Il cane non aiuta solo chi non ci vede


di Barbara Pianca

Cani che guidano persone non vedenti, ma anche cani che raccolgono e consegnano oggetti a persone con limitata mobilità, cani che segnalano la provenienza dei rumori alle persone non udenti e perfino cani in grado di individuare cellule tumorali: i migliori amici dell’uomo sono in grado di aiutare le persone con disabilità in molti modi. Ne parliamo con l’addestratore Igor Facco

Conosciamo tutti i cani guida per non vedenti. Si tratta in genere di cani di grossa taglia addestrati per trainare una persona non vedente indicandole la strada e proteggendola dai pericoli che non è in grado di vedere. Conosciamo anche i cani che collaborano con la polizia e la protezione civile e che aiutano per esempio a cercare i corpi dei dispersi. Ma in Italia non sono in tanti a sapere che i cani possono aiutare l’uomo in ancora altri modi. Le loro sviluppate capacità sensoriali, olfattive e uditive, e la loro spiccata inclinazione all’obbedienza li rendono animali particolarmente adatti ad apprendere comportamenti specifici che possono essere utili alle persone con disabilità.

Chiediamo a Igor Facco, addestratore padovano in grado di formare cani per particolari esigenze, di spiegarci nel dettaglio le potenzialità nascoste del migliore amico dell’uomo.
Il cane Dafne si avvicina all'oggetto che le viene indicato...
Il cane Dafne si avvicina all’oggetto che le viene indicato…«I cani sono in grado di apprendere comportamenti utili alle persone con limitata capacità motoria, innanzitutto. Sono in grado cioè di imparare a raccogliere gli oggetti che la persona gli indica, con un comando ad esempio vocale, e di consegnarglieli. I più bravi arrivano addirittura a raccogliere da terra una moneta, una carta di credito o un chiodo, oggetti piccoli e scivolosi piuttosto difficili da afferrare per chi non ha la mano prensile dell’essere umano. Se sono di taglia più grossa possono anche imparare a trainare la carrozzina, fungendo da locomotiva. Anche per gli anziani cani addestrati in questo modo possono essere molto utili».

Che altre capacità possono sviluppare?
«Possono diventare hearing dogs, e cioè cani per persone non udenti, in grado di segnalare i rumori e la provenienza degli stessi. I cani, cioè, possono venire addestrati a riconoscere alcuni suoni specifici, come un campanello, un bambino che piange o la suoneria di un cellulare, ad avvicinarsi alla persona non udente toccandola e, a un suo segnale, ad accompagnarla di fronte alla fonte del suono»....lo raccoglie da terra...
…lo raccoglie da terra…

Ma come si fa a essere sicuri che il cane sarà sempre obbediente, non creerà mai problemi alla persona con disabilità, non gli disobbedirà e non aggredirà mai lui o terzi?
«Capita qualche volta, pur raramente, di sentire che cani per persone non vedenti abbiano morso qualcuno. Questo perché il cane percepisce la debolezza del proprio padrone, in questo caso non vedente, e assume il ruolo di suo protettore. Se un terzo rappresenta in qualche modo una minaccia nei suoi confronti, è possibile che il cane intervenga per difenderlo. Infatti, mi pare che negli autobus i cani per non vedenti debbano indossare o avere almeno vicino una museruola. Bisogna però anche tenere conto che quelli che hanno questo tipo di incarico devono essere per forza di grossa taglia ed è ovvio che la loro potenza fisica sia più significativa».

