Bologna, fotografo partecipa al suo funerale messo in scena in centro


Questa notizia mi ha colpito perchè questo fotografo l’ha messo in atto io, invece,  sto preparando il mio scrivendo, nei minimi dettagli, un testamento spirituale che lascio sul desktop del mio computer a disposizione di chiunque si troverà nei miei…paraggi quando lascerò questo pianeta per tornare alla Casa.
Un fotografo  bolognese ha messo in scena il suo funerale, sebbene sia ancora in vita. Il protagonista di queste singolari esequie per le vie di Bologna si chiama Anthony De Luca, 29 anni.

«E’ l’unico evento che non potrò mai godermi»: così ha scelto di anticipare da vivo il carro funebre, le fiaccole, la banda e la bara sorretta da sei portantini.

«Partecipare al mio funerale – ha detto – è stata un’emozione fortissima. Non si è trattato di una provocazione: fa parte della mia personalità ricercare performance originali».

da www.blitzquotidiano.it

La missione assegnata


“Perché tante persone si aggrappano a questa esistenza? Perché
ignorano che la loro vita non termina con ciò che si è deciso di
chiamare “morte”. Gli esseri umani sono addirittura capaci di
commettere tutti i crimini per sopravvivere, contraendo così dei
debiti karmici che un giorno dovranno pagare. Il discepolo di una
Scuola iniziatica ha invece un altro atteggiamento. A volte dice
fra sé e sé: “Che fatica vivere sulla terra, dove si è limitati,
scherniti, violentati, tormentati, calpestati!” Egli però sa
anche che è giunto qui per fare un lavoro e riparare i propri
errori del passato. Quindi accetta, pensando che quando avrà
terminato quel lavoro, potrà vivere libero nello spazio.
Ecco la verità che gli spiritualisti conoscono, e perciò, anche
se sanno che la vera vita è altrove, sono convinti di avere
qualche cosa da fare sulla terra. Finché non hanno sistemato
tutto, finché non hanno finito il lavoro che il Cielo ha
assegnato loro, il resto li lascia indifferenti. Non si chiedono
se preferiscano vivere o morire, vogliono soltanto terminare il
proprio lavoro. Ma non appena questo è terminato, con quale gioia
se ne vanno, perché sanno che alla terra non vale la pena
aggrapparsi.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

E io qualche giorno fa avevo creato e pubblicato questo post, incredibile, in tempi non sospetti, sembra che Aivanhov l’abbia immaginato per me…:-)

“Avrai un grande destino” mi ha detto l’amica, studiosa di astrologia, un giorno in cui, incontrandola casualmente per strada, le ho chiesto, per gioco, di leggermi la mano. “Questa linea è molto rara, ce l’hanno in pochi e tu non solo ce l’hai in tutte e due le mani ma è pure lunghissima e ininterrotta. E’ un indice chiarissimo del fatto che hai un grande destino, che lascerai un segno…pensa che anche papa Woytila ce l’ha come le tue…”.

Addirittura…ma qual è il mio destino? Cosa devo ancora fare e cosa, invece, ho già fatto per meritarmi di essere una predestinata?

Siccome sono profondamente convinta che la mia missione per cui sono stata mandata su questo pianeta stia per concludersi, che questo mio ciclo di vita sia l’ultimo dei tanti che ho già vissuto e che tra poco tornerò alla Casa, l’anno scorso, in questi stessi giorni, ho provato a scrivere un mio breve testamento spirituale e l’ho affidato, in perfetta buona fede ma erroneamente, col senno di poi, a una persona che ritenevo fosse quella giusta per conservarlo preziosamente anche perché avevo chiesto, come ultimo regalo, a questa stessa persona una favore a cui tengo molto: cantare al mio funerale “Over the rainbow” che adoro sia per il testo stupendo che per la musica struggente. Ma questa persona “arrisultàu acìto”, come si dice in siciliano che è anche la sua lingua natìa cioè, traducendo alla lettera, “sembrava un ottimo vino invece è risultata aceto” e quindi ho sbagliato clamorosamente.

Oggi, a distanza di un anno da quel giorno, ho preso la decisione di affidare a tutti voi, amiche e amici che mi seguite con affetto leggendo tutto quello che scrivo qui nel mio sito, il mio testamento spirituale: non sono Raimondo Vianello, lo so, non ho né la sua fama né la sua biografia artistica e quindi non avrò la risonanza quasi planetaria che ha avuto la sua morte e il suo testamento spirituale, ne sono perfettamente consapevole, ma sento il desiderio di dirvi alcune cose su di me e spero di trovare in voi ascolto e affetto.

Nei prossimi giorni ve lo sottoporrò (se non cambio idea nel frattempo o se…), intanto un “grazie” senza confini.

I condom anche per salvare il pianeta


I benefici dei condom, dalla prevenzione delle malattie trasmesse sessualmente a quella delle gravidanze indesiderate, sono noti ma, a quanto sembra, possono fare ben di più, e salvare il pianeta, come dimostrano due campagne, una lanciata negli Usa e una in Brasile, che anche se diverse tra loro hanno uno scopo comune: aiutare piante e animali grazie ai profilattici.
La popolazione umana sul pianeta sta per raggiungere i 7 miliardi di individui, un numero superiore a quello di tutti gli altri mammiferi, con gravi problemi per gli ecosistemi, sfruttati dall’uomo per il proprio mantenimento.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema il mezzo migliore trovato dall’Ong ambientalista statunitense Center for Biological Diversity sono proprio i condom: nei prossimi mesi 5mila volontari distribuiranno in tutti gli Stati Uniti confezioni gratuite di preservativi (ne sono previste 350mila, e c’é anche un concorso per vincere una fornitura a vita) con sulla scatola immagini di animali in via di estinzione, e all’interno informazioni sui problemi derivanti dalla sovrappopolazione. I protagonisti scelti saranno sei, tra cui l’orso polare, la civetta, il giaguaro e una specie di rana, tutti accompagnati da slogan.

“I condom – si legge sul sito dell’iniziativa – verranno distribuiti a concerti, bar, università ed altri eventi pubblici, per far capire che è necessaria una riproduzione responsabile della specie umana”.

E’ dedicata alla protezione della foresta amazzonica brasiliana invece l’iniziativa ‘Sexy Brasil’, che consiste nella produzione di condom ecosostenibili direttamente da parte degli abitanti della foresta, che sono così disincentivati al disboscamento. Secondo quanto riporta il Guardian l’iniziativa, partita due anni fa, sta avendo un grande successo, e una nuova fabbrica produrrà più di 100 milioni di pezzi all’anno, dando lavoro a 550 famiglie nello stato nord occidentale di Acre.

Secondo il governo del Brasile, che è il principale compratore di condom del mondo per via delle numerose campagne anti Aids, l’iniziativa sta avendo un successo così grande che presto i profilattici ‘amazzonici’ potrebbero venire esportati, insieme a una serie di altri prodotti, come zaini e borsette, sempre prodotti grazie al lattice naturale amazzonico.

fonte ANSA//