Accessibilità: a Bologna si inizia dalla stazione


di Vincenzo Bottiglioni

Partono il 2 agosto i cantieri per l’innalzamento dei marciapiedi dei binari 1 e 1 Ovest per ridurre il dislivello tra marciapiede e carrozza. Previsto anche un percorso tattile a terra per i non vedenti

mappa per non vedenti

BOLOGNA – Dalla fine di agosto la stazione centrale di Bologna sarà più accessibile per i disabili e i non vedenti. Cominceranno nel pomeriggio di lunedì 2 agosto, proprio poche ore dopo il termine della cerimonia per ricordare le vittime della strage che provocò la morte di 85 persone, i cantieri per l’innalzamento dei marciapiedi  dei binari 1 e 1 Ovest: in pratica la pavimentazione di questa area, che interessa 530 metri di marciapiede per una superficie di complessiva di 4800 metri quadrati, verrà elevata secondo il criterio che si rifà alla normativa di legge (codice h55), in modo tale da  rendere questi due binari più simili a quelli di una metropolitana, dove non c’è dislivello tra marciapiede e carrozza. Un lavoro necessario e doveroso, per una stazione che da sempre è particolarmente ostica per chi si sposta su una sedia a ruote e deve raggiungere le banchine dei binari senza aiuti esterni.

Oltre ai disabili il nuovo marciapiede prevede un percorso tattile a terra per i non  vedenti. Per consentire i lavori l’utilizzo del marciapiede sarà vietato e i viaggiatori potranno  raggiungere i binari centrali – dal 3 all’11- attraverso i 4 accessi al sottopasso situato nell’ atrio partenze. Per raggiungere il piazzale Est sarà invece necessario seguire un percorso,  opportunamente segnalato, direttamente dall’esterno della stazione in prossimità del bar su Piazza delle Medaglie d’Oro. Nessuna modifica di percorso per chi invece dovrà raggiungere i binari del piazzale Ovest. L’indisponibilità dei binari 1 e 1 Ovest comporterà anche la modifica del binario di arrivo e partenza di alcuni treni, con qualche possibile ritardo entro 5 minuti. Annunci sonori comunicheranno le variazioni che saranno riportate sui quadri murali, i monitor e i display a led luminosi. Il piano delle Fs prevede che tutti i marciapiedi di Bologna Centrale siano elevati a 55 centimetri. L’intervento – spiegano alle Ferrovie della Stato – è stato programmato per fasi per ridurre l’impatto sull’operatività della stazione. Ad oggi sono già stati adeguati i marciapiedi al servizio dei binari 6 e 7, quelli del piazzale Est e quelli – ad eccezione del primo – del piazzale Ovest.

da http://www.superabile.it

L’ex stazione diventa nuova casa per il bimbo che non può dormire


È affetto dalla sindrome di Ondine, che gli inibisce il respiro appena chiude gli occhi in preda al sonno, il bambino di 7 anni che da questo Natale vive nella ex stazione di via Del Monte a Torre del Greco. I vani adibiti un tempo a biglietteria e controllo della linea della Circumvesuviana, la metropolitana regionale campana, rimessi a nuovo e offerti con un accordo tra Comune e società di trasporti al bimbo e alla sua famiglia come nuova casa. Dove naturalmente è stato sistemato il macchinario che tiene in vita il piccolo e che gli consente di respirare la notte. La sindrome di Ondine, di cui sono affette 200 persone oggi nel mondo, è una grave anomalia respiratoria che impedisce di inspirare ed espirare naturalmente quando il corpo è rilassato in stato di riposo. La sindrome porta il nome della ninfa Ondine che si innamorò di un uomo mortale. Quando questi la tradì – come racconta il sito dell’Aisicc che si occupa delle persone ammalate di questa sindrome – il re delle ninfe gli lanciò una maledizione che gli fece «dimenticare» di respirare durante il sonno provocandogli la morte. E questo accade oggi a una ventina di persone in Italia che per sopravvivere la notte, essendo affette da questa sindrome, hanno bisogno di un sistema di ventilazione meccanica e di restare attaccate a respiratori che impediscano di passare di colpo dal sonno alla morte.

Per la famiglia Mennella, Ciro che ha lasciato il lavoro di carpentiere per seguire il bambino e che vive di lavoretti saltuari, Maria, una casalinga, e il figlio affetto dalla complessa patologia, si tratta delle prime festività di Natale trascorse nella casa. La storia viene raccontata da Giovanni Navarone su Collegare, la free press della Circumvesuviana, «padrona di casa» dei Mennella. Un’esperienza nuova, e molto speciale vista la natura di stazione dismessa, spazi ampi scelti non a caso per ospitare la famiglia che aveva problemi di ingombro considerato il volume delle apparecchiature che devono aiutare il bambino durante il sonno. Ora dunque la possibilità di vivere grazie a un alloggio di circa 120 metri quadrati, due piani, a pochi passi dai binari.

Naturalmente ci sono l’albero e gli addobbi natalizi mentre nella stanza del bimbo, accanto ai giocattoli, il ventilatore meccanico al quale dovrà rimanere attaccato per tutta la vita durante la notte. Il piccolo frequenta la prima elementare e durante l’orario scolastico è seguito da un infermiere messo a disposizione dall’Asl. La storia dei Mennella è anche uno spicchio di solidarietà per chi si imbatta nella loro abitazione lì dove c’era la biglietteria della stazione. Capita infatti che ci sia qualche viaggiatore distratto che non sa che la fermata è stata abolita chieda informazioni o assistenza che non viene negata. Qualcuno domanda un bicchiere d’acqua e poi viene a sapere che quella è la casa di un bambino che ha ritrovato la speranza di vivere.

I Mennella, visto che in casa i problemi per la mancanza di un reddito adeguato non mancano, sono pronti anche a candidarsi a fare da custodi del locale o a vendere biglietti della Circumvesuviana se fosse loro richiesto. «Candidatura» che nasce anche dalla volontà di ricambiare il favore ricevuto dopo anni difficili, tra cui quelli vissuti in giro tra ospedali pediatrici di mezz’Italia.

da www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it

Firenze: don Santoro celebra la Messa alla stazione


Allontanato per aver celebrato le nozze di Sandra Alvino, la donna nata uomo, don Santoro ha detto messa alla stazione di Firenze. Il prete senza parrocchia è tornato ieri sera città, ha ritrovato la sua comunità nell’atrio della stazione di Firenze, tra le biglietterie, davanti ad un altare improvvisato sotto un grande orologio.

Gli abitanti delle Piagge sono accorsi numerosi a Santa Maria Novella per riabbracciarlo. C’erano anche gli sposi Alvino e Talotta.

fonte rainews24