“Sognando l’infinito”


di Tiziana Mignosa

Ti canto a me in quelle notti in cui

il sonno è morfina sulla vita

quando del giorno il passo

è inciampo umido

e ruvido è il percorso.

Fragilità che affiorano

come cristalli dal sole troppo lontani

è danza a rischio

sul bordo sdrucciolevole della materia

paura di finire in fondo alla scarpata.

Ritorno allora

col cuore e colla mente

a quando girasole imbrigliato dentro al tempo

sognando l’infinito

sulle lancette sospiravo.

Tu … il mio sole

adesso come allora

quando i confini erano mucchio

sui detriti da scartare

e noi eravamo uno e l’infinito intero.

E d’infinito

raccolgo attimi di vita andata

riflessi spezzati della tua bellezza senza fiato

piccoli, meravigliosi assaggi

giusto per non morire della tua assenza.

Tu

il sole mio

non dimenticarlo.

“Canta per me”


di Tiziana Mignosa

Sui dodici rintocchi

canta per me

la gioia che d’arancio esplode

e il sogno custodisce

riflessi d’acqua scintillanti

che negli occhi si specchiano festosi.

Nell’esotica calura

al piacere intenso

palpebre

si cercano e si sfiorano

mentre il calabrone

tratteggia cuori senza nomi tra la terra e il sole.

Canta per me

l’estate colle sue frizzanti voglie

quando la cicala intona

il canto caldo della siesta

e i bimbi

al sonno preferiscono giocare.

Estate

stagione mia diletta

dea indiscussa dell’Amore

sulla trasparenza dell’azzurro

cubetti a gocce

frescura seducente sul bollore.

Lo sguardo è a cerchio

mentre s’accumula tra la pelle e i sensi

il desiderio

che di fumo e buchi

le tasche dei viandanti colma

ti penso … e non ti trovo.

Canta per me

il caldo soffio

quando l’anima

passeggia nuda

tra i pensieri e il mare

e la notte si concede alla magia

quando in silenzio

la luna coglie

i sospiri caduti dalle stelle

sogni e fantasie

che gli uomini

non hanno preso al volo.

“Sirena-mente”


di Angela Ragusa

…creatura marina,
corrente sotterranea
alla terra protesa,
attesa dal sole…

…sale corrode
chiglie di navi
niente più remi
a fendere l onda
e spande profumo
di mare un gabbiano
che avvolge di ali
infinito rosso tramonto.

Sirena emerge
da vortici e abissi
scioglie le chiome
al vento del sud…
…scoglio giaciglio
nel respiro dell’aria
nenia soffusa
rumore di acqua,
languido sonno
alle ciglia arricciate
racconta capricci
e si dona alle onde.

“Ninna nanna lullù”


di Angela Ragusa

M’arricordu quannu ballavi..

jù e me soru cchiù picciridda
‘n’agnuni taliavamu
a tò vesti vulari
e macari i tò capiddi…

Parevi n’angilu
scinnutu dò cielu,
na meravigghia spuntata
da lì favuleddi ‘nvintati
ca la sira ci cuntavii…

N’menzu i lettini
spartivi lu tò cori pì dui.
Na vota taliavi a mia
na vota taliavi a me soru…

e chianu chianu
l’occhi si chiurianu
e mentri ci cantavi
“ninnananna lullù”
muta muta
‘scivi da stanza…

…e filici suspiravi
“bonanotti ,cunigghieddi mia”

“Sabato sera”


di Tiziana Mignosa

Sulla notte che sfreccia

di passione s’accende il sabato sera

dispettosi i giorni

non rispettano i tuoi tempi.

Luci e desiderio

chiavi di violino blu nel blu

dita affusolate che tratteggiano

quella parte di te che hai paura ad ascoltare.

Delicatezze dalle tinte travolgenti

cerini dallo zolfo bagnato

infinite scintille che alimentano

l’intensità del fuoco imploso.

Sorrisi e negazioni

fanno da cornice al profumo acerbo delle ventitre

voglia che mai ti porta

dove l’arsura vorrebbe stemperare

e mentre le ore

si rimpiccioliscono nel sonno

amaramente spiombi

sull’ennesimo bluff da dimenticare.

