Quaranta ma non li dimostra


di Daniela Domenici

Serata all’insegna del sano e raffinato divertimento ieri sera al nuovo e grande anfiteatro di Milo con “Quaranta ma non li dimostra”, commedia di Peppino e Titina De Filippo portata in scena da Enrico Guarneri e dal suo nutrito cast con la regia di Antonello Capodici, la scenografia di Carmelo Miano e i costumi di Santi Cultrera.

Enrico ci ha ormai abituato da tempo alla sua bravura sia per la perfetta conoscenza dei “tempi attoriali” con cui strappare la risata e l’applauso che per la scelta dei testi da portare in scena che spaziano da Goldoni a De Filippo, sempre “tradotti” in lingua siciliana in modo da essere più vicini al gusto del “suo” pubblico” che lo segue con affetto.

Ieri sera in questa divertentissima commedia Guarneri interpretava la parte di un padre vedovo e con cinque figlie femmine la cui maggiore, Sesella, è arrivata all’età di quarant’anni ancora zitella, goffa, sgraziata e sempre a disposizione di tutti in casa mentre le sue quattro sorelle sono tutte felicemente fidanzate e alla moda; Sesella è stata interpretata da una formidabile Federica Bisegna che ha saputo caratterizzare questo suo ruolo anche con la gestualità da imbranata e sempre fuori tempo, brava davvero.

I due ruoli maschili principali, oltre naturalmente al protagonista, erano quelli di Bebè, fidanzato di una delle figlie, impersonato da un bravissimo Vincenzo Volo che rende questo personaggio comicissimo anche con i movimenti ma soprattutto con una perfetta “intesa” di battute velocissime e fulminanti con il “suocero” Guarneri; l’altro protagonista maschile era quello di Luciano, innamorato di una figlia ma che, per un gioco di equivoci, fatto fidanzare con Sesella (non vi diciamo come si conclude questa storia per lasciarvi il gusto di applaudirla voi stessi nelle prossime tappe della tournèe), ben interpretato da un elegantissimo e sempre affascinante Rosario Marco Amato.

Completavano il cast Nadia De Luca, Patrizia Scilla, Claudia Sangani e Tiziana Vaccaro nei ruoli delle quattro figlie, Ciccio Abela e Anna Nicolosi in quella di una coppia di amici di don Pasquale, Dario Inserra in quella di Alberto e Gianni Fontanarosa in quella di Vittorio: applausi e complimenti per tutti da parte del numeroso pubblico presente a Milo.

Totò – 15 aprile 1967


Oggi moriva il principe della risata, come è stato definito, il grande TOTO’, per ricordarlo ho scelto questi due video…:-)

Totò e Peppino De Filippo in “La lettera”, straordinari…

http://www.youtube.com/watch?v=9-VrY80K9y8

Nel 1961 Mina e Totò cantano “Malafemmena”, un pezzo di storia della televisione….

http://www.youtube.com/watch?v=_gdUrMrEv0k&feature=related

Totò – 15 febbraio 1898


Oggi nasceva il principe della risata, Antonio De Curtis, in arte, semplicemente, TOTO’, ha fatto la storia del cinema comico, ha scritto splendide poesie, la più bella ‘A LIVELLA, tra i suoi innumerevoli film ho scelto un brano da uno che amo di più: Totò, Peppino e la malafemmina, ineguagliabile…

http://www.youtube.com/watch?v=9-VrY80K9y8

E la canzone “Malafemmena” scritta da Totò interpretata negli anni ’60 a “Studio Uno” da Mina in duetto con lo stesso Totò

http://www.youtube.com/watch?v=yEycucnptZY&feature=related

Una nuova compagnia teatrale ad Augusta: Tiatru d’o Suli


di Daniela Domenici

sole“C’era bisogno di un’altra formazione teatrale ad Augusta dove già ne agiscono altre? Forse no. Ma non abbiamo saputo resistere alla tentazione di metterla su nella consapevolezza di farlo per pura passione e nella speranza di instillare a qualcuno il germe di questa antica arte che, sappiamo benissimo, fa parte della natura umana…”: con queste parole il presidente nonché regista e attore protagonista, Sergio Sillato, presenta questa sua “creatura” appena “battezzata” con il debutto al Teatro Comunale della Cittadella degli Studi di Augusta, di “Non è vero ma ci credo”, celebre commedia in tre atti di Peppino De Filippo.

Fu  rappresentata per la prima volta nel lontano 1942 ma è ancora attualissima perché come dice, e prendo ancora in prestito le parole di Sillato, “…la superstizione è uno dei tanti drammi in cui si dibatte l’uomo…dove si sviluppano intrighi, intrallazzi…dove si esercita il potere in tutte le sue forme, anche le più stupide, umiliando, il più delle volte, la dignità umana…”.

La trama di questa commedia è ben nota: tutto ruota attorno all’irrazionale superstizione del protagonista, il commendatore Gervasio Savastano, che alla fine capirà che “le cose che accadono sono frutto della quotidianità che scorre , del nostro impegno o della nostra stupidità ma mai della superstizione…”

Sergio Sillato ha voluto rendere questa celebre commedia più vicina al pubblico locale inserendo battute in lingua siciliana e l’esperimento è perfettamente riuscito perché le risate e gli applausi sono arrivati ripetutamente e molto convinti durante tutta la serata.

Il regista ha saputo caratterizzare il personaggio del superstizioso Gervasio in modo assolutamente delizioso senza mai cadere nell’esagerazione, in modo lieve com’è nel suo stile, e di questa sua leggerezza ha saputo colorare tutta la rappresentazione circondandosi di attori non professionisti, naturalmente, ma che si sono impegnati con tanta energia e divertimento a dar vita ai vari personaggi della celebre commedia.

Vogliamo tributare loro un applauso collettivo che li abbracci tutti e siamo davvero felici che Sergio sia riuscito a coronare il suo sogno di creare una sua compagnia; lo desiderava da tempo e, dopo un certo periodo di “esilio teatrale” in una compagnia di Catania che ieri era, al completo, tra il pubblico per applaudirlo è tornato nella sua città per iniziare un nuovo percorso che gli auguriamo luminoso come il sole che ha scelto come immagine della sua compagnia.

Concludiamo con le parole del grande autore e critico teatrale Max Reinhardt che Sillato fa sue “Il teatro è il rifugio di coloro che hanno nascosto in qualche tasca la loro infanzia così che possano continuare a giocare di tanto in tanto fino alla fine della vita”: speriamo di giocare il più a lungo possibile anche grazie a Sergio e al suo amore per il teatro.