... e lo consegna.
… e lo consegna.Nel senso che un cane più piccolo è meno pericoloso?
«Certo. Il cane per non vedenti non può essere piccolo perché la persona che viene trainata deve arrivare al maniglione che è legato alla sua pancia. Ma nel caso di animali che aiutano persone con disabilità motoria o uditiva si dovrebbero preferire taglie più piccole. È una tendenza questa che a dire il vero non c’è in Italia, anzi i pochi che addestrano cani con queste mansioni tendono a scegliere animali grandi. Invece secondo me il cane piccolo, oltre ad avere una minore forza nel caso di eventuale aggressione, è più gestibile dentro casa. È più facile tenerlo in generale, in macchina, in appartamento. Inoltre, è chiaro che l’addestratore gli insegna a non fare le feste saltando addosso al proprietario e lo istruisce in modo che non lo faccia inciampare. Un cane di piccola taglia si può anche tenere sulle gambe, per esempio».

Ci sono altre capacità del cane che possono venire sviluppate tramite un addestramento specifico?
«Possono imparare a lavorare utilizzando il loro olfatto, come già si fa ad esempio per cercare la droga. In particolare, vorrei segnalare una capacità che ha dello straordinario e che infatti non viene generalmente presa molto sul serio. In realtà si tratta di una scoperta che risale ormai a venti, venticinque anni fa quando, osservando dei cani utilizzati nel reparto di oncologia di un ospedale per la pet therapy, ci si è accorti che gli animali riuscivano a individuare e segnalare la presenza di particelle tumorali nei corpi dei malati. In Inghilterra e negli Stati Uniti questa loro capacità viene presa molto sul serio e regolarmente sfruttata, mentre da noi non ancora».

Come si fa ad addestrare un cane?
«Di solito si usa il metodo delle tre fasi, stimolo – risposta – premio. Si chiede al cane di eseguire un comando e quando si ottiene il comportamento desiderato lo si premia con il gioco, con delle carezze o con del cibo».

Per il cane quindi la fase dell’addestramento non è dolorosa?
«No, ovviamente non si usa nessun mezzo coercitivo, tanto più nel preparare cani che devono poi aiutare persone con disabilità. Bisogna lasciarli liberi di gestire le situazioni e non ci riuscirebbero se si sentissero repressi e spaventati. E poi, per come lavoro io e soprattutto per come ho imparato dal mio insegnante, il tecnico cinofilo Massimo Ricatti che si è formato nella sede londinese della Hearing Dogs, l’aspetto fondamentale dell’addestramento è il tipo di rapporto che si riesce ad instaurare con il cane. Un rapporto è fatto di molte cose, del prendersi cura di lui, conquistare la sua fiducia, accarezzarlo in un certo modo, parlargli in un certo modo. Comprende anche l’imparare a fidarsi di lui. Per esempio, ai cani che riconoscono le particelle tumorali si lascia agire soprattutto affidandosi al loro intuito».

Tutti i cani possono venire addestrati?Igor Facco durante una dimostrazione
Igor Facco durante una dimostrazione
«Molti sono fissati con le razze ed è vero che ce ne sono alcune che si prestano particolarmente. Ma secondo me si può lavorare con tutti i tipi di cane, anche meticci. Si potrebbero recuperare anche quelli del canile, certo, previo test selettivo, e sarebbe un bellissimo modo di reintegrare animali destinati a vivere nelle gabbie e senza un padrone. La cosa fondamentale, ripeto, è il tipo di rapporto che si riesce a instaurare con il singolo animale».

Allo stesso modo, quindi, sarà importante anche il rapporto che si instaura tra il cane e la persona con disabilità con cui dovrà lavorare. Come si fa ad addestrare un animale senza che conosca la persona che dovrà poi aiutare?
«Giusta osservazione. Infatti, io e Massimo Ricatti, il mio insegnante, l’anno scorso abbiamo fondato U-dog, un’associazione di volontariato che ha lo scopo di addestrare cani di utilità sociale su misura. Cerchiamo di far sì che la persona cui il cane è destinato e il cane stesso possano, diciamo così, andare d’accordo e stare bene insieme. Per cui prima facciamo un’analisi preliminare di entrambi e poi procediamo lavorando sulle esigenze specifiche della persona, addestrando il cane a fare esattamente quello di cui lei ha bisogno e insegnandogli a muoversi all’interno dello specifico spazio abitativo».