Il cervello va in tilt se il debito di sonno è cronico


di Monica Maiorano

Uno studio condotto da Daniel Cohen del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston ha dimostrato che se si dorme poco per molte notti di seguito, non è sufficiente una dormita di 10 ore consecutive per recuperare il debito di sonno compromettendo in questo modo lo svolgimento delle attività quotidiane, soprattutto quelle cognitive.

Il sonno è un fenomeno biologico ciclico, riguarda tutti gli animali dotati di sistema nervoso centrale ed il suo ritmo è regolato dall’alternanza del giorno e della notte.

Per quanto caratterizzato da una perdita di coscienza e dall’interruzione dei rapporti tra il soggetto e l’ambiente esterno attraverso i sensi, durante il sonno rimangono tuttavia attive tutte le funzioni fisiologiche fondamentali, come respirazione e circolazione, mentre, entrano in uno stato di quiete i centri nervosi.

Il sonno oltre alla funzione di rigenerare l’organismo affaticato dalle attività fisico- psichiche della veglia, favorisce anche il riordino di tutte le informazioni acquisite durante il giorno, in modo da consentirne la memorizzazione in forma definitiva.  Pertanto la perdita di sonno mina le nostre capacità mnemoniche e di apprendimento.

Secondo lo studio condotto, la pericolosità del debito cronico di sonno potrebbe essere collegata ad una sostanza particolare, l’adenosina, che promuove il sonno; tale sostanza, quando si è svegli da troppo tempo, si accumula nel nostro cervello, entrando in circolo aumentano i recettori per captarla e si genera così un segnale amplificato della molecola adenosina che diventa difficile da gestire a livello cerebrale.

Il gruppo di ricerca ha evidenziato la differenza tra gli effetti di una singola notte in bianco e il cronico dormire poco, confrontando cosa succede se si resta svegli per ventiquattro ore di seguito e cosa, invece, se si dorme una media di cinque o sei ore a notte per tre settimane. È emerso che nel primo caso per la maggior parte delle persone basta una dormita di 10 ore per recuperare la notte in bianco, ma che questo non è sufficiente al recupero del debito cronico protratto nel tempo.

Gli individui in debito cronico hanno un crollo delle proprie capacità cognitive ora dopo ora che diventa vertiginoso nelle ore serali.  La mancanza della quantità adeguata di sonno comporta diminuzione della memoria, dei riflessi, del livello di efficienza, altera il tono dell’umore e riduce la fiducia in se stessi.

Di sicuro è la vita sociale che conduciamo, i ritmi non naturali che essa ci impone, le abitudini con le quali ci prepariamo all’addormentamento che condizionano il nostro sonno. Si dovrebbe prestare più attenzione a quanto sonno ci necessita per essere riposati, adeguando a ciò i nostri ritmi e orari di vita. Perché tra stile di vita, sonno e comportamenti esiste una sorta di rapporto circolare in cui i tre fattori si influenzano reciprocamente. E’ vero che la necessità di sonno varia a seconda di età, attività lavorativa, tensioni, impegno intellettuale, abitudini e che quindi non esiste la quantità di sonno giusta per tutti, ma i dati emersi suggeriscono ad ognuno di non pretendere di cambiare artificiosamente il proprio ritmo sonno-veglia per rispondere alle esigenze dell’attuale società dell’efficienza, la conseguenza è tutt’altro che positiva.

Fonte: Ansa

Parigi diventa capitale del sonno, denuncia sul web


parigiPARIGI – Parigi sta diventando la “capitale europea del sonno”, sempre più vittima di licenze troppo rigide, regole strette negli orari, lotta al fumo, caro-affitti: la denuncia arriva tramite una petizione su internet da artisti, dj, nottambuli e vari “professionisti della notte”. In pochi giorni, la petizione ha già raccolto circa seimila firme e sarà presentata al ministero della Cultura.

La constatazione degli “addetti ai lavori” è che la Ville Lumiere, ormai “asfissiata da una generalizzata legge del silenzio”, si è trasformata in una città “mortorio”, sorpassata ampiamente da Londra, Berlino e Barcellona. I giovani parigini, si legge oggi sul giornale on line Rue89, non esitano a partire per il fine settimana per andare a fare le ore piccole nei locali notturni delle capitali vicine.

fonte ANSA

La notte porta consiglio


la notte porta consiglio da www.partecipiamo.itdi Monica Maiorano

Il sonno è uno stato fisiologico, un irrinunciabile bisogno biologico, necessario per il riposo del corpo e per il ripristino delle normali funzioni fisiologiche, ma non solo.

