16 marzo 1978 Strage di via Fani a Roma


Oggi 32 anni fa in via Fani a Roma veniva rapito Aldo Moro, uno dei più grandi statisti che l’Italia abbia mai avuto, e venivano uccisi gli uomini della sua scorta.

 

L’on Moro verrà poi ritrovato ucciso il 9 maggio, 50 giorni dopo, nel bagagliaio di una R 4, in via Caetani dopo una prigionia atroce.

Alla memoria di questi uomini dedico oggi l’introitus del Requiem di Mozart, l’orchestra è diretta da sir Georg Solti.

http://www.youtube.com/watch?v=mb3bwGb0glQ&feature=related

Requiem per un’amica cara


di Daniela Domenici

Giulia, oggi sono dieci anni che hai lasciato questa terra per tornare alla Casa dove non soffri più; hai lasciato il tuo corpo mortale, martoriato da innumerevoli “torture”, per indossare una veste di luce; da quel luogo in cui sei, pieno di pace, colori e musica, quella musica che tu amavi tanto, guardi questo mondo in cui ancora mi trovo, in serena attesa di raggiungerti, quando il Signore vorrà, per continuare le nostre conversazioni, durate quasi trent’anni in questa vita…chissà se c’è un teatro o una sala concerti lì dove sei, Giulia, per poter ancora nutrire quella tua “fame di cultura” che condividevi con me…

Pozelùi, majà daragàja padrùga, GIULIA

Requiem per Brenda


di Daniela Domenici

Eri venuta in Italia convinta di trovare forse quel paradiso che in Brasile, tua terra natale,  forse non potevi avere per questa tua ambiguità sessuale, Brenda…e invece qui hai trovato l’inferno più atroce, prima in quella squallida vicenda in cui sei stata coinvolta con Marrazzo, poi l’episodio poco chiaro in cui eri ferita e, dicevano, che eri ubriaca e volevi spaccarti la testa, ma non lo eri, Brenda, io lo so, eri solo atrocemente disperata…e ieri l’ultimo atto di questa tua breve vita: ti hanno sicuramente uccisa, bruciandoti, per far sparire insieme a te le tracce dell’onta, per Marrazzo, di aver amato, di nascosto, una trans come te che aveva avuto il coraggio di uscire allo scoperto.

Ciao Brenda, spero che nell’altra vita a cui, spero, credessi un po’ anche tu, possa trovare finalmente quella pace, quella serenità, quel paradiso, insomma, che in questa vita il nostro paese, che una volta si chiamava il Belpaese, non ha saputo darti.

Requiem aeternam dona Brendae, Domine…

“Requiem”, una poesia inedita di Alda Merini


di Renato Minore

requiemROMA (1 novembre) – Esce dagli archivi della Manni Come polvere o vento di Alda Merini che la casa editrice pugliese pubblicherà tra qualche settimana, con introduzione di Giulio Ferroni. Questo volume raccoglie un prezioso e casuale ritrovamento: oltre 60 poesie di Alda Merini inviate alla casa editrice Manni agli inizi degli anni Novanta, su suggerimento di Maria Corti, mai pubblicate e sepolte negli archivi dei manoscritti. Si tratta di liriche straordinarie, tre le più intense e passionali che la poetessa abbia mai scritto, che toccano tutti i mondi interiori della Merini: l’amore, le donne e gli uomini (tra tutti, quelli della famiglia Pierri), il disagio mentale, la solitudine, il dolore con in più una vena satirica e irriverente che è assieme intento personale e poetico.

La poesia della Merini si è sviluppata in un flusso continuo, che ha la qualità di un modo di porsi nel mondo: offerta di sé al ritmo indefinito della quotidianità, in una ininterrotta costruzione di rapporti, di possibilità che variamente si intrecciano, si confondono, si sovrappongo, si infittiscono e si districano; presenza dentro il corpo e in mezzo alle cose, ricca certo di sapienza e di passione, intessuta di molteplici echi della cultura e del mito, di suggestioni di un mondo lontano, di parole perdute e indecifrabili, ma tutta esaltata, consumata, bruciata, nel suo darsi, nel suo offrirsi all’occasione, canto e vocalità in totale abbandono, dono divino caduto nella banalità del presente, ma pronto comunque ad accendersi anche in quella banalità, a brillare nonostante tutto, tra gioia e disperazione, tra la più nuda esposizione di sé e il trucco più sontuoso e splendente.

Da “Come polvere o vento” anticipiamo la poesia “Requiem”

Requiem

ed ecco per te il mio requiem senza parole
con la bocca piena di erba e di felci azzurre
ecco il mio requiem della corifera che non
è creduta, della Cassandra che è vilipesa
magnifico esempio di segreta impresa
tu solo mi esalti e mi incanti perché
sei colui che non si può prendere ed essendo
fermo sulle rive del Gange in perenne
contemplazione aspettando che passi la pagliuzza
d’oro della conoscenza e dell’era eterna
tu che sei scaltro più della pietra e più
duro del sasso e che pensi perennemente
pensi alle ere pitagoriche e che veneri
Socrate e che infine sei Paolo di Tarso
atterrato dalla fede infinita ebbene io
ti disarcionerò dal tuo cavallo d’amore
filiale desiderante farò di te un martire
dell’ombra perché il segreto della tua
tristezza è l’ordine e il disordine delle
cose create perché io non sono dissimile a
tua madre a Cerere eterna e infine sono
anche la primavera che si mette sugli alberi
insieme alla rugiada e tu ami la rosa della
vergogna che mi trovo appuntata sul petto
e tu le esalti e le scorri con le tue dita
feconde. Potessi così capire il mio desiderio
che si apre il fiore della carne infinitamente bella
e trovarvi dentro il seme insaziabile
dell’amore e dell’ebbrezza potessi sprezzante te
spargere sangue insieme disseminare
la discordia degli abissi perché sei
il murmure pieno e il precipizio delle
albe e perché infine tu conosci il senso
della bellezza. Io aborro pensare ma
aborro anche muovermi nel caos infinito.

da www.ilmessaggero.it