Treno barocco, tutto esaurito per il quarto appuntamento


Il quarto appuntamento domenicale con il treno barocco ha fatto registrare il tutto esaurito. Il treno – che parte dalla stazione di Siracusa alle ore 8,45, tocca le più belle città del sud est siciliano (Noto, Scicli, Modica, Ragusa Ibla e Ragusa) per poi ritornare alla stazione di partenza alle ore 18,58 – ha riscosso grande interesse da parte di turisti e vacanzieri.

Si tratta di un viaggio, lungo 112 km, su un tracciato ferroviario nato alla fine dell’Ottocento da un’ardita opera di ingegneria, che attraversa un territorio ricco di ostacoli naturali, scorci panoramici mozzafiato, tornanti e gallerie in salita, alla scoperta degli straordinari paesaggi del sud est siciliano e dei tesori dell’arte barocca. Un viaggio che regala emozioni e suggestioni precluse a chi si sposta in pullman o in automobile.

L’iniziativa è realizzata dall’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Siracusa, incaricata dell’emissione e della distribuzione dei biglietti di viaggio, dell’accoglienza e dell’assistenza dei viaggiatori sul treno. A tal fine, l’Associazione si avvale dell’esperienza e della professionalità di un gruppo di lavoro costituito da ferrovieri in servizio e a riposo.

L’obiettivo dell’iniziativa consiste nel valorizzare il Val di Noto e le terre dell’ex contea di Modica, con azioni di stimolo e di supporto al turismo sull’asse Siracusa Ragusa e, al contempo, nel far conoscere il basso impatto ambientale del trasporto su rotaia.

Il successo dell’evento, spiegano gli organizzatori, è frutto dell’impegno sinergico di molti: la Direzione regionale di Trenitalia; le istituzioni locali – le Province regionali di Siracusa e di Ragusa e i Comuni di Siracusa, Noto, Scicli, Modica e Ragusa – che hanno offerto i servizi di accoglienza nelle stazioni; le guide che hanno illustrato con competenza e bravura le bellezze architettoniche, la storia e le tradizioni locali; l’ufficio Turistico di Modica che gestisce le prenotazioni. L’iniziativa proseguirà fino a domenica 26 settembre.

Info e prenotazioni

Ufficio turistico del Comune di Modica

Tel. 0932-759634

Majazzeni


di Daniela Domenici

Spesso si sente parlare del nord est della penisola come zona di massima espansone economica, forse pochi ancora  sanno che esiste, in esatta simmetria, un sud est dell’Italia che è distretto culturale avanzatissimo.

Siamo nella provincia di Ragusa, la più meridionale, e più precisamente nel cuore della Val di Noto, patrimonio dell’umanità e culla del barocco siciliano.

E in questo distretto culturale del sud est siamo stati a Scicli, bene dell’Unesco, una delle città più ricche di esempi di questo stile architettonico, dove da qualche anno si tiene la rassegna culturale estiva “Basole di luce festival”.

Cosa sono le “basole” per chi non è siciliano? Sono quelle pietre calcaree bianche con cui sono costruite molte case e strade di questa parte della Sicilia, la zona iblea, che colorano di una luce particolare il paesaggio e che danno il nome a questo festival.

Nell’ambito di questa rassegna abbiamo applaudito ieri sera il concerto dei “Majazzeni” che si sono esibiti su un palco allestito proprio di fronte al Municipio cittadino reso celebre dagli sceneggiati del commissario Montalbano.

“Majazzeni” vuol dire “magazzini” e proprio gli strumenti e attrezzi di lavoro, appartenenti alla civiltà contadina abbandonati in un magazzino sono i protagonisti di questo originale progetto musicale ideato da Peppe di Mauro e musicato da Carmelo Salemi: setacci, botti, tini, falci, martelli, incudine, zappe, cavagne, collari, canestri intrecciati, tamburelli, flauti di canna agropastorali. I ritmi che scandivano il lavoro dei nostri avi si fondono con le. suggestive voci femminili e con il friscalettu, flauto di canna degli antichi pastori greci.

I Majazzeni sono una sorta di “cantiere musicale” aperto alla collaborazione con qualunque compositore di musica del Sud: ieri sera la “guest star” era Carmelo Salemi, originario di Sortino, città degli Iblei in provincia  di Siracusa.