In cosa consiste l’analisi preliminare della persona?
«Dobbiamo capire se è una persona a cui un animale può venire affidato, sia in termini di sensibilità, assicurandoci quindi che il cane verrà trattato amorevolmente, sia in termini pratici. Per una persona con disabilità il cane non deve essere un problema in più da gestire. Occorre trovare delle soluzioni in modo che possa dargli da mangiare e anche per l’espletamento dei bisogni occorre pensare a come si può fare nel caso specifico. Ai cani di piccola taglia destinati a vivere in appartamento, ad esempio, possiamo insegnare a utilizzare la sabbietta come i gatti. Per questo occorre supervisionare la casa e ascoltare bene le richieste specifiche della persona».

La relazione che la persona instaura con il cane che le viene affidato sarà una relazione di tipo affettivo e, come ogni relazione affettiva, avrà degli effetti curativi. Le basi della cosiddetta pet therapy si applicano anche in questo caso?
La donna che ha segnalato un miglioramento della propria vita sociale insieme al suo cane
La donna che ha segnalato un miglioramento della propria vita sociale insieme al suo cane«Certamente. Instaurare un rapporto affettivo con un animale porta sempre dei benefici e in generale diminuisce il senso di solitudine, ad esempio di chi vive da solo. Massimo Ricatti lavora all’interno di progetti di pet terapy nelle carceri, con gli anziani, con pazienti psichiatrici e perfino con i bambini nelle scuole per lavorare sull’autostima e intervenire in dinamiche di bullismo. Inoltre, ci tengo a dire che il cane aiuta anche nei rapporti sociali. Mi spiego. Come associazione, ad esempio, abbiamo addestrato un cane per una persona con difficoltà motorie che cammina con l’aiuto delle stampelle. In questo caso ci siamo limitati, come richiesto, a insegnare l’obbedienza ad alcuni comandi. Ma la persona in questione ci ha detto che la presenza dell’animale l’ha aiutata anche nell’incontro con gli altri. Il cane infatti avvicina le persone, anche quelle che di fronte alla disabilità provano diffidenza».

Quanto costa avere un cane addestrato nei modi di cui abbiamo parlato finora?
«Ci può essere il costo in sé dell’animale se è di razza e in più il costo del lavoro dell’addestratore. Ma i cani di utilità sociale, per persone non udenti, non vedenti e con disabilità motoria non devono costare nulla. Occorre trovare degli sponsor, e infatti la nostra associazione si sta muovendo in questo senso. In realtà, al momento ci è difficile non solo trovare sponsor, ma anche persone con disabilità interessate alle nostre proposte».

Perché?
«Credo sia una questione culturale. U-dog non si propone di addestrare solo cani per non vedenti, ma anche cani per non udenti, i cosiddetti hearing dogs, e per persone con disabilità motoria, i cosiddetti cani protesi. Ci piacerebbe anche addestrare i cani sentinella, quelli capaci di scoprire le particelle tumorali. Si tratta di attività che non siamo abituati qui in Italia a vedere svolte dai cani e le stesse persone con disabilità non ci pensano o non si fidano. Al momento la nostra associazione ha addestrato alcuni cani per scopi dimostrativi, per cui chi fosse interessato può chiamarci e possiamo mostrargli concretamente quello che siamo in grado di fare. Ad esempio, possiamo mostrargli quello che ha imparato a fare Dafne, il cane che aiuta una ragazza con osteogenesi imperfetta appoggiandole in grembo gli oggetti che lei le indica».

