Avevamo ragione? Crediamo proprio di si


di Enzo Inzolia

Avevamo ragione a dubitare delle rassicurazioni e a temere per il futuro del nostro Ospedale? Crediamo di si!

Abbiamo letto il decreto dell’Assessore Russo e siamo rimasti esterrefatti, prima ancora che dai contenuti di merito, per l’arroganza che questo signore dimostra nel prendere in giro una intera città, una intera comunità, un territorio che sulla struttura ospedaliera di Augusta fa affidamento.

Ci manda a dire (con la complicità di funzionari resi timorosi da moniti neppure nascosti) che l’Ospedale è salvo, che è stato potenziato e che non ci sono problemi; ci si mettono anche deputati e la stessa amministrazione comunale (cioè coloro che dovrebbero rappresentare e difendere il territorio ed i cittadini) i quali si affannano a compiacersi sui giornali per i risultati raggiunti salvo ad essere smentiti dai numeri contenuti nel decreto assessoriale.

E vediamoli -limitandoci agli aspetti più evidenti- questi numeri: Augusta avrà 90 posti letto “ordinari” e 25 per il “day hospital” (sappiamo che cosa sia il day hospital e che sono posti letto virtuali).

Peccato che nel decreto ci sia scritto a chiare note che 20 dei 90 (quelli di ginecologia e pediatria) saranno spostati a Lentini non appena il nuovo ospedale andrà a regime; il che significa che non sono 90 ma 70: cioè siamo stati ingannati.

Peccato che i 14 posti per “Neurologia” siano virtuali in quanto questa specialità era già esistente sulla carta da circa dieci anni ma  non è stata mai attivata; il che significa che non sono 70 ma 56: cioè siamo stati ingannati.

Peccato che scomparirà il Pronto Soccorso per essere sostituito dal P.T.E., una sorta di guardia medica servita da personale privo della competenza specifica dei medici e degli infermieri che lavorano nel Pronto Soccorso; cioè siamo stati ingannati!

Avevamo ragione? Crediamo di si! Ci smentiscano, se lo possono, pubblicamente e mettendoci la faccia; perché dovremo ricordarlo, nel bene o nel male, quando chiederanno  il nostro voto.

Pronto soccorso per i peluches a Napoli


Funziona tutto come in un vero e proprio pronto soccorso: ci sono i medici con il camice, ci sono le visite e anche la diagnosi. I pazienti, però, sono un po’ fuori dalla norma visto che si tratta di pupazzi. Accade a Napoli dove i bimbi potranno far ‘curare’ i loro ‘amici di gioco’. Dove? Nel primo Pronto Soccorso al mondo per animali di peluche.

Si trova all’interno del Parco Zoo di Napoli e due, spiegano gli organizzatori, sono gli obiettivi che si ha intenzione di raggiungere: diffondere l’amore per gli animali, quelli veri, ed educare i più piccoli al riciclaggio e al riutilizzo, anche delle cose vecchie. “Ormai i nostri bambini sono abituati a buttare subito il giocattolo che si rompe – spiega Francesco Emilio Borrelli, presidente dell’associazione ‘Watchdog’ che ha ideato l’iniziativa insieme all’amministratore del Parco Zoo, Cesare Falchero – invece devono rendersi conto che un pupazzo rotto si può aggiustare e, quindi, riutilizzare”.

Il pronto soccorso funziona così: il bimbo porta il suo animale di peluche, il medico lo visita e fa la diagnosi. Se l’aggiusto è cosa di poco conto viene fatto in tempo reale, altrimenti si ritira il ‘paziente’ il giorno dopo quando ai bimbi viene anche consegnato l’attestato di ‘Amico degli animali’, in questo caso quelli veri. Al bimbo vengono, infatti, consegnate le dieci regole del giovane animalista.

Il punto prima recita così: “Ricorda sempre che chi non sa amare gli animali, non sa neppure amare le persone”. Nel giorno del debutto oggi sono stati circa dieci i bimbi che hanno portato al pronto soccorso i propri pupazzi che saranno curati dal personale dell’Ospedale delle bambole, diretto da Tiziana Grassi. “E’ una iniziativa unica e talmente originale – spiega Falchero – che già siamo stati contattati da altre parti del mondo per realizzare progetti simili. Siamo felici di dare ai nostri bambini un messaggio positivo e di amore dopo le tristi vicende che abbiamo letto in questi giorni legate ai baby neomelodici che cantano di sesso, violenza e camorra”.

fonte ANSA