Nella scaletta del concerto sono stati eseguiti alcuni brani di Rosa Balistreri come “Sant’Aita” e “La trabia” e “Ibla”, composizione originale di Carmelo Salemi che suona alcuni particolari strumenti a fiato tipici della tradizione siciliana da lui stesso costruiti. Maurizio Battista ha recitato alcuni divertenti scioglilingua in dialetto e Peppe di Mauro una delicata filastrocca-ninnananna dei nostri nonni. Splendide le voci delle due cantanti, Stefania Lombardo ed Elisa Nocita che si è anche divertita a “giocare” con il fiatista Carmelo Salemi: sembrava uno scherzo musicale tra due strumenti.

Ed ecco l’elenco completo dei formidabili componenti di questo gruppo: Elisa Nocita – voce e percussioni; Stefania Lombardo – voce, marranzanu e percussioni; Maurizio Battista – voce, recitazione e percussioni; Carmelo Salemi – friscalettu, voce, ciaramella e marranzanu; Peppe Di Mauro – tamburi a cornice, marranzanu e quartara; Pierpaolo Gurciullo – botte grande e attrezzi;  Giuseppe Peralta – botte media e attrezzi;

L’incantevole giardino


di Daniela Domenici

Un giardino all’interno di un castello nel cuore del territorio ibleo nella provincia più meridionale d’Italia: questo l’ambiente magico, fiabesco in cui per due sere di seguito, il 7 e l’8 agosto, al tramonto, si è svolto “L’incantevole giardino”, una rappresentazione itinerante ideata e concepita per gli spazi del giardino del Castello di Donnafugata. La compagnia di sei attori (di cui una anche cantante) e tre musicisti hanno condotto il numerosissimo pubblico presente in un percorso fantastico nel cuore verde del castello. L’itinerario inizialmente prevedeva quattro soste o “stazioni” che affrontano ciascuna un tema diverso, la storia, il potere, il mistero e l’amore ma una, la seconda, è stata soppressa per esigenze di tempo.

Autori di questa idea teatrale Valentina Ferrante e Massimo Leggio che ne è anche il regista; coprotagonisti con loro di questa magica avventura Filippo Brazzaventre, Vittorio Bonaccorso, Federica Bisegna e Iridiana Petrone. I tre “musici”, ci piace chiamarli così come se fossimo stati a corte, Vincenti Migliorisi alla chitarra e autore delle musiche, Luigi Cosentino alla fisarmonica e Marco Pluchino alle percussioni: anche loro “itineranti” insieme al pubblico da una “stazione” all’altra; i costumi sia degli attori che dei musicisti sono stati ideati da Anna Maria Patti, la produzione è stata di “Compagnia delle Isole” insieme a “Officina Teatrale Mediterranea”.

Il testo de “L’incantevole giardino” ha legato e intrecciato tra loro le notizie, le curiosità ma, soprattutto, le testimonianze storiche del territorio ibleo alternandole a una scelta di brani selezionati dal ricco panorama del teatro di tutti i tempi.

Nella prima stazione, ai piedi della scalinata, i sei attori ci hanno prima regalato un brano tratto da “Il governo delle donne di Aristofane, rielaborato in forma assolutamente ironica anche grazie alle maschere sul viso e alla gestualità; il secondo brano era tratto da “Un sogno di mezza estate” di Shakespeare e, in particolare, il dialogo tra Piramo e Tisbe che hanno saputo colorare di comicità, pur nella sua tragicità, con il travestimento al femminile di Brazzaventre nel ruolo di Tisbe (visto che ai tempi del bardo le donne non potevano salire sul palcoscenico!) ma anche con altri deliziosi accorgimenti che hanno strappato risate e applausi al pubblico.

Pubblico che è stato poi invitato a recarsi alla seconda “stazione”, sempre all’interno del giardino, un tempietto denominato “coffee house” all’esterno del quale i sei attori hanno interpretato una novella di Pirandello “La casa del Granella”: sembrava che fosse stata scritta proprio per quell’ambientazione, semplicemente perfetto l’abbinamento recitazione-location!

Terza e ultima “sosta” all’interno del castello nella “corte” dove su un semplice palco montato al centro, attorniato su tre lati dal pubblico seduto, gli attori, sempre con l’accompagnamento musicale, hanno narrato, grazie ad alcuni brani di Mario Gori, del terremoto del ‘600 che colpì la zona e anche il castello; poi Brazzaventre e Bonaccorso si sono “scambiati” alcuni indovinelli in lingua siciliana tratti da “I battimenti” di Pietro Fullone. Clou della serata, secondo il nostro parere personale, la novella verghiana “Cavalleria rusticana” interpretata con passione e bravura dal cast che ha poi concluso con alcune citazioni da “La luce e il lutto” di Gesualdo Bufalino, uno de più grandi autori siciliani nativo proprio della provincia di Ragusa, con un delicatissimo sottofondo musicale ad hoc.

