A Firenze primo ciak per ‘Amici miei… come tutto ebbe inizio’


Prendono il via a Certaldo Alta a Firenze, domani le riprese di ‘Amici Miei…come tutto ebbe inizio’, l’atteso prequel della serie ”cult” nata nel 1975 con la regia di Mario Monicelli. A dirigere questo nuovo capitolo della saga è Neri Parenti che, avvalendosi della collaborazione degli stessi autori del primo film, Piero De Bernardi, Leo Benvenuti, Tullio Pinelli, e degli sceneggiatori Fausto Brizzi e Marco Martani, ha ambientato le avventure dei cinque goliardici protagonisti nella Firenze di fine ‘400, alla corte di Lorenzo de’ Medici.

‘Amici Miei… come tutto ebbe inizio’ è prodotto da Aurelio De Laurentiis (a lui il merito di avere dato seguito al film del ’75 creando una serie cinematografica di grandissimo successo) e Luigi De Laurentiis, mentre ad interpretate i cinque ”amici” saranno Christian De Sica, Michele Placido, Giorgio Panariello, Paolo Hendel e Massimo Ghini. Fanno parte del cast anche Massimo Ceccherini, qui nel ruolo di un eroe del calcio in costume, e Alessandro Benvenuti che veste i panni di Lorenzo il Magnifico.

‘Amici Miei…come tutto ebbe inizio’ si girerà per 10 settimane. Dopo Certaldo Alta la produzione si sposterà in varie location della Toscana, tra cui Pistoia e Firenze, dove il Comune aprirà in via del tutto eccezionale alla produzione le splendide sale di Palazzo Vecchio, e infine a Roma dove, all’interno degli studi di Cinecittà, grazie al lavoro dello scenografo Francesco Frigeri, sarà ricostruita la Firenze di fine ‘400. Il film uscirà nei cinema nel 2011 distribuito da Filmauro.

fonte Adnkronos

Niente comunione a omosessuali e ‘affini’


di Cecilia M. Calamani

Dopo il vescovo di Grosseto, è la volta di quello di Pistoia, monsignor Statizzi, a scagliarsi contro la comunione agli omosessuali. “L’omosessualità in quanto tale é un disordine. E su questo non ci sta discussione […] La pratica omosessuale e la ostentata e dichiarata omosessualità impediscono l’amministrazione della comunione, secondo quanto dice la Chiesa e nessuno sicuramente é in grado di contraddire questo precetto” ha dichiarato sul sito Pontifex.

Idem per i conviventi: ” La convivenza tra persone cattoliche more uxorio e non sposate é peccaminosa e comunque un atto impuro e come tale non permette al sacerdote di dare la comunione al convivente“. E i divorziati? “Mai devono sentirsi emarginati o esclusi dalla comunione con la Chiesa, ma esiste una oggettiva situazione incompatibile con il sacramento e la sua ammnistrazione”.

Ma, come la Chiesa insegna, c’è sempre la via del pentimento (o dell’ipocrisia?) a salvare i desiderosi del sacramento cattolico. Lo stesso monsignor Statizzi, infatti, afferma: “Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all’Eucaristia senza prima aver ricevuto l’assoluzione nel sacramento della Penitenza“.

Benissimo. Il peccato mortale (ossia sessuale) si può sempre cancellare. Basta qualche parola in confessionale, la promessa di non commettere più atti impuri e l’accesso all’ostia è garantito.
Poi, dopo la comunione, si può peccare ancora fino a nuova confessione che ne laverà un’altra volta l’onta.. Per gli omosessuali, invece, è richiesto qualcosa in più: non solo dovranno astenersi (e magari fustigarsi per annegare nel dolore fisico il desiderio), ma anche evitare di dichiararsi. Infatti,  la ‘dichiarata’ omosessualità costituisce, di suo, già peccato. Basta, quindi, che non sia nota.

