Senso di precarietà e ansia da prestazione sono le due costanti del lavoro oggi in Italia, un Paese dove la vita —nelle grandi città come Roma o Milano— richiede performance sempre maggiori, determinando disagi che portano sempre più spesso le persone a ricorrere a farmaci antidepressivi o —al contrario— psicolettici che nell’ultimo anno hanno registrato una crescita del 12%.
E un dato ancora più allarmante è l’incremento del ricorso ai farmaci anche senza prescrizione medica: un fatto preoccupante che —secondo gli ultimi dati elaborati dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche— colloca l’Italia al quarto posto su 35 Stati europei.
L’Accademia Internazionale “Stefano Benemeglio” delle Discipline Analogiche lancia ora l’allarme su questa «cultura dello stress» dilagante nel nostro Paese, frutto di una rincorsa esasperata verso la logica della produttività e del profitto, e si propone di ristabilire una dimensione più umana della persona.
«Antidepressivi per il mantenimento di un’elevata capacità cognitiva oppure psicolettici per ridurre l’attività mentale ed avere l’impressione di essere più rilassati: oggi si è purtroppo diffusa una visione dello psicofarmaco onnipotente, mentre in realtà è solo una delle possibilità di intervento e molto spesso la meno indicata nei casi di disturbi dell’emotività causati dallo stress» assicura lo psicologo Stefano Benemeglio, presidente dell’onlus Accademia Internazionale delle Discipline Analogiche, organizzazione non lucrativa di utilità sociale che si propone di contribuire allo sviluppo del potenziale umano del singolo individuo e al recupero della qualità della vita, diffondendo la conoscenza e la metodologia delle discipline analogiche che rendono possibile una migliore gestione delle relazioni interpersonali di natura privata e professionale.
«L’intervento farmacologico deve essere evitato quando è possibile ricorrere ad altri metodi» sottolinea Stefano Benemeglio che dopo anni di ricerca sul campo per vincere lo stress propone un metodo —quello dell’«ipnosi dinamica»— basato sulla decodifica automatica di atti comunicativi non verbali privi di significato razionale —quali il segno, il gesto ed altri— ma carichi di significati analogici, cioè emotivi.
Il metodo ideato da Stefano Benemeglio si rivela efficace nell’80% dei casi e sta riscontrando un enorme successo nelle Città dove le persone sono maggiormente sottoposte a stress, quali Roma e Milano.
A ricorrere all’ipnosi sono infatti circa 300 mila romani e 140 mila milanesi.
Di questi i 3/4 hanno sperimentato altri metodi e si sono poi rivolti all’ipnosi, mentre 1/4 di loro si è rivolto direttamente all’ipnosi senza passare attraverso altri metodi.
Il boom del metodo benemegliano riguarda non solo i singoli individui ma che si estende anche alle aziende che sempre più spesso chiedono a Stefano Benemeglio di realizzare per i loro top manager dei corsi di comunicazione ipnotica, attraverso la quale è possibile limitare lo stress, vincere i comportamenti negativi e perfino perdere il peso corporeo o smettere di fumare.
da www.newsfood.com