“Non accontentatevi di sognare il vostro avvenire, ma sforzatevi di costruirlo sin da adesso su basi solide. È “adesso” che conta. L’avvenire è un prolungamento del presente, e il presente altro non è che una conseguenza, un risultato del passato. Tutto è collegato: passato, presente e avvenire non sono separati. L’avvenire sarà edificato sulle fondamenta che state posando
adesso. Se quelle fondamenta sono difettose, è ovviamente inutile attendersi un avvenire eccezionale; ma se sono buone, è altrettanto inutile preoccuparsi. Con tali radici, avrete il tale
tronco, i tali rami e i tali frutti. Il passato è passato, ma ha messo al mondo il presente, e il
presente equivale alle radici dell’avvenire. Quindi, costruite sin da ora il vostro avvenire cercando di migliorare il presente.” Omraam Mikhaël Aïvanhov
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“Respiro attimi”
di Tiziana Mignosa
in quei luoghi dove l’adesso non mi concede di tornare
e mi lascio allora trascinare
in quel vortice accaldato
che mi fa ancora emozionare.
Sulla scena respirata a menadito
l’allora assaporo sul presente
sul tuo sguardo che mi veste come guanto sulla pelle
sulle labbra tue introverse
bianco e nero sulla chiacchiera degli occhi.
Accattivante è lo splendido sorriso
che legna secca aggiunge
sulle fiamme della voglia
non bisbiglia tenerezze al chiar di luna
ma notti estreme deste e grida di passione.
M’incendio dentro al rogo del tuo sguardo
tra polpastrelli e labbra di piacere oscillo
tra il ruvido che le mani col pensiero afferrano
e l’umido tepore della tua bocca
nettare prelibato per il gusto.
“La stagione dei sorrisi”
di Tiziana Mignosa
di svuotare il mio tormento sul desiderio di scissione
quando la vita m’ha condotto
a tu per tu con quelle scarpe impolverate
che i sentieri dell’Amore hanno percorso.
Tutto mi riconduce
alla stagione dei sorrisi
prima di precipitare dentro vortici senza bocche
dove l’intera scatola dei pastelli colorati
insieme alla leggerezza se ne è andata.
Riallacciando ricordi col presente
ho udito
il silente grido che le divideva
ma io non l’ho ascoltato
e, almeno loro, insieme ho conservato.
“Assorta”
di Tiziana Mignosa
quando s’aggancia ai fumi del passato
e di sospiri vivi
afferrando gli accartocciati lembi.
Vano è quel nutrimento
che la porta serra sull’avere
e lacci stretti annoda
intorno alla sacca colma degli eventi.
Ma come puoi pensare
che il calore scaldi le tue stanze
se le finestre sbarri al sole
e l’odore ancora temi dell’amata primavera
quando al nuovo il passo non concedi
liberando dall’inganno
palloncini colorati di nostalgia
gonfi d’inutile speranza?
Svuota il sacco
e poi ci metterai dell’altro
e col coraggio cancella la lavagna
prima di vedere la linea che attende d’essere tracciata.
“Tu non puoi sapere”
di Tiziana Mignosa
( Sulle note di “Life Circle” di G. Webb)
No
tu non puoi sapere
quanto grande ancora sia l’amaro smarrimento
come allora gocciola
sul dono impacchettato coi fogli del tormento.
Credi, credi di conoscere l’intensità
degli umidi perché spaiati
come se ad una ad una avessi pesato ogni lacrima versata
come se avessi raccolto nella pozza nera
ogni singolo singhiozzo che straziava l’anima.
Ma tu non c’eri
no, non puoi sapere
eppure
quando il tuo presente indietro porti
su quell’erba calpestata e strappata al sole
pensi ancora di conoscere
l’esatta pesantezza dei tuoi passi folli.
Ora, ora che davanti allo specchio
la tua coscienza incontri
e col tuo sguardo spento
ti ritrovi a rovistare
tra le parole dette e quelle pensate
adesso
adesso che l’inverno ha perso il suo cappotto caldo
e al sole torni
al suo tepore buono
e a quella fionda che l’ha colpito al cuore.
No
non puoi sapere
tu non puoi neanche immaginare …
ma adesso è tardi
è troppo tardi anche solo per pensare.
“La vestale”
di Tiziana Mignosa
ha il mare negli occhi
e timidi raggi
di un sole introverso tra i capelli.
Davorio e neve sagghinda per la sera
mentre il cielo
strappando il respiro ai sognatori
si veste dimbarazzo.
Con lo sguardo sorride
all idea di miele
e intanto insegue
nostalgici fogli di passato.
Parole erranti
novelle e conosciute
sallacciano e poi si slegano
dal cuore allorizzonte.
Ai lividi si mescola
la luce del presente
e dellattimo ne fa
dono prezioso.
Il presente, il passato e l’avvenire
“Ogni mattina, al risveglio, dite a voi stessi che niente è più
importante che vivere bene l’oggi. In un certo modo, il passato è
sempre vivo: agisce ancora sul vostro presente, ma voi non siete
obbligati a permettergli di prendere il potere. È al presente che
dovete dare il potere, affinché domini il passato, sgominandolo
anche, per trasformarlo.
Quando il passato era “il presente”, era onnipotente. Ora che è
diventato il passato, è subordinato al presente, ed è il presente
ad avere voce in capitolo. Il passato è trascorso, e l’avvenire,
per l’appunto, deve ancora “avvenire”. Sta al presente imporre la
propria volontà, al fine di trasformare il passato e orientare
l’avvenire. ”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Il passato, il presente e il futuro
di Omraam Mikhaël Aïvanhov
Il passato, il presente e il futuro delle creature corrispondono
a gradi diversi di evoluzione. Sì, ciò che è il presente per gli
animali è stato il passato degli esseri umani. Ciò che è il
presente per gli esseri umani è il futuro degli animali. Ciò che
è il presente per gli Angeli è il futuro degli esseri umani. Ciò
che è il presente per gli esseri umani è il passato degli
Angeli. Se volete sapere a che cosa assomigliava il passato
degli esseri umani, guardate il muso o il becco degli animali!
Per avere un’idea di ciò che è il loro presente, è troppo
facile, non vi dirò che occorre guardare… il “muso” degli esseri
umani – perché il volto umano, anche se deforme, è un riflesso
del volto di Dio – bensì i loro intrighi.
Ora, per conoscere il nostro futuro, dobbiamo andare ad
informarci presso gli Angeli. Sì, col pensiero possiamo andare
presso gli Angeli per sentire, vedere e comprendere quello che
sarà il nostro avvenire. “