Per ulteriori informazioni:
U-dog (Igor Facco), Via Mincio, 35136 Padova, tel. 339 5754872, igor@u-dog.org

da http://www.superando.it

“Diritto alla vista”. Aperte le iscrizioni del premio indetto da Cbm Italia


L’obiettivo è fare della cecità evitabile e delle altre patologie della vista uno dei temi principali della sanità pubblica. C’è tempo fino al 10 settembre per partecipare alla quinta edizione del concorso. Coinvolte anche le aziende sanitarie

Bambino con cataratta Foto di Fabio Beretta

ROMA – Un premio per mettere in luce l’impegno contro la cecità e le patologie visive. E’ “Diritto alla vista” ed èpromosso dall’ong Cbm Italia onlus. Il tempo per partecipare a questa quinta edizione del premio scade il 10 settembre. Spiega l’organizzazione promotrice: “Il premio ha l’obiettivo di mettere in luce, anno dopo anno, l’impegno di istituzioni, strutture sanitarie e ospedaliere, organizzazioni non profit, aziende socialmente responsabili, testate giornalistiche, giornalisti e fotografi che si siano distinti nel 2009 e nel 2010, nel Sud del mondo ma anche in Italia, in attività di prevenzione e cura della cecità evitabile e delle patologie visive”. Uguale importanza viene inoltre attribuita allo sviluppo di adeguate infrastrutture sanitarie, alla formazione di personale locale e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei governi.

L’obiettivo? Che la cecità evitabile e le altre patologie visive diventino uno dei principali temi di sanità pubblica, nel Nord come nel Sud del mondo. I progetti possono essere rivolti anche a persone con altre forme di disabilità. Due le novità del bando 2010: l’inserimento delle aziende sanitarie e ospedaliere tra i destinatari del bando (all’interno della categoria “Organizzazioni non profit e istituzioni”), e la creazione di  una sezione speciale dedicata all’espressione fotografica. Da quest’anno, infatti, il premio si rivolge anche alla categoria dei fotografi non professionisti.

Le categorie di candidati al premio “Diritto alla Vista” 2010 sono le seguenti: organizzazioni non profit e istituzioni, tra cui associazioni, fondazioni, Onlus, ONG, istituzioni pubbliche locali, aziende sanitarie e ospedaliere; aziende, singole imprese, consorzi di aziende o fondazioni d’impresa con progetti di corporate social responsibility e di sostegno a progetti non profit; giornalisti, media, agenzie di comunicazione, giornalisti e fotografi professionisti, testate giornalistiche – radio, televisioni, carta stampata, siti web e agenzie di comunicazione; nuova categoria e ‘premio nel premio’: prima edizione del premio fotografico “Diritto alla vista”, dedicato a fotografi non professionisti, membri di social network, fotografi amatoriali od occasionali che abbiano realizzato singole fotografie che illustrano in modo originale, efficace e tecnicamente valido lo spirito del premio “Diritto alla vista”.

I vincitori saranno scelti da una giuria composta da giornalisti, esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura; il premio verrà consegnato ad ottobre nel corso della serata di spettacolo organizzata da Cbm Italia Onlus a Milano e legata alla Giornata mondiale della vista 2010. Il bando completo e l’apposita scheda d’iscrizione in formato elettronico sono scaricabili dal sito www.cbmitalia.org. Le candidature alle singole sezioni del premio potranno essere presentate inviando la scheda compilata e sottoscritta e il materiale integrativo richiesto per le singole categorie entro il 10 settembre 2010 alla segreteria del premio (e-mail info@cbmitalia.org). (ep)

da http://www.superabile.it

Catania: prima edizione del premio letterario internazionale “Giovanni Verga”


di Daniela Domenici

Tahar Ben Jelloun con “Partire” edito da Bompiani ha vinto la I edizione del Premio Internazionale “Giovanni Verga”, promosso dalla Provincia Regionale di Catania, assegnatogli da una giuria composta da Giuseppe Castiglione, Vicente Gonzalez Martin, Pasquale Guaragnella, Enrico Iachello, Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla.

Oggetto del romanzo, come di tutta la produzione dello scrittore marocchino caratterizzata da un forte impegno civile, l’immigrazione clandestina, l’integrazione, la condizione di miseria, l’anelito al riscatto sociale, temi che pongono quest’opera nel solco della lezione etica del grande scrittore siciliano a cui è intestato il riconoscimento.