In Sicilia il turismo si veste di nuovo


 Nell’incantevole cornice dell’antico borgo marinaro di Sampieri (Scicli-RG), nel cuore dell’architettura barocca di Scicli, Noto, Modica e Ragusa Ibla, luoghi patrimonio dell’Unesco, alla storia e al mare cristallino tanto decantati da Camilleri si aggiunge un nuovo motivo per distinguere  ed incrementare il turismo dell’isola  immergendosi nella natura e nella cultura: un rifugio d’estate tra teatro,  musica e le risorse del mare nostrum.

Il 5 luglio 2010 il Residence Marsasiclà inaugurerà infatti il Marsasiclà Talassospace, un’area del resort interamente dedicata all’ antichissimo rimedio naturale dell’acqua e del clima marino, un percorso di rigenerazione per mente e corpo che, partendo dai benefici della talassoterapia dell’antica tradizione dei bagni romani (calidarium, tepidarium e frigidarium, un tempo luoghi di socializzazione, oggi ritrovo con se stessi e la natura) e  dei massaggi (secondo ‘rituali’ che vanno dall’ayurveda allo shiatzu) giunge ai benefici spirituali della musica e del teatro.

Nella speciale serata infatti si alzerà il sipario del”anfiteatro Xenia con lo spettacolo di cabaret “Una vita low cost”  (miglior testo al Premio Alberto Sordi di Faenza) di e con  Pietro Sparacino, artista mattatore, tra gli altri, di Colorado Cafè, il primo titolo di una stagione ricca di appuntamenti organizzata dall’associazione culturale “Vento”: sette spettacoli in cartellone che si svolgeranno nei mesi di luglio ed agosto, tutti  legati dal filo conduttore del divertimento e della satira intelligente; teatro ma anche tanta musica con una rassegna dedicata interamente al jazz (dal 7 al 27 agosto 2010).

Tutti uniti per lottare contro la chiusura della facoltà di Lingue a Catania


IMPORTANTE!!! ALLARME CHIUSURA FACOLTA’ DI LINGUE!!!!
Secondo questa decisione, tutti i nuovi immatricolati studieranno a Rg, mentre per tutti gli iscritti al secondo o terzo anno, avranno la possibilità di continuare gli studi a Ct (ma avranno due anni di tempo max per laurearsi)!!
GIORNO 5 MAGGIO sarà convocata UN’ASSEMBLEA STUDENTESCA DI OPPOSIZIONE ORGANIZZATA DAI RAPPRESENTANTI E IL PERSONALE TECNICO ALL’AUDITORIUM DEI BENEDETTINI ORE 11:00!! PARTECIPIAMO
TUTTI!!

NB: NON E’ UNO SCHERZO E’ VERO!!!! GUARDATE COSA C’E’ SCRITTO NEL SITO DELLA FACOLTA’ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE!!!!

Semplicemente… lunga, lunga, lunga vita a Lingue!
La Facoltà di Lingue di Catania
rischia la chiusura

Durante una riunione tra i rappresentanti di Facoltà e il Preside è stata resa nota una comunicazione a dir poco sconvolgente. Pare che i Vertici abbiano pensato, per non si sa quale assurdo motivo, di creare una Facoltà di Lingue ex novo a Ragusa che rientrerebbe nel quarto polo universitario e… di CHIUDERE di conseguenza la Nostra Facoltà a Catania.
È noto da tempo il progetto della creazione di un nuovo polo universitario siciliano, comprendente le attuali sedi distaccate dell’Ateneo di Catania di Enna, Ragusa e Siracusa. Nulla in contrario alla nascita di una NUOVA facoltà di Lingue ragusana, ma ci si chiede: Perché dobbiamo essere noi a subirne le conseguenze? Ricordiamoci che la Facoltà vanta adesso ben 7000 iscritti e che, dopo soli 10 anni dalla sua nascita, gode di un riconosciuto prestigio.
NON POSSIAMO PERMETTERE che l’Università di Catania perda tale importante risorsa.
ALLERTATI e SCOSSI Preside, docenti, rappresentanti degli studenti e personale tecnico-amministrativo indicono un’Assemblea generale che si terrà GIORNO 5 MAGGIO, ORE 11:00, PRESSO il Nostro AUDITORIUM. Siete tutti invitati a prendere parte in modo attivo all’esposizione e alla discussione di queste inaccettabili decisioni.

DIMOSTRIAMO DI ESSERE UNITI! GRIDIAMO FORTE!
TENIAMOCI LA NOSTRA FACOLTA’!

