di Francesco Sabatino
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Prato: Cambia il nome di sala consiliare, da Don Milani a don Sturzo
Don Milani e don Sturzo già in vita avevano, soprattutto politicamente, idee anche molto diverse. Ora, dopo la morte, si ritrovano loro malgrado ad essere nuovamente contrapposti, questa volta in merito al nome di una sala consiliare.
Siamo a Prato e, come riporta l’Ansa, la nuova maggioranza di centrodestra della circoscrizione est ha deciso di cambiare il nome della sala dove si tengono le riunioni della giunta da sala don Milani a sala don Sturzo. Apparentemente una diatriba sul nome di una sala consiliare. Leggendola più nel profondo sembra invece una guerra post mortem tra due preti molto diversi tra loro o piuttosto il tentativo di una maggioranza di centrodestra di far valere le idee politiche di un “don” rispetto a quelle dell’altro.

La decisione è arrivata dopo una seduta del consiglio molto turbolenta e grazie alla proposta di due consiglieri Giulio Mencattini dell’Udc e Andrea Antonio Bonacchi del Pdl.
Insomma, anche a distanza di anni, don Lorenzo Milani continua, a pochi chilometri dalla parrocchia di san Donato a Calenzano dove scrisse “Esperienze pastorali”, a far discutere. L’unica differenza è che, anziché a Barbiana, dove la Chiesa lo mandò per “punizione”, stavolta è stato mandato in biblioteca. Il prete della rivolta studentesca, infatti, dovrà accontentarsi di avere intitolata la biblioteca circoscrizionale.
Confiscata l’auto a un cliente di prostitute
PRATO – L’approccio con una prostituta gli é costato 400 euro. E l’auto. Ma cotanta spesa non è legata alla tariffa della meretrice, quanto alle sanzioni amministrative previste da un’ordinanza firmata nell’aprile scorso dall’ex sindaco di Prato, Marco Romagnoli, di centrosinistra, e rimasta in vigore dopo il cambio di giunta, ora guidata da Roberto Cenni (Pdl). Così, secondo quanto risulta ai carabinieri di Prato, la sorte ha riservato a un quarantaseienne la sventura di essere il primo uomo in Italia a vedersi confiscata l’auto per essere stato trovato con una meretrice ai bordi di una strada. L’ordinanza parla chiaro: è vietato anche solo fermarsi con l’auto per contattare “il soggetto dedito al meretricio”.
E il quarantaseienne è stato scoperto dai militari in atteggiamenti un po’ più espliciti: il 24 settembre – spiegano i carabinieri – alle 5 del mattino, nella piazza della stazione, stava facendo salire sulla sua Fiat Punto una giovane prostituta nigeriana. A quel punto, prima i militari hanno sequestrato l’auto e poi la polizia municipale ha portato a termine le pratiche per la confisca. Ora quella Punto non è più del quarantaseienne, ma del Comune. A nulla è valsa la spiegazione dell’uomo, che ha fatto ricorso sostenendo che la giovane era una sua amica e che voleva solo accompagnarla a casa. “Con ogni probabilità – spiega l’assessore alla sicurezza del Comune di Prato, Aldo Milone – l’auto sarà venduta all’asta. Potremmo destinare il ricavato a un’iniziativa sociale: certo, è una Punto vecchio modello, non saranno molti soldi ma, in questi tempi di crisi, tutto fa. Speriamo – ha poi scherzato – che la prossima volta si tratti di una Porsche o di una Ferrari, così saniamo i conti del Comune”.
L’assessore tiene a sottolineare che l’ordinanza pratese “é una delle poche, se non l’unica, in Italia, che, recependo il pacchetto sicurezza di Maroni, prevede sanzioni così forti. L’ha firmata l’ex sindaco, ma la nuova giunta ha dato un’accelerata all’applicazione, rendendo più severi i controlli. A differenza di altri, noi non facciamo solo spot”. Le uniche consolazioni del quarantaseienne sono che la moglie non gliela farà pagare; lui è scapolo. E che nessuno gli ha chiesto le dimissioni, lui lavora come collaboratore scolastico.
fonte ANSA