Per la sezione “Opera prima” è stato premiato Gabriele Pedullà con “Lo spagnolo senza sforzo” edito da Einaudi.

Oggi nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania avrà luogo la cerimonia di consegna a conclusione di un convegno internazionale itinerante intitolato “Verga Europeo” le cui sessioni si sono svolte nei luoghi di ispirazione verghiana: Catania, Vizzini, Acitrezza e Bronte. Vi parteciperanno i maggiori studiosi dell’opera verghiana: Dominique Budor (Francia); Mercedes De Sande (Spagna); Smaranda Elian (Romania); Joseph Farrell (Scozia); Pedro Ladrón de Guevara (Spagna); Helmut Meter (Austria); Rawdha Razgallah (Tunisia); Denis Reidy (Inghilterra); Michael Rössner (Germania); Bart Van den Bossche (Belgio); Zosi Zografidou (Grecia).

La manifestazione è stata inaugurata, al centro fieristico Le Ciminiere di Catania, con “Verga da Vedere. Teatro Cinema Televisione”, una ricca e variegata mostra documentaria, promossa dall’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, che ripercorre l’avventura scenica dell’opera verghiana con materiale in gran parte inedito: manoscritti, libri, copioni, spartiti musicali, contratti di edizioni, giornali, fotografie, bozzetti di scena, schizzi, libretti di sala, cartoline-reclame, manifesti, locandine, dépliants, costumi.

Sono in mostra anche le sculture di Salvatore Incorpora, gli abiti di Marella Ferrera, i fumetti di Riccardo Incorpora.

Musica: l’Africa all’altro Sanremo, il Premio Tenco


  • Al via il Premio Tenco: sul palco, tra gli altri, la beninese angelique kidjoAngelique Kidjo e il senegalese Badara Seck

di Silvano Rubino

 La canzone d’autore allarga i suo confini. Sarà un’edizione che valica i continenti, la 34a  del Premio Tenco, in programma dal oggi al 14 novembre al Teatro Ariston di Sanremo e organizzata dal Club Tenco

L’Africa sarà rappresentata dalla beninese Angélique Kidjo (vincitrice del Premio Tenco, quello assegnato dal Club stesso, a differenza delle Targhe assegnate da una giuria di esperti e giornalisti) e dal senegalese Badara Seck.

Ma l’invito al viaggio del Tenco di quest’anno spingerà anche verso altre latitudini: un importante spazio sarà dato al tango argentino, con la presenza di Horacio Ferrer e Daniel Melingo. A Ferrer, il grande poeta e scrittore che scriveva i testi delle canzoni di Astor Piazzolla, andrà il Premio Tenco per l’operatore culturale.

A Franco Battiato l’altro Premio Tenco di quest’anno, insieme alla Kidjo: un fatto eccezionale, visto che solitamente è un riconoscimento che va ad artisti stranieri.

Insieme a loro al Teatro Ariston di Sanremo si esibiranno una ventina di artisti di varia estrazione stilistica, a comporre un cast di prim’ordine, che affianca nomi consolidati ad esordienti. Ci saranno i vincitori delle Targhe Tenco 2009, ovvero Max Manfredi (miglior disco dell’anno con “Luna persa”), Enzo Avitabile (miglior disco in dialetto con “Napoletana”), Elisir (miglior opera prima con “Pere e cioccolato”), Ginevra Di Marco (miglior disco di interprete con “Donna Ginevra”). Clicca qui per saperne di più.