ASSEMBLEA DI FACOLTA’
5 MAGGIO 2010 ORE 11:00
AUDITORIUM DEI BENEDETTINI

fonte Facebook

Usare i soldi della mafia per curare i malati


Gentilissimo  Presidente,

sono il padre di una giovane ragusana di 27 anni in stato vegetativo persistente. Come tanti familiari di persone gravi e gravissime, sto sostituendo, insieme a mia moglie, da anni  un welfare che si nasconde dietro la mancanza di coperture economiche permettendo allo Stato di risparmiare somme ingentissime.

A Ragusa mancano purtroppo i centri per gravi che, oltre a curare questo tipo di malati, potrebbero anche provvedere a riabilitarli per evitare retrazioni tendinee, piaghe da decubito, blocchi articolari e quant’altro. Per questo motivo io e mia moglie, 24 ore su 24 ore al giorno, da anni adottiamo la sanità “FAI DA TE” nel reparto ospedaliero con un solo posto letto quale è diventato il nostro domicilio e curiamo nostra figlia come possiamo.

È da quattro anni che faccio la seguente domanda alle famiglie ragusane e ai politici: “Vi siete chiesti, dove possiamo ricoverare i nostri cari, se ci ammaliamo, anche per un periodo limitato di tempo e non possiamo accudirli? Ci sono le strutture?”

La risposta è no! Nemmeno un posto letto per gravi in tutta la Provincia!

Io so, per esperienza diretta, che in Emilia Romagna ci sono moltissime strutture ospedaliere d’altissimo livello dove i malati vengono curati adeguatamente. Chi vive alla ricerca di un centro di riabilitazione o di accoglienza disposto ad accogliere i malati più gravi deve sperare di poter partire verso i tanti centri del centro-nord. Chi non ci riesce deve  arrangiarsi…. Eclatante è il caso del ricovero improprio di una giovane in stato di minima coscienza che, nell’ospedale “S. Elia” di Caltanissetta,  è rimasta nel reparto di rianimazione per 15 anni.

Paradossalmente, la Regione siciliana spende somme notevoli per ricoveri impropri e per sovvenzioni quando un malato siciliano trova posto  nelle attrezzate ed efficienti strutture riabilitative del Nord. Eppure le tasse le paghiamo anche noi in Sicilia. E’ da quattro anni che propongo  a tutte le forze politiche, alle autorità della Sanità, di  avere un impeto di orgoglio di sana “ragusanità”  per far nascere   un centro per gravi cerebrolesi  nella Provincia di Ragusa, per  potenziare  le strutture esistenti e per fornire  servizi domiciliari più efficienti alle famiglie. Nessuna risposta!

La risposta all’esigenza della popolazione ragusana di avere un centro di accoglienza  per  neurolesi invece   l’hanno data   sette generosi   ragusani  che hanno   fondato l’associazione onlus “Centro Risvegli Ibleo” ed hanno pensato di realizzare una struttura di accoglienza per persone in stato vegetativo o in stato di minima coscienza. Da tenere presente che attualmente in provincia di Ragusa, secondo i dati dell’ASP, i pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza ammontano a circa 150.

L’opera completa dovrebbe disporre di 70/80 posti letto dei quali 10, ubicati in appartamentini di 45 mq riservati alle persone in  stato vegetativo e ai loro familiari per consentire l’eventuale “risveglio”; gli altri invece destinati a pazienti con altre patologie neurologiche (ictus, sclerosi multipla, SLA, etc…).

Il Comune di Ragusa ha già donato un terreno di 9000 mq ed esiste già un progetto per la realizzazione della struttura. E’ di vitale importanza  realizzarla al più presto considerato che  centri  simili in tutto il Sud del paese  non ce ne sono e che, essendo una onlus senza fini  di lucro, la struttura sarà gestita e controllata  da tutti i  soci e dagli  utenti che hanno tutto l’interesse a far si che i loro familiari malati siano curati nel miglior modo possibile.

Molte sono le iniziative per la raccolta dei fondi e la popolazione iblea sta partecipando con generosità, ma le somme necessarie  per realizzare la struttura sono tante ed è per questo che chiedo a Sua Eccellenza  l’interessamento per far pervenire alla suddetta onlus parte delle somme sequestrate alla mafia.

Certo della Sua sensibilità la ringrazio a nome mio e di tutte le famiglie  in attesa di trovare una soluzione dignitosa per i propri cari.

