Ha fatto la sua seconda tappa nella chiesa del Sacro Cuore ad Augusta uno spettacolo sacro molto particolare e suggestivo a cui abbiamo avuto il piacere di assistere: una “Passio Domini” che coinvolge una corale, tre “dicitori” o voci recitanti, una soprano e un sassofonista, tutti di Augusta.
Hanno iniziato a Siracusa, stasera saranno a Melilli e martedì nuovamente ad Augusta per concludere questa loro tourneè sacra.
Questa “Passio Domini”, storia della passione di Gesù durante la Settimana Santa, che inizia proprio oggi con la Domenica delle Palme, è stata scritta, rielaborando vari testi sacri, da Giovanni Intravaia che ha voluto “ritagliarsi” un suo spazio anche come dicitore insieme a Giorgio Casole e a Cettina Messina.
Ha iniziato questo momento di spettacolo il sax soprano di Salvo Tempio, poi la parola ai tre dicitori, quindi la voce della soprano Francesca Ussia e, a naturale coronamento, la corale Euterpe diretta da Rosy Messina con due solisti, Cettina Messina e Fabio Russo; questa “circolarità” di interventi in scaletta si è ripetuta per tutto lo spettacolo, naturalmente con brani musicali sempre diversi ma in un armonico alternarsi che ha arricchito di emozioni questa “passione”.
Salvo Tempio, col suo sax soprano, ci ha emozionato, tra gli altri brani, con uno “Stabat Mater” di anonimo augustano e con il “lamento” che viene suonato, secondo la tradizione cittadina, la notte del venerdì santo, oltre che con il celebre Adagio iniziale.
Anche la corale Euterpe ci ha fatto ascoltare un commovente “Stabat Mater” di Rheinberger e un “Lacrimosa” di Mozart oltre che due bellissimi “mottetti”, uno a due voci, “Dulcis Christe”, interpretato da Rosy e Cettina Messina, e uno a tre, “Jesu Rex Admirabilis”, con l’aggiunta della voce maschile di Fabio Russo.
La soprano Francesca Ussia, la cui splendida voce ammettiamo di aver scoperto solo in quest’occasione, ha cantato, a varie riprese, due “laudi”, tratte dal “Laudario di Cortona” del 13° secolo, “De la crudel morte de Cristo” e “Voi ch’amate lo Criatore”.
Vogliamo ringraziare Giovanni Intravaia per aver avuto il coraggio di portare avanti questa sua idea con la splendida collaborazione di tutti questi artisti locali; non è facile parlare di fede in un tempo in cui pare che si siano smarriti molti valori fondamentali e vogliamo applaudire per questo coloro i quali provano a gettare, anche con uno spettacolo non facile e immediatamente comprensibile come questo, un seme nella terra arida, un chicco di sale che dia il giusto sapore, una piccola fiammella che illumini chi cerca una strada.