Il sosia di Pavarotti “principe”?


Nardini si candida al trono di Seborga

 

Al Festival di Sanremo è di casa. Ma questa volta, Gigi Nardini, noto soprattutto per essere il sosia di Luciano Pavarotti, in Liguria non ci è andato solo per presenziare alla kermesse musicale. Il 58enne “re del miele“, infatti, ha deciso di candidarsi alla successione al trono di Seborga, l’autoproclamato Principato alle spalle di Bordighera. Il posto è vacante dal 25 novembre, quando è mancato Giorgio I, al secolo Giorgio Carbone

Proprio sabato scate il termine per la presentazione delle candidature che, con quella di Nardini, salgono così a nove.

Gli altri otto sono Vincenzo Buscaglia, presidente della società di Salvamento di Sanremo, Marcello Menegatto, imprenditore di Seborga, il conte Alexander De Boturì (di origine americana), Secondo Messali, Guardia Giurata ed attuale ministro del Principato, il Principe Davide Pozzi Sacchi, di Santa Sofia, il regista Pepi Morgia, Michele imperiale, nobile e l’avvocato di Roma (con cittadinanza anche di Seborga), Alberto Romano, che è anche Segretario di Stato del Principato.

Soltanto quattro di loro vengono considerati con i giusti requisiti: Menegatto, Messali, Morgia e Imperiale. Nessuno di questi però aveva pensato di doversi difendere dal sosia di Pavarotti.

 fonte Tgcom

Riflessione scherzosa su una contraddizione linguistica… del Festival di Sanremo (di una che non vede TV da più di dieci anni!!!)


Sempre nell’ambito della mia linguistica…follia

mi sono divertita a cercare l’etimologia

di una parola in questi giorni così utilizzata

si potrebbe dire che è quasi …abusata:

la parola “FESTIVAL” è inglese

ma proviene dal francese

che dal latino “FESTIVUS” lo deduce

e questo all’italiano ci conduce…

dato che Sanremo dicono sia la vetrina dell’italica canzone

che ne direste se trovassimo di “FESTIVAL” una nostrana traduzione?

“E allora dai”


di Gaber-Germani 1967

Questa è una canzone di protesta
che non protesta contro nessuno… anzi…
siamo tutti d’accordo
Tu mi insegni che un amico
non si deve mai tradire
un amico è un tesoro
te l’ho già sentito dire
ed ognuno l’ha trovato
quando solo si è trovato
la parola di un amico
ti può dar quel che non hai.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

Il denaro non è tutto
è una frase che si dice
nella vita c’è ben altro
che può renderti felice
e lo dicon tutti spesso
ricchi e poveri è lo stesso
il denaro non guarisce
e non da felicità.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

Ogni uomo è uguale a un altro
quando viene dalle stelle
non importa la sua lingua
o il colore della pelle
lo diceva anche il vangelo
già duemila anni fa
finalmente siam d’accordo
questa sì che è civiltà.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

Tu mi insegni che la guerra
oggi non si può più fare
che le bombe ed i cannoni
sono cose da evitare,
lo si scrive sui giornali
siamo tutti solidali
che la pace in tutto il mondo
salverà l’umanità.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai.

E allora dai, e allora dai
le cose giuste tu le sai
e allora dai, e allora dai
dimmi perché tu non le fai…..

