Mi è arrivata una lettera dal carcere di Spoleto in cui Carmelo ha scritto quello che leggerete di seguito che ho copiato esattamente com’era scritto.
Nicolai Lilin ha scritto un bel libro dal titolo “Educazione siberiana”.
Parla della comunità Urka siberiana che ha un’atipica e particolare cultura formatesi in modo naturale, a mio parere, per difendersi dallo stato zarista e totalitario-comunista di un tempo.
Un po’ com’è accaduto ai briganti nel sud dell’Italia per difendersi dai conquistatori piemontesi durante i primi anni dell’Unità d’Italia.
Molti detenuti, nati nel sud, che hanno letto questo libro, hanno trovato nella cultura della comunità urka siberiana molti principi culturali della mafia, della camorra e della ndrangheta degli ultimi anni dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento prima che queste tradizioni fossero inquinate dai poteri forti e corrotti emergenti come la politica, la finanza, i mass media e la religione. Ora al sud, al posto della mafia, della ndrangheta e della camorra ci sono uno stato corrotto e un antimafia riciclata che la fa da padrona.
E’ un po’ com’è accaduto in Russia alla comunità urka siberiana: c’è molta più criminalità disonesta che in passato.
Tutto il mondo ormai è paese e la verità è davanti agli occhi di tutti: i politici usano la mafia per andare al governo e poi sempre gli stessi politici usano la stessa mafia per farlo cadere.
Nicolai, tramite un’amica comune, mi ha donato il libro con un affettuosa dedica. Finito di leggerlo è poi passato di cella in cella, da un piano al’altro. Lo hanno letto in molti perché, per la prima volta, qualcuno scriveva che ci sono “criminali onesti” e “onesti disonesti”. Fin quando non è arrivato nelle mani della professoressa Daniela che l’ha letto e l’ha trovato interessante. Le è
venuta l’idea di invitare Nicolai per un incontro con gli ergastolani e i detenuti nel carcere di Spoleto. Lui si è reso disponibile e adesso aspettiamo di conoscere la data della visita. A me intanto è venuta l’idea di scrivere questa lettera questa lettera aperta per porre qualche domanda a Nicolai a cui lui potrà rispondere durante l’incontro o pubblicamente prima nel blog www.urladalsilenzio.wordpress.com o sul sito www.informacarcere.it
Ciao Nicolai,
io ho avuto un’educazione “criminale onesta” e nella maggioranza dei casi ho sempre visto i giornalisti, i politici, i banchieri, gli imprenditori, i giudici, i preti come “criminali disonesti”.
Come mai secondo te io sono dentro e loro fuori?
Forse perché non hanno commesso reati o forse perché sono stati più fortunati di me?
Io sono sempre stato “in guerra” contro tutti e tutto m ho sempre fatto il criminle, rischiando del mio, con onestà, sentimento, senza mai perdere l’umanità.
Invece considero lo Stato italiano criminale e cinico perché anche se non uccide, a parte qualche caso come quello di Stefano Cucchi, fa di peggio: tortura le persone con il regime del 41 bis e tiene una persona chiusa in una cella tutta la vita, anche quando non è più necessario.
Nicolai, come saprai, nel nuovo codice penale russo, dopo la caduta del regime comunista, era stata abolita la pena dell’ergastolo, poi ripristinato a causa della lotta cecena per l’indipendenza della loro terra.
Anche in Italia esiste la pena dell’ergastolo, ma a differenza di tutti gli altri paesi del mondo, qui esiste quello ostativo nei casi di condanna di criminalità organizzata ed è per sempre.
Se non fai la spia, se non usi la giustizia, se non fai il delatore, se al tuo posto non ci metti un altro, un ergastolano ostativo non potrà mai uscire, né ora né mai.
E tu sai che un “criminale onesto” non potrà mai barattare la sua libertà con quella di un altro, questo lo possono fare solo gli “onesti disonesti”.
Io e molti ergastolani con l’ergastolo ostativo preferiamo rimanere “criminali onesti” che “onesti disonesti” e, pur non condividendo più molti dei valori negativi del passato, non ce la sentiamo di uccidere una persona, perché togliere la libertà ad una persona è come ucciderla, per riavere indietro la nostra vita di libertà.
In Italia ci sono circa 1400 ergastolani di cui molti arrestati giovanissimi, a diciotto, diannove o vent’anni.
Molti di questi ragazzi sono stati usati, consumati e mangiati due volte, prima dai notabili del territorio dove sono nati e cresciuti, e poi dallo Stato centrale.
A qualcuno di loro è stata messa in mano una pistola e alcuni di loro, forse per paura o per per cultura, non hanno saputo dire di no.
Una volta dentro sono stati sfruttati dai politici di destra, sinistra e dalle lobby del antimafia per scopi e consensi elettorali i primi, finanziari e mediatici i secondi.
Molti di questi giovani ergastolani sono nati colpevoli e sfigati, sono stati usati come carne di cannone dagli “onesti disonesti” e non si sono potuti permettere l’avvocato Buongiorno.
Nicolai, un’ultima domanda.
Te la sentiresti di darci una mano nella lotta per l’abolizione dell’ergastolo usando la tua immagine, il tuo successo di scrittore, per portare all’attenzione dei mass media “la pena di morte viva” che esiste in Italia?
Te la sentiresti di essere ancora una volta un “criminale onesto” e di aiutare a dare un futuro almeno a molti giovani ergastolani che sono stati condannati alla pena dell’ergastolo ostativo all’età di diciotto, diciannove e vent’anni
Io non appartengo a questa categoria ma salviamo almeno loro.
Un abbraccio
Carmelo Musumeci – Carcere di Spoleto – gennaio 2010