Anche le piante hanno l’ormone della gravidanza


Per la prima volta l’ormone della gravidanza, il progesterone, è stato scoperto in una pianta. Il risultato, che si deve a un gruppo di ricerca coordinato da Guido F. Pauli dell’università dell’Illinois a Chicago, potrebbe, secondo gli esperti, cambiare la comprensione scientifica dell’evoluzione e la funzione del progesterone nei viventi, animali e vegetali.

Finora si riteneva che solo gli animali avessero questo ormone, uno steroide secreto dalle ovaie, che prepara l’utero alla gravidanza e la sostiene. «Mentre il ruolo biologico del progesterone è stato esattamente studiato nei mammiferi, la ragione per la sua presenza nelle piante è meno evidente» ha osservato Pauli.

Si ritiene che l’ormone, come gli altri steroidi umani, potrebbe non essere un antico bioregolatore che si è evoluto miliardi di anni fa, prima della sua apparizione nelle moderne piante a animali. La scoperta, pubblicata sulla rivista della società chimica degli Stati Uniti, Journal of Natural Products, è stata possibile grazie a due potenti tecniche di laboratorio, quali la risonanza magnetica nucleare e la spettroscopia di massa per individuare il progesterone nelle foglie di Noce Inglese.

I ricercatori hanno anche identificato cinque steroidi collegati al progesterone in una pianta che appartiene alla famiglia dei ranuncoli.

da www.blitzquotidiano.it

Usa: scoperto ormone che disattiva la riproduzione


Un gruppo di scienziati dell’Università della ha identificato un ormone sessuale maschile capace di impedire la riproduzione. La scoperta arriva dopo che 10 anni fa i ricercatori avevano studiato il comportamento della sostanza negli uccelli e nelle zebre.

Si tratta dell’ormone antagonista della (GnIH), in grado di ostacolare l’effetto della (GnRH) che controlla ”a cascata” i meccanismi biologici coinvolti nel sesso e nella procreazione.

Lo studio, pubblicato su PlosOne, potrebbe avere numerose ricadute pratiche, dalla realizzazione di un contraccettivo maschile alle terapie anticancro, dato che GnIH ha già evidenziato di avere effetti positivi nei tumori cosiddetti ormone-sensibili.

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