“Rose of my heart”


by Johnny Cash

We’re the best partners this world’s ever seen,
Together as close as can be.
But sometimes it’s hard to find time in between,
To tell you what you mean to me.

You are the rose of my heart,
You are the love of my life.
A flower not fading nor falling apart,
If you’re tired, rest your head on my arm.
Rose of my heart.

When sorrow holds you in its arms of clay,
It’s rain drops that fall from your eyes.
Your smile’s like the sun come to earth for a day,
You brighten my blackest of skies.

You are the rose of my heart,
You are the love of my life.
A flower not fading nor falling apart,
If you’re cold, let my love make you warm.
Rose of my heart.

So hard times or easy times, what do I care,
There’s nothing I’d change if I could.
The tears and the laughter are things that we share,
Your hand in mine makes it good.

You are the rose of my heart,
You are the love of my life.
A flower not fading nor falling apart,
If you’re cold, let my love make you warm.
Rose of my heart.

You are the rose of my heart,
You are the love of my life.
A flower not fading nor falling apart,
If you’re cold, let my love make you warm.
Rose of my heart.

Johnny Cash sings this song

http://www.youtube.com/watch?v=m9vfjTBo4jQ

William Shakespeare era cattolico


william-shakespeareWilliam era in segreto un cattolico? Forse sì, e tre misteriose firme sulle pagine di un libro di pellegrini potrebbero dimostrarlo.

Il drammaturgo avrebbe trascorso alcuni anni in Italia e frequentato il , un seminario per la formazione dei sacerdoti cattolici inglesi. Lo afferma padre Andrew Headon, vicerettore del college, che ha organizzato una mostra per documentare le origini e lo sviluppo del cattolicesimo in Inghilterra. Ne dà notizia la stampa britannica, in particolare l’Independent e il Times.

Nel libro c’è la firma di “Arthurus Stratfordus Wigomniensis” del 1585, un’altra di “Gulielmus Clerkue Stratfordiensis” del 1589. Secondo il vicerettore, la prima scritta si può decifrare come “(il compatriota) del (re) Arturo da Stratford (nella diocesi) di Worcester” e la seconda come “Guglielmo l’amanuense di Stratford”. Una terza scritta del 1587, “Shfordus Cestriensis”, secondo Headon può significare “Sh (akespeare di Strat) ford (nella diocesi di) Chester”.

Le tre firme appartengono ai cosiddetti “anni perduti” di : non si sa nulla di lui tra il 1585, quando lasciò la sua città natale, Stratford, e il 1592, quando iniziò la sua carriera come drammaturgo a Londra. Secondo padre Headon, è molto probabile che in quegli anni visitò Roma come cattolico clandestino.

Il libro di pellegrini è conservato negli archivi del seminario per ragioni di sicurezza, ma le pagine con le tre firme “shakespeariane” sono state riprodotte per la mostra, situata nella cripta del Venerabile Collegio Inglese, che divenne un rifugio per i cattolici perseguitati durante la Riforma.

L’esposizione ricrea l’atmosfera clandestina di quel periodo e documenta i viaggi segreti di molti cattolici inglesi a Roma e quelli che fecero i gesuiti da Roma all’Inghilterra «per difendere la loro fede nonostante le minacce di arresti, torture e martirio».

In un recente libro, scrive il Times, una biografa tedesca di , Hildegard Hammerschmidt-Hummel, ha scritto di «essere arrivata alla conclusione che era cattolico e che la sua religione è un elemento chiave per capire la sua vita e il suo lavoro ».

Chi appoggia questa tesi sostiene che opere come “Romeo e Giulietta” e “Misura per misura” sono ricche di pensiero e rituali cattolici, con ritratti positivi di preti e monaci e invocazioni della Vergine Maria. Cinque delle sue 37 opere sono situate in Italia, altre cinque completamente o parzialmente a Roma e tre in Sicilia. La mostra al Venerabile Collegio Inglese di Roma, “Non Angli sed Angeli”, resta aperta fino al luglio del 2010.

da www.blitzquotidiano.it