di Matteo Schianchi
A Tel Aviv sono in corso le riprese di un breve film totalmente ideato, girato e interpretato da persone cieche. È la storia di una ragazza nata cieca che si sente poco accettata dalla famiglia. Allora scappa. Incontra un ragazzo con il quale intraprende alcune gite in moto e sul mare. Un giorno, anche il ragazzo perde la vista a causa di una malattia.
L’idea del film è venuta alla direttrice di un centro di servizi per ciechi, dopo aver scoperto la passione di alcuni utenti per le videocamere e la loro competenza nel maneggiarle. La lavorazione è adattata alla disabilità del cast e probabilmente in alcune fasi interverranno persone vedenti.
Non conosciamo gli esiti finali del film, né se potremo vederlo, la trama è troppo scarna (e facilmente banalizzabile) per poter fare previsioni. Forse sarà un cattivo e inutile esperimento, forse un colpo di genio ben riuscito, forse un fenomeno commerciale, forse sarà completamente ignorato.
Di certo sarebbe interessante vederlo. Non perché fatto da disabili o per cedere a buoni sentimenti, ma con la speranza e il piacere di poter vedere un film diverso, nel suo modo di essere concepito, girato, realizzato, narrato.
La diversità, il guardare il mondo da un altro punto di vista, è interessante quando trova (cioè è messo nelle condizioni e riesce ad esprimersi) per creare e produrre altro, nell’arte e nella vita di tutti i giorni. Non quando cerca maldestramente e a fatica di rincorrere la normalità, per farsi accettare o per conformarcisida www.superabile.it