“Non accontentatevi di sognare il vostro avvenire, ma sforzatevi di costruirlo sin da adesso su basi solide. È “adesso” che conta. L’avvenire è un prolungamento del presente, e il presente altro non è che una conseguenza, un risultato del passato. Tutto è collegato: passato, presente e avvenire non sono separati. L’avvenire sarà edificato sulle fondamenta che state posando
adesso. Se quelle fondamenta sono difettose, è ovviamente inutile attendersi un avvenire eccezionale; ma se sono buone, è altrettanto inutile preoccuparsi. Con tali radici, avrete il tale
tronco, i tali rami e i tali frutti. Il passato è passato, ma ha messo al mondo il presente, e il
presente equivale alle radici dell’avvenire. Quindi, costruite sin da ora il vostro avvenire cercando di migliorare il presente.” Omraam Mikhaël Aïvanhov
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“L’autunno tra i capelli”
di Tiziana Mignosa
e l’estate sulla pelle
ho indossato i calzari dell’Amore.
Immemori
assolvono l’ostile compito
essendo altrove.
Accecanti i lampi
di volontà e catene
mi sbattono alle sbarre sospingendomi là fuori.
Muore il passato sul silenzio
mentre il giorno
la schiavitù libera alla vita.
“Assorta”
di Tiziana Mignosa
quando s’aggancia ai fumi del passato
e di sospiri vivi
afferrando gli accartocciati lembi.
Vano è quel nutrimento
che la porta serra sull’avere
e lacci stretti annoda
intorno alla sacca colma degli eventi.
Ma come puoi pensare
che il calore scaldi le tue stanze
se le finestre sbarri al sole
e l’odore ancora temi dell’amata primavera
quando al nuovo il passo non concedi
liberando dall’inganno
palloncini colorati di nostalgia
gonfi d’inutile speranza?
Svuota il sacco
e poi ci metterai dell’altro
e col coraggio cancella la lavagna
prima di vedere la linea che attende d’essere tracciata.
“A volte”
“Simana santa”
di Ina Asero
Pi pasqua quannu c’era religioni,
faceumu esercizi spirituali,
si ministrava maccu ppe pureddi
i pacchi cu li robbi usati
passavunu ne casi de criati.
‘E tempi iu e me frati, nichi e sicchi,
me pattri cu li manu ni l”aricchi
fora petto ni isava comu pisci
in coru ripitennu ‘ncantilena
crisci,crisci ca u signuri arburisci
ie u signuri abburiscennu l’indomani ,
cudduri,ova e aceddi ni puttava.
Oggi me figghiu a pasqua va a sciare
pripara scappuni,piumoni e doposci
e supra a machina ppo cuntinenti arranca.
E me tempi era a simana santa
ora inveci è a simana bianca.
“Fuggevoli filigrane di luci”
“Indimenticato”
di Angela Ragusa
Magico trovarsi
sui passi di un passato.
Vivo è il ricordo di estati giù in strada
assolate alla calura,
a sognare di futuro, di vita che correva
su ruote sempre sgonfie
di bici sgangherate…
La coppola sormontava
il capo degli anziani, dal viso tutti uguale,
che il sole di ogni giorno aveva stinto fino all’osso…
Le rondini planavano pure al pozzo
a prender acqua, con il becco a preparare
nuovo nido ,nuova prole…
E seduti sulla soglia
del gradino di granito,
nel bicchiere di granita
annegava il vecchio giorno…
Il tramonto così calava
nel paese dei miei nonni.
“La vestale”
di Tiziana Mignosa
ha il mare negli occhi
e timidi raggi
di un sole introverso tra i capelli.
Davorio e neve sagghinda per la sera
mentre il cielo
strappando il respiro ai sognatori
si veste dimbarazzo.
Con lo sguardo sorride
all idea di miele
e intanto insegue
nostalgici fogli di passato.
Parole erranti
novelle e conosciute
sallacciano e poi si slegano
dal cuore allorizzonte.
Ai lividi si mescola
la luce del presente
e dellattimo ne fa
dono prezioso.
“L’illusione di te”
di Tiziana Mignosa

ogni volta che un riflesso di te
freccia che perfora il muro dell’oblio
punta e fa centro dentro me.
carezza con la mano a spada
sui frammenti malamente uniti
di quel letto senza più il suo fiume.
Come specchio sul passato
mi ritrovo scalatrice insaponata
che la gazza fa a ladra
e si spalma sul luccichio che vede.
per l’occhio e la sua brama
che si lascia conquistare
come se quel pensiero fosse reale.
riflette a beffa la mia pena
miele che si smarrisce
sul contenuto forestiero.
come se mai fosse sparita
sussurra a fil di voce
che ho ancora mal di te.
Il presente, il passato e l’avvenire
“Ogni mattina, al risveglio, dite a voi stessi che niente è più
importante che vivere bene l’oggi. In un certo modo, il passato è
sempre vivo: agisce ancora sul vostro presente, ma voi non siete
obbligati a permettergli di prendere il potere. È al presente che
dovete dare il potere, affinché domini il passato, sgominandolo
anche, per trasformarlo.
Quando il passato era “il presente”, era onnipotente. Ora che è
diventato il passato, è subordinato al presente, ed è il presente
ad avere voce in capitolo. Il passato è trascorso, e l’avvenire,
per l’appunto, deve ancora “avvenire”. Sta al presente imporre la
propria volontà, al fine di trasformare il passato e orientare
l’avvenire. ”
Omraam Mikhaël Aïvanhov