Si terrà domani l’udienza preliminare sulla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura etnea dell’inchiesta sulla morte di Carmelo Castro, il diciannovenne incensurato deceduto il 28 marzo del 2009 nel carcere di Catania quattro giorni dopo essere stato arrestato da carabinieri della compagnia di Paternò assieme a due presunti complici per una rapina a un tabaccaio. Secondo gli esiti delle indagini disposte dalla magistratura il giovane si sarebbe suicidato nell’istituto penitenziario di piazza Lanza. I genitori del diciannovenne ipotizzano che loro figlio sia stato “bastonato” come emergerebbe dalle foto segnaletiche apparirebbe con “gli occhi neri, l’orecchino strappato e le labbra ferite”. Il legale della famiglia Castro, l’avvocato Vito Pirrone, si oppone alla richiesta di archiviazione contestando “‘una lunga serie di mancanze nelle attivita’ di indagine disposte dalla Procura”. Secondo il Difensore civico dei detenuti di Antigone, Stefano Anastasia, “la sequenza è sempre la stessa: c’é un prima (l’arresto), un fatto (la detenzione) e un epilogo (il precipitare della situazione). Cosa è successo in questi tre momenti? Domande, come sempre, inquietanti – conclude Anastasia – che meritano ogni possibile supplemento di indagine, che si spera il gip di Catania voglia disporre”.
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Terzo e ultimo giorno della visita ispettiva dell’on. Bernardini in Sicilia
di Daniela Domenici
L’on. Bernardini, deputata radicale eletta alla Camera nelle liste del PD, ha voluto concludere le sue visite ispettive nei centri accoglienza e nelle strutture penitenziarie della Sicilia orientale con la visita-blitz, questa mattina, al carcere catanese di piazza Lanza e anche in questa occasione siamo entrati con lei.
In questa struttura detentiva il problema del sovraffollamento dei detenuti e della diminuzione, inversamente proporzionale, del numero degli agenti di polizia penitenziaria è ancora più evidente che in altri istituti simili.
Anche se molto è stato fatto, come ha dichiarato l’on. Bernardini, dall’ultima visita ispettiva da lei qui compiuta un anno fa e che è giusto sottolineare, per esempio le docce in ogni cella che prima non c’erano, c’è ancora molto da fare perché la situazione è difficilmente gestibile.
Abbiamo visto con i nostri occhi che quasi in ogni cella ci sono da 7 a 9 persone rinchiuse 20 ore al giorno eccetto le ore d’aria: le attività trattamentali che dovrebbero, secondo l’art 27 della nostra Costituzione, tendere al recupero, alla rieducazione del detenuto in vista del suo reinserimento nella società, non esistono per problemi sicuramente logistici di mancanza di personale.
Abbiamo visto che l’ora d’aria viene fatta in uno spazio assolutamente insufficiente per il numero di detenuti che a ogni turno può usufruirne e senza un solo albero o una panchina, niente, solo alte mura scrostate e nient’altro; oggi un gruppo di queste persone si sono fermate a parlare con noi per esporci alcuni dei tanti problemi ma anche per parlare positivamente degli agenti che si comportano discretamente con loro, che non hanno colpe di questa situazione esplosiva.
L’on. Bernardini ha preso nota, come nelle altre quattro visite di domenica al CARA di Sant’Angelo di Brolo e all’OPG di Barcellona Pozzo di Gotto e lunedì al CARA di Solarino e al carcere di Augusta, di tutto quello che abbiamo visto, in positivo e in negativo, e ne ha fatto un ampio resoconto alla conferenza stampa conclusiva che si è tenuta poche ore all’hotel Excelsior di Catania e a cui ha preso parte anche la sottoscritta.
ecco il link al video integrale della conferenza stampa