“Segreto d’amore”


di Angela Ragusa

Agita soffio di labbra
perfora spazi sospinti
nel segreto che ingabbia parole
e mute celano un dire indicibile…

Storia , peccato,incontro d’amanti.
E assiste il mare,
suono notturno di violini a sfiorare
il viso suo, contrasto passione,
alla mani che insinuano
profili di seni spumeggianti di bianco.

Nascosti dal cielo,ladri d’amore
nicchia incavata una fossa di sabbia
a coprire l’inganno al resto del mondo ,
a scoprire la gioia di un amore rubato.

“Viaggio immaginario”


di Angela Ragusa

…notte da non dormire
se ad occhi aperti
ti vedrò danzare
tra stelle come luci
di un firmamento
mai scoperto
nel viaggio immaginario
di un errabondo navigare
che conduce
lontano a perdersi
tra infiniti spazi
del mio continuo ricercarti…

Lavoro in carcere, i soldi ci sono ma mancano i fondi


In teoria ci sarebbe una legge approvata dal Parlamento siciliano per finanziare le attività lavorative dei detenuti che facciano richiesta di un contributo. Ci sono cinquecentomila euro da rosicchiare. Un massimo di finanziamento di 25 mila euro a testa. Si direbbe un segnale concreto, una dimostrazione di interesse. “Purtroppo – spiega Lino Buscemi, dell’ufficio del garante per i diritti dei detenuti in Sicilia – in molti casi quella norma giustissima non è applicabile”. Come mai? “Ma se lo immagina un detenuto che vuole impiantare una falegnameria nelle nostre prigioni? I penitenziari siciliani a parte qualche lodevole eccezione, non sono dotati di spazio per le attività. I piccoli lavoretti in ceramica si possono tollerare, le piccole cose degli artigiani. Per il resto… L’unica sarebbe la concessione del trasferimento, ma c’è il problema del sovraffollamento”. Buscemi è un osservatore attento e un interlocutore competente e appassionato della sua materia. Sotto la guida di Salvo Fleres, l’ufficio del garante ha ricevuto un nuovo impulso per l’affermazione dei diritti dei detenuti. L’elencazione delle spine che affliggono la situazione è stata fin qui puntuale. “La legge – spiega Buscemi – riguarda anche le pene alternative. Ma il nodo è in carcere. Non ci sono gli spazi. E i direttori sono costretti a negare le autorizzazioni, spesso a malincuore. Noi vorremmo che almeno sospendessero il giudizio”. Una bella contraddizione. Una delle tante che Buscemi sta raccogliendo nei suoi viaggi (tanti) all’interno del sistema carcerario siciliano. Spesso gli istituti sono indecenti, “al limite della costituzionalità”. A Catania ci sono i topi. A Favignana i carcerati aspettano nudi in corridoio il turno della doccia, con la pioggia o col sole. E la storia penitenziaria è piena di beffe. La legge per il reinserimento lavorativo c’è. Ma spesso resta lettera morta.

da www.livesicilia.it

Gela: i writers locali chiedono aree dedicate


 I writer locali, ovvero i disegnatori di graffiti in aree pubbliche, chiedono aree dedicate al commissario Rosolino Greco per dare spazio alla loro creatività tramite interventi sul tessuto urbano. Prendono le distanze dai disegnatori che imbrattano la città e non usano mezze misure contro chi invece ha sporcato la torre di Manfria. “Vogliamo dare colore alla città esprimendo la nostra creatività

– spiega Domenico Di Pietro – senza per questo imbrattare i beni pubblici comuni. Chi ha sporcato la torre di Manfria di certo ha commesso un errore e andrebbe perseguito. Noi chiediamo al capo dell’amministrazione comunale di potere eliminare le pareti grigie che insistono all’interno del perimetro urbano con i colori liberi del nostro gruppo. Il nostro non è un lavoro, ma semplicemente un modo di dare spazio alla nostra creatività. Spesso considerano la nostra arte di intralcio alla collettività, ma siamo convinti – aggiunge Di Pietro – che con i colori la città diventerebbe più bella e attraente anche per i turisti”. I writer in città sono circa dieci e fanno parte ad un gruppo di giovani meglio conosciuto col nome di “Foment squoad” che esprimono la loro creatività non solo con la pittura ma anche col ballo.

da www.ilgiornaledigela.it

“Doniamoci racconti” ad Augusta


di Daniela Domenici

Martedì 10 novembre si è tenuto il secondo incontro “ Doniamoci racconti “ tra la libreria Letteraria e l’associazione Aifo guidata dal dott. Nello Rustica; anche in questa seconda occasione sono stati coinvolti i ragazzi delle IV e V dell’ITC di Augusta.

L’incontro ha permesso ai ragazzi di visitare la libreria e di prendere coscienza delle potenzialità che un luogo come questo offre; allo stesso tempo hanno avuto la possibilità di “sensibilizzarsi “ all’argomento dell’emarginazione sociale attorno al quale ruota l’Aifo.

Così i due librai, Viviana e Francesco, hanno illustrato tecnicamente che cosa è una libreria, come è organizzata,  cosa sono i settori, come ci si muove tra di essi, come si guarda un libro e come si cerca il proprio racconto.

L’Aifo, da parte sua, ha puntato l’attenzione sul lavoro svolto da Chiara Castellani, medico missionario da anni al servizio dell’associazione presso i luoghi dove la povertà e l’emarginazione ancora la fanno da padrone.

La seconda parte dell’incontro ha visto la lettura di due brani scelti dalle due proposte letterarie della serata e cioè il libro di Pam Cope “ Il paese dei bambini che sorridono “ e il libro di Chiara Castellani “ Una lampadina per Kimbau”. Questo ha permesso a tutti i presenti di riflettere sull’argomento dell’emarginazione e di capire, allo stesso tempo, come la lettura sia l’arma a nostra disposizione contro l’ignoranza.

La serata si è conclusa con l’augurio di incontrarsi ancora, magari coinvolgendo anche un pubblico più eterogeneo.