- La denuncia di Fulco Pratesi: «La variante di Cannitello non c’entra col cantiere del Ponte»
La Regione Calabria richieda chiarimenti al Governo sul progetto esecutivo e sulla natura dei lavori della variante ferroviaria di Cannitello: è questo l’invito rivolto con una lettera aperta da Fulco Pratesi, Presidente Onorario del WWF Italia, al Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero.
Nei giorni scorsi infatti la variante è stata presentata come cantiere d’avvio del ponte sullo Stretto di Messina, quando esistono precisi impegni assunti nel marzo 2006 dal III Governo Berlusconi con la Regione Calabria nei quali si stabiliva che la costruzione della bretellina ferroviaria di 2 km dovesse essere funzionale alla rete e quindi ai servizi ferroviari regionali.
Il Presidente del WWF Italia, che sospetta un’operazione a fini mediatici, rileva che propagandare l’apertura dei lavori della bretellina di Cannitello come la posa della prima pietra del ponte sullo Stretto di Messina sarebbe, a dir poco, inopportuno.
La Regione Calabria ha chiarito sin dal 22 marzo 2006, come ricordato nella Delibera CIPE di approvazione del progetto definitivo della bretellina ferroviaria di Cannitello del 26 marzo dello stesso anno, che si subordinava il parere dell’Amministrazione Regionale sulla “variante di Cannitello” a patto che l’opera non sia condizione essenziale alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, ma serva soltanto a migliorare ed implementare il sistema della rete ferroviaria regionale. A questa impostazione della Regione, come si legge sempre nella Delibera CIPE, si è adeguato il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che allora era Pietro Lunardi, riconoscendo che la “variante di Cannitello” va presentata come intervento finalizzato a migliorare ed implementare il sistema della rete ferroviaria regionale.
Nella lettera indirizzata a Loiero, Pratesi ricorda inoltre che il Governo, nell’Allegato infrastrutture al DPEF 2010-2013 ha deciso di dirottare dei Fondi FAS, destinati allo sviluppo del Mezzogiorno, alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, immobilizzando così 1.300 milioni di euro alla realizzazione dell’opera principale e una quota parte non precisata di 904 milioni di euro a interventi a terra ferroviari collegati al ponte.
Pratesi ha riconosciuto, come si legge nella lettera aperta, quanto la Regione Calabria ha fatto anche in passato per evitare che ingenti risorse pubbliche destinate al Sud fossero immobilizzate in un’opera (del costo complessivo attuale di ben 6,3 miliardi di euro) che non è sostenibile dal punto di vista tecnico, economico-finanziario e ambientale, per far sì invece che le risorse destinate al ponte fossero indirizzate verso interventi più utili per il risanamento e la valorizzazione di un territorio sottoposto a drammatiche e colpevoli pressioni e squilibri,ma che può ancora rappresentare, con le sue preziose risorse naturali e paesistiche, parte costitutiva della ricchezza delle terre meridionali.
Infine Pratesi ritornando sulla notizia che tra la fine del 2009 e l’ inizio del 2010, saranno avviati i cantieri del ponte sullo Stretto di Messina, ritiene che questo fatto sia irrealistico perché: 1) non esiste non solo un progetto esecutivo che consenta di aprire i cantieri del ponte, ma nemmeno il progetto definitivo che serve a completare la procedura di valutazione di impatto ambientale; 2) il Governo non ha risorse per realizzare il ponte: ad oggi ha deciso di immobilizzare, con la Delibera CIPE del 6 marzo scorso, 1,3 miliardi di euro (per un’opera come il ponte che costa 5 volte di più); fondi che in realtà non sono immediatamente disponibili, ma saranno centellinati di anno in anno dal CIPE, come stabilito dall’ultimo decreto anticrisi (decreto legge n. 185/2008); 3) si devono ancora rivedere e aggiornare i valori dell’offerta del General Contractor (GC) e le convenzioni tra la concessionaria pubblica “Stretto di Messina SpA” e il GC capeggiato da Impregilo.
da www.vita.it