Lo conoscete il modo di dire “ la notte porta consiglio”? Ebbene non è un semplice modo di dire, ma una realtà.

Un gruppo di ricercatori guidato da Denise Cai dell’Università della California a San Diego, ha condotto uno studio sul come si sviluppano le idee.

Lo studio, pubblicato su Proceedings of National Academy of Science, dimostra che durante la fase REM del sonno aumenta la creatività delle persone perché si formerebbero delle reti nervose che connettono idee, memorie ed informazioni prima non collegate fra loro.

La sigla REM, Rapid Eye Movements, significa movimenti oculari rapidi, indica quella parte del sonno caratterizzata dalla presenza di movimenti involontari della muscolatura. In questa fase del sonno si registra una intensa attività cerebrale simile a quella che si ha da svegli ed è la fase in cui si sogna.

I ricercatori californiani hanno sottoposto un gruppo di volontari al RAT test, un test specifico che valuta le abilità creative di un individuo. Ai volontari veniva chiesto di rispondere a domande del tipo: quale vocabolo può essere associato alle parole biscotto, cuore e sedicenne?

Le reazioni dei volontari a questo test verbale sono state analizzate in quattro situazioni diverse: la mattina, il pomeriggio immediatamente dopo un riposino, dopo un sonno con fase REM e uno senza fase REM.

E’ stato osservato che dopo un sonno REM i risultati del test miglioravano del 40 per cento rispetto alle altre condizioni. Lo studio dimostra, dunque, che l’aumento delle abilità creative è il risultato di processi specifici che avvengono nella fase REM.

In particolare sono state osservate delle alterazioni nel sistema dei neurotrasmettitori cerebrali che stimolerebbero la formazione di nuove reti nervose permettendo alla neocorteccia, l’area cerebrale in cui risiede il pensiero, di integrare vecchie memorie, nuove informazioni ed idee.

Il consiglio? Una bella dormita, al mattino due piccioni con una fava, riposati e geniali.

Fonte: Galileo.

Uno spray nasale per ricordare di Monica Maiorano


spray nasaleViene dalla Germania la notizia che potrebbe essere prodotto uno spray nasale per fissare i ricordi.

A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori del Dipartimento di neuroendocrinologia dell’Università di Lubecca che firma un articolo al riguardo su “ The FASEB Journal”, organo della Federazione americana delle società di biologia sperimentale.

Coinvolta nel processo una piccola proteina, l’interleuchina-6 secreta dai globuli bianchi durante la risposta immunitaria.

Le interleuchine costituiscono uno dei principali meccanismi della comunicazione tra le cellule del sistema immunitario, un vero e proprio linguaggio immunitario, in cui ognuna di queste molecole, da sola o in associazione con altre, promuove e coordina le attività delle altre cellule. In alcuni casi le interleuchine fungono da veri e propri ormoni, e attraverso il circolo sanguigno raggiungono il cervello e il midollo. Più comunemente però le interleuchine si comportano da trasmettitori cellula-cellula.

Nello specifico le funzioni dell’interleuchina-6 sono diverse: rende disponibili gli zuccheri per l’attività muscolare, attiva la combustione dei grassi per la produzione di energia, attiva le cellule staminali del sangue, ripara i danni alle pareti vascolari, favorisce la sintesi nel fegato della proteina C e della proteina che produce mannosio, ha effetto anti-aterosclerotico e anti-diabetico, induce aumento dei neutrofili ,riduce il rischio di malattie autoimmunitarie.

Oltre queste funzioni, lo studio condotto dal gruppo di ricerca dell’università tedesca, ha mostrato la capacità dell’interleuchina-6 di influire sulle capacità cognitive.

Somministrata attraverso uno spray nasale è in grado di aiutare il cervello nella formazione della memoria procedurale ed emotiva nel corso del sonno REM.

Studi condotti agli inizi del ‘900 hanno evidenziato che l’apprendimento non è possibile durante il sonno, ma il sonno sembra comunque giocare un ruolo nei processi legati al consolidamento della memoria.