Però tutto ciò, a noi poveri di spirito, desta qualche dubbio. Ma per non incorrere in accuse di faziosità, riportiamo le parole di un prete, don Giorgio De Capitani, a commento delle esternazioni del vescovo di Pistoia:

Vorrei conoscere il pensiero della Chiesa ufficiale sul questo tema, ovvero sulla possibilità che i gay si accostino alla Eucaristia, e già che ci siamo non vedo perché si parli solo di Comunione e non della Messa. Se non possono fare la Comunione che senso ha partecipare alla Messa? Questo vale anche per i divorziati risposati e per le coppie che hanno celebrato solo il rito civile. Hanno il dovere di andare a Messa, ma non possono fare la Comunione. C’è logica in tutto questo? La Comunione è forse più importante della Messa?

Torniamo ai gay o omosessuali (credo che il problema riguardi anche le lesbiche oppure no?). Perché si proibisce la Comunione ai gay? Quali sono le vere motivazioni? La Chiesa ufficiale si deve pronunciare. A me non interessano i giudizi o le prese di posizione di qualche vescovo dal cervello fuso.
E poi, perché allora la gerarchia non prende posizione anche nei riguardi dei preti gay? Credo che ce ne siano, e numerosi. Ma, ecco l’ipocrisia: ciò che dà fastidio è la confessione pubblica e l’ostentazione di essere gay. Siccome i preti gay se ne guardano bene dal dirlo, allora sono scusati, e possono tranquillamente celebrare la Messa e amministrare i Sacramenti.
La Chiesa ufficiale che ne pensa? Non si pronuncia?

Chissà perché i gay secondo la Chiesa sarebbero in peccato grave, mentre i veri grossi peccati, quelli dei preti pedofili, sono stati per lo più coperti da quella gerarchia che oggi si scandalizza se qualche uomo politico lotta per il bene di questa società, ma che ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale“.

da www.cronachelaiche.it

Lettera dei detenuti del carcere di Pistoia


I detenuti del carcere “Santa Caterina” di Pistoia stanno vivendo delle condizioni di detenzione molto dure, ben oltre quello che gli stessi regolamenti carcerari prevederebbero. Queste condizioni non hanno niente a che vedere con il recupero sociale di chi ha commesso dei reati, come sostengono le autorità, ma al contrario le condizioni di vita qua dentro non fanno altro che alimentare il disagio e la disperazione e allontanare la prospettiva di una vita dignitosa. Chi è detenuto viene dimenticato in tutti i sensi e viene privato di quelli che invece dovrebbero essere dei diritti minimi. Le celle sono sovraffollate, i detenuti sono chiusi per 21 ore e mezzo, le condizioni igieniche sono precarie con il rischio di contrarre malattie, ci sono difficoltà ad avere permessi per le visite mediche all’esterno, difficoltà ad incontrare la direzione carceraria, gli assistenti sociali e gli educatori, non sono previste attività per consentire ai detenuti di occupare il tempo in modo costruttivo (esiste solo un corso di scuola media). Questa situazione non è accettabile.
La direzione del carcere di Pistoia si deve fare carico di porre rimedio a queste sue carenze. In una società civile non si può permettere che l’istituzione carceraria sia la prima a violare le leggi (soprattutto per quanto riguarda il sovraffollamento). Oggi tutti riconoscono che le carceri italiane versano in condizioni penose, è giunto il momento di affrontare il problema per risolverlo.
Per questo noi avanziamo con decisione le seguenti richieste:

1.aumentare le ore d’aria
2.effettuare una disinfestazione generale ed in particolare delle docce
3.riaprire la palestra
4.agevolare la possibilità di incontrare la direzione carceraria, gli assistenti sociali, gli educatori, il SERT
5.agevolare le visite mediche all’esterno
6.migliorare la qualità della fornitura di cibo, che attualmente non è dignitosa e rivedere i prezzi che sono esagerati
7.aumento del peso massimo dei pacchi provenienti dall’esterno e agevolare l’ingresso di generi alimentari
8.rispondere più rapidamente alle domandine inoltrate alla direzione

Chiediamo che la direzione del carcere dia una risposta a queste richieste convocando una rappresentanza dei detenuti entro il giorno 22.11.09

I detenuti del carcere di Pistoia
Carcere di Pistoia – novembre 2009

Lettera giunta da: info@solidarietaproletaria.org

da www.informacarcere.it