“Sfiorami”


di Claudio Crastus

Se un giorno

ti lascerai dietro le spalle

tutti questi cancelli sbarrati

i visi severi, giocondi, tristi

dei ragazzi sepolti quaggiù

lascia di te un solo ricordo

ti prego!

Quando saprai di non dover tornare

guardami una volta sola

come si sprofonda nel cuore di un’amante,

cogli, amore, tutta la polvere

che sovrasta il mio cuore,

soffia e spazza via le mille spine

che inconsapevolmente mi hai piantato

una alla volta sul petto.

Sfiorami il viso,

le labbra,

i capelli

affinché le mie paure si smaterializzino.

Non ricordo più

la sensazione che trasmette una carezza,

un bacio,

un attimo di gioia;

non se solo tu mi parli e sfiori

riesco a immergermi nei tuoi occhi belli e neri

incastonandomi nel tempio del tuo cuore.


da http://urladalsilenzio.wordpress.com


Il retino acchiappa-farfalle


di Angela Ragusa

Cosa sarà di noi
quando in briciole sparse
diverrà il nostro sogno,
quando pure il ricordo
ogni attimo avrà cancellato
e solo vuoto abiterà
le stanze della memoria…

Cosa sarà del tempo intessuto
tra fili di passione e sentimento,
quando diverrà irto e spinoso
da lacerare anche ultimi brandelli
di un amore che si specchiava
nei laghi della verità…

Cosa sarà di questo cencio
abbandonato tra i dispetti,
pezza vecchia e lercia
sporca di fango,
trascinata nel mare
delle incomprensioni…

Cosa sarà di me
se mai smetto
di leccare le ferite,
(chiudo gli occhi e non immagino)
animale senza tana
(stringo forte il mio retino)
vagabondo tra i pensieri…
(in cerca di farfalle me ne andrò).

Senza lacrime nè cielo


di Angela Ragusa

Trasforma il sogno la realtà.
L’incanto si è svelato
e polvere così sfuma
dai sandali tuoi rossi…

Salice piangente
si specchia sul tuo viso.

Dietro quelle sbarre,
destino indecifrabile
assurdo nei perché
che non lasciano risposte.

Verde come mela,
mani non ebbero riguardo .

Non riesci più a danzare
nelle ore senza tempo ,
tutto è fermo a quel ricordo
che non smette di svanire.

Dietro l’angolo gramigna
soffocò il tuo bel fiore…
ora cresci senza linfa,
senza lacrime ne cielo!

“Indimenticato”


di Angela Ragusa

Magico trovarsi
sui passi di un passato.

Vivo è il ricordo di estati giù in strada
assolate alla calura,
a sognare di futuro, di vita che correva
su ruote sempre sgonfie
di bici sgangherate…

La coppola sormontava
il capo degli anziani, dal viso tutti uguale,
che il sole di ogni giorno aveva stinto fino all’osso…
Le rondini planavano pure al pozzo
a prender acqua, con il becco a preparare
nuovo nido ,nuova prole…

E seduti sulla soglia
del gradino di granito,
nel bicchiere di granita
annegava il vecchio giorno…

Il tramonto così calava
nel paese dei miei nonni.

…Al ricordo si appiglia


di Angela Ragusa

…forse nulla pensavan le stelle,
forse niente vedevan dall’alto…
solo ombre dalla forme gemelle
solo notte colore cobalto…
Mostra tutto
ma nella spiaggia si consumava
un amore appena sbocciato
lontano da chi domandava
come quel fuoco fosse avvampato…

Unite le labbra,avvinte da baci.
nulla interruppe il magico afflato…
dolci carezze,teneri abbracci
per un momento ormai già passato…

…e di quel sogno che ancor non si è spento
resta il suono di una conghiglia,
all orecchio la porto e quel che io sento
è come al ricordo dolcemente si appiglia…

“Rima baciata”


di Angela Ragusa

…chissa cosa pensavan le stelle
di noi, a trovar le parole più belle…
per dire a nostri cuori impazziti
quanto coi sensi eravamo riusciti,
a provar sensazioni invadenti
immense come astri cadenti…

Chissà quanta invidia sentivan
quelle stelle che dal cielo assistevan
ai nostri baci sbocciati
sotto un manto dai colori incantati,
sulla sabbia che di diurno tepore
accoglieva il nostro sfrontato fervore

Ora che il tempo è passato
e che le stelle hanno dimenticato
resta il suono di una conchiglia
a cui il ricordo soltanto si appiglia….

…all’ orecchio la porto e ancor sento
quanto quel sogno ancor non si è spento.

