I giorni della bestia


di Roberto Puglisi

Nel fantasmagorico avviso che precede una raccolta di poesie di Giorgio Caproni (Il conte di Kevenhuller) si legge: “In questo momento giunge alla notizia della conferenza governativa che la campagna di questo ducato trovasi infestata da una feroce Bestia di colore cenericcio moscato quasi in nero, della grandezza di un gosso cane e dalla quale furono già sbranati due fanciulli”.

Per fortuna la pantera di Palermo non è arrivata a tanto e speriamo che mai si riveli, banalmente, nel sangue, qualora decida di dare un segno concreto del suo cammino, al momento dissolto. E dunque, avendo fin qui poche e scarne prove della sua esistenza di cui comunque non dubitiamo – per tenace abitudine al sogno – possiamo trattarla diversamente, evitando di rinchiuderla in una gabbia o nel suo proprio significato. Diciamo che la pantera di Palermo, al momento, è un messaggero degli dei, una metafora, una nuvola felina. Magari un’occasione di autoanalisi collettiva.

Ognuno rimiri la chiazza scura sullo sfondo dello scatto famoso della Forestale, che è sfocata apposta, per destino. Ognuno pronunci la prima parola salita alle labbra. Ognuno la modelli, la riempia come vuole e abbia il coraggio di guardare nella pantera diventata specchio. Reagite secondo voi stessi e qualcosa riceverete, qualcosa saprete circa il rapporto intimo, di stomaco, tra voi e i vostri luoghi di nascita e di vita. Il messaggio sarà subliminale, ma forte. Illuminerà il legame che intercorre tra ogni singolo palermitano e lo straordinario, il prodigioso, la fantastica mutazione. Perché questo è la pantera: un annuncio, una minaccia o una promessa di insoliti cambiamenti.  C’è chi troverà la sua paura, altri, il valore o, semplicemente, nulla. Altri si sentiranno lievemente smarriti e sarà la perdita il senso della caccia.  E voi cosa vedete nel riflesso, volenterosi compagni di caccia, ricercatori di significato?

Va bene, comincio io con l’autoanalisi. Non ha una forma definita il difficilmente scrutabile, la mia pantera, la macchia delle mie sensazioni acquattata nella boscaglia, nascosta e visibile, cacciatrice e preda. Sappiamo per tradizione e leggenda che spesso apparizioni strane e miracolose annunciano un evento epocale, una svolta. Una pantera in giardino è la campanella di fine ricreazione della normalità. Cosa c’è di più strano e miracoloso di una Bestia esotica e nera a Bellolampo? Sì, è un prodigio. E’ Palermo senza la munnizza e senza il traffico (e senza la mafia e senza la fame, etc etc…).  Gli occhi che hanno visto la pantera rivelano a tutti lo spicchio di un accadimento superiore, di un contesto diverso. E poco importa se siano pupille militarmente vigili o suggestionabili. Anche la luce interiore dei veggenti è un segnale di riconoscimento della costa, è la bontà di un approdo. E cos’è la suggestione se non impellenza di rivoluzione?

Resta da capire, in questa nostra scivolosa digressione, di che si tratti. Se la pantera sia il nunzio di uno stravolgimento buono o cattivo, di una resurrezione o di una apocalisse. Colomba di fine diluvio col ramoscello in bocca o cane dell’inferno? Forse dipende da noi. Forse la pantera è apparsa e poi scomparsa per dirci che Palermo è qui apposta per essere cambiata con le nostre mani e col nostro sudore. In fondo abbiamo da perdere soltanto la rassegnata normalità dei cani alla catena.

Come e dove cominciare? Ci soccorre ancora Caproni: “Fermi! Tanto non farete mai centro. La Bestia che cercate voi, voi ci siete dentro”. (Saggia apostrofe a tutti i caccianti)

da http://www.livesicilia.it

Possibile scomparsa della Facoltà di Lingue a Catania


fac lingue CTSi trasmette nota alla Stampa relativa all’Assemblea di domani mattina al Monastero dei benedettini, promossa da studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo, contro l’ultimo documento del ministro Gelmini che potrebbe portare alla scomparsa della Facoltà di Lingue e Letterature straniere, considerati i cospicui tagli di fondi. Possibile la chiusura della sede decentrata di Ragusa, il ricorso al numero chiuso, una drastica riduzione delle immatricolazioni, la chiusura del corso di laurea in scienze della comunicazione internazionale.

Si chiede, pertanto, di poter seguire l’iniziativa.

COMUNICATO STAMPA

 

Università in declino: domani in assemblea per salvare la Facoltà di Lingue

 

Si ritroveranno domani mattina, alle ore 10, presso l’Aula A-8 del Monastero dei Benedettini a Catania docenti, studenti e personale amministrativo della Facoltà di Lingue per discutere dell’ultimo documento della ministra Gelmini, che, con la sua linea politica scellerata, sferra l’ennesimo duro attacco contro l’Università italiana, mettendo in serio pericolo la qualità della didattica, dei servizi e il Diritto allo Studio.

Ad aderire all’Assemblea di domani anche i Giovani Democratici della Provincia di Catania ed in particolar modo il segretario Rosario Liuzzo e i giovani studenti della Facoltà di Lingue.

“Ciò che accadrà nella nostra Facoltà è emblematico – dicono gli universitari di Lingue – La riduzione delle ore per Cfu da 7 a 6 ha provocato notevoli disagi sia per gli studenti, che ancora attendono l’inizio di molte lezioni, sia per i docenti precari che sono stati costretti a una diminuzione dei loro già scarsi compensi, sia per il personale tecnico-amministrativo, che non vede ancora concretizzarsi il piano di stabilizzazione, promesso dal Rettore.

Ancora più grave – proseguono gli studenti – ciò che potrebbe accadere: 1. chiusura del corso di laura in Scienze per la Comunicazione internazionale, 2. chiusura della sede decentrata di Ragusa, 3. ricorso al numero chiuso per l’unico corso triennale che rimarrebbe attivo, quello di Lingue e culture europee, e per i corsi di specialistica.

 “Altro che rilancio, altro che sistema universitario qualificato ed europeo – dice Rosario Liuzzo, segretario provinciale dei Giovani Democratici – gli effetti delle assurde scelte politiche della Ministra e dei suoi colleghi Tremonti e a Brunetta sono sotto gli occhi di tutti: aule sovraffollate, riduzione dei posti letto per gli studenti fuori sede, contrazione delle borse di studio, mancanza di spazi e di momenti di recupero per gli studenti. Questa situazione, che non è più accettabile, – spiega ancora Liuzzo – porterà ben presto all’esaurimento e al declino degli Atenei e, nel caso specifico, ad una possibile scomparsa della Facoltà di Lingue e Letterature straniere a Catania”.