Il grande Giorgio Gaber canta questa sua celebre canzone

http://www.youtube.com/watch?v=MxVZHwIOgA8

Mario Incudine porta la Sicilia al festival di Sanremo


Per la prima volta nella storia la lingua siciliana sale sul palcoscenico del Festival di Sanremo e lo fa grazie alla voce di Mario Incudine, cantautore ennese scelto dal “big” Nino D’Angelo per cantare in dialetto “siculo” alcune strofe del suo nuovo lavoro musicale dedicato al Sud. “Jammo Jà” è il titolo del brano, ancora inedito, che verrà cantato dallo stesso D’Angelo insieme con Maria Nazionale nel corso della gara canora trasmessa in diretta mondiale su Raiuno dal 16 al 20 febbraio, e per espressa volontà del cantautore napoletano la canzone verrà reinterpretata a più voci nel corso della terza serata del festival dedicata agli ospiti. Per ripresentare “Jammo Jà” in nuova veste, Nino ha chiamato a raccolta all’Ariston le voci più rappresentative delle regioni del Sud d’Italia e per cantare la Sicilia ha voluto proprio Incudine, una delle voci più interessanti del nuovo fermento isolano, realtà che incarna la tradizione e l’innovazione della nuova musica siciliana e ambasciatore delle tradizioni sicule nel mondo. Le lingue regionali del Meridione dello Stivale saranno allora le vere protagoniste in questo intervento: assieme alla Sicilia, ci saranno anche i rappresentanti delle terre laziale, lucana, calabrese, salentina e sarda, tutte voci che confluiscono nell’Orchestra popolare italiana diretta da Ambrogio Sparagna, che sarà a Sanremo accanto a Nino D’Angelo con il suo organetto.
In quest’edizione festivaliera salutata come “l’edizione aperta ai dialetti d’Italia”, solo il brano di D’Angelo porta il marchio delle lingue regionali ed è per questo che lo “scugnizzu” ha scelto di fare un omaggio corale alle tradizioni popolari del Meridione, unite per cantare l’amore e il riscatto sociale del Sud. «Ogni interprete – spiega Incudine – ha scelto con cura le parole della canzone di Nino da tradurre nel proprio dialetto affinché potessero rappresentare al meglio l’anima delle diverse regioni. Cantare in siciliano a Sanremo è per me motivo di grande orgoglio, salirò sul palco a nome di tutti i siciliani che credono nella forza e nel rilancio della nostra lingua e della nostra musica».
Incudine arriva a Sanremo dopo aver trionfato al decimo Festival della nuova canzone siciliana con il brano “Salina”. E proprio domani, giovedì 28 gennaio alle 21, andrà in onda su Antenna Sicilia la serata di gran gala dell’undicesima edizione dello stesso festival, trasmesso dal teatro Abc di Catania e condotto da Salvo La Rosa. Il cantautore ennese, invitato a partecipare anche a questa edizione dopo il successo ottenuto lo scorso anno, eseguirà fuori concorso il brano “Mukascia”. In gara si presenta invece con un altro brano di impegno sociale, “Duminica matina”, testimonianza-confessione di un imprenditore che rifiuta il pizzo, tratta da una storia vera. Ad eseguirlo assieme a Mario, Franco Barbarino alle corde, Antonio Putzu ai fiati, Antonio Vasta all’organetto, Emanuele Rinella alla batteria, Pino Ricosta al basso e Riccardo Laganà alle percussioni.

da www.livesicilia.it

Giuseppe Cucè e la sua “ROSA” per Sanremo


Grande opportunità quella che il destino ha riservato a Giuseppe Cucè: entrare nella “rosa” dei possibili partecipanti del Sanremo 2010.

Il cantautore catanese si presenta alla giuria della rassegna musicale ed al suo pubblico con un brano inedito scritto a quattro mani con il chitarrista Antonio Masto dal titolo: “Rosa”.

Si tratta di una scelta delicata ed impegnata non solo per la tematica trattata ma anche per lo stile musicale scelto. Tema purtroppo, sempre attuale per il quale già grandi cantautori del panorama musicale italiano hanno speso parole e musica: ognuno a suo modo.

Ed il cantautore catanese vuole essere vicino alle donne con la sensibilità, la passione e la sicilianità che contraddistinguono il suo stile. E’ un’opera cantautorale composta “di getto” che “prepotentemente” si fa strada dal profondo dell’anima dell’autore il quale, attraverso questo brano, fa emergere tutta la sua rabbia. Ma lo stesso Cucè non si rassegna anzi esprime il desiderio di voler cambiare le cose cercando, con il proprio lavoro, di risvegliare gli animi femminili scuotendo le coscienze e sottolineando il messaggio fondamentale che “il silenzio” è la forza della violenza.

