di Loretta Dalola
Da febbraio a Roma si è aperta la mostra dedicata al celeberrimo, e celebratissimo, “genio lombardo” , nei 400 anni dalla morte di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, le Scuderie del Quirinale celebrano il pittore milanese con una retrospettiva forte di 24 capolavori.
In anni recenti, il gran numero di ricerche, studi, esposizioni e interventi sulle vicende biografiche e artistiche del Caravaggio ha confermato l’universale e crescente interesse intorno alle vicende artistiche del pittore e al suo ruolo cardine all’interno della storia dell’arte.
Un talento unico, inarrestabile, i suoi quadri irrompono come un fulmine a ciel sereno nel mondo chiuso e tradizionale dell’arte romana, in un tentativo estremo di avvicinare il sacro al mondo degli uomini, angeli, santi e madonne hanno i corpi di popolani, prostitute, ragazzi di strada. I tratti sono duri segnati dalla fatica, le mani e i piedi luridi.
La fama non smussa il carattere, orgoglioso e sanguigno del pittore, le dicerie dei suoi eccessi si moltiplicano come le denunce per aggressione, fino al fatto di sangue che lo trasforma in fuggiasco sino alla fine di suoi giorni.
E’ un pittore straordinario, il pittore della luce teatrale, suggestiva, tenebrosa, particolarissima, luce dovuta al cambiamento continuo delle condizioni atmosferiche, giungendo alla concezione dell’attimo della luce da fermare sul quadro come uno scatto fotografico. Nessuno seppe “dare luce al buio” come lui e forse proprio grazie ad un’esistenza così travagliata, che si deve la grande carica emotiva che sprigiona dai suoi quadri.
Come su un palcoscenico il dramma va in scena, gli attori emergono dalla penombra delle quinte illuminati da un preciso raggio luminoso. I suoi protagonisti sono profondamente reali, sono modelli sottratti alla quotidianità; la vita entra nell’arte, bella o brutta per Caravaggio merita di essere protagonista senza occultare nessun dettaglio.
La pittura del Caravaggio, non parte dal disegno, ma direttamente dalla realtà, sua unica fonte di esperienza. Di qui la resa delle luci, delle ombre e dei riflessi, degli spazi, degli atteggiamenti sentiti nella loro interezza.
Luce, per affermare la pienezza delle forme e dei volumi, ma anche per drammatizzare i personaggi più umili, ogni espressione, ogni singolo gesto è arte plastica, espressiva, diretta, adatta ad esprimere un sentimento semplice e profondo della dura esistenza umana.
Per approfondire la conoscenza del pittore consiglio un bel libro di Giuliano Capecelatro : Tutti i miei peccati sono mortali – Mondadori, interessante versione della vita e dello stile pittorico del Caravaggio