe un medico condotto della prima metà del ‘900. Cioè con l’assoluta dedizione ai suoi pazienti. Ha seguito e continua a seguire, l’evolversi della situazione da presso. Gli siamo grati. Ecco la mia storia di Natale. Ho voluto raccontarla per testimoniare che nell’Italia degli amorazzi e delle risse continue vivono e operano persone come queste e per ringraziarle. La storia non è ancora finita. Ma la vicenda ritorna là dove era iniziata. Il primo gennaio attorno a un tavolo d’ospedale con Rodolfo che inizia, tenendo il foglietto con l’unica mano abile: Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore.

da www.iltempo.ilsole24ore.com