“Mettete il piede sul primo gradino di una scala mobile: in quel preciso istante, la scala si mette in funzione e vi porta al piano superiore o a quello inferiore. Cosa è successo? Poggiando
il piede, avete semplicemente interrotto un fascio luminoso, e la sua interruzione ha innescato degli apparecchi che hanno messo in moto quella enorme scala del peso di tonnellate.
Un processo analogo si verifica nella vita interiore dell’uomo. Ogni suo pensiero, ogni suo sentimento interrompe un raggio da qualche parte, e alcuni apparecchi si mettono in moto. Spesso, invece di portarlo ai piani superiori della sua coscienza, le scale lo trascinano in sotterranei dove egli viene privato di aria, di luce, di calore e di spazio. Voi credete di essere
liberi e di potervi permettere qualunque pensiero o sentimento, ma sappiate che ciascuno di essi produce una messa in moto i cui effetti vi proietteranno verso l’alto o verso il basso. Allora, attenzione: siate vigili!” Omraam Mikhaël Aïvanhov
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“L’onda che non conosce il bordo”
di Tiziana Mignosa
Mi piace quando d’estate il letto mio
è come l’onda che non conosce il bordo
e la luna bianco raggio
che in silenzio atterra sul mio sogno
o quando il grillo
sull’intensità del blu il suo poetare sparge
mentre l’aria è carezza per il fiore
che l’odore dell’Amore al buio dona.
Mi piace quando di notte
galleggi sulle fiamme dei pensieri a cerchio
e il desiderio si fa strada dentro al sonno
e col languor di te mi desta al mondo.
“Il gioco dei sensi”
di Tiziana Mignosa
Incurante di chi le sta intorno
inanella i riccioli con le dita
assorta lei è riflessa
sullo scorrere del mondo che le passa accanto.
E’ gioco all’ombra della voglia
dita contro dita
a occhi chiusi il doppio afferra
polpastrelli a sfioro sulle labbra.
Avida col desidero annusa
l’odore del suo corpo sulle braccia
complice dell’estate
si fa presto amante del piacere.
Obliquo arriva il sole per l’incontro
carezza sulla pelle al di là del vetro
ma l’occhio scivola dentro il raggio
zuccherina catena è per lo sguardo.
Pulviscolo e controluce
iniziano la danza dell’incanto
languido stupore
è diletto sopraffino.
Gambe accavallate
inarca il piede e poi sorride
è entrata nel suo mondo
nessuno più la può trovare.
“Prendi un sorriso”
Oggi moriva il Mahatma Gandhi, un esempio di vita per molti e soprattutto per me, pubblico questa sua celbre poesia che è sempre stata fondamentale per il mio comportamento fino a ieri quando ho pubblicato “Mi arrendo”…momento di dolorosa consapevolezza dell’ingratitudine umana…oggi riprovo a mettere in pratica quello che dice il grande Mahatma e a essere di nuovo quella di sempre con un dolore dentro in più, però…
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fà bagnare che vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettila nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore
e fallo conoscere al mondo.