Storia di Salvatore tra lavoro, volontariato e sport


di Simona Amadesi – responsabile Ufficio Stampa
Centro Protesi INAIL
“Vecchio” cliente del Centro Protesi INAIL, il ventiduenne siciliano Salvatore Nitto è campione italiano di lancio del disco disabili, ma anche vicecampione italiano di lancio del peso indoor e ottimo piazzato ai Mondiali del 2009 in Svizzera. Impegnato nel lavoro e nel volontariato – è stato anche in Abruzzo con la Protezione Civile – Salvatore sogna di partecipare alle Paralimpiadi di Londra 2012

Salvatore Nitto sulla pedana del lancio del discoOspite del Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (Bologna), Salvatore Nitto, nato a Siracusa 22 anni fa, è un ragazzo sempre sorridente, che tutti gli operatori del Centro conoscono e salutano, anche perché, nonostante la giovanissima età, Salvatore è un “cliente” affezionato. Ha infatti una malformazione congenita agli arti inferiori e da quando aveva appena 14 mesi, cammina con due protesi. Grazie alla nostra vecchia conoscenza, accetta di incontrarmi per raccontare un po’ di sé.

Cominciamo subito con i tuoi successi sportivi.
«Da tre anni sono campione italiano di lancio del disco e detengo il record italiano con la misura di 25 metri e 33 (categoria F 56). Da due anni sono anche vicecampione italiano di lancio del peso indoor. Nel luglio scorso ho partecipato ai mondiali di Nottwil, in Svizzera, classificandomi sesto nel disco, settimo nel peso e ottavo nel giavellotto, con il record personale di 16 metri e 77. Qui però mi hanno cambiato categoria: da F56 a F57, il che comporta una variazione delle misure minime necessarie per la qualificazione. Comunque mi sono già qualificato per i prossimi Campionati Italiani di giugno, nel lancio del disco, migliorando anche il mio personale in disciplina, con 27,33 metri».

Come ti sei avvicinato ai “lanci” e più in generale allo sport?
«Tramite il professore di educazione fisica delle scuole superiori, Emanuele Moscuzza, che mi ha sempre fatto partecipare alle lezioni e non solo assistere, facendomi capire il valore dello sport, anche come aggregazione e partecipazione. Da lì è nato il mio desiderio di fare qualcosa di più; l’ho detto al professore e lui mi ha introdotto nella Polisportiva ASPET di Siracusa, dove ho cominciato a praticare diverse discipline sportive, fino a scoprire la passione per i lanci. Lancio stando seduto su una sedia particolare che, da regolamento, è alta 75 centimetri, compreso il cuscino. Mi siedo sulla parte destra, appoggiandomi sulla gamba sinistra. Fino a poco tempo fa, mi tenevo alla sedia collegando la gamba sinistra con alcune cinghie, ma dalle gare di novembre, carico sulla protesi».

E oltre allo sport, di cosa ti occupi?
«Dopo il diploma di geometra, ho trovato lavoro come stewart di cassa in un negozio di articoli sportivi di Mililli (Siracusa), appartenente a una grossa catena commerciale. Nel tempo che mi rimane, cerco di fare qualcosa per gli altri. Sono volontario nella Protezione Civile e ho anche il corso di primo soccorso. Recentemente, sono stato in Abruzzo per due settimane; precisamente nel paese di Tornimparte. Pensa che il Sindaco ha voluto donarmi lo stemma della città per l’aiuto prestato».

Come mai sei al Centro Protesi, in questo periodo?
«Sono arrivato qui a 14 mesi e ho messo le prime protesi per camminare. Da allora vengo periodicamente e quindi, nonostante abbia solo 22 anni, sono un “vecchio” cliente! Mi sono sempre trovato bene, così come mia madre che mi accompagnava. Quando vengo qui ritrovo un ambiente familiare, perché nonostante il Centro sia diventato sempre più grande, sono gli operatori che hanno un atteggiamento amichevole e mi fanno sentire come a casa. Adesso sono tornato per rifare le protesi, dopo quattro anni e in previsione anche dei Campionati Italiani Indoor di Ancona».