Fra gli amici storici della Rassegna saranno presenti Alice, Vinicio Capossela, Morgan, Mauro Pagani e Yo Yo Mundi, ma ci sarà spazio anche per alcuni personaggi che da tempo il Club Tenco avrebbe voluto invitare come Vittorio De Scalzi tra gli italiani e Z-Star, londinese con genitori di Trinidad. Folta ed eterogenea la rappresentanza di nomi nuovi sui quali da sempre il Tenco punta: Franco Boggero, Edgardo Moia Cellerino, Dente, Gli Ex, Alessandro Mannarino e Piji.

 da www.vita.it

“Bandiera Verde Agricoltura 2009”: domani verrà premiato lo scrittore Andrea Camilleri


bandieraverde-200E’ lo scrittore Andrea Camilleri uno dei premiati di “Bandiera Verde Agricoltura 2009″, che verrà consegnato domani mattina a Roma, presso la “Residenza di Ripetta”. Il premio, promosso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, viene conferito ad aziende, territori e personalità che si sono particolarmente distinte nell’ agricoltura sostenibile, nel recupero di tradizioni, nell’innovazione, nell’originalità e nell’ingegno.

La motivazione del riconoscimento allo scrittore Andrea Camilleri risiede “nelle continue ‘immersioni’ del Suo Commissario Montalbano nell’enogastronomia tradizionale e di qualità che rappresentano uno straordinario contributo alla salvaguardia, alla valorizzazione e alla diffusione della conoscenza dell’impareggiabile scrigno di sapori, storia e territori del nostro Paese. Al contempo l’attenzione al cibo, la ricerca di prodotti particolari fanno del Commissario Montalbano e quindi del Suo geniale creatore, un testimone d’eccezione della sapienza e dell’insostituibile attività che gli agricoltori svolgono nella produzione di materie prime, nella tipicità e nella costruzione del paesaggio italiano. Andrea Camilleri è un patrimonio immenso come gli agricoltori e crea un’ immagine positiva del nostro Paese nel Mondo”.

Lo scrittore siciliano, che si è detto felice per questo riconoscimento, ha fatto sapere che sarà presente domani alla cerimonia di premiazione.

da www.newsfood.com

LOTTA ALLA MAFIA. Libera e Confindustria Sicilia premiate a Bruxelles


liberaIl premio europeo della società civile

La lotta alla mafia è al centro del dibattito sulla lotta alla povertà in Europa. Questo secondo il CESE, il Comitato economico e sociale europeo (l’equivalente del nostro Cnel), e il suo presidente Mario Sepi, che ha annunciato il 27 ottobre scorso i vincitori del premio europeo della società civile.

Vincitori al plurale perché sono di fatto due le organizzazioni ad essere state premiate dal comitato. Libera e Confindustria Sicilia sono entrambe entità che hanno fatto della lotta alla mafia la loro battaglia.

La prima, Libera, guidata da Don Ciotti, è un associazione che in realtà combina più di 1500 associazioni, scuole e gruppi sul territorio che cercano di costruire delle sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. I loro impegni concreti vanno dalla legge sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, ai campi di formazione antimafia.

La seconda, Confindustria Sicilia, è invece stata applaudita per il suo lavoro “senza precedenti” di denuncia a tutte le forme di regolazione e infiltrazione mafiosa, incentivando comportamenti di legalità da parte dei rappresentanti delle proprie imprese e contemplando anche forme di sanzioni per coloro che si rendevano responsabili di forme di collusione.

Un riconoscimento quindi alla lotta alle mafie in una realtà non soltanto italiana, ma anche europea dove le ripercussioni di attività illegittime si fanno sentire ovunque. Ed è proprio in questo contesto che la società civile italiana viene messa in risalto come best practice: «Con la globalizzazione le mafie hanno visto crescere i loro traffici e la loro presenza all’interno di settori chiave dell’economia, dai rifiuti, all’edilizia, al traffico di stupefacenti, agli appalti pubblici in generale», dice il presidente Sepi. «A combattere contro queste forme di deterioramento dell’economia e della società […] si è distinta la lotta della società civile».

La cerimonia di premiazione si svolgerà a Bruxelles il 4 novembre prossimo, mentre una manifestazione è anche prevista a Palermo il 13 Novembre con interventi dei rappresentanti di tutte e tre le organizzazioni.

 da www.vita.it