“Dormire per ricordare, un sogno o realtà?”, dice Lisa Marshall, uno degli autori della ricerca. “In questo lavoro forniamo la prima prova che il segnale immuno-regolatore interleuchina-6 ha un ruolo benefico nella formazione della memoria a lungo termine legata al sonno.”
Per fare la scoperta, Marshall e colleghi hanno arruolato 17 giovani adulti perché dormissero nel loro laboratorio due notti. In entrambe le occasioni, dopo aver letto un breve racconto emotivamente coinvolgente o neutro, ai soggetti veniva spruzzato nelle narici uno spray che conteneva  interleuchina-6. Il loro sonno veniva successivamente monitorato per tutta la notte. La mattina successiva tutti i partecipanti dovevano redigere una lista di tutte le parole del racconto che riuscivano a ricordare. E’ risultato che quelli che avevano ricevuto la somministrazione di IL-6 riuscivano più brillantemente nel compito.

A questi scienziati sicuramente giunge la benedizione di tutti gli studenti del mondo.

Fonte: The FASEB Journal.

Mancanza di sonno? Trovata la ricetta per la pillola del riposo


riposoTroppo lavoro, impegni eccessivi, e poi le normali incombenze quotidiane: strozzati dalle cose da fare dormiamo sempre meno; ma la moderna ‘generazione senza riposo’ potrebbe trovare una soluzione al sonno perso. Infatti, ricercatori Usa hanno scoperto come eliminare gli effetti deleteri della carenza di sonno sulle performance mentali. Resa nota sulla rivista Nature, la scoperta lascia presagire la possibilità futura di una ‘pillola del riposo’ che ci fa sentire riposati anche quando non c’é tempo per dormire. Condotto su topolini, lo studio è stato diretto da Ted Abel dell’Università della Pennsylvania a Philadelphia. Gli esperti si sono accorti che, quando i topolini dormono meno, nel loro ippocampo, circuito cruciale per apprendimento e memoria, aumentano i livelli dell’enzima PDE4 e diminuiscono quelli di una molecola importantissima per memorizzare nuove informazioni, cAMP. Riducendo PDE4 sperimentalmente, cAMP aumenta e i topi non risentono del sonno perso, conservando normali performance mnemoniche e di apprendimento. Il sonno è un momento irrinunciabile per il nostro cervello; sono infatti numerosissimi gli studi che hanno dimostrato che perdendo ore di sonno le nostre capacità cognitive, di memoria e concentrazione scemano. Addirittura, uno studio di Elizabeth Gould della Princeton University pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze PNAS ha dimostrato che dormire poco ‘restringe’ il cervello, riducendo il numero di neuroni dell’ippocampo. Gli italiani Chiara Cirelli e Giulio Tononi, esperti in scienza del sonno presso la University of Wisconsin School of Medicine, hanno dimostrato invece che il sonno è il momento per riordinare ricordi e conoscenze formate durante il giorno. Nella società moderna, quindi, in cui dormire spesso diventa un ‘optional’ e la vita frenetica impone una costante carenza di sonno, sottoponiamo continuamente il nostro cervello a perdita di funzionalità. Ecco quindi che trovare un modo per dormire poco senza risentirne potrebbe essere una soluzione almeno per superare momenti particolarmente stressanti e impegnativi della vita, oppure per le persone che soffrono di insonnia. Gli esperti hanno cercato questa possibilità nel cervello di topolini e hanno visto che quando si toglie loro il sonno, nell’ippocampo un circuito molecolare va in tilt: l’enzima PDE4 aumenta in modo eccessivo, provocando la riduzione della molecola cAMP indispensabile alla formazione di nuove sinapsi, cioé le giunzioni di comunicazione tra neuroni. La formazione di sinapsi è il meccanismo per formare e saldare i ricordi; se le sinapsi non si formano i ricordi non si consolidano e vengono persi. Infatti quando i neuroscienziati hanno ripristinato le condizioni molecolari normali dell’ippocampo riducendo i livelli di PDE4, cAMP è nuovamente aumentato e alcuni degli effetti cognitivi e di memoria tipici della deprivazione di sonno sono scomparsi nei topolini. Imparando a modulare la concentrazione di PDE4, quindi, si potrebbe forse creare una ‘pillola anti-sonno’ e aiutare tutte quelle persone che, sofferenti di insonnia, vivono un perenne deficit mnemonico e cognitivo.

fonte ANSA