Rosa” è essenzialmente una ballata nella quale l’autore affronta la delicata tematica della “violenza sulle donne” con “saudade” e “fado” tipici del suo stile. Suggestivo ed intenso è il verso centrale del brano: “come una rosa tu in un deserto non morirai non morirai nonostante la pioggia che non ci sarà”.

Sono tante le motivazioni che spingono a scrivere una canzone svelando, il più delle volte, la parte più intima di te stesso.

Oltre ad Antonio Masto, coautore e chitarrista, hanno suonato con Giuseppe Cucè: Francesco Bazzano (batteria e percussioni); Marco Carnemolla (basso); Adriano Murania (violino) ed Alessandro Longo (violoncello).

Per la partecipazione a Sanremo 2010 verranno selezionati solo i brani più ascoltati e più votati online sul sito Rai (http://www.sanremo.rai.it) (selezionare la sezione “Nuova generazione” e quindi cliccare su “Giuseppe Cucè”). La votazione è gratuita e per essere effettiva è indispensabile selezionare le 5 stelline per il gradimento.

Ora più che mai è necessario il supporto del pubblico che ha seguito numeroso Giuseppe Cucè in questi mesi senza fargli mancare l’affetto e la stima.

http://www.youtube.com/watch?v=ZgZK3LiY81g

Link diretto al sito della votazione:  http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4f444c67-b7c0-4aac-963b-5fc0481337d8.html?p=4

Sanremo in dialetto: via libera ai testi in lingua locale


di Silvia Fumarola

sanremoAl Festival di Sanremo si canterà in dialetto. La novità del regolamento dell’edizione 2010, che sarà presentato ufficialmente lunedì, prevederebbe all’articolo 6 che “le canzoni dovranno essere in lingua italiana; si considerano appartenenti alla lingua italiana, quali espressione di cultura popolare, canzoni in lingua dialettale italiana e non fa venir meno il requisito dell’appartenenza alla lingua italiana la presenza di parole e/o locuzioni in lingua straniera, purché tali da non snaturare il complessivo carattere italiano del testo”. Lo stesso articolo, nel regolamento del 2008 recitava invece: “Non fa venire meno il requisito della appartenenza alla lingua italiana la presenza nel testo letterario di parole e/o locuzioni in lingua dialettale italiana, quali espressioni di cultura popolare”. Quest’anno, invece, si parla esplicitamente di “canzoni in lingua dialettale italiana”.

Il festival di Antonella Clerici, che festeggia la sessantesima edizione (si svolgerà dal 9 al 13 febbraio), apre quindi le porte ad artisti che scelgono di esprimersi nel loro dialetto, senza essere costretti a cambiare il testo. Il primo vincitore a Sanremo è la Lega. Era stato Umberto Bossi, la scorsa estate, a chiedere a gran voce che il dialetto fosse protagonista sul palco dell’Ariston. Il leader del Carroccio aveva rilanciato la proposta di Marco Lupi, presidente leghista del Consiglio comunale di Sanremo, deciso a dedicare una serata alle canzoni “in lingua etnica”.

Per Bossi “Sanremo era uno dei simbolo del centralismo, ma sapevo che il sistema, a furia di prendere cazzotti, sarebbe cambiato. E al Festival andranno anche le canzoni in lingua etnica”. È questa l’espressione con la quale aveva definito i dialetti, che Lupi aveva invece ribattezzato, ispirandosi a Dante, “lingue municipali”. Alcuni dialetti erano già comparsi al festival: i Tazenda avevano cantato strofe in sardo, i Pitura Freska, con “Papa nero”, avevano portato alcune espressioni in dialetto veneziano, il trio Enzo Gragnaniello, Mia Martini e Roberto Murolo in una bellissima canzone, “Cù mme”, cantarono in napoletano. Versi, ma non intere canzoni in lingua.

