“Terra bruciata”


di Tiziana Mignosa

Nell’ora della siesta

il mio piacere s’alimenta

quando nella terra dell’incanto

cogli occhi mi disseto e canto.

Amato è quel contrasto acceso

tra l’assolato fuori

e l’interno fresco

dolce penombra delle case

e il mare

è gorgheggio che al cielo s’alza

e al vento si concede

pettine gentile sulle liquide distese.

Fluidi

i cristalli di smeraldo

ai piedi delle scogliere a picco

e sull’arsura fichi d’india colorati

di rosso arancio e verde

e poi il viola

il giallo e il bianco

baldoria sulla tavolozza dell’estate.

Netti i profili degli azzurrini monti

sull’afa a nebbia che ingarbuglia l’orizzonte

fuoco e sentimento anche sotto la suola

che al nero dell’asfalto l’ardore tasta.

“Lungimirando”


di Nunzio Buono

Il giorno
è un giorno letto tra i giorni raccontati, steso e nascosto
tra le pieghe di lenzuola confinate
da uno sguardo

vado seduto con le mani vuote
da un tramonto raccolto
su una panchina scarabocchiata
dagli istanti, distratti
dai colori viola delle nuvole.

Il mare
è uno spazio d’aria racchiuso
da un orizzonte perfettamente in linea d’occhi, dove
tu eri oltre quella sera in piedi al vento
e chino il volto mi parlavi.

Dai tuoi, il cielo,
aveva rubato il chiaro specchio d’azzurro
che piano piano ti tornavano nei miei, dipinti al fiato
dalla leggerezza del tuo vestito magro, io
nudo il segno
del segreto della luna

e respiro
dal mio silenzio il tuo silenzio
insinuandomi tra i capelli, come il vento, fa
con le foglie al ramo e in un giorno di pioggia
ti bagna di sole tra le forme

il tuo profumo
respira la mia pelle
in questo giorno che mi racconta i suoi domani
accanto a una panchina stretta
seduto tra le scritte, scritte
di amori ripetuti di promesse.

C’è
uno spazio di parole
nel pensiero
che scrive per te il mio domani.

“Del frinir dei grilli”


di Maria Grazia Vai

sulle note di Andre Rieu “ Je t’aime “

http://www.youtube.com/watch?v=x1TXMpiqcDI

Pensieri come nuvole di scogliera
parole gonfie di vento e senza voce
L’inattesa carezza
che intreccia fili bianchi
tra i sandali e la rena

Melodie, il suono del mare
a lambire questo cielo
al di la del cielo
Ansima il vento.

S’incrina il silenzio del tempo
Si confonde tra le nebbie
Scompare
negli anfratti solitari del cuore
dove nascondo i segreti
dei gabbiani

Veli di tulle e di rugiada
imbiancano le spume e l’orizzonte
Mentre l’aurora spegne
l’ultimo luccicar di luna

Raccolgo
stelle marine in fondo al pozzo
Pensiero d’ambra e nostalgia
s’infrange sulla riva
del mio sentirti ancora

Mormora le sue note d’acqua
e non si placa
La mia tristezza diviene attesa
mentre scompari
dietro i vetri umidi dei ricordi

Come d’estate
il frinir dei grilli
Ti colgo fiore con mani di spine
Perla nera ,
t’ho incastonata al cuore.

“La vestale”


di Tiziana Mignosa

Regale avanza la vestale

ha il mare negli occhi

e timidi raggi

di un sole introverso tra i capelli.

D’avorio e neve s’agghinda per la sera

mentre il cielo

strappando il respiro ai sognatori

si veste d’imbarazzo.

Con lo sguardo sorride

all’ idea di miele

e intanto insegue

nostalgici fogli di passato.

Parole erranti

novelle e conosciute

s’allacciano e poi si slegano

dal cuore all’orizzonte.

Ai lividi si mescola

la luce del presente

e dell’attimo ne fa

dono prezioso.

“Brandelli di rosso tramonto”


di Angela Ragusa

Seguiranno i miei occhi
l’assistere solitario
di istanti stillati
di vita e speranze
smarrite ,come gocce
di frammenti disgregati
di vuote conchiglie
murate dalla polvere…
Muto e confuso,
tra sabbia di mare
che riflette in toni d’azzurro
forma e sostanza,
sarà il mio divenire…

Gabbiani passeggeri,
abbandonate le piume,
condurranno i miei sogni
e dissolveranno l’ orizzonte
brandelli di rosso tramonto.

Per un attimo…uno strappo nel tempo (Sulle note di “Moment of peace” di Gregorian )


  di Tiziana Mignosa

 Ti ho vista

nell’incrocio fulmineo

l’abisso impetuoso dei nostri occhi

si è fuso

è diventato oceano di quiete

ma è stato solo un attimo.

Leggiadra e accattivante

senza scarpe e con in mano

infiniti arcobaleni

t’insinuavi furtivamente

tra le pieghe sgualcite

di quel niente travestito di tutto

della mia misera  prigionia

chiamata terra.

Nascosta in quel tanto di nulla

che scorreva via impetuoso

e lentamente lesto

sei fuggita via

fino a scomparire all’orizzonte di fuoco

dei miei irraggiungibili sogni.

Come albore per falene avide

tra bambocci di pezza dal cuore di ghiaccio

disperatamente

t’ho cercata dove non potevi essere.

Le mani mie protese

sui tuoi languidi sogni leggeri come vele

luce accecante nella buia notte

ti hanno condotto a me.

Catturata

per un attimo appena

dal mio pensiero a te rivolto

sfidando l’infinito

nel finito sei precipitata…

sei arrivata qui.

Splendido

il dono vissuto in un istante

poi sei andata via

adesso

è tempo d’altro