3:32, L’Aquila si ferma 308 rintocchi di campana


Circa venticinquemila persone questa notte si sono radunate con fiaccole, candele e lumini nel centro dell’Aquila per commemorare il terremoto che il 6 aprile scorso causo’ 308 vittime. In piazza Duomo sono confluite quattro lunghe fiaccolate che hanno attraversato le poche strade aperte del centro. Qui sono stati letti i nomi dei morti, poi alle 3:32 – ora della devastante scossa dello scorso anno -, le campane della chiesa delle Anime Sante hanno suonato a morto con 308 rintocchi. I cortei erano aperti ognuno da striscioni retti dai familiari delle vittime. In uno, che aveva anche le foto di otto studenti, si leggeva: ‘Assassinati nella casa dello studente’. Le fiaccolate si sono svolte in silenzio e senza alcun incidente.

Molti cittadini raggiungeranno ora il piazzale di Collemaggio, dove alle 4 ci sara’ la messa solenne.

fonte ANSA

Il Giorno del Ricordo 2010


Alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre tutta l’Italia, grazie all’esercito Anglo-Americano, veniva liberata dall’occupazione nazista, a Trieste e nell’Istria (sino ad allora territorio italiano) si è vissuto l’inizio di una tragedia: la “liberazione” avvenne ad opera dell’esercito comunista jugoslavo agli ordini del maresciallo Tito.

350.000 italiani abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. La loro colpa era di essere italiani e di non voler cadere sotto un regime comunista.
Trieste, dopo aver subito più di un mese di occupazione jugoslava, ancora oggi ricordati come “i quaranta giorni del terrore“, visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte.

Solo nell’ottobre del 1954 l’Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l’Istria all’amministrazione jugoslava.
E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo, l’Italia rinunciò definitivamente, e senza alcuna contropartita, ad ogni pretesa su parte dell’Istria, terra italiana sin da quando era provincia dell’Impero romano.

Il 10 febbraio è il giorno che l’Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell’Esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati.

da www.leganazionale.it

 

Una candelina per Paolo e la preghiera di sua moglie


di Roberto Puglisi

Oggi Paolo Borsellino compirebbe settant’anni. Respirerebbe quest’aria di pioggia. Fumerebbe le sue sigarette. Accarezzerebbe i suoi nipoti. Ma via D’Amelio, dal 19 luglio del 1992,  non è più soltanto una via di Palermo, dove portare i cani a passeggiare. Una via come le altre. Ha assunto le forme di una tomba, il colorito del dolore, per questo Paolo Borsellino non è qui. Eppure noi non ci rassegniamo, vogliamo festeggiare il compleanno di Paolo Borsellino, come se fosse qui. Per questo, Livesicilia ha chiesto al figlio Manfredi  di commemorare con noi il giorno della nascita di suo padre. E Manfredi gli ha fatto e ci ha fatto un regalo che non dimenticheremo. Ci ha inviato una preghiera, scritta dalla signora Agnese, sua madre, la moglie del giudice. Sarà letta oggi durante la messa di ricordo in Cattedrale. Eccola: “Ricordare la nascita di Paolo è un inno alla vita, una vita diventata eterna perché avendo impersonato gli ideali ed i sentimenti più nobili continua a vivere nei nostri cuori  e nella memoria di ciascuno di noi . Oggi in questa liturgia solenne chiediamo con la Grazia del Signore che Paolo ci aiuti a superare, con lo stesso coraggio e determinazione da lui posseduti in solitudine, tutte le difficoltà che si presentano sul nostro cammino. Che ci trasmetta una parte dell’immenso amore donato alle persone ed alle cose più semplici che lo circondavano. Per questo noi preghiamo”.
Spesso ci siamo interrogati sulla qualità civile della nostra memoria. Ci siamo chiesti se abbiamo imparato la tremenda lezione di via D’Amelio e di Capaci. Se siamo riusciti a costruire un Paese migliore, sul sangue di quel sacrificio. E la risposta è stata sovente sconfortata, talvolta incoraggiante. Ma qui c’è molto di più della memoria civile, per quanto importante. C’è l’amore che un padre e un marito ha saputo seminare e coltivare nel campo di una esistenza non semplice. Ed oggi questo amore sboccia, nelle parole dei suoi cari, nonostante via D’Amelio, e ricade sul suo ricordo e su di noi, come una benedizione. Che magnifico dono. Che indimenticabile compleanno.

da www.livesicilia.it

“L’amicizia”


di Giovanni Crisostomo

Un amico fedele

è un balsamo nella vita,

è la più sicura protezione.

Potrai raccogliere tesori di ogni genere,

ma nulla vale quanto un amico sincero.

Al solo vederlo, l’amico suscita nel cuore

una gioia che si diffonde in tutto l’essere.

Con lui si vive una unione profonda

che dona all’animo gioia inesprimibile.

Il suo ricordo ridesta la nostra mente

e la libera da molte preoccupazioni.

Queste parole hanno senso

solo per chi ha un vero amico,

per chi, pur incontrandolo tutti i giorni,

non ne avrebbe mai abbastanza.