Prossimi obiettivi?
«I Campionati Italiani di Imola, a giugno, poi i Mondiali di agosto in Repubblica Ceca, ma il mio reale obiettivo e il mio sogno sono le Paralimpiadi di Londra 2012. Per cui mi auguro e mi aspetto che facciate tutti il tifo per me!»

da www.superando.it

Bedrich Smetana e la sua Moldava


Oggi nel 1824 nasceva Bedrich Smetana, un autore ceco rimasto celebre soprattutto per la sua “Moldava”, la Vltava, un inno d’amore per questo fiume che attraversa tanti paesi, è un brano da ascoltare a occhi chiusi immaginando i vari luoghi che la Moldava attraversa…

Tra le tante interpretazioni ne ho scelta una un po’ particolare, un piccolo gruppo di musicisti suonno questo celebre brano di Smetana davanti al castello di Praga.

http://www.youtube.com/watch?v=-Uq7tpSweyQ&feature=related

Fed Cup di tennis: semifinale Italia-Rep.Ceca


KHARKIV (UCRAINA) – l’Italia batte l’Ucraina 4-1 e conquista ancora una semifinale di Fed Cup (dove affronterà, in casa, la Repubblica ceca che ha superato 3-2 la Germania), trofeo di cui ha vinto le ultime due edizioni.

Di Francesca Schiavone il merito del punto decisivo, nel solco aperto in mattinata dalla vittoria di Flavia Pennetta. L’uno-due porta l’Italia sul 3-1 a Kharkiv. Chiudono in bellezza Sara Errani e Roberta Vinci, aggiudicandosi il doppio contro Mariya Koryttseva e Viktoria Kutuzova in due set: 6-1, 6-3. La Schiavone batte 2-6, 6-1, 6-1 Kateryna Bondarenko in un’ora e 38′ di gioco. In precedenza la Pennetta aveva superato Alona Bondarenko 7-5, 7-6 (7-3) dopo un’ora e 53′ di un incontro tiratissimo. Si allunga così la striscia vincente delle azzurre che in Fed Cup non perdono da due anni: l’ultima sconfitta contro la Spagna a Napoli nel febbraio 2008. La tennista milanese si prende la rivincita del ko incassato sabato da Alona (6-1, 6-4) con un match partito in salita. Pronti via e Kateryna va sul 3-0, senza patire alcuna tensione dall’obbligo di vincere per mantenere vive le speranze ucraine. Nel sesto gioco l’azzurra cede ancora la battuta. Poi recupera uno dei due break di svantaggio, ma finisce comunque per cedere il parziale per 6-2. ”Nel primo set ho giocato proprio male – ammette -. Allora ho rallentato il gioco, cambiando ritmo: così ho fatto la differenza”. Aiutata da un doppio fallo di Kateryna in avvio di secondo set, che le regala il break. Da lì in poi la Schiavone è quasi perfetta, volando sul 5-0. L’avversaria recupera un break, ma arriva comunque il 6-1. Nella terza e decisiva partita, la minore delle sorelle Bondarenko avverte il peso della responsabilità e la Schiavone si porta sul 5-0. Nel settimo game l’azzurra salva due palle break. Un sevizio vincente firma il 6-1 e porta l’Italia in semifinale. Nel suo incontro la Pennetta parte contratta. Alona ne approfitta ottenendo il break al quinto gioco, per poi portarsi sul 4-2. L’azzurra resta comunque in partita fino al 5-5. Il primo set si chiude sul 7-5. Nel secondo c’è grande equilibrio fino al tie-break. Poi è la freddezza dell’azzurra a fare la differenza: 7-3 per il sorpasso. ”Sono stata brava a non mollare mai – commenta al termine la brindisina – una regola base nel tennis di oggi, dove nessuna ti regala niente. Soprattutto in Fed Cup bisogna entrare in campo sempre rispettando l’avversaria, perche’ in questo tipo di gara i valori possono venire completamente stravolti”.

fonte ANSA