Ragusa

21 aprile 2010 (Giorno del 27° compleanno di Sara)

Distinti saluti

il papà di Sara

Luciano Di Natale

da www.italianotizie.it

 

Dalla Sicilia uno schiaffo a Maroni


di Lara Cirinò

Per il tribunale di Ragusa, la circolare del ministro che vieta le nozze ai clandestini non può prevalere sul diritto a sposarsi. E a un albanese irregolare è stato permesso di unirsi in matrimonio con una ragazza italiana. Un precedente che può portare a migliaia di ricorsi

Sei in Italia senza un regolare permesso di soggiorno? Non ti puoi sposare. Lo ha stabilito una circolare del ministero dell’Interno del luglio 2009 collegata alle norme del cosiddetto “pacchetto sicurezza” voluto da Maroni, grazie alla quale alcuni sindaci hanno già bloccato matrimoni che non s’avevano da fare.

La circolare viene applicata da tempo da alcuni sindaci del Nord, soprattutto della Lega. E a Morazzone, un comune nel varesotto, nel 2007 il primo cittadino leghista Giancarlo Cremona ha proposto anche un protocollo tra sindaci per evitare le “nozze di comodo“, mentre il sindaco leghista di Caravaggio, nel bergamasco, ha emesso un’ordinanza contro i matrimoni tra extracomunitari e cittadini italiani con «lo scopo di tappare una grossa falla contenuta nel regolamento dello stato civile di tutti i comuni». A Gallarate, nel giugno 2009, un giovane marocchino, già colpito da decreto di espulsione, e la fidanzata italiana sono stati fermati all’ingresso del municipio dai vigili urbani.

Stava per accadere di nuovo a Ragusa, dove un ufficiale di stato civile aveva vietato le nozze a un giovane albanese di 24 anni, in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, e alla sua compagna ragusana, ma questa volta il finale ha un happy end che farà discutere. Dopo lo stop dell’ufficiale giudiziario infatti i due ragazzi, entrambi 24enni, non si sono dati per vinti e hanno fatto ricorso al tribunale. Ebbene i giudici hanno accolto l’istanza del loro legale e hanno motivato il provvedimento con la considerazione che «la libertà di sposarsi (o di non sposarsi) e di scegliere il coniuge in assoluta libertà, riguarda la sfera dell’autonomia e dell’individualità e, quindi, una scelta sulla quale lo Stato, che tutela la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, non può interferire».

Egentian Mucaj ed Eugenia Libro così sono tornati in Comune, a Ragusa, e si sono fatti sposare dal sindaco: ora sono marito e moglie.

Il precedente siciliano potrebbe ora aprire la stura a una serie di ricorsi in tribunale per far prevalere il diritto al matrimonio sulla circolare del ministero degli Interni e sulle oridnanze dei sindaci. Nel frattempo le coppie miste in cui uno dei partner non è in regola con le norme sull’immigrazione possono andare a sposarsi a Ragusa: tra capolavori del Barocco e con la brezza dei monti Iblei, non dev’essere peraltro un’esperienza per nulla sgradevole.

E la morale della storia si potrebbe riassumere parafrasando uno slogan caro al centrodestra italiano: l’amore vince sempre su Maroni e su Silvio.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2125494

Ragusa: 5 detenuti per protesta ingeriscono lamette e pile stilo


Le morti in carcere e gli atti di autolesionismo hanno da sempre costituito un serio problema nel nostro Paese. Molti di questi atti di ribellione dipendono dal sovraffollamento e dalla mancanza di condizioni di vita normali. Una grave pecca che anche nelle nostre carceri sta aumentando considerevolmente. Secondo i dati aggiornati al 2 novembre, infatti, la capienza regolamentare del carcere ibleo è 146 persone, mentre quella tollerabile è di 218. Ma sono 257 i detenuti al suo interno e ciò significa che viene superata la regolamentare del 176% e la tollerabile del 117%. Proprio questa motivazione è alla base di una protesta plateale messa in atto da cinque detenuti di Contrada Pendente sabato pomeriggio. I cinque detenuti, che sono rinchiusi in una stessa cella e che per questo motivo hanno intentato la protesta, hanno chiesto di essere messi nelle condizioni di avere i beni di prima necessità e di poter lavorare per potersi economicamente mantenere, cosa che non sempre è possibile proprio a causa del sovraffollamento. Una protesta, però, pericolosa perché i cinque carcerati hanno utilizzato gravi forme di autolesionismo per attirare l’attenzione. Uno si è cucito la bocca con ago filo, un altro ha ingerito una pila stilo ed altri hanno ingoiato delle lamette procurandosi delle ferite all’intestino e per queste ragioni sono stati ricoverati al “civile” e tenuti sotto osservazione per alcune ore. Una volta riportati in carcere sono stati sistemati in celle diverse.

da www.innocentievasioni.net