, grande protagonista della canzone e del teatro napoletano (debutterà il 4 dicembre al Trianon, di cui è direttore artistico, con Lacreme napulitane accanto a Maria Nazionale) , fu escluso proprio per il regolamento che non prevedeva il dialetto, e oggi applaude. “Ma vi pare possibile che un napoletano debba ringraziare la Lega?” ironizza “Alla fine mi trovo d’accordo con un’iniziativa di Bossi. È giusto che il dialetto riacquisti la sua importanza, e non perché sono napoletano, ma il napoletano è una lingua vera e propria, le cose più belle sono stati scritti da autori campani. Quando serve Napoli va tutto bene, ci recuperano. Sanremo, diciamoci la verità, è stato il primo grande reality, prima del Grande fratello ma ora è agli sgoccioli. Così per riprendersi un po’ di attenzione torna al Sud e non solo al Sud, per recuperare il grande pubblico”.

Anche Peppe Servillo, senza entrare nei meriti della politica, è soddisfatto: “È ovvio che sia d’accordo che si usi il dialetto, ce ne sono alcuni meravigliosi, più musicali. Il napoletano è una lingua, ma anche il veneto, lingua teatrale per eccellenza, e come dimenticare Creuza de mar di Fabrizio De Andrè? Vera poesia”.

d www.repubblica.it

Musica: l’Africa all’altro Sanremo, il Premio Tenco


  • Al via il Premio Tenco: sul palco, tra gli altri, la beninese angelique kidjoAngelique Kidjo e il senegalese Badara Seck

di Silvano Rubino

 La canzone d’autore allarga i suo confini. Sarà un’edizione che valica i continenti, la 34a  del Premio Tenco, in programma dal oggi al 14 novembre al Teatro Ariston di Sanremo e organizzata dal Club Tenco

L’Africa sarà rappresentata dalla beninese Angélique Kidjo (vincitrice del Premio Tenco, quello assegnato dal Club stesso, a differenza delle Targhe assegnate da una giuria di esperti e giornalisti) e dal senegalese Badara Seck.

Ma l’invito al viaggio del Tenco di quest’anno spingerà anche verso altre latitudini: un importante spazio sarà dato al tango argentino, con la presenza di Horacio Ferrer e Daniel Melingo. A Ferrer, il grande poeta e scrittore che scriveva i testi delle canzoni di Astor Piazzolla, andrà il Premio Tenco per l’operatore culturale.

A Franco Battiato l’altro Premio Tenco di quest’anno, insieme alla Kidjo: un fatto eccezionale, visto che solitamente è un riconoscimento che va ad artisti stranieri.

Insieme a loro al Teatro Ariston di Sanremo si esibiranno una ventina di artisti di varia estrazione stilistica, a comporre un cast di prim’ordine, che affianca nomi consolidati ad esordienti. Ci saranno i vincitori delle Targhe Tenco 2009, ovvero Max Manfredi (miglior disco dell’anno con “Luna persa”), Enzo Avitabile (miglior disco in dialetto con “Napoletana”), Elisir (miglior opera prima con “Pere e cioccolato”), Ginevra Di Marco (miglior disco di interprete con “Donna Ginevra”). Clicca qui per saperne di più.

Fra gli amici storici della Rassegna saranno presenti Alice, Vinicio Capossela, Morgan, Mauro Pagani e Yo Yo Mundi, ma ci sarà spazio anche per alcuni personaggi che da tempo il Club Tenco avrebbe voluto invitare come Vittorio De Scalzi tra gli italiani e Z-Star, londinese con genitori di Trinidad. Folta ed eterogenea la rappresentanza di nomi nuovi sui quali da sempre il Tenco punta: Franco Boggero, Edgardo Moia Cellerino, Dente, Gli Ex, Alessandro Mannarino e Piji.

 da www.vita.it